Tre Madri Costituenti

Le risposte del 2 giugno.

Intervista a tre madri costituenti 

Nel decidere di partecipare alla nuova edizione de I linguaggi della contemporaneità abbiamo innanzitutto scelto di dedicare la nostra attenzione alla data del 2 giugno 1946, quella che nel calendario civile degli italiani e delle italiane segna l'ingresso di queste ultime, anche a livello ufficiale, nello spazio pubblico.

Preparata dai venti mesi della Resistenza, la giornata elettorale del 2 giugno segna l'evento che introduce simultaneamente la scelta pacifica e incruenta per una Repubblica inclusiva a livello istituzionale e che, con le elezioni per l'Assemblea costituente, pone le basi per la scrittura della legge fondamentale dello Stato – la Costituzione – che è anche uno stato della mente, un'attitudine esistenziale e un metodo di vita e lavoro: in altri termini, il farsi concreto di una politica democratica socialmente avanzata.

La Costituzione che viene varata il 1° gennaio del 1948 ha un retroterra, si genera dal contesto storico come il rovesciamento di valori e pratiche dei precedenti anni di dittatura e di guerra e, da lì, si rivolge al futuro e al nostro presente: per mettere fine alle guerre e alle sopraffazioni tra Paesi, per garantire libertà e giustizia a tutti i cittadini e le cittadine, per promuovere uno sviluppo attento ai diritti di uomini e donne, per tutelare risorse ambientali e culturali mettendo al centro il lavoro e i suoi luoghi in nome dell'interesse comune.

L'ethos democratico che innerva la Costituzione, come abbiamo imparato da maestri e maestre di cui abbiamo studiato la storia e raccolto le testimonianze, è fatto di partecipazione, di pari dignità e uguaglianza sostanziale di ogni persona, di autonomia dei gruppi sociali e di decentramento dei poteri dello Stato: elementi presenti e valorizzati nella esperienza resistenziale, posti per opera dei e delle Costituenti alla base del nuovo patto di cittadinanza nel quale ci riconosciamo e a cui guardiamo per pensare la società giusta di oggi e domani.

Nel dare sostanza al nostro lavoro intorno al 2 giugno abbiamo deciso di concentrare le ricerche su tre donne straordinarie ed esemplari nel loro percorso biografico.

Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce sono tre tra le ventuno “madri costituenti”: abbiamo scelto di adottarne la storia per la comune provenienza torinese e per la comune area politica, elementi che ci hanno permesso un agevole reperimento di fonti e una maggior integrazione dei temi comuni. Le loro figure ci sono sembrate paradigmatiche per il significato del 2 giugno 1946 come festa repubblicana in quanto legate a vicende di antifascismo, Resistenza, deportazione, militanza, scuola, educazione, lavoro, sanità. Le loro vite personali di donne sono state segnate da vicende drammatiche e condotte sotto il segno dell'impegno e della lotta, spesso anche nei loro stessi ambienti; questo non fa che aumentare l'importanza dell'eredità che hanno lasciato: emancipazione, solidarietà e concezione alta e valoriale dell'attività politica.


Alla fine dell'anno scolastico 2022-23 è stato formato un gruppo di lavoro di studentesse e studenti del Liceo Gioberti che è diventato operativo all'inizio di quest'anno 2023-24 e, attraverso un percorso di Pcto coordinato da docenti, ha portato alla realizzazione del progetto che state per leggere, ascoltare e vedere. 

Abbiamo scelto di realizzare il presente lavoro attorno alla metafora di una “intervista impossibile” da realizzare in uno spazio digitale sull'asse testuale, sonoro, visivo; siamo  partiti/e da domande per le quali abbiamo immaginato le risposte che le nostre “tre madri” di fatto ci hanno suggerito, con la loro attività, i loro scritti, la loro memoria. Destinatari/e ideali sono altri studenti e studentesse, a cui comunicare attraverso questa forma di narrazione digitale e creativa l'esito del nostro laboratorio storico, che si è servito di fonti e strumenti cartacei e digitali.

Partendo dunque dalle domande e fruendo liberamente la sequenza delle risposte, sarà possibile sentire le voci di Angiola, Rita e Teresa (audio/podcast) e risalire alle fonti a cui abbiamo attinto per la preparazione di questo lavoro (documenti, video e bibliografie).

Il nostro ipertesto vuole essere un atto di storiografia civile e impegnata e un tributo a chi ha reso possibile vivere in un modo più libero e più giusto. Speriamo, in altri termini, di essere riusciti/e nell'intento di restituire qualcosa della vita di chi ci ha preceduto e di poter contribuire a dare del significato a quanto ci troviamo a vivere.


La scrittrice e critica d'arte Anna Banti, nel ricordare il suo 2 giugno 1946 ha descritto l'emozione fortissima di votare, con «il cuore in gola e la paura di sbagliarmi fra il segno della repubblica e quello della monarchia. Forse solo le donne possono capirmi e gli analfabeti» – aggiungeva. «Era un giorno bellissimo». Di quell'emozione ha continuato a serbare il ricordo: «quando i pensieri neri mi opprimono penso a quel giorno e spero». 

È questo il sentimento che facciamo nostro nel consegnare il lavoro alla sua pubblicazione, grazie per l'attenzione.



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