Psiconcologia

Nel paziente oncologico si riscontrano spesso situazioni di stress emotivo e di disagio psicologico determinati dal forte impatto che la malattia genera in tutti gli aspetti della vita del paziente, dal rapporto con il proprio corpo, alle relazioni familiari, sociali e professionali, dal significato attribuito alla vita, la sofferenza, la malattia e la morte, al proprio modo di conseguenza di reagire alla malattia e rispondere alle terapie. La malattia oncologica, quindi, è accompagnata non solo da sofferenze e disagi fisici, associati alla neoplasia e ai trattamenti, ma anche da uno stato di sofferenza più globale, che coinvolge aspetti psicologici, relazionali e spirituali della vita del paziente ed anche del suo nucleo familiare.

Il paziente oncologico quindi, per la specificità della sua situazione, si configura come un soggetto che può trarre notevoli benefici da una proposta terapeutica a “360 gradi”, che prenda in carico cioè non solo gli aspetti medico-farmacologici ma anche, a fianco di questi e in sinergia con essi, le sofferenze psicologiche e le difficoltà relazionali che si connettono alla malattia e al suo carico di incertezze, paure, ribaltamento di valori esistenziali. Le pratiche mindfulness-based, perfettamente compatibili con qualsiasi terapia farmacologica, offrono in aggiunta a ciò, il vantaggio di promuovere l'autonomia della persona nell'affrontare la sfida che la malattia pone. Le pratiche mindfulness fanno leva, come detto, sulle risorse interne alla persona, promuovendo la compliance rispetto alle terapie, l'accettazione realistica e non passiva (non la rassegnazione quindi!) della situazione, la capacità di essere protagonista nel processo di guarigione e/o di miglioramento della propria qualità di vita. Quanto detto è valido anche per i familiari di pazienti oncologici: anche per loro sono una realtà quotidiana il confrontarsi con la morte e il senso della vita, i cambiamenti negli equilibri familiari che la malattia reca con sé, le difficoltà legate a terapie invasive e debilitanti, la paura e l'incertezza del futuro.....anche per loro, la qualità della vita è più che mai legata alla possibilità di attingere a risorse e strumenti sia esterni sia interiori, alla consapevolezza di non dover necessariamente essere spettatori impotenti di una sofferenza incomprensibile.

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