2025
Maggio-Giugno
Articolo tratto da Il Giorno del 07 maggio 2025 dal titolo:
“L’artista Lodola dona le sue opere alla radiologia pediatrica”
Questa settimana vi portiamo a Pavia, all’ospedale S. Matteo. Qui, l’artista di fama internazionale Marco Lodola dona ai bambini del reparto di radiologia pediatrica quattro opere luminose da lui realizzate. La donazione riguarda sculture che raffigurano alcuni dei personaggi dei cartoni preferiti dai bambini. Queste sculture sono state posizionate in punti strategici del reparto per creare un ambiente migliore e per far sentire a loro agio i bambini che aspettano gli esami diagnostici. L’ambiente è stato migliorato, anche a detta degli operatori, tanto che i dirigenti lo confermano.
Max. ricorda che da bambino seguiva i fumetti di due supereroi: Batman e Superman. «I fumetti – racconta – uscivano a settimane alterne nelle edicole, così la mamma ci dava i soldini e con mio fratello ci recavamo in piazza Cavour (oggi piazza Stradivari) presso una piccola edicola e, contenti, andavamo a casa a leggere le ultime avventure. Un anno, i genitori ci regalarono un modellino in plastica di Batman da verniciare e tenere come soprammobile. Sono dei bei ricordi».
Mar. trova questa iniziativa un buon modo per rallegrare la vita di queste piccole persone. «Credo di aver capito dall’articolo che la distrazione dai problemi con attività creative, ricreative, possa alleviare l’attesa e il dolore in alcuni casi. Anche io ho avuto problemi diversi che riguardavano la psiche e sono stata in cura da valenti medici che mi hanno aiutato a migliorare la qualità della mia vita facendomi stare molto meglio e che ringrazio».
A St. piace l’arte; crede e spera che il gesto di Lodola non sia un caso isolato. «Per i bambini è meglio avere un ambiente divertente in cui muoversi, non solo in momenti di sofferenza come possono essere quelli in ospedale. Sono contento che se ne parli su un giornale nazionale» commenta.
Anche En. trova molto importante l’iniziativa di cui parla l’articolo. «Trovo che l’arte, in questo caso la scultura, sia curativa. Personalmente ho frequentato per anni l’attività di arteterapia al Centro Diurno facendo dei dipinti. Per me dipingere era molto rilassante e ho imparato a non aver fretta di finire e questo penso che valga non solo per l’arte ma per tutte le cose».
Articolo tratto da La Repubblica del 14 maggio 2025 dal titolo:
"Longevità', un viaggio con tanti itinerari"
L'Italia è uno dei paesi più longevi al mondo: sarà forse solo l'alimentazione? Sarà la mitezza del clima? Sarà la bellezza del paesaggio ? Rifletteranno su questi argomenti molti specialisti al prossimo Longevity Economic Forum di Unicredit che si svolgerà a Milano dal 28 maggio. Nel forum si cercherà di comprendere meglio cosa significa essere longevi e come raggiungere l'obiettivo di una vita lunga e in salute.
Anzitutto si tratta di attuare un cambiamento culturale: nella società di oggi è normale un allungamento significativo della vita. Bisogna poi allontanarsi da un modello esclusivamente medico in cui si curano sintomi e malattie quando si cronicizzano ma bisogna invece pensare sin da subito in un'ottica di prevenzione, avere uno sguardo ed un pensiero lungo, rivolti al futuro. Lo scopo non è un traguardo da tagliare ma un equilibrio da costruire. Prima ancora dell'impegno del singolo servono politiche mirate a costruire le condizioni che consentono e favoriscono il miglioramento della qualità della vita.
Ma cosa fare in pratica? I capitoli da tenere in considerazione in fondo li conosciamo tutti e sono: coltivare la propria dimensione spirituale, alimentazione sana, attività fisica regolare, imparare cose nuove e tenere attivo il cervello, avere dei buoni rapporti sociali , avere un sonno regolare, una situazione finanziaria dignitosa.
L'articolo si chiude con un riferimento ai vantaggi che l'Intelligenza Artificiale (AI) potrebbe apportare alla riflessione sul tema: per esempio ci può aiutare a personalizzare gli stili di vita, a valutare i rischi, e ad anticipare le conseguenze dei nostri comportamenti.
