Il nostro Sguardo sul Mondo

2023
Gennaio - febbraio

Gennaio

Tradurre l'anima in parole - 6 gennaio

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Tratto dal Corriere della Sera:“L’anima in parole nella poesia di Alda Merini”

É appena stata pubblicata una antologia di Alda Merini dal titolo “Respiro nella notte. Poesie e prose” con la prefazione di Michela Marzano la quale introduce l’antologia con una domanda: “E se è follia che follia è?” 

Alda Merini (Milano 1931 - Milano 2009) inizia a scrivere già da adolescente quando il “male di vivere” si è già manifestato. La sua vita è stata segnata dal dolore, ma anche dalla gioia di avere avuto due matrimoni e quattro figlie. 

Sicuramente la sofferenza di questa poetessa è stata significativa, lei però ha trovato nella scrittura il modo per sublimarla: lo psichiatra Enzo Gabrici le aveva regalato una macchina per scrivere in modo da tradurre l’anima in parole.

I titoli della raccolta si dividono tra testi più noti ed altri quasi dimenticati: dalle poesie di Un’anima indocile, La volpe e il sipario, Le madri non cercano il paradiso, agli aforismi di Nuove magie e Colpe di immagini e per la prosa Lettere a un racconto e La nera novella.


Ma. che ha scelto l’articolo racconta di aver per un certo periodo della sua vita disegnato sui muri di casa sua. I soggetti erano: gatti, nuvole e altri soggetti naturali corredando il tutto con la propria firma più volte replicata. In effetti i familiari non hanno apprezzato molto l’iniziativa però Ma. ha continuato ad esprimersi tramite la pittura ad olio di quadri astratti, una trentina in due anni di attività.


Eu. da profana dell’arte, apprezza l’opera di Alda Merini e dice di avere scritto diversi racconti gialli; ha usato anche lei la scrittura per stare bene e crearsi un mondo fantastico utilizzando una macchina per scrivere Olivetti Lettera 35.


Questa antologia consentirà a tante altre persone di conoscere l'importante storia e l’opera di Alda Merini. In conclusione, vogliamo ricordare uno dei suoi aforismi più famosi: “Anche la follia merita i suoi applausi!”

Il bello di vivere, anche da anziani - 13 gennaio 

Tratto dall’articolo “Il privilegio d’invecchiare” da La Stampa (pag. 30) 

A differenza di ciò che siamo portati a pensare, invecchiare può essere un’esperienza ricca di lati positivi. È ciò che afferma il noto psichiatra Vittorino Andreoli parlando del suo ultimo libro Lettera a un vecchio (da parte di un vecchio)” (Solferino-2023). 

Nel corso dell’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, afferma come l’età senile consenta di liberarsi dal senso di competizione che spesso ci accompagna nel corso della vita. Ciò consente di raggiungere una nuova condizione pace, in cui resta ancora viva la dimensione del desiderio inteso come speranza di un futuro diverso. 

Si apprezza la bellezza dell’esserci e di vivere ancora intensamente!

Per nutrire le proprie relazioni, l’anziano ha bisogno di ascoltare ed essere ascoltato; inoltre è fondamentale continuare ad amare ed essere amati, in modo fisico e spirituale. Infine una rivelazione: non è vero che i vecchi perdono la memoria, ricordano solo ciò che serve al nuovo modo di vivere.


Fr. che ha scelto l’articolo e ha lavorato molti anni nel settore, sottolinea l’importanza dell’ascolto prima di ogni forma di azione.

Fra. concorda: è molto importante essere considerati.

Eu. l’anziano è utile sia per sé stesso che per gli altri.

Ma. dice che anche in condizioni di sofferenza, le persone anziane hanno la capacità di entrare in contatto con gli altri anche attraverso uno sguardo o un sorriso.

Come ricorda Fran., “Il Papa sottolinea spesso il ruolo dell’anziano all’interno della società: non va isolato, vanno aumentati i momenti d’incontro”.

C. sostiene che gli anziani sono in grado di trasmettere conoscenza ed esperienza: possono essere un punto di riferimento per chi si rivolge a loro. A questo proposito, le scuole potrebbero inoltre essere il luogo per organizzare momenti d’incontro con i giovani.

Ro. sottolinea che “L’anziano ha un grande ruolo nella capacità di testimoniare non solo nella famiglia, ma anche nella società”.

En. spera di arrivare alla vecchiaia rimanendo giovane dentro.

