4. Topologia a nicchie
Premessa
Il metodo eco-biostorico per uno sguardo-mente a frattali osservativi
Il metodo eco-biostorico per uno sguardo-lente a frattali informativi
4. Topologia a nicchie
Premessa
Imparare le tecniche di navigazione per viaggiare nelle conoscenze
Antonia Colamonico © 2015
Tra le ombre di una ragnatela smossa l'ago, paziente riportava da una stoffa antica la traccia di una presenza... (da A. Colamonico, Le stagioni delle parole. Il filo - © Il Filo 1994.)
Indice saggio: Il Metodo - Copertina 1. Evoluzioni di Echi - Incipit 2. La Tessitura - Premessa a. La funzione di lettura b. Fuochi sdoppiati di ordini 3. La realtà di carta a. Letture e Rotte b. I luoghi di navigazione 4. Topologia a nicchie Biostoria: L'approccio top-down 5. Sistema a influenze-echi Le traslazioni storiche
L'organizzazione della Vita un gioco a nicchie-eventi
Un uomo si propone di disegnare il mondo. Nel corso degli anni popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di vascelli, di isole, di pesci, di case, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto. Jorge Luis Borges
La trama di realtà a multi-verso - Per poter comprendere e descrivere la trama della realtà D. Deutsch individua l'interazione di quattro scienze, la teoria quantistica per uno studio della materia, l'evoluzionismo, l'epistemologia per una teoria della conoscenza e la teoria computazionale.
Per il fisico israeliano la realtà a cui abbiamo accesso è, tecnicamente, solo “virtuale”, una semplice narrazione in grado di tesserne la trama, con l'intreccio di quattro fili (quantistica, evoluzionismo, epistemologia, matematica computazionale) che danno il “verso realistico” al multi-verso del reale.
Egli rovesciando il senso comune, sostiene che il ragionamento scientifico non è la base per l'estrapolazione di realtà, si pensi alla legge di gravità che isola la forza d'attrazione, ma semplicemente un modo di distinguere tra le spiegazioni buone che si interfacciano nella narrazione di realtà.
Così facendo, egli pone a limite della realtà la stessa coscienza che essendo un canale di accesso, non neutro, trasforma il fatto da dato-reale in sé in dato-informativo trasferibile e quindi narrabile. In tale narrabilità egli, inconsapevolmente, sposta l'asse dell'osservazione scientifica dalla scienza alla storia e si attua un salto gnoseologico che pone come attrattore cognitivo delle conoscenze non più la meccanica ma lo stesso processo vitale, dunque la biostoria. (da A. Colamonico. Lo sguardo biostorico tra echi di realtà e tempi 0).
Esempio di plasticità
Evoluzioni di significati - La plasticità delle parole: Il Quanto dalla fisica alla biostoria.
La nuova gnoseologia eco-biostorica sta riscrivendo la realtà con dei nuovi occhiali-lenti, i quali, potenziando l'occhio-mente nell'azione di lettura, arricchiscono il pensiero medesimo di una molteplicità di sfaccettature di sguardi a multi-trame evolutive che permettono la visione porosa, a spugna, con diverse grandezze di profondità e differenti tempi, vincolati alle scale, ai gradi e alle maglie-finestre di lettura (A. Colamonico. Fatto tempo spazio. Oppi, Milano 1993).
La nuova realtà appare così un complesso unico, coeso, di organizzazioni in organizzazioni, in continue rielaborazioni; un esempio veloce:
Lo studio sulla vita delle cellule, sta rivelando come il corpo umano, quale insieme-casa mente-pensiero, sia continuamente soggetto alla morte.
La vita di ogni cellula, da qualche ora a qualche giorno o mese, è piccola cosa rispetto a quella del soggetto-uomo in cui tali cellule prendono casa; infatti la vita media uomo è tra i 70 e gli 80 anni, per cui c'è un ordine-memoria che dà ad ogni cellula nuova la linea-indirizzo di collocazione-funzione all'interno del corpo in cui si posiziona.
