L'ambiente fluviale

La vegetazione del Fiume Oreto

La vegetazione del fiume Oreto fa riferimento al tratto intermedio del fiume, denominato Fiumelato di Meccini. Questo fiume che scorre lento, interrotto da una successione di anse e cascate, riceve le acque di numerosi affluenti e attraversa le colline di Altofonte, caratterizzate dalle coltivazioni “a terrazze” degli ulivi, dei nespoli e del “giardino mediterraneo”.

Acanto (Acantus mollis): tipica pianta mediterranea nota perché è stata riprodotta come motivo ornamentale dei capitelli corinzi. Simboleggia la resurrezione. Narra una leggenda greca che la nutrice di una ragazza corinzia, morta in giovane età, aveva posto sulla tomba della stessa una cesta con gli oggetti più cari della ragazza e aveva nascosto il tutto sotto una tegola per prevenire i furti. In primavera, l’architetto Callimaco, passando da quelle parti, notò il cesto gli oggetti sollevati da una pianta, l’acanto, cresciuta sul sepolcro quasi a simboleggiare l’immortalità della fanciulla e la sua trasformazione in pianta. I fiori sporgono da brattee spinose, le foglie sono grandi, scure, lucide e lobate. Fiorisce in primavera e può essere considerata il simbolo della Magna Grecia.


Tamerice (Tamarix): è una pianta che fiorisce in primavera, essa si trova nelle rive dei mari e nei fiumi.

Platano (Platanus Orientalis) a cura di Veronica Maniscalco

Platano (Platanus Orientalis): grande albero appartenente alla famiglia delle Platanaceae che può raggiungere i trenta metri di altezza. Cresce bene in pianura e sui pendii collinari, su terreni umidi e argillosi. In Oriente è considerata una pianta sacra, simbolo di Dio. In Grecia, poichè la forma delle foglie ricorda quella di una mano, era considerata una pianta sacra alla Madre Terra.


Roverella (Quercus pubescens): è originaria dell’Europa meridionale e dell’Asia minore. L’altezza va da 10 a 15 metri. La chioma è ampia, rada irregolare. Le foglie sono alterne e semplici con il margine diviso a lobi. Fiorisce in aprile-maggio. Il frutto è un achenio ovale appuntito di colore nocciola chiaro. Le querce rispetto agli altri alberi hanno un privilegio: ospitano due specie di ninfe, le anime degli alberi: le driadri e le amadriadi. Le prime – da dryas, quercia sacra – avevano la possibilità di abbandonare l’albero: per questo motivo era proibito abbattere una quercia prima che i sacerdoti le avessero ritualmente allontanate. Le seconde – da hama, insieme – morivano con la quercia. Ma poiché l’albero era ritenuto millenario, le si consideravano quasi immortali.


Lentisco (Pistacia lentiscus): in Grecia era consacrato a Dictymma, ninfa d’Artemide, che amava adornarsene. Simboleggia la purezza e la verginità. È un arbusto che può raggiungere i tre metri d’altezza; le foglie sono alterne, a margini interi, lanceolate, di colore verde cupo sulla pagina inferiore e più pallido su quella inferiore. I frutti, drupe rosso-brune, sono poco appariscenti e si sviluppano da marzo a maggio. I rami incisi trasudano una resina dall’odore gradevole, detta “Mastice di Chio”, usata come masticatoria per profumare l’alito e rafforzare le gengive. Oggi questo mastice si usa per preparare vernici o mastici comuni in quanto contiene vari acidi resinari e oli essenziali.

Alloro (Laurus nobilis): è una pianta sempreverde perenne aromatica e officinale appartenete alla famiglia Lauraceae e al genere laurus. L'alloro è un antidolorifico e digestivo naturale ed è molto diffuso nei paesi caratterizzati da clima temperato, sia in pianura che in collina. Gli antichi greci avevano consacrato la pianta ad Apollo e i romani la usavano per cingere il capo di imperatori, consoli e poeti. L'alloro è considerato simbolo di potenza, vittoria e gloria.




Olmo (Ulmus): è un albero molto grande con foglie a forme ovali seghettate e sono ricche di protidi.







Pioppo (Populus nigra): l’altezza varia dai venti ai trenta metri. La corteccia è grigio nera. È originario dell’Asia occidentale. Albero dal caratteristico portamento colonnare, a pennello, affusolato. È coltivato per formare filari per alberatura sia stradali sia di canali. La leggenda vuole che Fetonte dopo aver guidato pericolosamente il carro del Sole, fu precipitato da Zeus nel fiume Eridano.Le sorelle di Fetonte, le Eliadi, ne raccolsero il corpo e gli resero gli onori funebri, e fu tanto il loro dolore e il pianto che furono trasformate nei funerei pioppi neri da cui cadono le lacrime che si induriscono formando l’ambra.





Canna (Arundo donax): le canne che crescono nei luoghi umidi sono piante erbacee di grandi dimensioni. I fusti eretti divisi in nodi e internodi, presentano foglie a lamina piana, larga, liscia, verde-glauco. I fiori, piccoli, sono riuniti in pannocchie di colore argenteo che compaiono in estate. Quando il vento le fa ondeggiare sembrano sussurrare segreti come quello del re Mida. Si narra che il Genio del monte Tmolo aveva assegnato, in una gara musicale tra Apollo e Pan, la vittoria ad Apollo. Il re Mida criticò molto questa decisione. Il Genio del monte per vendicarsi delle critiche fece allungare e ricoprire di peli le orecchie del re Mida, il quale tentava di nascondere questa vergogna, l’unico che poteva vedere le sue orecchie era il barbiere, che però, doveva tenere il segreto, pena la morte. Il poveretto, un giorno, confidò il segreto ad una buca del terreno, nella quale in primavera crebbero le canne parlanti che ad ogni alito di vento narravano a tutti la storia delle orecchie del re Mida. Il dio Pan costruì con esse il famoso flauto e ancora oggi i pastori costruiscono con maestria i flauti dritti da cui traggono dolci armonie. Sono usate in agricoltura come sostegni delle piante d’orto, e per fabbricare ceste e panieri.

Lavoro a cura di: Veronica Maniscalco