Induismo

Simbolo religioso

Diffusione geografica

L'induismo conta un miliardo di fedeli, di cui 950 milioni in India.  India, Mauritius e Nepal sono nazioni a maggioranza induista. L'Asia del sud-est è diventata a maggioranza induista nel III secolo. 

Questa influenza ha lasciato numerose tracce architettoniche, come la famosa città-tempio Angkor Wat in Cambogia costruita attorno al 1120 d.C. E' il più vasto sito religioso al mondo.

Il simbolo dell'OM, il più sacro mantra induista. Questa è la prima sillaba pronunciata da Brahma, da cui ha avuto origine tutta la creazione; rappresenta la vibrazione divina primordiale che generò tutte le cose. Pronunciarlo significa entrare in contatto con l'istante della creazione. E' un mantra potentissimo perché è in grado di dare energia a tutto il corpo che si pone a meditare. Si pronuncia AUM: dalla bocca aperta (A), si passa ad una fase intermedia (U), fino alla chiusura (M). 

Il mantra è  una formula di due o più sillabe, la quale produce un suono che ripetuto più volte è in grado di liberare la mente dai pensieri e dare energia al corpo. Viene ripetuto nelle preghiere e meditazioni.

Origine e sviluppo

"Induismo"  è il nome che  i turchi musulmani, arrivati in India nel XIII sec., diedero agli abitanti ad est del fiume Indo, per indicare coloro che non si convertivano alla loro religione. I fedeli indù non indicano la loro fede religiosa col termine"Induismo", ma la denominano Sanatanadharma che significa ordine, norma, religione eterna.

Questo insieme di credenze si è sviluppato a partire dal 1800 a.C. senza un vero ed unico fondatore. Nel corso dei secoli ha subito modificazioni e adattamenti per evoluzioni interne e in seguito a contatti con altri culti e religioni.

Per questo motivo non si può dare una definizione unitaria dell'induismo, poiché esso si può considerare una serie di correnti religiose, devozionali, teologiche e metafisiche, modi di comportarsi e abitudini quotidiane con un comune nucleo di valori e credenze religiose, ma differenti tra loro a seconda del modo in cui interpretano la tradizione e i testi religiosi.

La Trimurti

Tra tutti gli dei, gli indù riconoscono signori dell'universo quelli appartenenti alla triade sacra, detta Trimurti. Sono le tre espressioni formali più elevate del Brahman

Brahma, il creatore

Visnù, il conservatore 

Shiva, il distruttore

Enoteismo 

La ricchezza di diverse credenze è alla base della presenza di moltissime divinità nell'induismo, che molti per questo considerano una religione politeista (anche se ogni indù adora di solito una sola divinità).

Gli indù credono nel BRAHMAN, l'essere supremo, ineffabile, indicibile, da cui tutto prende origine e a cui tutto ritorna, energia divina che non può essere condizionata da nulla, l'Assoluto, unità cosmica da cui tutto procede.

Non è così semplice catalogare l'induismo come religione monoteista o politeista. Il termine più esatto sarebbe quello di enoteismo. Infatti tutte le divinità non sono altro che manifestazioni o forme dell'unico e immutabile Brahman. Dunque esiste un Dio che ha la preminenza sugli altri, da esso derivano le molteplici divinità, ma ciò non esclude che queste siano oggetto di forme di culto significative.

Panteismo 

Il Brahman impersonale, trascendente e privo di attributi è allo stesso tempo immanente e permea tutti i piani del manifesto. C'è la presenza del divino Brahman in ogni aspetto della natura e del cosmo, in ogni luogo e in ogni cosa.

"Egli è il vasaio da cui si forma il vaso, è la creta con cui è fabbricato. Tutto proviene da lui, come la luce irradiata dal sole. Ogni cosa è unita a lui come i fiumi sfociano negli oceani. Tutto proviene e ritorna a lui come la tela del ragno è fabbricata e ritratta dal ragno stesso"

Panteismo significa che Dio è nel Tutto. Per questo diventano oggetto di culto molte forze ed elementi della natura: le catene montuose dell'Himalaya, il fiume Gange, e alcuni animali (scimmie, serpenti, coccodrilli e soprattutto la vacca).

La reincarnazione

La scintilla divina dell'Assoluto Brahman presente in ogni essere umano viene detta ATMAN, che è il principio spirituale simbolo della presenza divina. Indica l'essenza dell'individuo, il soffio vitale, la coscienza spirituale, il vero soggetto dell'uomo, distinto eppure inscindibile dal Brahman universale

Secondo gli indù il mondo è illusione, Maya, ciò che appare agli occhi degli uomini; il corpo e la materia sono apparenza ed inganno, pura illusione, destinati a scomparire. L'atman invece non muore, ma destinato a continue rinascite, passa ad un nuovo corpo ed ad una nuova esistenza dove ha la possibilità di migliorare la propria condizione. 

Il ciclo delle continue rinascite viene denominato Samsara.

La dottrina della reincarnazione è regolata dalla dottrina del Kharma. Questa dottrina afferma che ad ogni azione corrisponde un effetto, una conseguenza non solo in questa vita ma anche in quelle future. Si accumulano così meriti o demeriti. Chi durante la vita con le sue azioni egoiste e cattive, ha accumulato un kharma negativo rinascerà in forme di vita inferiori. Mentre chi vive la sua vita in modo onesto e dignitoso accumula un kharma positivo, rinascerà in una nuova vita migliore e più felice. 