Ma. racconta «Personalmente cerco di coltivare uno stile di vita sano: leggo, vado in bicicletta, mangio due volte al giorno la verdura e faccio ricerche su Google di parole sconosciute ogni giorno per mantenere allenata la mia mente».
Leggendo l’articolo, a En. è venuto in mente che ha appena compiuto 63 anni. «Devo dire che non sono molto contento perché' ho un anno in più e gli anni sono volati. Mi sembra ieri che ho iniziato a frequentare il Centro Diurno e invece era il 2002. Mi sembra sempre ieri che ho smesso di frequentare il Centro Diurno e invece era il 2018. Mi sembra ieri che abbiamo passato il Natale e .... tra non molto sarà Ferragosto, poi di nuovo Natale e quindi…. buon 2026 a tutti!»
Ci. vuole citare un motto che le è rimasto impresso "Bisogna imparare da giovani a diventare vecchi". «Io sono in una fase matura della vita e sono soddisfatta dei traguardi raggiunti, non rimpiango la giovinezza e ammetto che nutro qualche timore in relazione al raggiungimento dell’età della vecchiaia, ma confido in una buona stella e anche nelle mie capacità di equilibrio».
Max. sostiene «Ci sono diversi fattori che consentono una buona longevità: per esempio un fattore biologico ed uno sociale. I più longevi al mondo sono i giapponesi, in parte anche grazie alla loro alimentazione (loro mangiano molto pesce che è un'ottima abitudine), ci sarà poi un fattore genetico. Poi c’è un aspetto sociale probabilmente simile a quello italiano e cioè un atteggiamento positivo nei confronti della vita. Credo che nel caso degli italiani un aspetto favorevole alla longevità sia l'abbondanza di arte e di cultura che caratterizzano il nostro territorio. E ciò è salutare».
A Fra. piace molto l'iniziativa di un Forum dedicato alla riflessione sulla longevità. «Avrei preferito – spiega – che non fosse una banca ad organizzarlo, mi sarebbe piaciuto per esempio che fosse un organismo statale o internazionale, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Comunque si tratta di un argomento molto interessante e nel quale è importante il contributo di ogni soggetto pubblico o privato. È una responsabilità collettiva che da tutta la comunità va affrontata».
M.C. racconta «Un'immagine evocativa è per me considerarsi come una "bella automobile" con tutti i vari tagliandi e le manutenzioni preventive da fare per mantenerla efficiente a lungo. Inoltre, è fondamentale curare l'alimentazione del motore: ci vuole il carburante giusto, se metti quello sbagliato tutto si ferma e bisogna pure spendere un sacco di soldi per pulizie e riparazioni».
Siamo a Trieste, dove incontriamo tanti ombrelli rotti abbandonati per strada. Sarà stata la bora? Anna Masiello coglie questa opportunità per riciclarli con un’ottima intuizione imprenditoriale: con i tessuti costruisce indumenti e accessori per l’abbigliamento. Sono tutti pezzi unici allestiti da Anna, che ha iniziato quasi per gioco poiché lei stessa ha imparato da autodidatta. L’idea, nata nel 2018, prende piede: subentrano nuovi collaboratori e nasce una piccola rete che si diffonde anche a Lisbona.
I prodotti sono di alta qualità e con un proprio stile, come per esempio k-way , pochette, elastici per capelli, altri capi di abbigliamento e copricapi. Per farli conoscere vengono utilizzati anche i social. Per diffondere la cultura del riciclo Anna Masiello si impegna anche a tenere una serie di incontri con studenti e cittadini interessati.
I prezzi di vendita sono più alti di quelli soliti del settore ma per chi vuole questi oggetti esclusivi ne vale la pena.
Mar. commenta «Questo articolo parla di trasformazione di materiale originale danneggiato, mi fa venire in mente la trasformazione mentale che ho dovuto e voluto attraversare in un periodo difficile della mia vita. Anche io ho dovuto trasformarmi a livello di comportamento e diventare alla fine una persona nuova. Apprezzo molto questo tipo di lavoro che fanno su questi oggetti anche perché portano avanti il tema dell’inclusione, molto caro a me».
