MARIA ANTONIETTA AVENI CASUCCI

La cultura ritrovata (Franco Angeli Editore, Milano, 1987)

Psicologia e Gerontologia (Edizioni Claire, 1984)

Psicogerontologia e ciclo di vita (ed. Mursia, 1992)


https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/53968/gli-incontri-di-maac/


Maria Antonietta Aveni Casucci, nata a Modena, il 14.05.1932, morta a Erba (CO) il 31 Agosto 2011.

Professore di Psicologia Medica all'Università degli Studi di Milano, Responsabile della Sezione di Psicogerontologia dell'Istituto di Psicologia della Facoltà Medica presso la stessa università, è stata Docente presso Scuole di Specializzazione in Geriatria e Gerontologia di alcune Università Italiane (Firenze, Parma, Palermo, Catania, Milano, Trieste, Brescia), appartenente a numerose società scientifiche italiane e straniere, è autrice di alcuni volumi di Psicogerontologia e di oltre duecento articoli e saggi su riviste nazionali e internazionali.

Primo ciclo elementare maestra Gnecco Maria, scuola Santorre di Santarosa di Torino. Secondo ciclo, dalla terza fino alla quinta elementare, Scuola Michele Coppino, Direttore Didattico Prof. Zucarelli, dove ha ricevuto il premio, leggevano i temi alla radio, era la prima della scuola.

Per l’esame di terza media scelse “Alla sera” di Ugo Foscolo, la poesia che più le era congeniale.

Diploma di Maturità Classica al Liceo Vittorio Alfieri di Torino, con i complimenti del presidente di commissione. Per l’esame scelse l’Inferno di Dante Alighieri e la Medea di Euripide.

Negli anni ’50 a sedici anni fonda con gli studenti del liceo e dell’Università un gruppo di Volontari San Vincenzo nel Centro Storico di Torino. Va a trovare i grandi vecchi nelle soffitte della Torino vecchia (via Po). Assiste i morenti. Fino a ventiquattro anni. Nasce la tanatologia e la gerontologia. Il gruppo è coordinato da Don Valpreda insieme al Dr. Porcellana che diventerà Sindaco di Torino.

Ha recitato, per la raccolta di fondi per i poveri assistiti dalla San Vincenzo, come attrice dilettante a Torino, a Chieri e in tutta la Provincia, “Addio Giovinezza”, nel ruolo di Dorina.

Il 7 marzo 1959 si laurea in Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi di Antropogeografia, intitolata “L’alta valle della Dora della Thuile”, relatore Prof. Manfredo Vanni.

Nell’anno 1971 termina la Scuola di Specialità in Psicologia Clinica e Sociale, discute la tesi, relatori i Professori. Alessandro Marco Maderna, Cesare Musatti, Marcello Cesa-Bianchi, prima tesi di argomento gerontologico dal titolo “I bisogni degli anziani negli anni Settanta”, massimi voti.

Insegnante di Lettere al Liceo Leonardo da Vinci di Milano negli anni 1960-1966. Entra in ruolo nel 1966, trasferita a Monza dove insegna per 5 anni Italiano e Storia nell’I.T.S. Mosé Bianchi, Preside il Prof. Aldo Strobino fino al 1976.

Dal 1966 viene a far parte dell’Istituto di Psicologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano, Direttore Prof. Marcello Cesa-Bianchi, dapprima come frequentatrice esterna e collaboratrice in particolare modo alla Sezione di Gerontologia e Geriatria Sociale e Clinica dello stesso Istituto, diretta dal Prof. Alessandro Marco Maderna fino al decesso del medesimo nel 1986, il quale le affida il coordinamento e la responsabilità della Sezione stessa.

Dal 1980 al 1982 è docente di psicologia e gerontologia all’EULO (Ente Universitario Lombardia Orientale a Brescia), in qualità di aiuto del Prof. Alessandro Marco Maderna.

Dal 1986 è Responsabile della Sezione di Gerontologia e Geriatria. E’ in carica tuttora con l’approvazione del Consiglio dell’Istituto e del Direttore Professor Marcello Cesa-Bianchi.

Concorso Assistente Interno nell’anno 1978.

Primo concorso per Professori Associati nell’anno 1981. Da allora è Professore di Psicologia Medica.

Milano, 3 settembre 2011

Cara Maria Antonietta,

o, meglio, Cara MAAC, come tu avevi deciso di chiamarti, e farti chiamare,

riuscire a ridurre in poche righe il ringraziamento per i doni da te profusi a noi tutti, e a me personalmente, prima come insegnante e poi con la tua testimonianza nell'affrontare giorno dopo giorno la malattia e la sofferenza della perdita della propria autonomia, non è facile. Abbiate pazienza!

Come insegnante hai donato grande passione ai giovani e meno giovani tuoi allievi medici, geriatri, psicologi (ma voglio ricordare qui anche gli Anziani dei corsi di Milano per Voi), accompagnandoci verso le nuove frontiere della cura agli anziani: il tuo motto “prendersi cura dell'anziano con l'anziano” ci ha reso responsabili dell'eredità culturale che ci hai saputo infondere.

