I terremoti

Il progetto didattico sui terremoti è stato preparato in collaborazione 

con l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), sezione di Pisa.

Come si registrano i terremoti: i sismografi

Sismografo verticale e orizzontale

In queste immagini si possono osservare due sismografi in grado di registrare, rispettivamente, i movimenti orizzontali e verticali del suolo. I sismografi sono progettati in modo che sia possibile registrare anche vibrazioni molto piccole. La massa rimane ferma perché è sospesa ad una molla, che non le trasmette il movimento del terreno. Il pennino collegato alla massa, quindi, registra su un foglio scorrevole il moto relativo tra se stesso (la massa ferma) e la Terra (che si muove).

I sismografi che vengono usati oggi sono per la maggior parte digitalizzati, ma lo schema delle animazioni è comunque utile per capirne il principio di funzionamento.

Ulteriori informazioni sul sito: http://www.iris.edu/hq/programs/education_and_outreach/aotm/8

Entriamo nella sala di monitoraggio sismico dell'INGV a Roma...

Nella sezione del "materiale didattico"  puoi vedere come abbiamo registrato i "terremoti" al Geolab

Come si producono i terremoti

Per capire come si producono i terremoti dobbiamo immaginare che le rocce abbiano un comportamento "elastico". Che significa? Significa che, quando sono sottoposte ad uno sforzo, si deformano e, quando lo sforzo cessa, riprendono la loro forma originaria (come fa una molla, od un elastico di gomma). Questo può sembrarci strano, ma ricordiamo che gli sforzi a cui sono sottoposte le rocce, all'interno della crosta terrestre, sono enormi ed applicati per lunghissimi tempi.  (Un filmato in cui si "visualizza" il comportamento elastico di una roccia si può vedere  qui). 

Durante la deformazione, le rocce accumulano energia. Oltre un certo limite l'energia accumulata supera la "soglia" di rottura della roccia. In questo caso,  il corpo roccioso non risponde più elasticamente ma si frattura lungo un piano di faglia; i due blocchi ai lati di questo si spostano l'uno rispetto all'altro, riprendendo la propria forma originaria. 

L'enorme "energia elastica" accumulata durante la deformazione viene rilasciata pressoché istantaneamente durante un sisma. Questa energia si propaga in tutte le direzioni sotto forma di onde elastiche, o sismiche.

Cosa sono le faglie e come si riconoscono? 

Nella sezione del "materiale didattico"  puoi vedere come abbiamo prodotto i "terremoti" al Geolab

Come si propagano i terremoti: le onde sismiche

Il breve filmato precedente visualizza gli spostamenti verticali del terreno al passaggio delle onde generate da un terremoto. Il massimo spostamento verticale misurato dagli strumenti per questo terremoto (evidenziato dai colori rosso e blu più intensi) corrisponde a 22 micron, cioè 22 millesimi di millimetro. Nell'immagine seguente sono stati evidenziati due momenti: il passaggio del primo "fronte dell'onda", che corrisponde alle onde P, che sono più veloci ed hanno ampiezza minore, ed il passaggio delle onde S. I corrispondenti grafici degli spostamenti verticali lungo la sezione indicata dalla linea nera sono solo indicativi.

 

Nella sezione del "materiale didattico"  puoi vedere come abbiamo simulato le onde sismiche al Geolab

Come si individua l'epicentro di un terremoto

Nella sezione del "materiale didattico" puoi vedere come abbiamo trovato l'epicentro di un terremoto al Geolab

Rischio sismico

In quali zone della Terra avvengono i terremoti? 

Per ottenere questa informazione è utile scaricare Seismic/Eruption, di Alan Jones, un programma per visualizzare l'attività sismica e vulcanica nello spazio e nel tempo. I dati mostrati sono aggiornati al 2011 e si riferiscono agli ultimi 50 anni.

L’INGV ha realizzato, in occasione dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia, questa mappa tricolore della pericolosita’ sismica del nostro paese. Gli insegnanti delle classi che partecipano al laboratorio ne riceveranno alcune copie ad uso didattico. Scarica la mappa in PDF.

Fare prevenzione con un film

Il film è "Non chiamarmi terremoto". Informazioni dettagliate sul progetto didattico le trovate sui siti www.nonchiamarmiterremoto.it e http://www.edurisk.it/

Il film è un mediometraggio (30') in cui la tecnica narrativa della fiction riesce a fondere il punto di vista emotivo ed esperienziale con le necessarie informazioni scientifiche per capire come comportarsi prima, durante e dopo un terremoto, in modo da ridurne gli effetti distruttivi (materiali, ma anche psicologici).