Max. trova questa iniziativa molto intelligente e volta a produrre un certo reddito. «Purtroppo – sostiene – non è così per tutto il materiale riciclato, ad esempio la plastica, dalle cui bottiglie è difficile strappare il tappo introdotto recentemente per motivi ecologici. Per quanto riguarda il riciclo del residuo secco, dovrebbe andare tutto nei vari inceneritori sul territorio italiano, ma non credo che ciò sia possibile per tutte le città. Concludendo, ben venga un’iniziativa come questa, che coinvolge varie figure professionali».
Anche Fr. è un autodidatta del riciclo, «Con qualche materiale mi viene meglio e con qualcun altro un po’ meno», racconta. «Una volta mi sono cimentato proprio con un pezzo di tessuto ricavato da un ombrello rotto, volevo realizzare un copri-sellino per la mia bicicletta. Ebbene, sarà stata forse la mia inesperienza con la macchina da cucire o il desiderio di finire il lavoro troppo velocemente ma purtroppo l’oggetto è risultato per nulla funzionale in quanto scivoloso. Però ci ho provato».
A St. piace molto l’idea che i clienti siano consapevoli dell’esclusività dell’oggetto che comprano, «Non bastano queste idee per diffondere concetti come l’upcycling, ci vogliono anche clienti come quelli citati nell’articolo» sostiene.
Articolo tratto da “Il Corriere della Sera” del 28 maggio 2025 dal titolo:
“Andrea Cammina dopo la paralisi: Non ricordavo di essere così alto”
L’articolo odierno tratta della vicenda umana di Andrea Scotti, un uomo di 34 anni che nel 2019 ha subito un gravissimo incidente che lo ha reso paraplegico. E’ stato immediatamente operato e dopo un periodo di tre mesi in ospedale ha subito un ulteriore intervento rivoluzionario presso l’ospedale San Raffaele di Milano, tramite una tecnica innovativa è riuscito a camminare per circa un chilometro al primo tentativo. Successivamente è riuscito a raggiungere il traguardo di due chilometri.
Come ha reagito Andrea a tutto ciò? Non si è perso d’animo, ha avuto coraggio, determinazione e soprattutto accettazione della situazione. La sua grande passione, ossia la montagna, gli ha dato la forza per continuare a vivere nonostante tutto.
Ora il suo sogno è quello di partecipare alle Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026, nella specialità sci di fondo e noi siamo convinti che ce la farà.
Max.: Fino a qualche anno fa’ questi interventi per ristabilire la deambulazione erano materia solo in fase di ricerca scientifica. Per me è notevole il fatto che si sia già passati agli interventi in ospedale con esiti positivi, tanto che il paziente in oggetto già può camminare. Non so esattamente come si sia arrivati a questi successi, ma è straordinario che la terapia faccia uso di elettrodi: su tutto il tessuto nervoso dell’individuo può essere possibile un intervento simile con lo scopo di migliorarne la qualità della vita. Quindi anche sul cervello e sul cervelletto, almeno teoricamente. Questa tecnica segna l’inizio delle cure del tessuto nervoso.
I lavori di ricerca scientifica in materia di tessuto nervoso sono stati iniziati da Rita Levi Montalcini (22/04/1909 - 30/12/2012).
Mar.: Credo che l’accettazione delle situazioni in cui ci troviamo quotidianamente sia la soluzione. Anche io in passato ho dovuto affrontare degli interventi alla schiena nel periodo del Covid. E’ stata dura ma anch’io ho dovuto accettarla e alla fine è stato positivo: sono guarita, ero soddisfatta di aver superato l’intervento e recuperato le forze fisiche e mentali.
En.: Sono favorevolmente impressionato dai progressi che ha raggiunto la medicina, impensabili fino a qualche anno fa’. Lo stesso vale in altri campi, penso ad esempio ai robot umanoidi, all’intelligenza artificiale, alle automobili a guida autonoma, agli smartphone etc. Azzardo un pensiero: in futuro saranno capaci anche di dare la vista ai non vedenti?
Fr.: Andrea è un uomo di montagna, abituato a fare un lavoro duro in un ambiente egualmente duro, aspro e dove muoversi è faticoso e rischioso. Mi piace pensare che questo ambiente lo ha condizionato positivamente dandogli la forza di fronteggiare le difficoltà e questa recente grande sfida in particolare.
Ci.: Io sono rimasta favorevolmente colpita dalla capacità di recupero di Andrea, che ritengo una conquista di vita. Quante volte nel corso dell’esistenza cadiamo ma grazie alle nostre capacità e all’aiuto di chi ci circonda riusciamo a rialzarci. E’ un successo!
