I primi insediamenti

Vaso campaniforme appartenente alla "Cultura della Moarda" (XVIII-XV sec. a.C.), oggi al Museo Archeologico Regionale "A. Salinas" di Palermo.

La Cultura della Moarda

La presenza dei primi insediamenti urbani nel territorio di Altofonte si può far risalire ad un’epoca compresa tra il XVIII e i l XV sec. A.C. (età del bronzo). Infatti nel 1881, l’archeologo Antonio Salinas effettuando un saggio di scavo sul versante Nord-Est della Moarda, in località Cozzo di Castro, riportò alla luce diversi vasi risalenti proprio all’età del bronzo. Si tratta di manufatti in ceramica indigena assimilabili a quelli della coeva e limitrofa cultura della Conca d’oro (particolare affinità con questa ceramica presenta quella recuperata a Villafrati). Tra questi vasi visibili oggi al Museo Archeologico di Palermo segnaliamo in particolare una brocca acroma di 20 cm. di altezza e di 73 cm. di circonferenza. La brocca è decorata da disegni geometrici che, separati da due linee parallele, ne dividono la pancia in una parte superiore ed una inferiore. Nella prima fascia sono visibili una serie di triangoli inclusi l’uno nell’altro mentre, nella seconda, si osservano fasce verticali che si alternano secondo un gioco di linee oblique con incisione e senza.

L'insediamento di Cozzo Paparina


Ad un’epoca più tarda risale invece il materiale archeologico ritrovato nell’area di Cozzo Paparina.

Quest’insediamento si sarebbe sviluppato a partire dal secolo VII a.C. fino al III sec. a.C..

Sembra che il sito sia stato un punto strategico-militare di notevole importanza per la Sicilia occidentale e abbia conosciuto due fasi di sviluppo.

La prima, tra i secoli VII e IV a.C., per l’influenza delle due città fenicio-puniche più importanti della zona: Panormo e Solunto e la seconda, tra il IV e III secolo a.C. per influenza dell’impero Cartaginese e sotto il diretto controllo di Panormo.

Il sito rappresentava un punto di confluenza per numerose direttrici di comunicazione: da un lato aperto verso la Valle dell'Oreto e dall’altro verso l’attuale Piana degli Albanesi. Si inseriva in particolare lungo quattro direzioni: quella che da Parthenicum portava ad Himera; quella che univa Panormo alla Valle del Belice, Panormo a Corleone, Montelepre a Cozzo Paparina.

Oltre all’ottima situazione nel campo della viabilità si può rilevare la presenza di una sorgente d’acqua e la fertilità dei terreni. Tutti questi elementi hanno favorito lo sviluppo politico, economico e militare di Cozzo Paparina.

Pare che il sito sia stato abbandonato in epoca romana in quanto si assistette ad una diminuzione degli scambi commerciali con l’interno; si può ricordare a tal proposito che la città di Jato viene distrutta dai nuovi dominatori.

Cozzo Paparina tornerà ad essere frequentato nel XII sec. d.C., probabilmente come casale nel territorio di Monreale e proprio in concomitanza con il nascere del Parco normanno.

Adesso vi mostriamo alcune immagini

Lavoro a cura di:

  • Alessandro Castellese
  • Giovanni Pio La Barbera
  • Pietro Simone Merra
  • Matteo Venturella