Lo sguardo uomo di quel corpo non vedrà mai le singolari morti, ma vivendo scoprirà l'erosione del tempo sui suoi tessuti, sulla sua pelle...
Pur avendo in sé memoria della continuità e fissità corporea, da piccoli segni riuscirà a ricavare gli echi-nodi delle modifiche, che tuttavia non potrà definirle con esattezza storiografica, ma solo con una forma, più o meno valida, di approssimazione di lettura.
L'approssimarsi alla verità è il confine medesimo di ogni lettura, poiché esistono le aree buie, destinate a restare campi-vuoti di non conoscenza.
L'uno/tutto della vita
in chiave biostorica
La continuità è relativa al campo dell'identità del mondo-sé, la discontinuità è connessa al campo del mutamento del mondo-sé; l'una e l'altra modalità entrano in relazione nella coscienza dell'osservatore, con due processi osservativi:
Uno a lettura continua, come un flusso costante di echi informativi che danno la consapevolezza-memoria delle permanenze storiche, nel tempo;
l'altro è la lettura discreta, come lo è una gemmazione da ramo-foglia-gemma-fiore-frutto-seme, che apre lo sguardo-mente osservante ai salti dei campi di lettura, rendendo frastagliate le visualizzazioni.
Con la prima lettura si isolano le permanenze, le continuità, le stabilità, le persistenze... Con la seconda i mutamenti, le mutazioni, le trasformazioni, le alterazioni...
Permanenza e mutamento sono le due carniere della costruzione di realtà ad opera di ogni coscienza storica.
La lettura a campi-finestre-maglie è più idonea a saper visualizzare le discontinuità e le discontinuità, in simultanea con una maggiore aderenza alla vita. Ogni livello-campo-finestra apre uno scenario immaginativo di carta di realtà a tre indirizzi, fattuale-fatto-fattibile , che vincolano la particolarissima cresta d'evoluzione sia essa ad esempio cellula-tessuto-organo o atomo-molecola-corpo o idea-concetto-teoria.
Ogni cresta è una fioritura diversificata di un insieme frastagliato a forma a frattale; per cui oggi i nuovi sguardi leggono le dinamiche vitali quale equilibro a tempo 0, il tempo-presente, tra gli individuo/campi che attimo per attimo, ambiente per ambiente, restano turbati vicendevolmente, similmente a un gioco di carte, in cui le forme che essi assumono, sono un continuo rimodellamento (Plasticità della vita. Biostoria 1998), proprio come una spugna di mare che filtrando l'acqua si lascia dolcemente plasmare dalle correnti, dando evoluzione alla sua forma in modo univoco.
Riflettendo meglio anche ogni uomo è un soggetto unico, per sempre, così ogni foglia e ogni nuvola...
La singolarità nella complessità dell'essere uno/tutto diviene, così, la realtà della vita.
La nuova topologia, emergente dalle letture così raffinate, rende relative, vincolate, circoscritte, sia le unità-complessità storiche e sia le osservazioni-carte umane, le quali perdono quell'alone di assolutezza, ideologizzato dal paradigma moderno che di fatto mirava al semplice salto di leadership da parte della nuova classe borghese.
La moltiplicazione degli sguardi-finestre-letture, non toglie, come alcuni vorrebbero far credere, validità alle conoscenze (nichilismo storico), ma semplicemente le contestualizzano, le puntualizzano in una membrana-contorno che si colloca a bacino d'attrazione dello stesso significato esperito e modellizzato:
Il modello non è la realtà concreta, lo stilista lo sa molto bene che il suo schizzo non è l'abito, il ricercatore scientifico un po' meno.
