Campi di internamento in Italia

Campo di Nereto

Campo di Fossoli

I campi di internamento o di transito in Italia

I campi di internamento erano quei luoghi in cui venivano detenuti i soldati nemici e quelle categorie di persone ritenute pericolose per la sicurezza nazionale. Solitamente i campi erano edifici abbandonati o inutilizzati, situati nelle periferie. I prigionieri si trovavano in località dove il clima era rigido e inoltre erano vittime di terribili condizioni di prigionia; tra cui malnutrizione, totale mancanza di igiene e ritmi lavorativi disumani. I primi campi creati dall’Italia risalgono a quelli delle deportazioni coloniali, nel 1930 (dove rinchiusero le popolazioni seminomadi). Il 4 settembre 1940 Mussolini firmò un decreto legge in base al quale vennero istituiti i primi campi di concentramento per gli stranieri presenti sul suolo italiano e provenienti da paesi nemici. Essi includevano anche gli ebrei definiti “ebrei stranieri”. Con la guerra entrarono in funzione in Italia due tipi di campi, definiti ufficialmente entrambi come campi di concentramento ed erano destinati:

    • agli internati di guerra
    • ai deportati civili soprattutto ebrei.

Il secondo tipo di campo è quello di internamento (citato in precedenza); il principale sorge a Ferramonti di Carso, in provincia di Cosenza.

https://www.eclettico.org/israele/urbis/campi.htm

Associazione nazionale partigiani di Itali

Campo di internamento di Nereto

Il campo di internamento di Nereto, situato in Abruzzo , è uno dei numerosi campi di internamento istituiti dal governo fascista in seguito all’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale per rinchiudervi stranieri e antifascisti. Fu operante dal luglio 1940 al febbraio 1944, con una capienza massima di 160 persone. Vi furono internati ebrei e profughi slavi provenienti dai Balcani. Furono usati come campi due edifici e a questi fu aggiunto un consorzio agrario. La sorveglianza fu affidata ai carabinieri e l’assistenza sanitaria a vari dottori del luogo. I primi internamenti giunsero nel luglio e le condizioni di vita erano molto precarie. Gli edifici offrivano scarsi servizi igienici sanitari a causa del sovraffollamento della struttura. Dopo l’8 settembre 1943 l’edificio del consorzio agrario fu evacuato per ospitarvi le truppe tedesche mentre gli altri due edifici mantennero la loro funzione di campo di internamento. I tedeschi obbligarono l’internamento degli ebrei alle autorità italiane e così ne furono consegnati 61, che in seguito furono portati dai carabinieri in campi di sterminio. Intorno al dicembre 1943 il campo di internamento di Nereto si era trasformato in un campo di concentramento con condizioni di vita pessime e al limite della sopravvivenza. Con l’arrivo degli alleati l’1 febbraio 1944 ci fu la chiusura del campo e gli internati rimanenti furono trasportati al campo di internamento di Corropoli. In seguito sono state scritte diverse autobiografie inerenti alle pessime condizioni dei campi. Tra queste ricordiamo