Ottorino Respighi
Ottorino Respighi nacque a Bologna nel 1979. La famiglia di Respighi fu dedita all’arte da generazioni: la madre proveniva da una famiglia di scultori, mentre il padre fu dignitoso pianista e insegnate nonché membro dell’Accademia Filarmonica di Bologna. Fu proprio il padre a dare al giovane Ottorino i primi rudimenti musicali e pianistici, abilità che poi continuò a sviluppare da autodidatta. Studiò anche il violino e si interessò di cultura in senso trasversale. Celebri furono anche le sue doti di poliglotta che lo videro familiarizzare con lingue antiche e moderne. Al liceo musicale studiò violino e viola con Federico Sarti, contrappunto e fuga con Cesare Dall’Olio e composizione con Luigi Torchi e Giuseppe Martucci. Diplomatosi in violino nel 1899, fu impiegato al teatro comunale di Bologna e nel 1900 fu ingaggiato come prima viola dal teatro Mariinskij di Pietroburgo dove frequentò per alcuni mesi Nikolaj Rimskij-Korsakov, già insegnante di Igor Stravinskij, che lo aiutò a completare gli studi in composizione e lo indirizzò soprattutto verso un accurato studio dell’orchestrazione, percorso che venne coronato dal diploma a Bologna nel 1901.
Dal 1903 a Bologna, lavorò dapprima principalmente come strumentista di violino, viola, viola d’amore, ed al pianoforte come accompagnatore di cantanti. Respighi si dedicò molto anche alla composizione di liriche per canto e pianoforte e per voce e orchestra. Il suo poeta prediletto fu l’inglese Percy Bysshe Shelley; ebbe anche contatti con Gabriele D’Annunzio, con il quale però Respighi non volle inizialmente collaborare, ma del quale musicò successivamente alcune liriche. Negli stessi anni ebbe modo di ampliare le sue frequentazioni anche con altri intellettuali e musicisti di chiara fama internazionale come Max Bruch, Ferruccio Busoni e Bruno Walter.
Nello stesso periodo crebbe in Respighi l’interesse per la musica strumentale italiana del XVII e XVIII secolo, soprattutto quello per Claudio Monteverdi, del quale curò un’esecuzione dell’allora inedito Lamento d’Arianna, diretta poi da Arthur Nikisch. Nel 1913 ottenne la cattedra di armonia e contrappunto presso la Regia Accademia di Santa Cecilia di Roma, città che divenne da lì in avanti la sua seconda dimora. Proprio in questo periodo crebbe l’interesse di Casa Ricordi per il Respighi compositore, soprattutto per quanto riguardava il recupero e la trascrizione di musica degli antichi autori italiani, attività che divenne una vera costante nella vita del musicista bolognese.
La fama di Respighi come compositore contemporaneo fu coronata, nel 1918 a Milano, dall’esecuzione del poema sinfonico “Fontane di Roma” sotto la direzione di Arturo Toscanini. Con questa composizione orchestrale Respighi riuscì a trovare una sua dimensione compositiva in un genere, quello del poema sinfonico, che in Italia non ebbe prima di allora mai possibilità di svilupparsi a dovere e che lui stesso riuscì poi a riproporre con successo in altre due successive celebri composizioni dedicate alla città di Roma: “Pini di Roma” del 1924 e “Feste Romane” del 1929.
Nel primo dopoguerra Respighi si interessò al teatro e al balletto, collaborando anche con il celebre impresario dei Ballets Russes Sergej Djagilev. Fu poi direttore, dal 1924 al 1926 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ed intraprese, soprattutto in America, una fortunata carriera come direttore d’orchestra e solista.
Negli anni ’30 le posizioni musicali di Respighi in difesa della tradizione musicale italiana dell’Ottocento, seguite da quelle di altri celebri compositori del tempo come Ildebrando Pizzetti, alimentarono non poche polemiche e scontri con musicisti contemporanei come Alfredo Casella e Gian Francesco Malipiero, che credevano invece nella necessità di un radicale rinnovamento della musica Italiana, polemiche a cui seguì anche un acceso scontro con Toscanini in occasione della messinscena dell’Orfeo di Monteverdi del 1935.
Respighi si spense, per una endocardite, nella sua residenza nei pressi di Roma nel 1936.