SEASON 4:
CLASH OF THE TITANS - SCONTRO TRA TITANI
ACE IN THE HOLE - UN ASSO NELLA MANICA
TIPPING POINT - PUNTO DI SVOLTA
A MOUNTAIN TO CLIMB - UNA MONTAGNA DA SCALARE
STAYING ALIVE
A POINT TO PROVE - UN PUNTO DA DIMOSTRARE
GROWING PAINS - UNA CRESCITA DOLOROSA
DANCES WITH WOLFF - LA DECISIONE DI WOLFF
GLOVES ARE OFF - PRONTI ALLA LOTTA
HARD RACING - CORSE DIFFICILI
Drive to Survive nasce come docu-serie per mostrare alcuni lati della Formula 1 che - fino al 2018, anno della prima stagione - erano oscuri a tutti noi appassionati.
Personalmente ho sempre apprezzato la serie perché metteva in luce alcuni "behind the scenes" interessanti: i rapporti tra i vari team, gli equilibri all'interno dei team stessi. Una sorta di Grande Fratello, dove escono fuori dettagli che tramite il broadcast dei weekend di gara traspare in percentuale minore.
Tuttavia, devo dire che la quarta stagione è decisamente peggiore delle precedenti. Pezzi registrati a settembre, montati in mezzo a quelli ripresi maggio; team radio piazzati a cazzo di cane o addirittura presi da altre gare e messi lì ad hoc; per non parlare del fatto che tre quarti di stagione è un continuo botta e risposta tra Horner e Wolff - io capisco che siano stati loro i protagonisti della stagione 2021, ma non che debbano essere propinati in ogni cavolo di episodio, mentre ripetono sempre la stessa zuffa.
Nelle stagioni precedenti c'è stato spazio per tutti i team, anche se erano sempre Mercedes e Red Bull (e fino al 2019 anche la Ferrari) a dettare legge; c'è stato spazio per diversi piloti e non sempre e solo i più accattivanti dal punto di vista di share e hype. Ma soprattutto: è stato seguito un ordine cronologico, che quest'anno hanno mandato a farsi benedire perché avremo visto lo stesso Gran Premio minimo in due/tre episodi.
Siccome non sono mai stata brava nel recensire senza evitare al 100% spoiler, vi consiglio prima di vedere la serie sennò vi levo il divertimento di certe situazioni.
Classico episodio introduttivo, che a una certa ti rompi anche le palle di guardare perché devi subirti un Will Buxton versione Capitan Ovvio, che prende alla lettera - da bravo giornalista - il "spiegalo come se lo dovessi spiegare a chi non capisce un cazzo di Formula 1"; capite bene che questo a noi "esperti" ci fa cadere fa tagliare le vene. Diteci qualcosa che non sappiamo, vi prego!
Vi direi "Passiamo ad altro", ma l'unico altro che c'è sono fondamentalmente cazzate o ampliamenti di quanto abbiamo già visto durante l'anno.
George Russell che muore di caldo e si lamenta di sudare di già dopo nemmeno essere arrivato al circuito, Zak Brown che percepisce 100°C anziché i 32°C del Bahrein. Gli consiglierei di correre a dicembre al Circolo Polare Artico, ma poi si lamenterebbero di avere i coglioni ghiacciati, quindi niente. Russell - ancora indispettito dell'assenza dell'anno scorso - decide di farsi cazziare dal tipo delle riprese ufficiali del video e del photo shooting di inizio stagione, giusto perché così è certo di essere cagato e incluso nella stagione. Carlos Sainz tira fuori il battutone del secolo usato da tipo tutti quelli che hanno corso in Ferrari: "Il rosso è un colore che non sta bene a tutti, è rischioso", no me digas! (che non è altro che "grazie al cazzo", ma in Spagnolo non ci crede così tanto come in Italiano).
Come se non bastasse, ci dobbiamo zuppare anche il behind the scenes del photoshooting dei team principals, dove la tipa pur di ottenere quello che vuole fa proposte blasfeme: come puoi pretendere che Mattia Binotto faccia le stesse scemenze di Daniel Ricciardo? Come? Spiegamelo! Illuminami! Poi abbiamo una piccola carrellata di mini interviste: Lewis che già prevedeva la tragedia, Sebastian che beve, Daniel che fa cose da Daniel; e poi boom, arriva Stefano Dominicali con il suo unico obiettivo: MASSIMIZZARE L'Azione - ora, io credo che a Masi questo "maximise" lo abbia interpretato un po' ad cazzum canis, ma dettagli.
