Volontariato
“Anziani… si diventa”
Corso di formazione per volontari AUSER – Lecco – Giugno 2003
a cura di Dr.ssa Flavia Albani, Psicologa-Gerontologa, Psicoterapeuta
Sommario:
Anziani.. si diventa. La geragogia, ovvero imparare a invecchiare.
Psicologia e vecchiaia
L’invecchiamento come fenomeno psicologico
Caratteristiche psicologiche della vecchiaia
I bisogni fondamentali dell’età avanzata
Cause psicologiche e sociali di disadattamento
Comunicare con l’anziano
Vecchio sarà lei!
Anziani e volontariato
Chi è l’anziano che opera attualmente nel volontariato?
Ma cosa si intende quando si parla di volontariato?
Qual è il compito del volontario?
Qual è il fine della prestazione volontaria?
Cosa guadagna il volontario?
Quali sono i rischi del volontario?
Allegati
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VOLONTARI – SERVIZIO DI ASCOLTO
Corso per i Volontari del Servizio Ascolto AUSER
a cura di Dr.ssa Flavia Albani, Psicologa-Gerontologa, Psicoterapeuta
Indice degli argomenti:
1 - Gruppi e apprendimento
Il concetto di gruppo
Tipologia dei gruppi
Dinamiche di gruppo
Resistenze o difese di gruppo
Come nasce un gruppo
Perché il gruppo per fare volontariato
Il lavoro di gruppo e le regole che governano il lavoro di gruppo
Apprendimento attivo
Che cos’è l’apprendimento cooperativo
2 – Ascolto ed empatia
Che cosa significa ascoltare
Modi di ascoltare
La comunicazione delle emozioni
La voce
Le motivazioni all’ascolto e le emozioni
Obiettivi dell’ascoltatore
Caratteristiche dell’ascoltatore
Ascolto attivo: “da evitare”, “cosa fare"
Il sapere del volontario
L’attenzione all’unicità della persona
Glossario
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ASCOLTO ED EMPATIA
Che cosa significa ascoltare
Modi di ascoltare
La comunicazione delle emozioni
Il corpo “parla”
Il volto
La voce
Il pianto
Il sorriso
Lo sguardo
Il tatto
La postura
I gesti
Le motivazioni all’ascolto e le emozioni
Il sapere del volontario
L’attenzione all’unicità della persona
Ascolto attivo: “da evitare”, “cosa fare”
Glossario
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AUSER – CASSAGO
21 Aprile 2005
PROCESSI AFFETTIVI NELL’INVECCHIAMENTO
(dr.ssa Flavia Albani, psicologa, gerontologa, psicoterapeuta)
Non si potrebbe a rigore parlare di “emozioni” quando lo stato affettivo dura di più: se diciamo “sono stato triste per una settimana”, non stiamo parlando di un’emozione (stato affettivo, più processo cognitivo, più modificazioni fisiologiche, più disposizione comportamentale), ma di qualcos’altro, per esempio, di uno “stato d’animo”.
Si distingue tra:
emozioni primarie (o di base): gioia, tristezza, sorpresa, paura, collera e disgusto. Sono universali e presenti già alla nascita. Non c’è una stretta connessione tra un’emozione e una reazione fisiologica: le reazioni di inibizione o eccitazione sono precipuamente legate alle caratteristiche della persona. Le risposte fisiologiche, quindi, non dipendono tanto dalla natura psicologica dell’emozione ma, piuttosto, dalle caratteristiche della struttura individuale.
Emozioni dell’autoconsapevolezza, quali imbarazzo, empatia e invidia. Compaiono dopo qualche mese di vita e risentono delle differenze tra una cultura e l’altra.
Emozioni valutative dell’autoconsapevolezza, quali vergogna, colpa, soddisfazione e orgoglio. A tale livello, il bambino non solo è consapevole ma si valuta in funzione di questa consapevolezza.
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A.V.O. LECCO - CORSO BASE 2004
BISOGNI E PROBLEMI DEL VOLONTARIO
DI FRONTE ALLA MALATTIA
(Dott.ssa Flavia Albani)
Il volontario
Il malato e la malattia
L’ascolto
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A.V.O Lecco – Corso Base 2004-2005 (12.03.05)
(Dott.ssa Flavia Albani, psicologa)
EMOZIONI DI BASE E FORME PATOLOGICHE
Sin dai primi giorni della vita, l’emozione si integra con la sopravvivenza dell’uomo, e l’esperienza dell’emozione motiva gli individui ad agire.
L’emozione è uno stato psicologico complesso, in cui si possono individuare una varietà di elementi, tra cui i principali sono:
un comportamento messo in atto,
delle sensazioni corporee,
l’espressione del volto,
il sentimento provato,
le valutazioni cognitive dello stimolo che ha provocato l’emozione.
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