Alfredo Casella

"Questi [Xavier Leroux] mi insegnò così bene i dogmi scolastici che dovetti faticare poi per oltre dieci anni al fine di sbarazzarmi di tutto il gigantesco bagaglio di regole da quel maestro inoculatemi..."


Alfredo Casella - "21 + 26" [p.12]

Alfredo Casella nacque a Torino nel 1883. La madre, allieva di pianoforte di Carlo Rossato, e il padre, violoncellista di fama e insegnante al Conservatorio di Torino, gli impartirono le prime lezioni di musica. Il giovane Alfredo quindi crebbe in un ambiente famigliare dedito alle arti, ambiente che fu regolarmente frequentato da intellettuali e musicisti di primo piano, situazione che permise a Casella di vivere la fanciullezza in un contesto di grande spessore e cultura.

Casella non intraprese mai studi musicali regolari ma grazie al suo talento debuttò giovanissimo in concerto a Torino al Circolo degli artisti e al Teatro Carignano. Nonostante le ristrettezze economiche dovute alla successiva morte del padre, nel 1896 si trasferì a Parigi ed entrò al Conservatorio cittadino nel 1898 dove proseguì gli studi pianistici con Louis Diémer, studiò armonia e contrappunto con Xavier Leroux e frequentò le lezioni di composizione di Gabriel Fauré, maestro che il giovane Casella tenne sempre in grande considerazione. Oltre al contesto accademico, Parigi gli offrì soprattutto un ambiente ricchissimo di stimoli dove poté frequentare personalità di primissimo piano, sia in ambito musicale, come Maurice Ravel, George Enescu e Claude Debussy, sia scrittori ed intellettuali di ogni genere, come Emil Zola, André Gide, Marcel Proust, Alphonse Daudet ed Edgar Degas.

Casella ricevette, già a cavallo tra i due secoli, numerosi riconoscimenti sia in qualità di pianista che di compositore, terminando ufficialmente gli studi nel 1902, anche se si considerò per tutta la vita essenzialmente un autodidatta. Dopo un’iniziale carriera da pianista debuttò anche come direttore d’orchestra soprattutto negli Stati Uniti. Nel primo decennio del Novecento ebbe modo, inoltre, di conoscere e frequentare numerosi musicisti russi di fama e giovani esordienti come Igor Stravinskij, interessandosi anche in maniera appassionata alla musica tedesca di Richard Strauss e soprattutto quella di Gustav Mahler, che cercò di promuovere in Francia dove il grande direttore austriaco non era quasi per nulla conosciuto come compositore.

In generale Casella si spese molto per la promozione e l’esecuzione della musica contemporanea del suo tempo. Poco prima dello scoppio della Grande Guerra decise di ritornare in Italia dove si impegnò sia come concertista che come organizzatore per la promozione del grande repertorio e della musica di compositori a lui coevi. Il suo ritorno in patria fu salutato da molti come un avvenimento in grado di dare finalmente una ventata di freschezza al mondo musicale italiano, all’epoca tradizionalmente conservatore e quindi restio alle novità. Insegnò anche pianoforte presso il Conservatorio di Santa Cecilia, e su esempio della Société musicale indépendante di Ravel, della quale fu segretario, fondò la Società italiana di musica moderna in collaborazione con Ottorino Respighi, Ildebrando Pizzetti, Gian Francesco Malipiero e altri musicisti, che però non ebbe grande fortuna. Il suo impegno nel promuovere la cultura del suo tempo si manifestò comunque in varie forme, dalla pubblicazione di articoli, all’organizzazione e direzione di concerti. Fu proprio Casella a promuovere l’esecuzione in Italia opere fondamentali come il Pierrot Lunaire di Arnold Schönberg e L’Histoire du Soldat e Les Noces di Igor Stravinskij, organizzando anche esecuzioni di opere di compositori fino a quel tempo sconosciuti nella penisola come Béla Bartok, Paul Hindemith, Darius Milhaud e molti altri, anche grazie alla fondazione, in collaborazione con Malipiero e D’Annunzio, della sezione italiana della Società internazionale di musica contemporanea (S.I.M.C.), attività organizzativa e divulgativa che non mancò di sollevare negli anni ’30 anche qualche accesa polemica.

A. Casella, G. F. Malipiero, A. Berg e F. Werfel
Malipiero, De Falla e Casella
Casella e Pirandello

Accanto all’intensa attività di organizzatore ed esecutore, che lo vide anche alla testa del Trio Italiano, una delle formazioni cameristiche più acclamate del tempo, proseguì quella di compositore, le cui opere venivano regolarmente eseguite in tutta Europa e negli Stati Uniti. Casella fu attivo anche in ambito didattico, sia come docente di pianoforte, presso l’Accademia Chigiana di Siena, sia come promotore della musica del passato, dando un contributo decisivo alla riscoperta e valorizzazione degli antichi maestri della scuola italiana quali Vivaldi, Scarlatti, Gabrieli, Monteverdi e molti altri oggi conosciuti storici autori.

Nel 1942 si ammalò e subì anche alcuni interventi. Passò gli ultimi anni di vita, tra le difficoltà dovute alla salute fragile, a dare lezioni di pianoforte e a dirigere qualche concerto, ma soprattutto lavorando ad alcune delle sue composizioni più impegnate, come la “Missa Solemnis Pro Pace” del 1944 e curando le revisioni ed edizioni critiche di alcuni grandi maestri del passato.

Impegnato fino agli ultimi giorni di vita come organizzatore e esecutore, si spense malato a Roma nel 1947.

Nonostante Casella abbia dedicato gran parte della propria vita all’esecuzione, all'organizzazione di concerti e all’insegnamento, la sua produzione come compositore è tutt'altro che ridotta. Scrisse numerose composizioni dedicate al pianoforte, musica per canto e pianoforte e musica orchestrale, tra cui alcune sinfonie influenzate in principal modo dal tardoromanticismo tedesco, e opere che già dai titoli fanno capire l’inclinazione neoclassica dello stile di quel periodo, come Scarlattiana, Sarabanda, Toccata, Ricercari e molti altri titoli. Casella scrisse anche alcuni balletti, come “La giara” del 1924, ed opere teatrali di cui ricordiamo “La donna serpente” del 1931, che è forse la sua composizione per teatro più celebre.

Trio Italiano

Conferenza su "La donna Serpente"

Noseda parla di Casella

LIBRI DI e SU CASELLA

Alfredo Casella: 21 + 26 (a cura di A. C. Pellegrini) - Ed. Olschki, 2001