Articolo tratto da “Il Corriere della Sera” del 04 giugno 2025 dal titolo:
“La Filarmonica torna in piazza”
Anche quest’anno, giovedì 05 giugno alle ore 21:30, si tiene il concerto in piazza Duomo a Milano: è il tradizionale appuntamento all’aperto con la Filarmonica della Scala. Un appuntamento di grande richiamo, molto apprezzato dai milanesi e da un pubblico variegato.
L’orchestra sarà diretta dal notissimo direttore Riccardo Chailly e in questa occasione verranno alternati diversi tipi di musica, in particolare brani tratti dal grande cinema interpretati in chiave sinfonica. Per esempio, musiche da Schindler’s List, Indiana Jones, E.T. o Il Gattopardo.
Alla fine della serata è previsto un tango collettivo. Da sottolineare che il concerto è gratuito e che chi non è di Milano lo potrà seguire alla televisione in diretta su Rai 5.
Ma. apprezza molto questa iniziativa, in quanto si valorizzano la socializzazione e la musica. «Non ho mai assistito a un concerto di musica sinfonica dal vivo. Credo che la musica sia una risorsa importante per tutti; io stessa ascolto musica celtica, classica e pop perché questo mi dà la possibilità di stare bene. Vivo sola e quindi ritrovo nella musica la forza per svolgere le mie attività» racconta Ma.
En. afferma «Ascoltare la musica è la cosa che preferisco in assoluto. Inoltre, ha un potere curativo. Infatti, quando andavo al centro diurno, seguivo l’attività di musicoterapia, mi piaceva molto e in più era un’attività che si svolgeva in gruppo. L’attività era strutturata in questo modo: si ascoltavano dei brani musicali principalmente di musica classica e ognuno scriveva e condivideva quello che gli suggeriva la musica, emozioni, immagini, sensazioni, ecc».
A Fr. colpisce in particolare il fatto che si tratti di un evento “di gruppo”: «I cittadini si trovano nella bellissima piazza principale di Milano, ascoltano insieme musiche molto evocative eseguite da professionisti di altissimo livello ed infine sono invitati ad un momento di ballo collettivo. Credo proprio che questo “fare assieme” sia un elemento irrinunciabile e costituivo della nostra umanità».
A St. piace il tema della serata: «L’attrazione tra musica sinfonica e grande cinema, cosa che ti invoglia ad andare a vedere lo spettacolo. Penso sia una bella idea e spero che il pubblico sarà folto. Iniziative come questa sono importanti per ogni città» commenta.
Articolo tratto da “La Repubblica” dell' 11 giugno dal titolo:
“Il folle ritorno a Stranalandia tra vecchi amici e bestie speciali”
Il 10 giugno 2025, in piazza Maggiore a Bologna, si è tenuto un evento per celebrare i 70 anni dell’editrice Feltrinelli e in particolare Stefano Benni e Pirro Cuniberti. Si è svolta una maratona di lettura dedicata al loro testo dal titolo: “Stranalandia”, del 1984, ristampato in una nuova edizione.
Stefano Benni tra satirico e fantastico è un autore molto prolifico e ha scritto testi per giornali, teatro, oltre a poesie e romanzi.
Pier Achille Cuniberti (1923-2016), pittore, illustratore, designer e fotografo è tra i protagonisti della corrente “fantastica” dell’arte italiana.
L’elemento dell’immaginazione unisce i due autori che hanno scritto più opere assieme, tra le quali Stranalandia è la più rappresentativa. Questo libro tratta dell’isola di Stranalandia su cui approdano due professori di zoologia che incontrano animali stranissimi, quali ad esempio il Leometra, il gorilla Vaichesei e il pesce Mobile. Quando i due scienziati rientrano in patria non vengono creduti e i tentativi di trovare l’isola non portano a nulla.
I testi tratti da quest’opera sono stati letti da molti personaggi famosi, tra cui Claudio Bisio, Alessandro Baricco, Angela Finocchiaro e Carla Signoris.
