2025
Novembre-Dicembre
Articolo tratto da Il Corriere della Sera del 04/11/25 dal titolo:
“Novembre grigio ma noioso, tra castagne e salami”
Oggi vi raccontiamo di novembre. Mese che nonostante porti temperature più rigide nel nostro anno, ha anch’esso un suo fascino. Questi sono spunti di riflessione tratti da una lettera al giornale “Il Corriere della Sera” di un lettore valtellinese che ricorda il novembre degli anni ‘50.
Le prime immagini riguardano le commemorazioni dei santi, dei defunti, delle forze armate e dei caduti di tutte le guerre. In particolare si celebrava la fine della prima guerra mondiale alla presenza dei reduci e di tutti i nati nel 1918.
Aspetti più festosi sono invece quelli dell’estate di S. Martino, come la raccolta delle castagne, la preparazione per il “panun”, il panettone valtellinese, e la lavorazioni della carni di maiale denominata oro novembrino.
Ma.: Ho trovato questa lettera veritiera in quanto, anche nella mia città Cremona, il clima di novembre è cambiato. Non ci sono più le nebbie e le nevicate e questo permette di godere di giornate ancora soleggiate. L’articolo parla di castagne e salumi, prodotti di cui io faccio uso. Trovo che le celebrazioni descritte nell’articolo, come
quelle della giornata delle forze armate, mi fanno venire in mente i miei parenti e di questo sono contenta.
En.: Non mi piace novembre, perche’ prelude al freddo invernale, anche se non c’e’ piu’ il freddo che c’era una volta. Preferisco di gran lunga l’estate ma molti miei amici invece preferiscono l’inverno perche’ dicono che se c’e’ il freddo basta coprirsi. Ricordo che a casa mia, quando arrivava novembre, non mancavano mai le castagne bollite che preparava la mia mamma. Inoltre non mancava nemmeno il cotechino che ci portava mio zio dalla cascina e quindi un prodotto preparato artigianalmente e dunque particolarmente buono.
Ci.: A me piace il mese di novembre. Particolarmente vedere le foglie cadere dagli alberi ricoprire il terreno. I colori giallo, marrone, rossiccio dell’autunno si associano ai sapori di questo periodo. Ricordo con affetto le castagne perche’ era una delle prelibatezze gradite da mio padre. Inoltre nel passato questo mese ricorda il trasloco dei contadini da una cascina all’altra proprio nei giorni di San Martino, cioe’ vicino all’11 di novembre. L’usanza era tanto radicata nelle nostre zone che l’espressione dialettale per indicare il trasloco e’ proprio: “Fare San Marteen”. Evviva novembre!
Ste. Mi piace l’idea di identificare le stagioni con profumi e sapori e anche colori. E’ bello che sia dato spazio ad una lettera che presenta dei ricordi invece che commentare un fatto particolare. Anche quello che riporta il lettore puo’ essere spunto di riflessione. Io per esempio penso che le celebrazioni ricordate fossero piu’ sentite all’epoca rispetto ad oggi.
Fra. Vorrei ricordare un simpatico detto popolare: “L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochinino” e si verifica intorno all’11 di Novembre che e’ il giorno in cui si ricorda proprio San Martino di Tours. La leggenda dice che questo Santo era molto generoso. In una giornata di grande freddo taglio’ il suo mantello per ben due
volte per donarlo a due poveri. Dopo questo atto di generosita’ il sole torno’ a splendere riscaldando la citta’ e inoltre, durante la notte, il suo mantello si ricompose.
Articolo tratta da “La Repubblica Milano” dal titolo:
I 24 laureati in carcere «I libri cambiano la vita»
Questa settimana affrontiamo un tema spinoso. I detenuti che aspirano ad un reinserimento nella società civile intraprendendo gli studi universitari. Si tratta del progetto Carcere della Statale di Milano che è diventato un punto di riferimento per i detenuti. Oggi si è trasformata nella più grande realtà europea per numero di studenti, tutor e docenti. Attualmente gli studenti carcerati iscritti, donne e uomini, sono 175 da 8 carceri lombarde. Tra i vari corsi che l’ateneo propone quello più gettonato è filosofia.
Vi portiamo alcune testimonianze: questa di Maurizio che a sei giorni di libertà riporta la sua realtà. Alle 4:30 del mattino quest’uomo si alzava e cominciava a studiare nel bagno della cella mentre gli altri dormivano. Scomparivano così i muri o le porte chiuse.
Vito aggiunge che guardare gli studenti in faccia ti fa capire che hai sbagliato tutto nella vita. Lui studia Scienze agrarie e ha finito tutti gli esami.
