Mediazione

CHE COS'E' LA MEDIAZIONE

Mediazione significa anzitutto “essere in mezzo a”, per assumere poi il senso di “intervento destinato a conciliare le persone, le parti in causa”.

Ogni qualvolta che viviamo un conflitto, viene a crearsi uno spazio, un vuoto che isola ciascuno nel proprio vissuto, perché le parole con le quali ognuno cerca disperatamente di colmare tale vuoto, restano prive di significato per colui al quale sono rivolte e, in fondo, restano dette per se stesso. I due monologhi si corrispondono, ma ognuno resta isolato da un muro invalicabile, il muro della separazione, che rimane una delle esperienze umane più dolorose.

Le situazioni conflittuali nella vita di relazione sono molteplici. Anche limitandoci al campo del diritto di famiglia, il numero di separazioni /divorzi altamente conflittuali, tanto da diventare talvolta vere e proprie “guerre”, è altissimo, e altrettanto numerose sono le cause che ne scaturiscono. Spesso si tratta di situazioni stressanti, che si protraggono in modo snervante e senza un’apparente possibilità di risoluzione che non sia quella d’autorità. Se la coppia in causa per separazione ha dei figli minori, come spesso si verifica, questi corrono il rischio di pagare le conseguenze più alte di una conflittualità che, più aumenta, più inabilita le parti a vivere con adeguato impegno il proprio ruolo genitoriale.

All’interno di ogni conflitto, è la componente emotiva che lo fa perdurare al di là di ogni ragionevole motivazione. Per affrontare e saper gestire tale componente occorre una specifica competenza professionale: è qui che il mediatore può intervenire con efficacia, sgravando altri professionisti (come gli avvocati) da un onere gravoso, che spesso si trovano costretti a svolgere – per necessità o per sensibilità personale – ma che di solito non desiderano e che sentono, a ragione, non confacente al proprio ruolo professionale.

Proprio per evitare l'escalation emotiva che in un conflitto giuridico è destinata a diventare sempre meno gestibile, l'intervento mediativo è tanto più efficace quanto prima vi si ricorre. Per questo motivo la collaborazione fattiva delle diverse professionalità chiamate in gioco si rivela decisiva nel proporre e promuovere alla cittadinanza il ricorso alla mediazione come forma civile e di grande spessore etico per affrontare i conflitti e come efficace forma di prevenzione del disagio e della sofferenza che nasce dai conflitti irrisolti e diventati “a ferro e fuoco”.

La mediazione è un procedimento per trovare una soluzione condivisa ad un conflitto, per mezzo di un terzo neutrale, imparziale, professionalmente preparato a questo ruolo e accettato preventivamente da entrambe le parti. La mediazione è una forma di “conciliazione”, che non si svolge però in ambito giuridico, bensì prima di questo: in altre parole, compito del mediatore non è quello di pronunciare un giudizio arbitrale, bensì quello di aiutare le parti in conflitto a trovare un accordo condiviso. Tocca quindi ai soggetti “in causa” trovare una soluzione accettabile al loro problema, che poi verrà tradotto in un accordo che le parti, previa visura da parte dell’avvocato o dei rispettivi avvocati, firmano e al quale si assumono la responsabilità di tenere fede. Il loro avvocato/i loro avvocati inseriranno quindi l’accordo nei documenti legali formali da presentare presso il tribunale competente per l’omologazione. La condivisione rispetto all’impegno assunto è la migliore condizione perché le parti siano soddisfatte e, di conseguenza, abbiano interesse a rispettare l’impegno assunto.

Purtroppo però, l'istituto della mediazione e la relativa professione sono ancora poco conosciuti in Italia – contrariamente ad altri paesi occidentali dove costituiscono una tradizione consolidata e di grande rilievo; anche nel nostro paese però va sempre più diffondendosi la coscienza della necessità di trovare nuove forme sociali e culturali di risposta al problema della conflittualità interpersonale e sociale. Essere promotori di una cultura della mediazione come forma civile di accordo tra parti, rispettosa dei diritti ma anche delle sensibilità e che responsabilizza in prima persona, si configura in questo momento come una azione di innovazione culturale molto promettente e lungimirante.

IN QUALI CAMPI TROVA APPLICAZIONE LA MEDIAZIONE ?

Il mediatore professionale ha acquisito una competenza mediativa in varie tipologie di conflitto come, per esempio, per le condizioni di separazione tra coniugi, per l’affido e/o le modalità di gestione dei minori; conflitti nelle organizzazioni di lavoro; gli onnipresenti conflitti condominiali, i conflitti che portano a cause civili ecc.. In generale, l’attività di mediazione si configura come un possibile strumento di negoziazione in situazioni in cui le parti in causa non sono state in grado di risolvere il conflitto in sede privata e, quindi, afferiscono ad uno studio legale. La mediazione non sostituisce la pratica legale, ma si configura come il momento in cui entrambe le parti hanno la possibilità di partecipare direttamente alla determinazione di un accordo, in seguito stilato e formalizzato dallo studio stesso.

Con l’entrata in vigore della nuova legge sull’affido condiviso, che pone il minore al centro degli interessi e delle scelte del Legislatore e per la quale i coniugi sono tenuti per legge a gestire in modo condiviso la responsabilità e le scelte genitoriali, la mediazione è utile per rendere attori del processo separativo le due parti in causa, che staranno stimolate a trovare loro stesse soluzioni adeguate e durature. Non a caso in molti altri paesi europei la cultura della mediazione come possibilità di risoluzione civile delle controversie è già ampiamente radicata nelle Istituzioni e, nel caso della Francia, viene sperimentata anche in campo penale per quanto attiene alla giustizia minorile.