La Fossa Viscontea

Gli attuali Parco della Costituzione e Parco della Repubblica, meglio noti come Parco della Fossa o semplicemente la Fossa, sono quello che resta dell’antico Fossatum del Borgo di Abiate. Il fossato fu realizzato all’inizio del 1200 (o alla fine del secolo precedente) insieme alle mura, con lo scopo di proteggere il borgo da incursioni esterne. Il fossato veniva riempito con l’acqua del Naviglio, che all’epoca arrivava fino all’attuale Castello. Abiate era un borgo di forma quadrata, come si evince ancora oggi dalla conformazione delle strade attuali che circondano quello che resta della fossa: Viale Cavallotti lato est, ViaManzoni lato nord, Viale Serafino Dell’Uomo lato ovest e Via Cattaneo lato sud. A metà di ogni lato esisteva una porta di accesso, con un ponte omonimo sulla fossa: Porta S. Pietro a nord, tra C.so Italia e C.so S. Pietro, Porta Nuova a ovest, tra C.so XX Settembre e Viale Papa Giovanni XXIII, Porta S. Martino a sud, tra Corso S. Martino e Via Pavia ed infine Porta Milano a ovest nelle vicinanze del Castello, di fronte alla stazione ferroviaria, dove oggi si vede quanto resta proprio di quel ponte, recentemente riportato alla luce.

Fino al XVII secolo il fossato fu ben tenuto per poter proteggere il borgo; con la conquista spagnola il Castello prima venne fortificato, per poi essere parzialmente distrutto nel 1658 e diventare “casa nobiliare”. Dai documenti risulta che il fossato che circondava il castello e la fossa che circondava il borgo venivano ancora considerati di pertinenza del Castello. Nel 1664 la comunità di Abbiategrasso vendette la fossa attorno al borgo a Francesco Antonio Cambiago, privato cittadino. Un vuoto di testimonianze certe fa capire che progressivamente deve essere avvenuta una parcellizzazione del terreno della fossa, che risulta poi divisa tra diversi proprietari privati.

La metà del XIX secolo segna l’inizio della fine dell’antica fossa: l’amministrazione procede al progressivo acquisto dei terreni limitrofi per trasformare il borgo in una città moderna.

Nel giro di una decina d’anni vengono abbattute le antiche porte, si procede all’interramento della fossa, nei documenti si parla proprio di terrapienatura, per dare un lavoro ai numerosi poveri. L’area interessata da questi lavori corrisponde a tutto il lato sud, al lato ovest fino a Piazza Cavour, realizzata dove un tempo scorreva la fossa tra il 1851e il 1856 e al lato est fino al Castello, quest’ultimo acquistato nel 1860 dal Comune, insieme a Porta Milano ed altri edifici, tutti abbattuti per creare l’attuale piazza Garibaldi e allargare il collegamento tra il centro e la Ripa del Naviglio, attuale Viale Mazzini.

Dai primi anni Sessanta fino alla metà degli anni Settanta del XX secolo si procede all’acquisto (talvolta vero e proprio esproprio) di tutti i lotti di terreno della fossa, con il preciso intento dell’amministrazione di creare un ampio parco. Dal 1968 vengono installati i primi giochi e viene creato il chiosco in quella che inizierà ad essere chiamo il parco della Fossa Vecchia. Nel 1980 viene acquisito l’ultimo tratto quello nord-ovest del parco, nel giro di pochi anni l’area viene progettata per essere un vero e proprio parco pubblico, la Fossa Nuova, la cui inaugurazione ufficiale avvenne qualche anno più tardi, quando venne ristrutturato anche l’altro tratto di parco. Dalla metà degli anni Ottanta Abbiategrasso ha riscoperto e rivive a pieno nel verde della sua Fossa, rinominata Parco della Repubblica e Parco della Costituzione nel 2006.

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