Confondere la carta raccontata e spiegata con grande coerenza, con la realtà naturale induce ad esercitare il dominio di lettura, un esempio sono i modelli economici che vengono assunti a regole oggettive delle organizzazioni dinamiche e non a semplici ipotesi evolutive degli andamenti dei mercati, influenzati a loro volta dagli umori degli azionisti; per cui le carte non sono la garanzia di efficientismo operativo (bolla finanziaria del 2008).
Volendo semplificare con un ulteriore esempio, la meccanica newtoniana ha un valore relativo, in quanto circoscritto ai macro-processi (il sistema solare, la forza di gravità della Terra...), ma perde significato se tale carta è trasferita al micro-mondo dei quanti.
La perdita o l'acquisto del significato storico delle due meccaniche (classica e quantistica) va letta, non quale errore della prima rispetto alla seconda (rapporto di potere), ma semplicemente come due creste di lettura, vincolate alle ampiezze-profondità dei campo-finestre-oggetti di osservazione, medesimi:
Un miope non potrebbe indossare degli occhiali da presbite e viceversa, un presbite azzererebbe la visione-lettura se inforcasse una lente da miope e lo stesso dicasi per un astigmatico.
Ogni tipologia d'occhio-sguardo abbisogna della sua particolare lente-carta di lettura per la messa a fuoco della finestra d'osservazione, nella visione. In tale inquadratura della realtà, cadono i pregiudizi legati alle gabbie di dominio e le letture acquistano uno stato di leggerezza, il volo, che allarga lo sguardo.
Le lenti-occhiali sono gli strumenti della focalizzazione di una porzione di spazio e come variano le gradazioni e le curvature con le ampiezze-finestre, cosi variano i mondi osservati, di una realtà a differenti inquadrature di profondità, a differenti individui-mondi che tuttavia coabitano insieme a livelli di spazi e di tempi, a loro volta difformi:
Oggi utilizzare uno sguardo-lente univoco, uni-sequenziale è casa da folli!
Alcuni fatti delittuosi di talune cerchie autoritarie, sono il risultato del non voler ammodernare lo sguardo-lette, per cui le loro letture sono da Caino dell'umanità. Esse mostrano una forte negligenza ad apprendere, con un arroccamento autoritario sui vecchi rapporti di potere.
Il dominio se non gestito con uno sguardo indifferente, che sappia leggerlo da lontano quale cosa non propria, rende biechi, ciechi. La cecità diviene nelle fiabe il fattore-primo della caduta nel precipizio.
Avere paura della novità storica è sinonimo di malattia mentale, poiché si svincola la vita dalla proiezione del futuro con un processo inverso all'evoluzione naturale che introduce gradi sempre crescenti di versi-innaturali (pesantezza storica), e la si vincola a un'idea costruita di passato, posta a garanzia del valore storico:
Il passato non è il piano del fatto (t. 0), ma quello dell'immaginazione-ricostruzione di tale evento-fatto, per cui ha in sé una deformazione della verità, poiché nella lettura c'è oltre al racconto, l'inclinazione soggettiva dello stesso osservatore che piega il fatto alla sua idea, intono ad esso.
E poi, come ebbe a dire C M Cipolla nei suoi scritti storiografici, il passato è un morto che non può essere risuscitato.
Il passato non dirige il presente (Fatto tempo spazio, 1993), ma è il futuro che dà l'indirizzo-verso storico che l'osservatore vuole imprimere nel tempo presente, avendo la visione chiara della cresta evolutiva; come un bambino non può tornare nell'utero materno, così non si può pretendere di bloccare la mente di una ragazza, in un sistema storico a internet, in una visione paleolitica di femminilità.
Autori del Modello di Topologia del Pensiero Multi-Proiettivo
Cosa c'entra la spugna?
Dal complesso gioco di lenti-sguardi-campi a gradazioni differenti, sta emergendo una realtà dalla superficie apparentemente liscia, compatta, omogenea, si pensi alla pelle di una mano, ma, se ingrandita, quello che a occhio nudo appare liscio diviene rugoso, poroso a struttura carsica con caverne e anfratti, con vuoti e pieni che s'interconnettono in cunicoli e creste, la spugna appunto.
