La Via Crucis

La Via Crucis

Il centro abitato è sovrastato da un colle alto 513 metri, detto il Calvario sul fianco che osserva il paese. Ha 14 cappellette (le stazioni).

L'idea di creare un calvario fu di Padre Luigi La Nuza intorno alla metà del 1600. Esso è costituito da una serie di tornanti che si inseriscono in un dislivello di oltre cento metri tra il centro abitato e il pianoro conclusivo. Costituisce una presenza importante del paesaggio agricolo urbano, rappresentando la sacralizzazione dello stesso.

Al termine del percorso si trovano una croce e una Chiesetta bianca, legate alla cultura contadina che l'ha prodotta. Dal 1920 al 1948, come attestano alcune lapidi votive, la chiesa e il calvario hanno subito una serie di cambiamenti. Il Calvario e la sua chiesetta erano meta della Via Crucis e delle processioni dei contadini che chiedevano l'acqua per i campi, durante i periodi di siccità. Negli ultimi anni è stata ripresa la tradizione Sacra della rappresentazione della Via Crucis (organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con le parrocchie) che si svolge nel pomeriggio della Domenica delle Palme, richiamando molti fedeli.

Le edicole votive

Numerose, a ornare le vie del paese, le edicole votive sono un interessante forma d'arte popolare e dei significativi etnoreperti. L’edicola, collocata sul muro esterno dell'edificio, è costituita da una nicchia in cui è posta l'icona o la statuetta sacra, da una base per porre arredi, lumini, vasetti con vetro o con rete; al suo esterno è adornata da semplificati elementi architettonici.

Più o meno pregevole dal punto di vista estetico-artistico, è sempre espressione di creatività. Varie le tecniche e i materiali dell’icona: pittura su vetro, su lastra di ardesia, su tavola, su piastrella maiolicata. L’iconografia riproduce le immagini note, e rassicuranti dei santini o delle stampe popolari. Le figure divine dell’empireo cristiano più rappresentate sono quelle credute capaci di grande intercessione e cioè quelle che in vita furono sante in modo molto “terrestre” e delle quali viene colta la dimensione della corporalità rispetto a quella dell’eroicità e della virtù.

Molto amate e rappresentate sono Maria e Giuseppe (Sacra Famiglia), figure sante di madre e di padre, l’Addolorata, il Cristo agonizzante, la Pietà, figure sante colte nel momento del dolore umano e quindi sentite partecipi e vicine alla condizione dell’uomo.

Lavoro a cura di:

  • Marfia Francesca