Le Chiese

La chiesa Madre (Chiesa di Santa Maria)

La chiesa Madre è la più importante del paese ed è stata costruita dall'abate Scipione Borghese nel 1633 . Gli altari sono in stile settecentesco, i più importanti sono il terzo a destra dedicato Sant'Anna e il terzo a sinistra dedicato all'Addolorata.


Immagine della Madonna presente nella chiesa madre a cura di Cristina Balsano.

Chiesa di Santa Maria


Prima di accingerci a parlare della fondazione di questa abbazia, riteniamo opportuno ritornare nel XIII secolo. In questo periodo i Siciliani riuscirono a sottrarsi alla dominazione angioina e a riconquistare la liberà tanto agognata. Con un plebiscito i Siciliani chiamarono Pietro d'Aragona offrendogli il trono. Egli, accettando questa richiesta, venne a Palermo dove fu incoronato nel 1282. La sua incoronazione non fu priva di contrasti, poiché gli angioini appoggiati dal Papa, non volevano rassegnarsi a perdere il predominio della Sicilia. Alla morte del figlio Giacomo, la Sicilia venne affidata a Federico, in qualità di vicario. Nella Pasqua del 1296 venne incoronato alla cattedrale di Palermo. L'avvenimento fu solenne e ad esso seguirono molte donazioni. Tra queste c'è la fondazione del monastero Cistercense del "Parco Nuovo".

La Chiesa madre è a pianta basilicale ad unica navata, ha una copertura con volta "a botte" è a matrice Barocca ed era fornita di un organo.

Al di sopra del timpano è rappresentata, con stucchi ad alto e basso rilievo, la Gloria Celeste.

Al di sopra dell’altare, è posto un singolare Crocifisso nero, molto realistico nella rappresentazione, a grandezza reale, del corpo martoriato del Cristo.

Il "Crocifisso nero"

Si racconta che questo crocifisso, forse al tempo dei monaci, nero così com'è oggi, fosse venerato nella chiesetta del caseggiato detto dei "Romei". Quel caseggiato molto probabilmente era la foresteria del convento, e i "Romei" erano semplicemente i passanti ospitati dai monaci per carità. Un giorno pensarono di portare in processione quel crocifisso alla chiesa Madre e nello stesso tempo, lo resero di colore incarnato. Dice la legenda che l'indomani il prete, andando in chiesa, non trovò il crocifisso. Era di nuovo nella chiesetta dei "Romei" e nero come prima. Capirono che dovevano lasciarlo così, nero e lo riportarono nella chiesa grande. Poi, al tempo della parrocchia, non chiamarono un pittore per renderlo "incarnato" ma lo sostituirono con un crocifisso ligneo color carne. Il crocifisso nero fu messo in una stanza del convento. Il parroco di allora lo restaurò e lo riportò nella grande stanza, accanto alla chiesa e un giorno il parroco pensò: "Ma perché non cambiare?". E così il crocifisso bianco andò in sacrestia e il nero tornò nella cappella dell'Addolorata. In quel tempo, il 3 di Maggio, fu fatta anche la processione.



Immagine della Madonna tra gli stemmi presente nella Chiesa Madre a cura di Vincenzo Sciortino.

Stemma

Questo stemma riporta delle scritte in greco-latino e raffigura "Gli Aragonesi, l'Abate Pietro Guzzio e di Altofonte".

Le scritte dicono "ANNO DOMINI MCCXXVIII. XI INDICTIONIS HOC OPUS FACTUM EST TEMPORE FR.P.ABBATIS SANCTAE MARIAE DE ALTO FONTE"

Era questo lo stemma dell'Abazia. Probabilmente era collocato o in un dormitorio o sopra la porta della stanza dell'Abate, dentro il monastero. Per non farlo perdere, nel rifacimento dei muri, lo hanno collocato in chiesa.



Interno chiesa di Santa Maria

Chiesa di Sant'Antonino

Essa fu eretta nel 1653 dal Sacerdote Giacomo Trovato sopra un fondetto detto di Santa Brigida posseduto dagli eredi del Sacerdote Don Nicolò Di Carlo” (Sac. Domenico Sciortino “Storia di Parco”, Lucca 1937).

Chiesa di Sant'Antonio da Padova

Chiesa di San Michele Arcangelo



Quasi tutte le chiese annesse ai palazzi del Parco normanno, hanno un esplicito andamento basilicale.

La cappella di San Michele Arcangelo rispecchia dei motivi d'impianto bizantini quali l'andamento basilicale e il presbiterio rivolto a oriente. Quest'ultimo è diviso dalla navata da un arco: infatti, secondo il rito greco, il presbiterio, dove avveniva la celebrazione religiosa, doveva essere nettamente separato dal resto della cappella.

Ai fianchi dell'abside centrale si trovavano nicchie appena accennate nello spessore del muro, poste quasi a simbolo della protesi e diaconico; ed infine i due gazofilacei, anch'essi compresi entro lo spessore del muro del santuario.


Tratto dalla guida: Alto fonte

associazione Pro Loco Città di Altofonte

Crocifisso Ligneo

Interno della chiesa San Michele Arcangelo

Confraternita del SS. Sacramento nella "Sacra Veglia"

Chiesetta curata e gestita dalla confraternita del Sacramento, come luogo di preghiera specie in un periodo storico in cui si temeva che, per le troppe piogge, potesse esserci uno smottamento della Moarda.

Ad unica navata, di modeste dimensioni si trova al suo interno la statua di San Bernardo.


Lavoro a cura di:

  • Leone Gabriele
  • Perchia Nicole
  • Sciortino Vincenzo