Salute mentale: il mondo del lavoro lancia
una sfida per il futuro - 20 gennaio

Tratto dal supplemento "Speciale Lavoro" de La Repubblica 

(18 gennaio 2023, pag. 26.)

Questa settimana abbiamo scelto un articolo che tratta della società Accenture, specializzata in consulenza aziendale per la gestione delle risorse umane. La loro filosofia è incentrata sul cambiamento positivo e sul benessere delle persone nel mondo del lavoro. Citando un loro motto, "Quando scegli di cambiare puoi fare un mondo di differenza", o ancora, "Aiutiamo i clienti a rinnovarsi per diventare la versione migliore di se stessi".


Parlare di salute mentale in azienda non è da tutti: secondo i dati raccolti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, una persona su otto soffre di disturbi della salute mentale e i servizi per supportarli sono inferiori alle richieste di aiuto. La pandemia ha ampliato la diffusione del disagio e i fondi destinati a questo settore sono ridotti.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea che questi problemi vanno affrontati e non negati, ma purtroppo molto spesso le persone hanno timore di esprimere la propria condizione di sofferenza a causa di convinzioni sbagliate, stigma e vergogna.

Secondo Accenture, il problema della salute mentale deve essere affrontato nella sua globalità: secondo un recente studio, il 90 per cento della popolazione ha conosciuto il disagio mentale in relazione a sé stessi, agli amici, ai conoscenti o ai familiari. Ciò interessa sia la fascia di popolazione over 50 sia quella giovanile, per la quale è particolarmente difficile chiedere aiuto.


Accenture ha strutturato diversi progetti per affrontare la situazione al meglio, al fine di creare ambienti favorevoli al benessere mentale in cui tutti condividono le sfide personali e dove viene incoraggiato un dialogo aperto e consapevole.


Tra gli strumenti suggeriti:


Ma. sostiene le valutazioni e i consigli proposti dalla società: ha sperimentato direttamente la difficoltà di lavorare affrontando il proprio disagio mentale senza il supporto di questi importanti strumenti.  


Secondo Eu. «Servono più risorse e meno "briciole" per poter effettuare al meglio tutte queste iniziative».


Per Ci., aiutare i propri dipendenti sotto il profilo psicologico li rende realizzati come persone, nonché più attivi e consapevoli del proprio ruolo nel mondo aziendale.


Fr. è colpito dal fatto che questa grande attenzione alla salute mentale arrivi dal mondo del lavoro e non dagli specialisti del settore sanitario di competenza. Ciò è particolarmente significativo, anche perché le strategie consigliate sono proprio quelle utilizzate dagli operatori per favorire il benessere personale e un buon percorso di ripresa e recupero.

Salute mentale: anche l’alimentazione è terapia - 27 gennaio

Tratto Corriere della Sera supplemento “Cook” pg. 25 La dieta per combattere la depressione 

Una buona alimentazione può aiutarci a contrastare la depressione. 

È quanto afferma l’articolo pubblicato su “Cook”, supplemento del Corriere della Sera, in cui si consiglia una dieta per aiutare la salute mentale. 

La depressione è una vera e propria patologia, che colpisce oltre il 5% della popolazione: le cause sono sia genetiche sia ambientali, ed è più frequente nelle donne che negli uomini.

Vivere in mezzo alla natura e seguire una buona alimentazione sono senz’altro rimedi alleati del benessere: in base a recenti studi, si è scoperto che la dieta mediterranea è ottimale, perché ricca di sostanze antinfiammatorie e antiossidanti.  Cereali integrali, legumi, verdure, frutta, olio extravergine, noci, e pesce sono gli alimenti sugeriti, con poco vino e solo occasionalmente carni e formaggi. Sconsigliato l’eccessivo consumo di salumi e carni rosse, i cibi industriali lavorati e i dolciumi.


Eu. ritiene che sia importante nutrirsi correttamente, per restare in salute e scongiurare il rischio di obesità.

Ogni volta che va al Centro Commerciale a fare la spesa, En. compra il pesce fresco: oltre ad essere molto buono, fa molto bene.

C. riflette sulla relazione tra cibo e benessere: quando stava male non aveva voglia di cucinare, mentre con il benessere ritornava il desiderio di mettersi ai fornelli e curare l’alimentazione, requisito indispensabile per stare bene con sé stessi e con gli altri.

Anche M., che soffre di depressione maggiore, ha deciso di ovviare alla preparazione dei pasti creando un gruppo ristretto di persone sole, che a turno si ospitano per cucinare insieme. Tutto ciò, se il tempo lo permette, dopo una bella passeggiata nella natura.


