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Prima di addentrarci nelle ramificazioni  del sito permettetemi innanzitutto un breve cenno sulle più importanti  vicende della mia vita.  

Sono nato a Perugia diversi (tanti!) anni fa e nella mia prima giovinezza ho qui vissuto fino al 1938, quando mio padre si trasferì a Foligno con tutta la famiglia per motivi di lavoro. Nel settembre 1944 ( non era ancora finita la guerra ma da noi il fronte era passato tre mesi prima ) sono tornato nella mia città d’origine e nel 1949 ho qui conseguito il diploma di geometra. 

Intanto, solo per fare un certo tirocinio, mi occupai presso uno studio di ingegneria e come altri miei colleghi,  mi iscrissi all’Università presso la facoltà di Economia e Commercio, unica allora concessa con il diploma di geometra. Per fronteggiare la grande disoccupazione di quel tempo, il Governo istituì  la famosa legge dei Cantieri-Scuola, che prevedeva un certo stanziamento di fondi ai Comuni che intendevano realizzare nel loro territorio opere di pubblica utilità (generalmente strade). Per questo dopo poco tempo venni chiamato dall’Ufficio provinciale del lavoro e venni assunto quale Istruttore-Capocantiere di una strada che doveva sorgere alla periferia della città. Nell’ambito della Provincia seguirono altri lavori, che mi tennero impegnato per circa due anni. 

Su mia richiesta, allo scopo di ottenere dal personale il massimo rendimento, mi fu consentito di adottare un orario unico di lavoro che praticamente terminava intorno alle 13. Nel frattempo mi ero aggiudicato una borsa di studio di lire 10.000 al mese presso la Fondazione per l’Istruzione Agraria (un ente annesso all’Università) che mi impegnava solo nel pomeriggio, ma rendeva così piena la mia giornata lavorativa.


In merito all’Università, dopo i primi esami la mie velleità di una laurea svanirono completamente, sopraffatte dal raggiunto obbiettivo di un sicuro posto di lavoro. Era il 1952; avevo superato un concorso presso i Monopoli di Stato (una branca del Ministero delle Finanze) , l’ente che gestiva in regime di monopolio la coltivazione, la fabbricazione e la vendita  dei tabacchi. La mia destinazione fu l’agenzia di Carpanè, un paesino sulle rive del Brenta di circa 500 abitanti ed il mio compito era quello del rilevamento e misurazione dei terreni destinati a tale coltura.

Debbo dire che in questa residenza  ho trascorso uno dei periodi più belli della mia vita. Ero apprezzato nel mio lavoro e avevo trovato un ambiente in cui potevo constatare quanto fosse vera la proverbiale cortesia della gente veneta. Mi sembrava di aver trovato il luogo per una residenza definitiva, ma sarei stato sempre sotto l’incubo di un trasferimento e limitate possibilità di carriera. Intanto il progresso tecnologico investì anche la Pubblica Amministrazione e nel 1956 tra i primi in Italia, l’Azienda dei Monopoli si dotò di un Centro Elettronico per la meccanizzazione della contabilità di alcuni settori. Fu quindi bandito un concorso interno per la formazione del personale da adibire al nuovo ufficio, e dopo uno specifico corso con esame finale, risultai idoneo a questo nuovo incarico e trasferito a Roma. Se questo mi portava più vicino alla mia terra d’origine, mi procurava nel contempo una certa tristezza nel lasciare quei luoghi dove mi ero così bene ambientato.

Sollecitato dai miei e con una stipendio a quei tempi invidiabile l’obbiettivo ‘Matrimonio’ divenne inevitabile. Allacciai rapporti più stretti con una giovane che già conoscevo e nel 1958 mi sono sposato in Assisi nella Porziuncola di Santa Maria degli Angeli. 

Tra il 1959 e il 1965 sono nati i miei tre figli e nel 1969 nel quartiere Aurelio trovammo la nostra residenza definitiva. Ma nel 1978 si è abbattuta sulla mia famiglia felice ed unita, la più grande sciagura della mia vita. Per una grave malformazione cardiaca mia moglie è venuta improvvisamente a mancare e da allora sono rimasto solo con i miei tre figli. Ma come si dice, la vita continua. Ora ero solo alla guida della famiglia e con i miei impegni di lavoro dovevo organizzare anche la vita di tutti i giorni. Qualcuno mi ha aiutato. Ho cercato di dare ai miei figli una educazione adeguata a quella che io avevo ricevuto, e il livello di studi raggiunto da ognuno, ha offerto loro un dignitoso posto di lavoro.

