Circa due giorni fa si è concluso il programma di mobilità Erasmus per alunni del 2023, un'esperienza che ci ha regalato un sacco emozioni intense e contrastanti che difficilmente dimenticheremo.
Tutto è cominciato mercoledì 19 aprile, quando ci siamo ritrovati la mattina presto all'aeroporto di Palermo insieme alle nostre docenti e, nonostante fossero le 4:30 di mattina, eravamo pieni di energia, emozionati, un po' impauriti e soprattutto prontissimi ad affrontare la tanto attesa avventura all'estero per la quale ci eravamo creati delle aspettative elevatissime (che sono state totalmente soddisfatte).
Abbiamo trascorso la prima giornata a Cracovia visitando diversi monumenti e luoghi tipici della città. Abbiamo notato subito quanto fosse diversa dalla nostra Palermo sotto molti aspetti, uno dei quali era il clima leggermente più freddo ma che non ci ha fermati dal divertirci tantissimo.
Dopodiché abbiamo raggiunto la cittadina di Třinec in Repubblica Ceca con un bus, dove è avvenuto l'incontro con i nostri corrispondenti e le nostre famiglie ospitanti, che sin dal primo istante si sono mostrate accoglienti, comprensive e con tanta voglia di conoscerci nonostante le differenze abissali tra i nostri due Paesi.
Il primo giorno a Třinec è stato abbastanza pieno. La mattina ci siamo recati a scuola, dove siamo stati accolti nella palestra dal dirigente scolastico e da dei bambini e ragazzi che si sono esibiti con canti e balletti cechi o suonando uno strumento.
Ci ha fatto molta tenerezza la prima esibizione dei bambini della scuola materna, che hanno cantato una canzoncina in italiano diretti dalla loro maestra e con una pronuncia impressionante, il che ci ha fatto comprendere quanto impegno c'è stato nel preparare il nostro arrivo e quanta cura nei dettagli nel corso di tutta la settimana, cosa che ci ha fatto un immenso piacere.
Sono seguite delle attività in palestra e il pranzo nella mensa della scuola, che ahimè non tutti abbiamo apprezzato perché abituati ad altri sapori rispetto a quelli che ci sono stati presentati; tuttavia, andando in un Paese con tradizioni culinarie differenti dalle proprie ci si deve aspettare gusti non convenzionali nella propria nazione; quindi, abbiamo dovuto in qualche modo adattarci.
Abbiamo trascorso il pomeriggio nella casa in campagna di un ragazzo ceco, dove la sera abbiamo arrostito attorno al fuoco delle salsicce. Ci è sembrato un momento magico che ci ha permesso di stare insieme davvero, dimenticando per qualche ora i nostri amati cellulari che ormai caratterizzano gran parte della nostra giornata e spesso ci fanno perdere momenti speciali e tramonti da film, che non abbiamo perso occasione per ammirare.
La mattina seguente siamo partiti col treno per raggiungere il paesino dove si trovava il monte che avremmo scalato. Abbiamo fatto delle soste, spesso ci lamentavamo del caldo, del fango e del mal di gambe e abbiamo anche assistito a diverse cadute seguite da grasse risate da parte di tutti, ma alla fine siamo arrivati in cima e abbiamo avuto modo di riposarci per un po' prima di riscendere la montagna e recarci al ristorante per mangiare dei piatti tipici della Repubblica Ceca (come la zuppa).
Al pranzo è seguito il momento più atteso della giornata: il bob sleigh track. Ci hanno fatti salire a due a due su una slitta su delle rotaie della quale potevamo controllare la velocità, inutile dire che è stato divertentissimo date le urla che potevano essere sentite dal punto di inizio e tutti volevamo subito salire di nuovo.
Quindi siamo tornati a Třinec nel pomeriggio stanchi, ma con alcuna voglia di tornare a casa, per questo alcuni di noi insieme ai nostri corrispondenti siamo usciti e abbiamo comprato il kebab per poi recarci a casa di un altro ragazzo ceco, dove la sua famiglia ci ha accolti in casa calorosamente nonostante non fossimo capaci di comunicare nella loro lingua. Lì abbiamo avuto di nuovo la possibilità di stare a contatto con la natura e nella campagna abbiamo avvistato un cerbiatto che correva, il che è stata una grande sorpresa per tutti, perché almeno io non ne avevo mai visto uno.
Il giorno dopo è stato un grande giorno: tutti eravamo emozionatissimi per il nostro fine settimana che avremmo passato nella capitale, Praga.
Siamo partiti la mattina con un treno diretto che ci avrebbe portati lì in 4 ore e abbiamo ammazzato il tempo ridendo e scherzando, anche se non troppo forte come siamo abituati perché in Repubblica Ceca e nei Paesi del nord in generale il silenzio è molto gradito nei luoghi pubblici e nei mezzi.
Una volta arrivati abbiamo potuto visitare Praga, è stato fenomenale!
La cosa che ci ha stupito di più oltre all'Orologio Astronomico è stata una piazza che era molto diversa dal concetto di piazza che abbiamo noi in Italia, perché non era circolare o quadrata, bensì aveva quasi le sembianze di una strada o un viale.
Quindi abbiamo mangiato insieme in un locale e poi siamo stati liberi di girare il centro di Praga Vecchia per acquistare eventuali souvenir da portare alle nostre famiglie per poi recarci in hotel e andare a dormire stanchi morti.
La domenica abbiamo visitato il Castello di Praga, che è stato molto gradevole visitare perché era possibile passeggiare con tutta calma all'interno delle mura ed entrare nelle diverse chiese maestose e imponenti come se fosse una vera e propria cittadina fortificata.
