La religiosità dell'uomo primitivo
Sumeri e Babilonesi
L'invenzione della scrittura è opera dei Sumeri. Le prime testimonianze, risalenti attorno al 3300 a.C., furono scoperte su tavolette di argilla rinvenute nella città di Uruk. Questo tipo di scrittura, cuneiforme, era in origine utilizzata per la registrazione di transazioni economiche, successivamente anche per trascrivere concetti letterari, religiosi e documenti legislativi.
Gli scribi Sumeri ci hanno tramandato il nome di centinaia di divinità. Ciascuna città aveva una divinità che la proteggeva. Il tempio principale della città era sempre dedicato al proprio protettore. tra le divinità adorate da tutta la nazione vi erano: An, dio del cielo e Inanna, dea dell'amore e della guerra. Gli dei assumevano sembianze antropomorfiche e il loro comportamento ricalcava quello degli uomini, nella cui esistenza intervenivano.
La divinità principale dei Babilonesi erano Anu, dio dei cieli. Suo figlio Enlil governava la superficie della terra ed era considerato il re degli dei. Ea era la divinità delle acque, dispensatrice di vita. Ciascuna divinità aveva una moglie e una famiglia. Ishtar, dea della guerra e dell'amore era la moglie di Anu. Marduk, figlio di Ea, fu nominato protettore di Babilonia. Il suo culto si diffuse tra il 2000 e il 1000 a.C., man mano che aumentava la potenza dei Babilonesi; così Marduk fu onorato come re degli dei.
Narrazioni sulle gesta delle divinità sono presenti nelle testimonianze di Sumeri e Accadi. Una storia della creazione, tra le più note, è narrata nel poema babilonese Enuma Elish; composto prima del 1000 a.C., era recitato a Babilonia in occasione delle celebrazioni per l'anno nuovo per onorare Marduk che aveva conquistato l'oceano del caos e dato vita al mondo.
Il tempio: la ziqqurat
Sumeri e Babilonesi costruirono imponenti templi chiamati ziqqurat. Erano altissime torre a gradoni collegati da scalinate. Sulla sommità c'era il tempio dedicato alla divinità protettrice della città. In particolari feste dedicate agli dei, pensavano che il dio scendesse dal cielo e dimorasse nel santuario sulla sommità. Solo i sacerdoti potevano salire al tempio per pregare, offrire sacrifici e praticare la divinazione. I piani inferiori erano il centro commerciale della società, c'erano magazzini, negozi e botteghe artigianali, forni per il pane, uffici amministrativi e abitazioni dei sacerdoti.
Gli Egiziani
Il faraone era il signore supremo dell'antico Egitto ed era il punto d'incontro tra le divinità e il popolo. Tramite i suoi sacerdoti, il faraone faceva sacrifici agli dei in nome del popolo, affinché in cambio gli dei fossero prodighi di doni con l'Egitto. A lui erano affidati la costruzione dei templi che erano sempre eretti in suo nome.
I faraoni erano ritenuti loro stessi degli dei ed erano associati al dio Horus. Si riteneva che dal faraone dipendessero le inondazioni del Nilo e il succedersi delle stagioni. Incarnavano l'ordine, la forza e l'autorità divina.
La morte e l'aldilà
Gli egizi avevano molta cura e attenzione per i defunti, soprattutto per i faraoni. Alla morte erano soliti mummificare il corpo, perché solo con il corpo integro l'anima poteva accedere nell'aldilà, guadagnandosi l'immortalità. Il processo di mummificazione era svolto da un sacerdote-chirurgo in alcune fasi:
Il defunto doveva superare alcune prove, enigmi, ostacoli; a tale scopo aveva a disposizione il Libro dei Morti e degli amuleti magici. Poi giungeva di fronte al giudizio di un tribunale composto da 42 giudici, presieduto dal dio Osiride. Il verdetto finale di questo giudizio era determinato dalla Pesatura dell'anima.
L'occhio di Horus
L'occhio di Horus è il simbolo della prosperità, del potere regale e della buona salute. Rappresenta colui che tutto vede, veniva posto all'interno dei bendaggi che avvolgevano il corpo del defunto, oltre che su amuleti, incisioni e papiri in quanto simbolo di rigenerazione e rinascita. Poteva essere dipinto sulle navi come segno apotropaico, sui fianchi dei sarcofagi affinché il defunto potesse vedere nell'aldilà, sui muri come difesa dai ladri.
Le divinità
Il simbolo dell'Ankh
Simbolo egiziano della croce ansata, o chiave della vita. Questo segno geroglifico rappresenta la vita immortale. Gli dei spesso sono raffigurati con l'Ankh in mano oppure sul petto. Lo troviamo inciso anche sulle mura dei templi e o sulle steli funerari. Veniva utilizzato anche come amuleto, capace di infondere salute, benessere e fortuna.