Gli anni sono passati i figli hanno trovato la loro dignitosa sistemazione economica e da loro ho avuto tre nipoti: Mauro, da Paola e Marco, e Stefano con Claudia da mio figlio Pino e Silvia. Hanno con successo superato i loro studi e anche da loro ho avuto diverse soddisfazioni.

Dopo quella tremenda disgrazia potevo dire di aver superato con successo le vicissitudini  della mia vita famigliare. Ma sentivo di non essere rimasto completamente solo; qualcuno mi aveva aiutato! Parafrasando il titolo di un vecchio film , potevo dire. “Lassù qualcuno ci ama!”.    

 Novembre 2020 

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La pensione  

Da quando mi sono ritirato in pensione ho potuto più agevolmente assecondare l’inclinazione emersa sin dall’infanzia, dedicandomi all’hobby della pittura con saltuarie evasioni anche verso la pagina scritta. 

In entrambi i casi nessuna aspirazione alla notorietà o al successo; la realizzazione di questo sito è solo merito dei miei figli esperti in queste moderne tecnologie. Naturalmente mi sono impegnato con fervore.

Sarà l'eta. Le tante primavere alle spalle ci mostrano aspetti della vita sino allora trascurati, ed il pensiero, conscio del limitato futuro, volge sempre più frequente al passato e trova nei ricordi un sereno abbandono.


Mio padre (classe 1896) è nato e cresciuto in una famiglia patriarcale (come tante di allora) di ben nove figli ed anche se ad un certo punto se ne è distaccato per trovare lavoro in città, ha mantenuto con i suoi sempre rapporti molto stretti. Questo legame mi è stato trasmesso e, sin da ragazzo, quando ero libero dagli studi, ho passato molto tempo a casa dei nonni da sempre dediti alla vita dei campi.

Mio padre, classe 1896, richiamato in artiglieria nella Prima Guerra Mondiale, venne fatto prigioniero nella ritirata di Caporetto e dopo un periodo di stenti riuscì ad evadere dal campo. Una famiglia austriaca lo accolse come aiuto nel lavoro dei campi e lo salvò dalla fame fino alla fine della guerra. Suo costante desiderio era di tornare a ringraziali. Insieme a mio fratello pensammo di accontentarlo e accompagnati dal cugino Renzo nel 1973, con pochissimi indizi sul nome e il luogo della famiglia che l’aveva ospitato, partimmo in macchina verso il Brennero. Le vicende e l’esito di quel viaggio sono narrate in questo fascicolo.

Nel 1994, anche per “orientare” i numerosi parenti nella rete dei complessi legami di sangue, pensai di realizzare un poster dell’ albero genealogico della famiglia a partire dal 1869, (anno di nascita del mio nonno paterno Olinto), fino a quei giorni. Il risultato fu soddisfacente. Vi figurano le foto dei parenti fino alla terza generazione e i nomi di tutti i discendenti, per un totale di circa 150 persone.

Per la distribuzione agli interessati organizzammo un grande incontro conviviale nella “casa avita” che ottenne un enorme successo. Era l’ottobre del 1995 e di quel raduno se ne parla ancora quando ci si rivede insieme.  

Sulla scia di quell’entusiasmo e lusingato dal consenso ottenuto, decisi di spingermi oltre. Volevo che il ricordo della nostra incomparabile famiglia rimanesse vivo in ognuno. L’amenità del luogo lontano dal traffico (S. Angelo di Celle - Deruta) al vocabolo S.Cristina (dalla chiesina annessa, e che dà il nome al fondo), invitava chiunque ad un pomeriggio insieme. Così pensai che saltuariamente, dopo le vacanze estive tra ottobre e novembre, sarebbe stato quello il periodo giusto per rivederci.