Raffaele, a 67 anni, dopo una vita davvero difficile, non ha perso il desiderio di migliorarsi. Si laureerà a breve in Beni Culturali e sogna di tornare nella sua città natale, Napoli, per esercitare la professione di guida turistica.
La rettrice della Statale ricorda che il progetto realizza un dettato costituzionale, rende concreta la solidarietà e offre percorsi completi di reinserimento sociale e di crescita personale.
Ci. è rimasta colpita dall’esperienza universitaria di questi detenuti. «Vivere in un luogo chiuso costituisce un limite, intraprendere una carriera di studi indica una via d’uscita alla realtà del presente. Io ho affrontato alcuni ricoveri e la sensazione di disagio che provavo quando chiudevano le porte mi ha accompagnato e mi accompagna tutt’ora. Quindi capisco questa possibilità presentata dal progetto Carcere della Statale che tende ad emancipare i detenuti aprendo un percorso di riabilitazione» commenta.
A St. piacciono molto i progetti di questo tipo e spera che si moltiplichino nel tempo. «È una realtà che non conoscevo, ma la cultura aiuta ad abbattere i muri invece che a costruirli» sostiene St.
Fr. afferma «Anche per me la cultura è uno strumento di apertura: di apertura della mente. Certo fortunatamente non sono un carcerato, ma comunque un nuovo libro o una nuova lettura mi aiutano a conoscere nuovi mondi, a superare piccole o grandi barriere e a crescere come persona».
Ma. sostiene «Anche nel carcere di Cremona si fanno tanti progetti tesi alla riabilitazione del detenuto. Gli obiettivi del carcere di Cremona per i detenuti sono per esempio favorire la loro autonomia e facilitare il reinserimento nella vita quotidiana. Secondo me è importante il supporto psicologico e sociale in quanto la persona che vive all’interno di un carcere rischia di perdere la capacità di relazionarsi. Quindi con un supporto analitico e farmacologico può ritrovare un minimo di benessere e di equilibrio».
Articolo tratto da “La Repubblica” del 26 novembre dal titolo:
“Le cinque età del cervello adolescenti fino a 32 anni poi comincia il declino”
L’argomento di questa settimana tocca un tema scientifico: l’evoluzione del cervello umano nel corso della vita. Si tratta di uno studio recentissimo dell’Università di Cambridge in collaborazione con altre università statunitensi, tutte forti per i loro studi di neurologia.
Sono stati identificati cinque momenti di cambiamento che aprono altrettante fasi di funzionamento del cervello:
· Da 0 a 9 anni il cervello seleziona il materiale da utilizzare nella vita con le relative procedure, la materia grigia e la corteccia cerebrale crescono.
· Da 9 a 32 anni il materiale selezionato giunge al massimo della maturazione e il cervello continua a crescere.
· Dai 32 ai 66 anni invece si verifica una fase di permanenza delle funzioni e della crescita.
· Dai 66 agli 83 anni c’è un cambio di passo e il cervello inizia a essere veramente meno efficiente e a invecchiare.
· Dagli 83 anni in poi si apre l’ultima fase in cui le aree attive si riducono sempre più e le strutture cerebrali attive cercano però di funzionare al meglio.
Tenere in esercizio il cervello dà sempre buoni frutti e si raggiungono risultati positivi a tutte le età.
Ma. commenta «Un buon stile di vita fatto di un’alimentazione sana e attività fisica e una compagnia sana contribuiscono a vivere bene e possono migliorare la qualità della vita».
Ci. è rimasta colpita da questo studio scientifico, «Conoscere le potenzialità del cervello umano aiuta ad affrontare in modo più positivo le varie fasi della vita e aiuta a adeguarsi ai cambiamenti che essa comporta. Giocare e imparare a leggere e scrivere nell’età infantile, studiare nella fase adolescenziale per mettere poi a frutto le conoscenze acquisite nell’età adulta» sostiene Ci.
St. afferma «Questo studio sembra molto approfondito. Il funzionamento del cervello umano è sempre molto affascinante. Speriamo che tutti mantengano in salute il cervello con le relative attività, come anche l’articolo fa capire sia doveroso».
Fr. fissa la sua attenzione sulla fase dai 9 ai 32 anni, che l’articolo chiama adolescenza. «Sicuramente sbagliando, - racconta Fr. - penso all’adolescenza come ad un periodo difficile con tante problematiche, cambiamenti e sollecitazioni poco governabili. Lo studio invece sottolinea l’importanza della crescita, del portare a maturazione, dell’imparare e del fare esperienze, tutti aspetti molto positivi, belli e che rendono questa fase della vita irripetibile e feconda».