Dopo le accuse del regime nazista verso la figura di Paul Hindemith, che considerava il suo operato “bolscevismo culturale” e la sua musica “Arte degenerata”, il 25 novembre 1934 il grande direttore tedesco Wilhelm Furtwänler attirò l'attenzione sulla situazione di Hindemith nella tedesca Allgemeine Zeitung con il suo articolo Der Fall Hindemith in cui scriveva:
“Nessuno della generazione più giovane ha fatto tanto per la reputazione della musica tedesca all'estero quanto Hindemith”.
Paul Hindemith nacque a Hanau (Assia) nel 1895. Avviato alla musica, come il fratello Rudolf, in giovane età, cominciò a suonare il violino a nove anni, per poi proseguire gli studi nel 1908 presso il Conservatorio di Francoforte sul Meno. Contrariamente al volere del padre, Hindemith fu deciso fin da subito ad intraprendere la carriera musicale. Nel 1912 continuò gli studi in composizione con Arnold Mendelssohn e Bernhard Sekles. Suonò violino e la viola in numerose formazioni sia da ballo che cameristiche. Fu anche impiegato come Konzertmeister presso l’Opera di Francoforte dal 1915 al 1921. Nel 1918 partecipò anche al Primo Conflitto Mondiale.
Il debutto internazionale come compositore avvenne nel 1922 grazie all’esecuzione di alcuni suoi lavori al festival della Società Internazionale per la Musica Contemporanea di Salisburgo, e molte sue opere degli anni '20 ebbero la prima al Festival di Donaueschingen. Hindemith fu uno degli esponenti più in vista e, per certi versi, provocatori della musica contemporanea tra le due guerre. Il suo operato, riconosciuto da una rapida carriera musicale che lo vide anche in qualità di professore all’Hochschule di Berlino dal 1927 al 1929, fu tuttavia messo in discussione dall’avvento del regime nazionalsocialista, che nel 1938 lo costrinse a lasciare la Germania, alla volta della Svizzera e poi degli Stati Uniti.
Prima di lasciare il paese, nel 1935 terminò la sua opera più celebre, “Mathis der Maler” sulla vita del pittore Matthias Grünewald, e fu mandato dal regime in Turchia a riformare l’ambiente musicale della capitale Ankara, dove fondò il Conservatorio cittadino.
Lasciata l’Europa nel 1940, insegnò negli Stati Uniti, all’Università di Yale ed ai corsi di Tanglewood; ottenne la cittadinanza americana nel 1946. Al termine della guerra fu insignito di numerosi riconoscimenti ed onorificenze, sia in America che in Europa dove tornò in qualità di direttore d’orchestra.
Dopo l’esecuzione della sua ultima opera a Vienna nel 1963, si ammalò gravemente e venne trasferito, su sua volontà, al Marienhospital di Francoforte dove si spense all’età di 68 anni.
Il linguaggio compositivo di Hindemith passò attraverso numerose tecniche e stili differenti che vanno dall’espressionismo all’atonalismo fino al neoclassicismo, con una assoluta ammirazione per la musica di Bach che lo spinse a sviluppare una personale tecnica contrappuntistica a tratti estremamente cromatica e complessa. La produzione di Hindemith interessò tanto i generi della musica alta in tutte le sue forme, quanto quella della così detta musica d’uso che al tempo trovava espressione in nuove situazioni di fruizione come la radio, il cabaret ed il cinema, fino alla nascente musica elettroacustica ed elettronica. La produzione compositiva di Hindemith è assai vasta, tuttavia si possono ricordare tra le opere teatrali le espressioniste “Sancta Susanna” op.21 del 1921 e “Cardillac” op.39 del 1926, e il neoclassico già citato “Mathis der Maler” del 1935. Tra la musica più conosciuta ed apprezzata di Hindemith, tuttavia, vi è il repertorio cameristico come i Kammermusik e le numerose composizioni dedicati alla viola, che fu il suo strumento prediletto.
Marco Moiraghi: Paul Hindemith, musica come vita - Ed. Epos, Palermo, 2009
Paul Hindemith: A Composer's World - Harvard University Press, Cambridge, 1952