Una breve Messa nella chiesina celebrata dal parroco Don Gino Ciacci sempre affabile e disponibile, ci offre infine l’occasione di commemorare tutti i nostri defunti. E la partecipazione non è mancata:. E, caso strano, in un consesso così eterogeneo per età e per gusti anche i giovani si sono trovati bene. Si pensi che nell’incontro del 2014, tra grandi e piccoli, erano presenti 91 persone. E per finire, quale miglior commiato se non un brindisi dopo un piccolo spuntino per chiuder la giornata in allegria?  

Sulla casa dei nonni e sulla loro vita di mezzadri in quel podere avevo tanti ricordi che volevo far conoscere anche ad altri.. Quale miglior  tramite, se non quello di riunire in uno scritto profili e vicende di chi ci aveva preceduto? Dovevo affidarmi però solo alla mia memoria e a quella di alcuni cugini, perché erano scomparsi ormai coloro che avrebbero potuto fornirmi materiale prezioso. Comunque ne risultò un volume consistente e a quelle ricerche detti il nome “ Il Treno della Mezza” (di cui ne parlerò diffusamente in altra sede). Era la fine del 1996, i parenti ne furono entusiasti e con le loro offerte per il volume allietammo le vacanze di Natale degli anziani della Casa di Riposo Fontenuovo di Perugia.

Oggi però sono i nipoti che assorbono principalmente l’attenzione di tutti. Mauro figlio di Paola si è laureato in Ingegneria Biomedica nel 2014 ed occupa un posto di rilievo in una industria biomedica italiana. Stefano, figlio di Pino, tramite la comunità Soho Onlus di Bologna si è dedicato per 2 anni ad un periodo di volontariato di circa un mese in Africa e precisamente in Ghana in un piccolo villaggio a circa 180 chilometri da Accra ed è sempre tornato entusiasta da questa esperienza; nel Luglio 2020 Stefano si è brillantemente laureato in medicina. Claudia, figlia di Pino, frequenta con successo la facoltà di architettura già da due anni.

Ma l’evento principe di questo 2020 è un altro. Si è affacciata alla vita un’altra discendente di questo nutrito clan famigliare. E’ nata la piccola Aurora, figlia di mio nipote Mauro; una splendida bimba che ha immediatamente catturato l’interesse e l’affetto di tutti noi e a me ha procurato un avanzamento di grado con quel prefisso “bis” che rende mesti ed orgogliosi a un tempo.

Debbo riconoscere che anche se Nel mezzo del cammin… il destino non mi è stato benigno, oggi ne sono stato ampiamente ripagato con le persone a me dintorno. E quello che più mi rende soddisfatto è l’unione e l’affiatamento che c’è in tutti noi. Sono qualità sempre più rare e sono il vero tesoro della vita. Io ho fatto il possibile perché tutto ciò si realizzasse, ma penso che è stata ben poca cosa senza l’assistenza dei nostri cari che ci hanno preceduto. Parafrasando il titolo di un vecchio film, sento di poter dire : “Lassù qualcuno ci ama!”

Oggi, quasi tutti i discendenti della nostra patriarcale famiglia che vediamo nell’albero genealogico si sono sistemati lontano dal loro luogo di origine. Ma il ritmo dei tempi non riesce a distrarci da nostalgici incontri e allo “squillo dell’adunata” tutti rispondono con entusiasmo.

Vorrei tanto che questo legame che ancora oggi resiste, si trasferisse su tutti i nostri discendenti. E’ una dote che molti non conoscono, una vera ricchezza. E’ un’aspirazione legittima, naturale, sempre più preziosa, ma chissà…

Post Scriptum

A quanti avessero velleità di cimentarsi nella formazione di un sito su internet, dico che questa non è un’impresa da poco. Ringrazio i miei figli ed in particolare debbo riconoscere che se non fossi stato assistito dalla pazienza e competenza di mio figlio esperto di queste nuove tecnologie (siamo stati Pensiero e Azione una specie di Mazzini e Garibaldi ), questo sito non si sarebbe realizzato.

- Poco male! – Mi pare di aver sentito una voce.

- Eh! lo sapevo…! – rispondo rassegnato 

 

                                                                                                                                                                                                     Mario 

 

Novembre 2020 

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