E a voi lettori cosa piace mangiare?

Febbraio

“I Promessi Sposi,” un’opera da riscoprire - 3 febbraio

Tratto da Il Corriere della Sera (Supplemento Milano pg. 7) “Promessi Sposi, lettura in Duomo a 150 anni dalla morte del Manzoni” 

In occasione del centocinquantesimo anniversario della morte di Alessandro Manzoni, a Milano saranno organizzate sedici serate di lettura de “I Promessi Sposi”. Si terranno nella Cattedrale, con una tappa speciale in piazza san Fedele, dove si trova il monumento dedicato al celebre autore, e saranno affidate ad un gruppo di attori provenienti da vari teatri milanesi.

Il primo appuntamento delle celebrazioni si è tenuto la mattina del 31 gennaio nel Palazzo di Giustizia del capoluogo lombardo, con lo svelamento della lapide dedicata a “Gian Giacomo Mora e agli innocenti, vittime in ogni tempo dei pregiudizi e dei fanatismi”. Questo personaggio fu infatti accusato ingiustamente di essere un untore durante la peste che colpì Milano nel 1630, menzionata dal Manzoni ne “I Promessi Sposi” e “Storia della Colonna infame”.


Ci. è rimasta colpita dalla storia del presunto untore Gian Giacomo Mora, esempio di pregiudizio e di ingiustizia. Anche ai giorni nostri, gli errori giudiziari possono causare importanti situazioni di sofferenza e  non trovano una forma di riparazione.


Come sottolinea Ma., anche nel 2023 ci sono purtroppo ancora molti pregiudizi, in particolare nel campo della salute mentale. Auspica una maggiore informazione verso le persone “sane”, che hanno bisogno di essere informate per comprendere meglio la malattia e non averne paura.

Riguardo alle celebrazioni Manzoniane, le piacerebbe assistere almeno ad una delle bellissime serate in Duomo a Milano.


En. ricorda gli anni della scuola media superiore, quando si studiava l’opera del Manzoni. La considerava un po’ noiosa: preferiva di gran lunga lo studio delle materie tecnico-scientifiche.


Anche Fr. da ragazzo non apprezzava molto questo romanzo, che ha riscoperto negli anni della maturità e successivamente apprezzato in versione audiolibro.


Eu. aggiunge una riflessione positiva: la peste del 1630 non ha fermato gli sposi promessi. Tanti auguri a tutti i “Renzo e Lucia” dei giorni nostri, che affrontano le difficoltà della vita di tutti i giorni.


E voi lettori, che ne pensate? Avete apprezzato il Manzoni e le sue opere?

Affamata di vita - 10 febbraio 

Tratto da La Provincia, pag. 27 “Il miracolo della neonata viva 

Questa è una storia che tocca tutto il mondo e riguarda il terremoto in Turchia e Siria. La tragedia ha risparmiato una neonata, trovata viva con il cordone ombelicale ancora attaccato alla madre purtroppo deceduta.

La piccola è nata in condizioni estreme: è stata estratta dalle macerie ricoperta di polvere dopo aver patito il freddo pungente, tanto che le sue estremità erano divenute bluastre. I soccorritori hanno tagliato il cordone ombelicale e l’hanno condotta in ospedale, dove le hanno prestato le prime cure e l’hanno messa in incubatrice.


Nell’enorme tragedia del terremoto, la vicenda della neonata non è l’unica a “lieto fine”. L’articolo riporta anche il salvataggio di due fratellini, in cui la più grande ha dimostrato spirito di altruismo proteggendo il piccolo fino all’arrivo dei soccorsi, e un altro episodio di aiuto prestato a una donna e ai suoi tre figli, estratti dalle macerie dopo ben 28 ore. Come aggiunge Valentina, queste storie aiutano a non perdere mai la speranza anche nelle situazioni più catastrofiche.


Ma. ed En. sono stupiti da come la vita riesca a vincere nelle situazioni più difficili. 

Questa storia può essere uno sprone anche per chi soffre e non vede speranza, conclude Ma.

L’accaduto ha attirato molta attenzione anche sui social che in questo caso, come dice Eu., sono stati utilizzati in modo positivo incrementando gli aiuti.


Il nostro gruppo è stato colpito da questa immagine commovente, che ha toccato il cuore di ciascuno di noi.

“Come Together”: tanti progetti per la salute mentale
- 17 febbraio

Questa settimana il gruppo Happy News ha incontrato Fausto Ruggeri, presidente dell’associazione cremonese Come Together. Si tratta di una realtà attiva nell’ambito della salute mentale, con progetti di formazione e inclusione sociale pensati per promuovere la riabilitazione degli utenti e contrastare il pregiudizio e lo stigma che spesso accompagnano questa tematica.