La meta finale a cui tende ogni fedele indù è cercare di reincarnarsi ogni volta in una forma di vita superiore alla precedente e raggiungere così la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. La salvezza consiste nella fusione dell'atman individuale nel Brahman universale; questa scomparsa dell'io individuale nello Spirito Assoluto viene detta Moksha. L'anima si fa tutt'uno con l'universo.

Gruppi religiosi

Ci sono molti gruppi religiosi induisti. Questi tre sono i principali:


Il segno di Shiva 

I fedeli di Shiva si dipingono sulla fronte tre linee bianche ed un segno rosso che indica il terzo occhio, l'occhio spirituale; cioè il potere di raggiungere un livello di conoscenza superiore che va oltre le apparenze, oltre le conoscenze del passato, presente e futuro. Secondo la tradizione, Shiva si siede sui luoghi ove avvengono le cremazioni, per questo alcuni seguaci si cospargono il capo di cenere, immergendosi in una profonda meditazione sul senso della vita e della morte e sul valore transitorio dell'esistenza. 

Il sistema delle caste 

nella società indù

LE CASTE

Krishna

E' il nome di un Avatara (significa "discesa" o "incarnazione") del dio Vishnù e tale è considerato dalla corrente religiosa induista che considera Vishnù come l'essere supremo. 

La divinità nei momenti difficili della storia umana si manifesta agli uomini in forme umane, dette avatara (10), che guidano l'umanità. L'hanno salvata dal male e hanno condotto gli uomini ad una maggiore consapevolezza dei loro comportamenti e di come avrebbero dovuto condurre la loro vita,

Krishna è considerato l'ottavo avatara di Vishnù.

Ganesha

E' una delle rappresentazioni di Dio più conosciute e venerate; una tra le divinità più amate. Figlio di Shiva e Parvati, raffigurato con testa di elefante con una sola zanna perché l'altra è spezzata, ventre grosso e quattro braccia.

Dio della saggezza, adorato come colui che rimuove gli ostacoli, difende le buone azioni e semina difficoltà nel cammino del malvagio. Scopre che la divinità è dentro se stesso.

Fiume sacro: il Gange

E' il fiume sacro per eccellenza dell'induismo. Nelle sue acque i suoi fedeli si bagnano per ottenere la purificazione e la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. E' il luogo privilegiato per le cremazioni e la dispersione delle ceneri dei defunti. Lungo le rive del fiume la città di Varanasi (antica Benares) ha centinaia di templi che vengono inondati durante la stagione delle piogge. La città è un luogo centrale per il culto indù e per le cremazioni. Secondo la tradizione, chiunque muoia a Varanasi non si reincarna, ma raggiunge direttamente le alte sfere celesti per grazia di Shiva.

Holi festival

La festa  Holi segna l'addio all'inverno e l'inizio della primavera. In genere cade il giorno dell'ultima luna piena invernale. La gente danza e suona, lanciandosi polveri colorate, come fece il dio Krishna nella sua infanzia. Si celebra la vittoria del bene sul male, l'incontro con gli altri, la voglia di giocare, ridere, dimenticare le sofferenze, perdonare e consolidare le relazioni. Durante la festa le persone si abbracciano e si augurano "Happy holi". 


I testi sacri 

I libri sacri indù sono i Veda (dal sanscrito vid, "vedere", che significa "conoscenza"o "sapienza"), insieme di opere formatosi in tempi diversi. Le parti più antiche risalgono al II millennio a.C., ma l'insieme di questi libri ha assunto la forma attuale solo nel III sec. a.C. Contengono prescrizioni rituali, inni e canti, preghiere e formule sacrificali, formule magiche, sia in prosa sia in versi. Altri testi importanti sono le Upanishad (significa "sedere presso", l'atteggiamento del discepolo che, seduto a terra, riceve l'insegnamento dal maestro) strutturate in forma di dialogo: un maestro spiega la verità sui problemi dell'esistenza umana. Riflettono il declino dei riti sacrificali ed uno stile più interiore e personale di pratica religiosa.  

Oggi si fa anche riferimento alle opere redatte da alcuni santi come Vyasa, Valmiki, Manu. A questi scritti appartengono:

Lo Yoga

E' una disciplina psico-fisica mediante la quale si ottiene il controllo del respiro, del corpo, dei pensieri e delle energie vitali. Il suo fine è il raggiungimento della pace suprema, della conoscenza suprema e della liberazione dai legami materiali per raggiungere l'unione tra l'anima individuale, l'atman, e l'Assoluto, il Brahman

Colui che pratica lo yoga è detto yogin: egli affronta un percorso di progressiva liberazione dal ciclo di morte e rinascita, giungendo all'abbandono di sé allo Spirito Divino supremo. Le fasi dello yoga sono:

Lo yogin, che arriva all'ultima fase, sperimenta uno stato di superamento dei sensi, delle emozioni, delle false immagini mentali; si pone al di fuori di tutto, al di fuori del tempo e dello spazio, del concetto di bene e male, anche al di là di se stesso, perché è diventato uno con lo Spirito Assoluto e può liberarsi dal ciclo delle reincarnazioni.