Il professore insegna razzismo

Nel 1938 il professor Giovanni Battista Cervellini, preside del Regio Istituto Tecnico Riccati di Treviso, inviò una circolare a tutti i suoi insegnanti: chiedeva ai professori del suo istituto di riferirgli come avrebbero trattato il problema razziale nelle loro classi. Gli insegnanti aderirono con più o meno entusiasmo alle direttive del ministro e nessuno le contestò. Il preside decise di divulgare queste risposte, che dopo un anno vennero pubblicate in un libro dal titolo: “Per la difesa della razza”.

La difesa della razza nelle scuole dovrà […] essere conosciuta, letta, divulgata e commentata da tutti i presidi, direttori, ispettori e insegnanti della scuola media ed elementare, sia dei grandi che dei piccoli centri; ogni biblioteca scolastica dovrà esserne provvista e tenerla a disposizione del corpo insegnante, il quale ne assimilerà e propagherà l’altro spirito informatore.

Le indicazioni del Ministro però andavano oltre, sottolineando la necessità di porre i contenuti razzisti al centro dell’insegnamento e delineando un primo improvvisato “curricolo razzista” per i diversi gradi di scuola.

Nella scuola di primo grado, coi mezzi acconci alla mentalità dell’infanzia, si creerà il clima adatto alla formazione di una prima, embrionale coscienza razzista, mentre nella scuola media il più elevato sviluppo mentale degli adolescenti, già a contatto con la tradizione umanistica attraverso lo studio delle lingue classiche, della storia e della letteratura, consentirà di fissare i capisaldi della dottrina razzista, i suoi fini e i suoi limiti. La propagazione della dottrina continuerà, infine, nella scuola superiore dove la gioventù studiosa, col sussidio delle cognizioni umanistiche e scientifiche già acquisite, potrà approfondirla e prepararsi ad esserne, a sua volta, divulgatrice e animatrice.

A questo punto il testo si diffonde in un lungo elenco delle opere del fascismo per la razza, poi affronta il tema degli ebrei e quello del razzismo coloniale. Elenca le principali leggi razziste e conclude con un paragrafo riassuntivo intitolato “Che cosa devo sapere sulla razza” , articolato per brevi domande e risposte secondo lo stile dei testi di catechismo di fine Ottocento. Viene sotto riportato un breve saggio di quest’ultima parte:

D.[domanda] A quale razza appartieni?

R.[risposta] Appartengo alla razza ariana.

D. Perché dici di essere di razza ariana?

R. Perché la razza italiana è ariana..

D. Qual è la missione della razza ariana?

R. La razza ariana ha la missione di civilizzare il mondo, e di farne incessantemente progredire la civiltà. […]

D. Perché il Regime Fascista ha preso i provvedimenti riguardanti gli ebrei?

R. I provvedimenti razziali del Regime sono stati presi per tutelare la purezza del sangue italiano e dello spirito italiano e per difendere lo stato contro le congiure dell’ebraismo internazionale. […]

D. Qual è il primo dovere dell’Italiano che vive sui territori dell’Impero?

R. Il primo dovere dell’Italiano che vive sui territori dell’Impero è quello di mantenere il prestigio di razza, mostrandone costantemente la superiorità agli indigeni.