La filosofia di Come Together è “fare assieme”, ovvero collaborare, condividere, co-costruire e co-progettare insieme a soggetti sia pubblici sia privati per raggiungere le finalità sopra elencate. I partner principali sono ASST Cremona, il Comune, l’associazione DiDiApsi e gli orti Sociali.


Il presidente Ruggeri ha illustrato il progetto “ArteAssieme”, in cui gli utenti dei servizi per la salute mentale diventano protagonisti di tour artistico-culturali organizzate nella città di Cremona, in cui trovano spazio riflessioni sul tema del benessere psichico. 

Un altro progetto importante è quello sull’Abitare, in cui alcuni utenti si sono confrontati con la possibilità di vivere soli e come organizzare la vita casalinga. Due di loro hanno sperimentato la condivisione di un appartamento, mettendosi in gioco in prima persona affrontando questa nuova prova.


Maria apprezza particolarmente il progetto ArteAssieme, soprattutto l’edizione dedicata agli affreschi principali del Duomo di Cremona: le ha dato la possibilità di entrare in contatto con la sua parte più spirituale e conoscere meglio la storia di Gesù tramite le opere illustrate. «Quando entro in Duomo – racconta - mi reco davanti alla Madonna e prego ricordando anche quell'importante esperienza». Oltre 400 persone si sono complimentate con le guide d’eccezione per il loro impegno.


Ci. afferma che il supporto di un’associazione come Come Together costituisce un valido aiuto per combattere l’isolamento cui porta il disagio mentale. Lo dimostra il progetto Abitare, che insegna a confrontarsi in un gruppo per riflettere sui metodi per destreggiarsi in casa in autonomia. È stato un modo per aprirsi agli altri e trovare condivisione con utenti, operatori e con un gruppo di studenti di una scuola superiore cremonese.


Eu. si rende conto che c’è tanto disagio mentale nella società. Per affrontare questi problemi sono fondamentali le cure farmacologiche ed i colloqui con lo psichiatra, senza dimenticare il confronto con chi vive le stesse problematiche. «Per questo sono diventata Esperto di Supporto fra Pari – afferma - Vorrei mettere la mia esperienza a disposizione di altri utenti e cittadini».

Per Fr. la salute mentale è un bene necessario per ognuno, da preservare e sostenere da parte di tutti. 


Anche la vignetta del nostro Scott è proprio un invito a rimboccarsi le maniche, per collaborare e “fare assieme”.

Riscatto per una vita migliore - 24 febbraio

Tratto da "Madri coraggio" tratto da “La Stampa” del 22/02/23


Questa settimana abbiamo scelto una storia di riscatto e coraggio. L’articolo tratto dal quotidiano La Stampa, tratta una serie televisiva ispirata al libro best seller “The Good Mothers”, che parla di fatti realmente accaduti.

La protagonista della serie è Micaela Ramazzotti che interpreta l’eroina Lea Garofalo: pur essendo cresciuta nella paura, si è opposta allo strapotere della ‘ndrangheta sperando che il suo esempio potesse trasmettere forza alla figlia, pur consapevole che quella scelta avrebbe decretato la propria fine.

Lea è una madre coraggio perché ci mette la faccia, fa nomi e cognomi, e fino alla fine combatte per emanciparsi dall’ambiente in cui è stata allevata.

Rappresenta le donne che trovano nell’amore verso i propri figli il riscatto per una vita migliore ed un futuro di libertà.


En. ammira la scelta di Lea, che ha rinunciato alla possibilità di una vita agiata e protetta scegliendo di ribellarsi, fino ad essere uccisa.


Secondo M., le persone che fanno parte della ‘ndrangheta hanno grossi problemi di salute mentale, che li porta alla ricerca del “potere”.


C. si pone una domanda: se avessi vestito i panni di Lea avrei avuto lo stesso coraggio?


Eu. è rimasta colpita dal coraggio di questa donna, che da un piccolo seme ha creato una crepa nel “potere“ della ‘ndrangheta.


Anche A. ammira la forza di ribellarsi per una vita migliore, sottolineando che «è difficile comprendere i meccanismi che muovono la ‘ndrangheta, ne percepiamo solo le briciole».


Anche P. è rimasto molto colpito dal coraggio di Lea, che ha rinunciato al ruolo di madre per poter offrire alla figlia un modello di donna migliore.