Divinità antropomorfiche
Le divinità delle civiltà antiche hanno le stesse caratteristiche degli uomini, stessi atteggiamenti, qualità e difetti, vizi e virtù. Nei poemi e nell'arte hanno sembianze umane. Gli dei interferivano spesso nelle vicende umane, intervenendo direttamente sulla terra. Diversamente dagli uomini avevano dei poteri sovrannaturali ed erano immortali.
Nell'antico Egitto erano diverse le modalità per rappresentare gli dei:
antropomorfica, forma umana
zoomorfica, forma animale
forma ibrida, corpo umano e testa animale
La divinazione
Per tutti i popoli antichi era molto importante riuscire a conoscere la volontà degli dei riguardo il destino degli uomini e la riuscita delle diverse attività umane (guerre, raccolto dei campi ...). I sacerdoti erano esperti nell'arte divinatoria, cioè nell'interpretare alcuni fenomeni naturali per capire la volontà degli dei:
gli àuguri osservavano il volo degli uccelli
gli aruspici osservavano le viscere degli animali sacrificati
i fulguratores osservavano i fulmini (forma, intensità)
gli astrologi osservavano il movimento delle stelle
Il sacrificio
Era l'atto di culto più importante nelle civiltà antiche. I sacerdoti presentavano un' offerta che poteva venire scelta dal mondo animale o vegetale, veniva deposta sull'altare (ara) e consumata dal fuoco. Il fumo che sale al cielo è il segno dell'offerta alla divinità. Il sacrificio veniva compiuto per offrire alla divinità ciò che le appartiene e riconoscerne così la potenza, per riparare a mancanze di un singolo o di tutto il popolo, per chiedere favori alla divinità o per ringraziarla.
Nell'ebraismo c'erano diverse tipologie di sacrifici, tra le quali:
l'olocausto, in cui la vittima veniva bruciata interamente sull'altare
il sacrificio di comunione in cui la vittima veniva fatta a pezzi: parte era offerta sull'altare e parte veniva arrostita e mangiata dai fedeli e sacerdoti in un banchetto sacro.
il sacrificio di espiazione che serviva per riparare una colpa individuale o di tutto il popolo.
Per i Greci e i Romani i sacrifici si distinguevano in:
sacrifici di venerazione per esprimere rispetto, gratitudine e lode
sacrifici di propiziazione per chiedere aiuto, protezione e prosperità
sacrifici di riparazione per rimediare alle colpe, offese e crimini contro gli dei.
La religione dei persiani
L'antica religione persiana era un retaggio della vita pastorale: le divinità erano in parte legate alla natura ed in parte a idee come "contratto" (dio Mitra) e "discorso giusto" (dio Veruna). Praticavano sacrifici animali e bevevano un succo chiamato haoma, che produceva uno stato di allucinazione. Prima del VI sec. a.C., nei territori persiani dell'est si affermò il profeta Zoroastro o Zarathustra, il quale predicava il culto di Ahura-Mazda, la divinità suprema adorata nel fuoco, alla quale era possibile parlare. Zoroastro riteneva che tutta l'umanità fosse coinvolta nella lotta tra bene e male. Per questo viene denominata religione dualista. Agli inizi della creazione, il Dio supremo caratterizzato da luce infinita, onniscienza e bontà, creò lo Spirito benevolo opposto allo Spirito maligno, signore delle tenebre, violenza e morte. Il conflitto cosmico interessa l'intero universo, inclusa l'umanità, alla quale è richiesto quale delle due vie seguire. La via del bene e della giustizia porterà alla felicità, mentre la via del male apporterà infelicità, inimicizia e guerra. Le idee di Zoroastro influenzarono notevolmente i sovrani persiani e si diffusero con grande rapidità.
Questa figura alata rappresenta probabilmente il dio Ahura-Mazda, suprema divinità dell'olimpo persiano. L'immagine si può osservare nel palazzo delle 100 colonne di Persepoli.
Ancor oggi esistono fedeli dello Zoroastrismo, sono circa 130 mila, sparsi tra Iran, India, Pakistan, Sri Lanka e alcuni gruppi anche in Gran Bretagna e Stati Uniti
La Grecia antica
I greci, come la maggior parte dei popoli antichi, erano politeisti. Il loro pantheon era costituito da dodici divinità che risiedevano sulla cima del monte Olimpo che, sempre avvolta da nuvole, era nascosta alla vista degli uomini. Gli dei facevano parte dello stesso universo a cui appartenevano anche gli uomini e avevano un'organizzazione gerarchica. Al vertice vi era il padre Zeus, antico dio del cielo; come dio della tempesta scagliava i fulmini, mentre come custode delle leggi naturali e morali e come patrono del giuramento si occupava della giustizia. Poi ricordiamo: Era, sposa di Zeus; Afrodite dea dell'amore; Ares, dio della guerra; Atena, dea della saggezza; Apollo, dio della bellezza; Artemide, dea della caccia, Hermes, messaggero degli dei; Demetra, dea dei raccolti. Ade era il dio del regno dei morti, mentre Poseidone era il dio delle profondità marine, entrambi fratelli di Zeus.