Eroe e salvatore dell'episodio è Sbinotto del mio cuore, che parla sempre e solo rigorosamente in Italiano, pisciando in testa al mondo anglofono. Ora chi è lo sfigato che non capisce un cazzo, eh? Poi così senza senso, arriviamo ai testing; finalmente un po' di azione! Macché, Horner e Wolff cagano la minchia ancora una volta e appaiono Steiner e Binotto a fare i gufetti.
Finirà questo nonsense? Ovviamente no! Anzi, peggioriamo. Netflix ha il barbaro coraggio di scrivere a lettere cubitali A WEEK BEFORE THE OPENING RACE e di piazzarci in mezzo un meeting a distanza della Mercedes, in cui inquadrano il tablet di Toto e si legge PALESEMENTE 13 SEP, 13 SETTEMBRE, ergo il giorno dopo Monza. Se dovete montare le cose ad hoc, almeno non fatevi sgamare in pieno, teste di cazzo!
Giusto perché tu non hai già i coglioni abbastanza girati per questo andirivieni senza capo né coda, ci piazzano pure un Christian Horner che ci elenca in cosa differisce da Wolff: ma sti cazzi?! Boh, l'ego di quest'uomo è come l'universo... INFINITO. Alto momento di trash è la passeggiata a cavallo di Geri e Christian Horner, il cui Ginger Spice osa dare del Bottas al cavallo del marito, che schifato le risponde "I'm NoT rIdINg bOTtAs!1!1!" ed è inutile mentire, abbiamo pensato tutti malissimo qui, soprattutto dopo aver visto il culo di Bottas l'anno scorso. Ho ancora gli incubi, porca puttana.
Dopo questo meraviglioso cinema Anglofono, nelle campagne dell'Oxfordshire - dove a momenti prendiamo tutti residenza dato che in 10 episodi, almeno una volta ci siamo sempre andati, e moltiplichiamo il tutto per 4 stagioni - ritorniamo in Bahrein, così de botto, perché sì e ci ritroviamo alle qualifiche, dove ci fanno pregustare il clima teso del box McLaren e la bagarre Ferrari-McLaren. Ovviamente non possiamo fare a meno di Karen Horner, quindi la parte finale è dedicata al suo gongolare come un bulletto.
Sembrava impossibile, ma ce l'abbiamo fatta: RACE DAY, la tortura sta finendo! Giustamente la prima cosa che si fa al mattino è la colazione no? Ecco Netflix - per par condicio - ci regala del cinema Anglo-Tedesco con "Colazione da Tiffany Toto e Susie", rigorosamente ordinata auf Deutsch - in Tedesco (sorry mi andava di spacchiarmela per quelle quattro cose in croce che so dire ahahah). Poi succede una cosa che cito per solidarietà; dopo la colazione, passiamo a Checo e Daniel che ridono bonariamente guardando Yuki; "He's so small"; allora Ricciardo, io sono 1 centimetro più alta di Yuki, tu prova a percularmi e vedi come il mio ginocchio fa amicizia con quella cosa che ti ritrovi in mezzo alle gambe. Poi ti porto il ghiaccio in preda ai sensi di colpa eh, ma intanto ti castro temporaneamente. Il cinema Tedesco continua con Günther, che ammonisce i suoi piloti di non ammazzarsi a vicenda, e lo fa guardando Mazepin, che ridendo gli fa "Why are you looking at me?". Beh, indovina un po' genio?! Il tuo primo Gran Premio è durato solo 3 curve. Vediamo un esemplare di Michael Masi al di fuori della stanza della direzione gara, strano ma vero e una serie di persone nel paddock che chiedono in maniera fine ed elegante - come Christina Horner ci insegna - alla Red Bull di fare delle modifiche al lato b della Mercedes.
Parte la gara e finalmente vediamo qualcosa: un po' di azione, condita con Günther che bestemmia contro Mazepin; Russell e Tsunoda on fire; Daniel che ha problemi e Zak Brown che se ne esce con un "He's struggling" con una faccia criptica (beh, è la prima gara e ha avuto di testing solo 1 giorno e mezzo in Bahrein e un giorno a Silverstone per il filming day... a meno che non credevi facesse miracoli oscuri, dovevi aspettartelo bro) e infine Mattia che gongola e fa complimenti a Carlos.
Cosa ne penso? Che è tutto una gran cagata. Non c'è un senso cronologico dietro, né tanto meno narrativo. Si mescolano trecento robe diverse e si montano pezzi palesemente scissi temporalmente, solo per creare hype. Onestamente, l'unico momento interessante sono state le cazzate come quando Geri Horner ha detto al marito che stava cavalcando Bottas; o quando Günther veggente guarda Mazepin, ma perché fanno ridere e hanno livello di trash alto. Altrimenti farebbe davvero, ma davvero pena come episodio introduttivo. Hanno messo troppa carne al fuoco, creando troppe aspettative e difficili da adempiere.
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