La nuova lettura, con un valore aggiunto, permette un salto di dimensione, da forma piatta con uno spessore pressoché nullo, a spazio tridimensionale con l'acquisto della profondità.
Tale struttura organizzativa non è solo riconducibile alla pelle o al carsismo di una costa, ma a tutto l'insieme cosmico, mente-uomo compreso (la spugna del pensiero).
L'aggiunta della profondità muta la visione e la topologia della realtà, si pensi ad un cielo stellato che se visto dalla Terra, assume forma piatta, ma se visto nello spazio:
Quell'insieme di stelle che dapprima era letto e posizionato su un medesimo piano, per incanto si scompone, si rompe e ogni stella s'allontana in una molteplicità di posizioni-grandezze che danno l'idea di un cielo poroso con vuoto/pieni di luci-astri che perdono e acquistano maggiore e minore grandezza in relazione alla medesima distanza dell'occhio-osservante, in un gioco prospettico a zoomate (A. Colamonico. Fatto tempo spazio. Oppi, Milano 1993).
Nella relazione posizione-occhio/posizione-lente/posizione-osservato la struttura della realtà muta faccia-visibilità-forma, da una molteplicità di corpi compatti a forme chiuse, si apre a un insieme eroso di sotto-insiemi di sotto-insiemi, che si aprono a multi-forme frattali.
Con una sì fatta topologia, la vita sembrerebbe allora una forma a uno/tutto, a 360° gradi, che si lasci segnare, ferire, solcare, incidere, flettere in una molteplicità, di molteplicità di piccole e grandi crepe che segnano, ognuna, la presenza di un fatto-accadimento con l'avvio di una nuova cresta d'evoluzione:
La crepa è il segno-nodo-informazione del passaggio di un particolare quid evento-fatto, area dell'incognita, che incidendo la superficie dello Spazio l'ha aperto, lasciando in esso impresso l'eco-nodo del suo rompersi.
L'occhio-lettore isolando tale segno di nodo-eco, può avviare l'azione di lettura e iniziare a datare, collocare, definire il tempo 0 di presente di quel passaggio che ha allargato-gemmato lo Spazio.
In una simile topologia a campo uno/tutto aperto al divenire, tutto sembrerebbe evolversi con una struttura a spugna, in cui lo Spazio, il Tempo e il Fatto sarebbero intrinsechi al medesimo processo di costruzione della vita che da un'unità-seme coeso a quanto storico promotore di realtà, con un processo di gemmazioni, prenderebbe storia-vita, lasciando le deformazioni a frattali degli spazi, quali corpi-organismi-sistemi a molteplici profondità.
Tale mega-struttura di strutture è la Spugna eco-biostorica, quale campo dell'evoluzione della vita a tutti gli ordini di grandezze-finezze.
I mutamenti sono echi-memorie storiche del medesimo processo del divenire.
L'informazione in una simile lettura assume il valore-punto-fisso di fonte-nodo della realtà di lettura, essendo i segni-echi le tracce storiche da cui partire per la costruzione della realtà raccontata nelle molteplice sfumature dei quadri-carte disciplinari.
Il salto di lettura da mondi scissi e per se stanti in discipline non comunicanti (topologia a rette parallele del sistema moderno), a un unico Organismo Vivete, a multi-versi di storie, sposta l'asse-fuoco dell'osservazione dalla materia-energia-forza, letture a discipline locali, all'Informazione, come la struttura fine della Realtà tutta, a cui può accedere l'occhio-mente uomo (orizzonte del campo-limite-frontiera di lettura).