Gli dei greci erano antropomorfi e degli uomini avevano tutte le debolezze: invidia, gelosia, si vendicavano, si adiravano, si innamoravano. Essi erano immortali, ma non eterni, infatti non esistevano da sempre. Quando intervenivano nelle vicende umane, lo facevano spinti unicamente dalle proprie simpatie e antipatie. Tuttavia, come gli uomini, anche gli dei erano sottoposti a Moira, il fato o destino, che con le sue leggi oscure li guidava, senza che essi potessero intravederne i disegni.
Luoghi sacri
Il culto si celebrava nei templi: alcune località erano particolarmente importanti perché era venerata una divinità in particolare. Per esempio Delfi e Delo erano entrambi sacre al dio Apollo: Delo era infatti il suo luogo di nascita e a Delfi il dio aveva ucciso il serpente Pitone e qui si riteneva che parlasse agli uomini servendosi di una sacerdotessa, di nome Pizia.
Iscrizione sul frontone del Tempio di Apollo a Delfi
Ti avverto, chiunque tu sia! Oh tu che desideri sondare gli arcani della natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi, non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il tesoro degli dei. Oh uomo, conosci te stesso e conoscerai l'universo e gli dei. (Oracolo di Delfi)
Le persone sacre
In Grecia vi erano sacerdoti e sacerdotesse. A causa del forte interesse dei greci per la divinazione, acquistarono speciale importanza gli oracoli, presenti in alcuni importanti santuari, entrando in trance e comunicando col Dio, fornivano risposte a domande di ogni genere.
La morte e l'oltretomba
La religione dei romani
I romani subirono notevoli influssi dai popoli coi quali entrarono in conflitto (popoli italici, Etruschi, Greci; successivamente Egiziani e Persiani). Anzi i romani erano molto tolleranti e aperti verso le religioni di altri popoli, spesso ne assimilarono divinità, credenze e riti.
L'osservanza dei valori divini e delle pratiche cultuali serviva a garantire il benessere e la prosperità dello Stato ("salus pubblica" e "pax deorum"). Profondamente religiosi, ritenevano di dover vivere con giustizia e praticando la pietas, che si esprime nell'onore, timore e venerazione dovuta agli dei, nello zelo per le azioni rituali, la preghiera e il sacrificio. Erano molto scrupolosi nell'eseguire le pratiche religiose perché credevano che da ciò dipendesse la benevolenza degli dei.
Le persone sacre
La vita religiosa era controllata e regolata dai sacerdoti, divisi in collegi a seconda dei compiti. I sacerdoti più importanti erano i pontefici e l'autorità religiosa più alta era il Pontefice Massimo. I Flamini si occupavano del culto di singole divinità. Le Vestali erano sacerdotesse con il compito di tenere acceso il fuoco della dea Vesta; il suo spegnimento era il segno eloquente dell'ira degli dei e premonizione di una sventura per lo Stato.
Le divinità
I misteri
Coloro che aspiravano ad una fede più personale, spesso si rivolgevano alle religioni dei misteri. Qui il fedele era iniziato, passo dopo passo. alla conoscenza spirituale e segreta della fede. I misteri eleusini e dionisiaci in Grecia erano noti sin dall'epoca antica. Nel mondo romano imperiale del I sec d.C. divennero popolari anche molti culti stranieri. La dea egiziana Iside aveva molti sacerdoti, addetti a riti molto coinvolgenti. Si riteneva che Iside esaudisse le preghiere dei mortali. Mitra divinità persiana, era il soldato degli idei, gli uomini al suo servizio avanzavano di grado durante la battaglia contro il male. Per un certo periodo il culto di Mitra esercitò una seria rivalità all'affermazione del cristianesimo.
Nei templi romani dedicati al dio Mitra, il posto d'onore era dedicato alla taurotocnia, cioè alla rappresentazione del dio nell'atto di sgozzare un toro sacro. Un giovane energico con un cappello frigio, una corta tunica e mantello che gli sventola sulle spalle, Mitra, afferra il toro con forza, portandogli la testa all'indietro mentre lo colpisce con la corta spada. Un serpente e un cane sembrano bere alla ferita del toro e uno scorpione cerca di ferire i testicoli del toro.