En. afferma «Leggere è importante, ma leggere in compagnia lo è ancora di più. Cito, ad esempio, un’attività che si teneva nella piccola biblioteca del centro diurno: il gruppo di lettura. Veniva scelto un libro e a turno se ne leggevano alcune pagine. Io da solo non leggo molto però questa attività mi piaceva perché credo che leggere in gruppo sia più stimolante, costruttivo e coinvolgente. Un’altra attività del centro diurno incentrata sui libri è il bookcrossing: su un bici cargo costruito appositamente vengono posizionati dei libri che possono essere prelevati liberamente dalle persone di passaggio. Il bici cargo è posizionata nell’atrio dell’ospedale e tutti possono lasciare libri in omaggio».
Ci. amo leggere ma non è attratta dal genere fantastico. Di conseguenza non conosce i testi dell’autore citato nell’articolo. «Mi riprometto di dedicare un po’ di tempo alla lettura di questo libro. Considero la maratona che si è svolta a Bologna un evento interessante e stimolante. Speriamo che qualcosa di questo genere venga organizzato nella nostra città. Se fosse per me dedicherei questa lettura itinerante ad una autrice a me molto cara, Grazia Deledda»- afferma Ci.
St. conosce l’autore Benni, anche se non ha letto nello specifico il libro dell’articolo. «I tratti descritti della sua scrittura mi piacciono molto e mi fa piacere che sia stato organizzato questo evento così speciale dedicato a lui. Se dovessi decidere io un libro per un evento simile, sceglierei L’uomo duplicato di José Saramago, che parla anche di depressione» racconta.
Fr. trova veramente simpatici i nomi degli animali che abitano Stranalandia, «Mi piace molto giocare con le parole e trovo che Benni sia molto abile in questo esercizio letterario. Nel mio piccolo gioco spesso con En. a inventare nomi di negozi fantasiosi che propongono mercanzie
di generi merceologici del tutto diversi tra loro, come ad esempio “ Da Pino: Bulloni e Datteri” oppure “Frutta, Verdura e Polvere da Sparo” oppure “Cibo per Cani e Galleggianti per WC”».
Articolo tratto da Corriere della Sera del 10 giugno 2025 dal titolo:
“Il giorno in cui guardai negli occhi lo sconosciuto che mi salvò la vita”
Siamo a Roma e questa volta vi facciamo conoscere la vicenda di Alessandra Arachi, una giovane donna con un disturbo bipolare ed una depressione che influiscono negativamente sulla sua vita.
In un momento particolarmente doloroso Alessandra decide di farla finita: si chiude nella sua auto collegando il tubo di scarico all’abitacolo. Ed è il buio. Stefano Cirielli sta passeggiando nelle vicinanze con il suo cagnolino Pisolo che inizia a latrare in modo diverso dal solito e lo costringe ad allungare la passeggiata fino all’auto spersa in mezzo al prato. Vede la scena poi con un grosso sasso cerca più volte di rompere il finestrino fino a riuscirci non senza fatica. Recupera il corpo di Alessandra e lo trascina sul prato lasciandola in compagnia del cagnolino mentre lui riesce a chiamare l’ambulanza e le forze dell’ordine.
Poi la terapia intensiva, il coma…. il miracolo del risveglio…
Inizialmente Alessandra prova molta rabbia per essere stata salvata. Come può una persona decidere per lei? Poi, un lungo processo di maturazione e consapevolezza la portano ad incontrare i suoi salvatori Stefano e Pisolo che ringrazierà di cuore: è un momento di intense emozioni!
Dopo questa esperienza Alessandra deciderà di scrivere un libro sulla storia da lei vissuta per dare agli altri la possibilità di riflettere e attingere alla sua esperienza. Il libro si intitola “Lunatica - storia di una mente bipolare” ed è edito dalle edizioni Solferino che hanno deciso di offrire la possibilità di scrivere la propria esperienza legata alla salute mentale a tutti. Chi fosse interessato può scrivere a lunatica@rcs.it
En. racconta «Anch’io ho sofferto in passato di depressione mentre frequentavo il Centro Diurno. Io non mi ero accorto di niente ma i medici e gli operatori hanno notato qualcosa che non andava. Così mi hanno consigliato il ricovero in comunità e mi hanno prescritto un’adeguata terapia farmacologica. Fortunatamente dopo un tempo non molto lungo sono riuscito, con l’aiuto dei professionisti e la mia buona volontà, ad uscire da questo grave disturbo, a sospendere l’assunzione dell’antidepressivo e sono tornato con mia grande contentezza al Centro Diurno e a raggiungere un certo equilibrio».