Ecco il salto epocale che il paradigma eco-biostorico introduce con il gioco a multi-lenti e multi-sguardi dalla logica, de-coordinata, di Spazio-liberina (1991):
Il punto-cardine-cerniera della presa di realtà nelle narrazioni storiografiche (tutte le discipline-scienze) non è più la materia, tanto meno l'energia o la forza, ma il segno-eco informativo, quale testimonianza storica di un passaggio-quid, in un equilibrio fragile proteso tra la vita e la morte, a campo cosmico, a multi-profondità, a multi-posizioni di una miriade di multi-corpi, tutti innestati nell'unico processo vitale, aperto al divenire, campo del mistero.
In tale inquadratura quello che dapprima era scomposto, per incanto si fa coeso e coerente, come quella forma frattale che aprendosi a sotto-multipli di sé, ha sempre memoria del suo essere-divenire di unità/multipla.
Con la lente-occhio eco-biostorico lo Spazio e il Tempo e il Fatto assumono una nuova ricollocazione, non sono più i semplici assi cartesiani che permettono di fissare e posizionare un punto nella finestra di lettura; tanto meno le grandezze universali che stanno là in un mondo tutto loro (lettura moderna).
Né dei semplici espedienti mnemotecnici per memorizzare e catalogare eventi, situazioni, forme e neppure dilatazioni della coscienza per allargarsi ai campi del ricordo e del sogno; ma gli elementi costitutivi della Vita che si rivela all'occhio-mente lettore come una continua de-formazione di Spazi, a tempi discontinui, discreti, per l'effetto perturbativo dei quanti storici che erodendo le strutture, le espandono e allargano a ordini frattali.
I Quanti storici promotori di Vita
I quanti sono particelle discrete, bio-fisico-informative. Costituiscono la carica auto-propulsiva 1 dell’infinito biostorico, che si auto-organizza per effetto dello stesso toccarsi-informarsi delle sacche-nicchie storiche. Essi con un gioco di esplosioni/implosioni permettono di tenere vivo l’intero Universo, informandolo/deformandolo, come un grande cuore cosmico che pulsa, per effetto dell’energia che essi stessi sprigionano, muovendosi. Il quanto, come carica auto-propulsiva/energetica 1, è un’unità multipla inscindibile, costituita da un fatto-tempo-spazio. Nel suo attuarsi (fatto), esso produce un effetto di dilatazione nello spazio, con la partenza di una linea-direzione di tempo, di qui la relazione: Fatto : Tempo = Tempo : Spazio = Spazio : Fatto. Lo spazio costituisce l’informato, colui che subisce l’azione di deformazione. Il tempo il formato, come il nodo-punto di partenza della deformazione futura nelle nicchie-sacche spaziali. Il fatto è l’informatore, come il quid che comunica-imprime il grado (+ o -) di mutamento nello stato di presente. Il primo, informato, è la struttura piena, il secondo, formato, è la struttura vuota della spugna storica. Il terzo, informatore, è il vincolo-eco-scia della rete informativa. La rete, come insieme di tutti i nodi-vincoli informativi è l’eco-storico che costituisce la trama di passato-futuro su cui s’intesse, annodandosi, il presente biostorico. La trama storica è un passato che tende al futuro, passando per i quanti presenti. Ogni quanto è la risposta, a tempo 0, ad una perturbazione precedente, che l’ha influenzato-attivato; nel contempo è, a sua volta, un perturbatore dello spazio-tempo futuro, poiché imprime la nuova modifica di direzione (bivalenza madre-figlio). È nel tempo presente che si gettano le linee o i tracciati di quelli che diverranno i successivi presenti. (...)