Quindi dopo tante foto e acquisti siamo tornati sul treno per Třinec e siamo tornati a casa dai nostri corrispondenti che ci hanno aspettato pazientemente alla stazione del treno.
Intanto la mancanza di casa cominciava a farsi sentire, per alcuni di meno e per altri di più ma non per questo gli ultimi giorni della nostra fantastica esperienza sono stati da meno.
Infatti il lunedì ci siamo recati nuovamente a scuola per svolgere delle attività divertenti in cui bisognava collaborare tutti insieme per scattare la foto più originale a una talpa di peluche (mascotte ceca per eccellenza), mettere insieme i pezzi della storia di Třinec e trovare la soluzione a problemi di logica e matematica cercando bigliettini in giro per la scuola, il che ci ha fatto comprendere che non sempre bisogna vedere la scuola come un luogo in cui svolgere i propri doveri senza il minimo divertimento, basta solo cambiare punto di vista perché imparare giocando spesso può essere più funzionale e stimolante dello stare sui libri h24 e personalmente penso che farebbe avere agli studenti molta più voglia di studiare e capire i concetti.
Quel giorno abbiamo pranzato nuovamente a scuola, questa volta un po' più invogliati anche se persisteva il desiderio della nostra insostituibile pasta al sugo italiana un po' da parte di tutti.
Dopodiché, dato che era previsto il pomeriggio libero, la maggior parte di noi ha deciso di andare a farsi una nuotata in una piscina pubblica, prima di tornare a casa per fare la doccia e prepararci nuovamente...
Quella sera siamo andati al ristorante insieme alle nostre famiglie ospitanti e alle professoresse dove è avvenuta l'emozionante consegna dei certificati. In quella occasione la nonna di Tonia, (una ragazza ceca), ha ben pensato di sua iniziativa di regalarci dei piccoli quadretti fatti a mano che rappresentavano ognuno un paesaggio diverso. L'amore del suo gesto, anche se può sembrare cosa da poco, ci ha riempito il cuore, perché nessuno le aveva chiesto di farlo e lei aveva deciso di farci questi piccoli grandi doni perché ci teneva tanto; infatti, quando siamo andati per ringraziarla ci ha abbracciati a uno a uno e questa cosa ci ha lasciato il sorriso stampato in faccia per il resto della serata. Per questo penso che si debba imparare ad apprezzare le piccole cose fatte col cuore per gli altri, perché spesso sono proprio quelle a lasciare di più il segno e questa è un'altra delle grandi lezioni che abbiamo ricevuto da questa esperienza.
Il giorno dopo era l'ultimo giorno, siamo andati a Ostrava e come prima tappa era previsto il Jump Park. Saltare su tutti i trampolini e fare acrobazie ci ha fatto tornare bambini e ancora una volta ci ha dimostrato che non bisogna per forza stare tutto il giorno sui social per sentirsi bene. La nostra seconda meta è stato il museo scientifico e tecnologico di Ostrava, che non è stato per niente noioso come ci aspettavamo; infatti, era un museo interattivo dove abbiamo avuto la possibilità di sperimentare le leggi della fisica, della dinamica, dell'astronomia da noi e non sentendo solo lunghe spiegazioni incomprensibili. Non avevamo mai visto un posto del genere sinceramente e mai mi sarei immaginata che stare in un museo si sarebbe rilevata davvero un'esperienza coinvolgente, anche perché spesso a noi adolescenti l'ultima cosa che interessa è passare ore a camminare in una galleria piena di immagini e oggetti inanimati.
Quindi ci siamo recati al centro commerciale Forum di Ostrava dove abbiamo mangiato al McDonalds per il nostro ultimo pranzo e abbiamo avuto qualche ora libera per visitarlo autonomamente e acquistare ciò che più volevamo. È stata un po' una sfida per noi comunicare con i commessi tutti da soli, ma il fatto che ce la siamo cavata ci ha fatto credere ancora di più nelle potenzialità che tutti, nessuno escluso, abbiamo per parlare una lingua straniera pur non essendo tutti ferrati.
La giornata si è conclusa e qualcuno è andato al ristorante per festeggiare anche la fine del nostro viaggio e per darci un arrivederci, come ho fatto io: ho assaggiato la pizza al mais e al prosciutto, dalla quale diffidavo molto all'inizio, ma che si è rivelata un toccasana perché mi è piaciuta un sacco!
La sera tutti a letto presto, perché il giorno dopo alle 4:40 ci siamo salutati calorosamente con la promessa di non scordare mai tutte le emozioni, le lezioni di vita, le nuove amicizie, le tradizioni e i modi di fare condivisi e siamo partiti per l'aeroporto di Cracovia, felici di tornare a casa dalle nostre famiglie e un po' nostalgici di tutto quello che è stato.
Così si conclude la nostra avventura che ci ha resi diversi, ci ha fatto superare paure, timori e limiti che la nostra testa ci imponeva e ci ha fatto maturare tantissimo.
Ci ha aiutato ad aprire la mente a nuove culture, tradizioni e stili di vita che spesso non condividevamo, ma che abbiamo imparato ad accettare per il piacere di stare insieme e condividere tutte le nostre differenze che non devono essere viste come barriere, perché come dice Alicya della 3F "è molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e devo dire che questa esperienza mi ha aiutato a farlo."
Speriamo che questa esperienza abbia lasciato tanto ai nostri amici cechi quanto ha lasciato a noi perché la bellezza di rompere il muro di stereotipi che spesso si crea tra stati diversi come i nostri è inappagabile e se siamo stati capaci di farlo noi che siamo umili ragazzi di paese, allora possono farlo davvero tutti.