Ma. spiega che «All’età di 15 anni anch’io ho tentato il suicidio come la protagonista dell’articolo. Il mio salvatore è stato mio papà che mi ha portato istantaneamente all’ospedale dove ho parlato con la psichiatra. Sarà stato il gesto da me compiuto, le parole della dottoressa, l’ambiente in cui ho vissuto, ma io col passare degli anni ho sviluppato una patologia molto più grave. All’età di 37 anni il disturbo è emerso chiaramente: mi sentivo fortemente arrabbiata, ansiosa e depressa. Anzitutto ho avuto la forza di chiedere aiuto: intorno a me il vuoto, la famiglia inesistente; l’unica famiglia per me in questi ultimi 15 anni sono stati i servizi per la salute mentale. Ora mi sento bene, assumo ancora dei farmaci e li considero un aiuto al pari di tutti gli altri».
Fr. trova molto interessante la possibilità di raccogliere le esperienze di tante persone sulla propria salute mentale. «La casa editrice del libro – sostiene – si propone come un punto di scambio e di contatto di tanti racconti che possono servire per far crescere la consapevolezza in persone che si imbattono in questi tipi di disturbi e inoltre contribuiscono ad abbattere lo stigma verso la psichiatria, i farmaci e le persone interessate».
Articolo tratto dal giornale “Più Me Magazine” di giugno 2025 dal titolo:
“In Kenya l’emancipazione dello donne arriva su due ruote”
Volete fare un viaggio in Kenya in moto? Vi portiamo dalle Boda Girl a bordo delle Boda Boda, le motociclette utilizzate per trasportare i turisti nella savana e nei territori selvaggi dell’Africa.
Circa una cinquantina di donne ha intrapreso un cammino insolito: ha imparato a guidare delle moto tramite un corso di formazione. I motivi che le hanno spinte sono diversi: alcune avevano bisogno di un lavoro per far crescere i figli, altre per emanciparsi dai mariti possessivi o semplicemente per raggiungere un'autonomia economica.
Vengono chiamate Boda Girl, le loro potenti boda-boda hanno le selle colorate di rosa durante la fase di addestramento e successivamente si tramutano nel colore viola una volta completato il percorso di formazione. Queste innovative tassiste indossano caschi colorati e si vestono di rosa. Insomma, una corsa in moto-taxi molto colorata.
A Ci. piace la motocicletta: «Da giovane anelavo a dei giri in moto, adesso, in età matura, preferisco le comodità di altri mezzi di trasporto. Sono rimasta piacevolmente colpita da questa iniziativa delle donne in Kenya dove, in un paese ancora retrogrado, hanno raggiunto un traguardo di emancipazione: un esempio di riscatto femminile. Evviva le Boda Girl!»
Fra. è affascinata dall’idea di colorare in modo così marcato sia le motociclette che le tassiste. «Immagino queste “frecce colorate” lanciate sui percorsi selvaggi della savana. Vedo queste amazzoni moderne in mezzo alla vegetazione che lasciano stupiti i turisti sia per i panorami che presentano che per la loro trasgressiva abilità. Tra l’altro è risaputo che le donne sono più prudenti dei maschi: anche la sicurezza stradale trarrà sicuramente giovamento da questa iniziativa» afferma.
Ma. è rimasta molto stupita e felice per questo paese in quanto queste donne sono riuscite a inventarsi un lavoro! «Sono state coraggiose e come motivazione hanno avuto fiducia in se stesse per staccarsi da situazioni negative o di disagio. La resilienza e la determinazione: queste donne magari senza cultura si sono ingegnate per far fronte a contesti difficili e inoltre hanno “invaso” un ambito lavorativo fino ad ora considerato prettamente maschile» sostiene.
En. racconta «Quando ho compiuto 16 anni i miei genitori mi hanno comprato la Vespa 125 ET3, arrivava a 100 chilometri all’ora e potevo “stare dietro “ alle macchine. Ora mi sentirei ancora di guidare una Vespa, ma non una moto perché avrei troppa paura di cadere. Ho molto rispetto per le persone che guidano la moto soprattutto se si tratta di quelle di grossa cilindrata. Apprezzo molto anche queste donne del Kenya, tenuto conto che trasportano anche dei passeggeri e che si muovono su strade sterrate e difficoltose».