Palestra dell'Attore Scuola per Performer e di Recitazione di Claudio Spadola
Il più importante regista del novecento e di tutti i tempi, quantomeno per numero di spettatori che assistettero ai suoi leggendari spettacoli dal vivo, Vsevolod E. Mejerchol’d, nato nel 1874 e morto fucilato dal regime sovietico nel 1940, presentò ufficialmente la sua biomeccanica teatrale nel 1922.
Già dal 1905 aveva cominciato ad elaborare una miriade di esercizi ispirati alle autentiche tradizioni teatrali e alle discipline sapienziali fondate sull’allenamento fisico.
Tali esercizi, che ho avuto la fortuna di praticare all’accademia del GITIS di Mosca, fondata dallo stesso Mejerchol’d, con gli eredi diretti del suo insegnamento 2, mettono l’allievo nelle condizioni in cui, per raggiungere lo scopo di un’azione fisica prevista da un esercizio, egli non possa far altro se non ciò che è necessario fare (movimento organico) e non possa, quindi, cavarsela solamente con un corpo abile ma una mente distratta o con un corpo pigro ma una mente brillante.
Ognuno troverà il suo proprio movimento organico, ma per essere in grado di non far altro se non ciò che è necessario fare, chi pratica gli esercizi di biomeccanica teatrale ha bisogno di una mente concentrata e di un corpo preciso in continuo dialogo, ha bisogno, cioè, di un corpo-mente equilibrato e non solo di un centro d’attività predominante sull’altro (...).
NOTE
1 Cfr. Franco Ruffini, Biomeccanica e Biomeccaniche p. 180-183 in Teatro e Storia n.s. 37- 2016: "L’attore e la marionetta. Mejerchol’d non scrisse mai il libro che tutti si aspettavano da lui (...).
2 Gennadi Bogdanov e Alexei Levinski (quest’ultimo, oltre che insegnante di biomeccanica, anche regista) sono eredi diretti degli insegnamenti di Nikolaj Kustov che fu scelto da Mejerchol’d come ultimo maestro di biomeccanica teatrale al GITIS di Mosca dal 1928 al 1938.
Oltre a Bogdanov, è stato mio maestro di biomeccanica teatrale anche Nikolaj Karpov (1949-2014), attore, teorico teatrale e direttore della cattedra di movimento scenico al GITIS, del quale sono stato assistente per vari anni.
Quando frequentavo il GITIS, che è ancora la più importante università russa per il teatro, la danza, il circo e tutte le arti performative, ho capito il valore che veniva attribuito a Nikolai Karpov e perché gli era stata affidata la direzione della cattedra di movimento scenico che comprendeva la materia di biomeccanica teatrale insegnata da Bogdanov.
Il senso di questa comprensione della materia di Bogdanov all'interno della cattedra di Karpov può essere dedotto dal fatto che lo stesso Mejerchol'd, oltre alla sua biomeccanica, aveva scelto di insegnare sin dal 1921 movimento scenico sia agli attori che ai registi. Questa disciplina comprende il training e gli esercizi della biomeccanica teatrale ma non si limita al training, agli etjud (partiture di azioni fisiche codificate similmente a come lo sono quelle delle arti marziali) o ai principi estetici che essi comportano.
Chi ha avuto la fortuna di essere allievo o assistente o collega di Karpov e di Bogdanov per vari anni e chi ha conosciuto molti allievi sia dell’uno che dell’altro, sa che Karpov, come Mejerchol’d, oltre ad essere un atletico cultore degli esercizi, applicava costantemente i principi della biomeccanica alla recitazione, all'analisi e alla messa in scena (in particolare nei suoi workshop) mentre Bogdanov cura molto di più il lavoro sugli etjud.
Ai dirigenti, i maestri e gli stessi studenti dell'Accademia più importante delle arti performative della Russia sono convinto non importasse tanto che Bogdanov fosse l'erede diretto degli insegnamenti di Kustov, nè importasse tanto l'ortodossia delle partiture degli etjud di biomeccanica teatrale, necessaria solo ad un alto livello di specializzazione, quanto piuttosto l'applicazione pratica della biomeccanica di Mejerchol'd a tutto il lavoro dell'attore che proponeva Karpov.
Tornando a Nikolaj Kustov, è interessante notare che quando al Teatro di Satira di Mosca, avvolto nella sua nuvola di fumo, insegnò a Bogdanov e a Levinski, lo dovette fare segretamente, dato che negli anni settanta era ancora vietato menzionare la parola biomeccanica. Addirittura, all’inizio, definiva i suoi insegnamenti con un altro nome, cercava di proporli il meno possibile e solo ad amatori.