Dopo tanti anni, ancora ti emozionavi nel raccontarmi il tuo primo incontro con la vecchiaia, nella Torino degli anni cinquanta. Avevi sedici anni ed ogni settimana, per conto della San Vincenzo, andavi a trovare una signora molto anziana, ANNA SISSIA, nella soffitta di via Po, nella Torino vecchia. Una vecchietta molto piccolina e per raggiungere la soffitta dove abitava facevi tanti scalini per portarle pacchi di viveri, che lei poi condivideva con un'amica anziana, priva della vista, ancor più indigente. Leggo le tue parole: “Smisi di lamentarmi per le scarpe, le calze di seta, le altre stupidaggini tanto amate dalle giovinette. Lì ho imparato a parlare e ad assistere gli anziani. Ed anche ad assistere i morenti. Trovavamo i morenti nelle soffitte. Ma io non ho mai avuto paura della morte. Mi hanno insegnato ad assistere i morenti. Lì è iniziata la tanatologia e la gerontologia. Il mio primo morente l’ho assistito a sedici anni e per non spaventarmi aveva le lenzuola e con le unghie strappava le lenzuola perché urlava dal dolore e non mi voleva turbare. Pensate che lezioni! Ho imparato delle cose bellissime dai poveri, dai vecchietti e dai morenti. Ho imparato anche ad assistere i bambini, le famiglie disperate dopo la guerra per aver perduto la casa e tutte le loro cose care.”

Non ti è stato facile accettare la tua totale dipendenza dagli altri per le più elementari esigenze; leggo ancora le tue parole “ho bisogno di assistenza 24 ore su 24. Se suonano alla porta di casa, non posso andare ad aprire. E la privacy? E' ormai cosa del passato. Dopo tanti anni di assoluta indipendenza, è una lezione difficile da imparare! Da piccola e da studente dicevo sempre un motto: per aspera ad astra (per le cose difficili alle stelle). Il motto di Vittorio Alfieri Volli, sempre volli, fortissimamente volli ha ispirato da sempre la mia vita. Volere è potere!”.

Il 13 luglio di quest'anno hai compiuto 18 anni di malattia e di dipendenza, quel giorno durante la telefonata per ricordarne l'anniversario, con la tua proverbiale ironia hai detto: “sono diventata maggiorenne!” . Hai chiuso la telefonata con una nuova barzelletta da raccontare alle mie “nonne” e “zie” della Casa Albergo di Caprino.

Non mancavi mai di ringraziare quando ti telefonavamo e ti venivamo a trovare. Spesso io stessa ho potuto condividere con te i manicaretti e le squisitissime torte che Elena, la tua assistente moldava preparava ricordando la sua terra amata.

Ti entusiasmavi sempre nel parlare dei tuoi nipoti Mike, Stefano e la piccola Cecilia, esuberanti quanto la nonna Maria Antonietta. I progressi di Cecilia nell'andare sulla bicicletta.... Mike e Stefano che ti avrebbero insegnato la lingua inglese...

Non mancavi di raccontare le visite dei Diaconi di questa Parrocchia, Silvana Angeli e Bruno Corbellini, che regolarmente ti portavano la Comunione. La notte, quando non dormivi – e questo capitava sempre più spesso, pregavi per tutta la tua Famiglia.

Nell'ultimo incontro di domenica 28 Agosto abbiamo parlato a lungo del valore della malattia e della sofferenza e della morte che sentivi ormai vicina. Il Beato Giovanni Paolo II, che avevi personalmente incontrato, eravamo entrambe sicure che ti avrebbe accompagnato, prendendoti per mano, in questo tuo ultimo cammino verso Gesù, che ti avrebbe accolto con tutto il Suo Amore infinito.

Grazie Maria Antonietta per l'affetto, l'attenzione che hai avuto per noi tutti, e con Giovanni Del Grosso e Claudio Parisio e tutti i tuoi Allievi qui presenti anche con il cuore, condivido il suo pensiero: non potrò, non potremo mai dimenticare la tua esuberanza, la tua fermezza, la tua preparazione scientifica, il tuo amore per la vita, ma anche la tua testardaggine e capricciosità femminile, insomma la tua complessità che ti ha reso unica ed indimenticabile.

Vorrei chiudere, con la lettura di una tua poesia che hai scritto nel 1982, dal titolo “Il Mare”:

Quietati anima mia

non c’è più tema

di tumulti e di angosce.

C’è calma e silenzio,

dolcezza molle

d’Autunno.

Dondola la barca

e Venus sorride.

Un uomo attende

di là dal mare.

Capri sonnecchia.

Le palpebre socchiuse

nel mattino.


Grazie. Grazie. Grazie... amatissima Maestra per tutti noi! 

La tua allieva, Flavia Albani