OGM

Da un intervista a Marcello Buiatti Docente di genetica presso l’Università di Firenze

Lei è critico nei confronti degli Ogm.

Non sono contro gli Ogm in quanto tali, ma contro quelli che possono essere pericolosi e contro gli Ogm che non servono a niente, come quelli attualmente sul mercato. Tutti pensano che gli Ogm siano una tecnologia innovativa e che ce ne siano tantissimi in giro. Falso: la tecnologia è del 1981, i prodotti che sono ora sul mercato risalgono al 1987 e sono soltanto quattro piante modificate. Dal 1996 a ora non sono stati immessi sul mercato con successo altri Ogm. Anche il famoso Golden rice, il riso che doveva produrre più vitamina A, non ha avuto successo perché non era abbastanza performante. Adesso ne stanno facendo una nuova versione ma non sappiamo come sarà.

Quindi, secondo lei, gli Ogm non danno alcun vantaggio?

I quattro Ogm che sono attualmente sul mercato, cioè mais, soia, colza e cotone no. Si è visto che la produzione unitaria è la stessa di quella dei vegetali non modificati. Si può vedere sul sito dell’Usda, cioè del dipartimento dell’agricoltura americano, dove sono pubblicati i dati per il mais e per la soia. L’aumento di produzione dal 1996 al 2007 è stato costante, quindi l’introduzione degli Ogm non ha dato alcuna accelerazione. Il sito di Syngenta, che controlla il mercato degli Ogm insieme a Monsanto, pubblica a questo proposito dati falsati. Dal punto di vista della produzione, quindi, gli Ogm non hanno portato alcun miglioramento. Tantissime imprese hanno detto che gli Ogm servono a risolvere la fame nel mondo, ma i prodotti Ogm attualmente presenti, come il cotone e la soia, non sono utili a questo scopo. Gli Ogm sono un fallimento tecnologico: chi fa questo mestiere, come me, sa che il risultato della modificazione genetica non è così prevedibile come si

vorrebbe credere. Non è detto che un gene, che in un determinato essere vivente esplica una certa funzione, si comporterà allo stesso modo se inserito da un’altra parte. Questo perché le piante sono vive. Una serie di cose non sono prevedibili.

Lei ha denunciato anche i pericoli del mercato degli Ogm.

Esistono seri problemi di sperequazione e iniquità, legati non tanto agli Ogm in sé, ma alla struttura del mercato e alle multinazionali che ne detengono il controllo. Perché alla fine sono in grado di stabilire anche il prezzo del cibo nel mondo. In Argentina, la produzione di soia, tutta Ogm, è aumentata moltissimo perché le multinazionali comprano i terreni ai piccoli contadini, togliendo così le risorse all’agricoltura locale per vendere la soia ai Paesi industrializzati, che la usano per i mangimi animali. Questo fatto ha ridotto in modo significativo la loro produzione di cibo.

E in Italia?

Sono contrario all’immissione degli Ogm in questo Paese perché noi abbiamo un’agricoltura abbastanza fiorente basata sulla tipicità, sulla qualità e sulla variabilità genetica dei nostri prodotti. Inoltre i nostri terreni agricoli sono molto piccoli rispetto alle enormi distese del continente americano e anche l’eventuale vantaggio legato all’uso di Ogm, per esempio per la soia quello di poter ridurre la manodopera spargendo il diserbante con l’aereo, è vanificato dal poco spazio a disposizione. L’entrata delle multinazionali nell’agricoltura italiana la distruggerebbe: non è un caso che sia Coldiretti sia Cia, le nostre due organizzazioni dei coltivatori, sono contro l’introduzione degli Ogm.

Gli italiani credono che facciano male...

Su questo non sono in grado di rispondere con sicurezza. Purtroppo l’Autorità per la sicurezza alimentare non possiede laboratori per fare le proprie verifiche, ma si basa principalmente sui dossier delle imprese.