Anche il pensiero è carsico e ha una struttura a spugna con i vuoti di memoria-emozioni-ideazioni-riflessioni… e i pieni di memoria-emozioni-ideazioni-riflessioni… I vuoti/pieni sono il risultato delle perturbazioni dei quanti nei vari presenti della coscienza individuale e sociale. ... Il processo di gemmazione dei quanti può essere letto, con un occhio egli, come un fuoco d’artificio, fatto di esplosioni di luci, implosioni di luci: luce/buio/luce/buio/luce... La luce è il quanto d’evento che perturba la nicchia di spazio-tempo, imprimendo il grado di rottura al campo. Il buio come assenza d’evento, tempo vuoto, è l’elaborazione di una risposta del campo, con l’ideazione-organizzazione di un nuovo quanto perturbativo che squilibrerà nuovamente lo spazio-tempo. Acquisto/perdita d’informazione come ordine/disordine sembra essere la condizione della vita che oscilla tra due poli: sintropia/entropia, vita/morte. In questa bivalenza o ambiguità si inserisce la neghentropia, come il processo d’apprendimento... il processo d’apprendimento è cosmico e non legato alla sola condizione uomo...
Tutta la vita si presta ad essere letta
La dimensione poetica che apre alla metafora, è la condizione indispensabile per proiettare la mente verso la novità, per cui l'educare ad essere poeta, diviene un deterrente storico alla cristallizzazione in “sensi comuni” che rendono vecchi i sistemi di conoscenza; infatti il poeta per eccellenza, Omero, era visto come un cieco che sapeva muoversi nelle "stanze buie” della psiche umana, e tessere le relazioni tra gli stati mentali e quelli storici.
Egli era il cantore (colui che canta) della vita. Condizione del “cantore” è lo stato di “meraviglia” come il lasciarsi in/cantare dallo spettacolo, sempre nuovo, che si mostra ai suoi occhi-fanciulli, non smaliziati dalle logiche di “Caino”, del tornaconto privato e di classe. Il poeta è la parte democratica-emotiva della mente. Antonia Colamonico
Nel gioco di campi-finestre-maglie ogni uomo-lettore, a 360°, è il cantore della Vita la quale nelle sue mani-occhi-mente assume una topologia a forme frattali che si prestano agli ordini informativi, nei campi disciplinati delle narrazione storiografica.
Il lavoro del biologo, del matematico, dello scultore, del musicista, del poeta, dell'artigiano, dello stilista, della mamma che prepara la torta per il compleanno del suo bambino... assume identità-valore nel gioco relazionale individuo/campo-habitat che permette di dare il vestito particolare di narrazione, organismo, espressione, scultura, sinfonia, poema, manufatto, torta... alla Realtà ignuda; aprendo così la vita medesima, in una dialogica comunicativa tra la Mega-struttura, a uno/tutto che sovrasta e attraversa il particolare sguardo-mente del singolo testimone storico.
L'essere testimone è il legame-condizione dell'abitare nella Storia per la Coscienza che rilevando i segni-echi dentro e fuori di sé, dà al Vuoto di parola, di spazio, di tempo, di fatto il significato-verso-valore storiografico, per cui ogni lavoro-costruzione è un'elegia alla vita, come un inno alla bellezza dello stare insieme, a uno/Tutto di abbraccio vitale.
La lirica, Voce ai silenzi - Ricami di voli, cerca di dare la dimensione della presa di realtà da un eco-muto che prende verso-trama nel ricamo di Realtà compresa.
I silenzi sono quella struttura afona che rende spugnoso il tessuto storico, in tale area del non detto, del non ancora espresso, collocato, datato, comunicato, valutato e, quindi conosciuto, la Coscienza-osservante, attenta, si pone nella dimensione dell'ascolto-lettura della Vita, che da orditi-trame di echi afoni potrà evolversi, con la sua partecipazione attiva, a Poesia-tessuto di una nuova verità.
Rendere nuovi i versi delle letture è la funzione storica dello stesso cantore-poeta della vita che non si ferma alla superficie di una realtà impacchettata in una formula chiusa, ma aspiri alla parola più pura, pietra viva, al verso più sublime che dia alla sua mente-sguardo lo spazio più allargato e profondo per sperimentare il volo mai ancora immaginato.
In tale gioco di voli e rimandi, di echi e di suoni-parole-formule-verità l'Umanità entra da protagonista nelle costruzione della Creazione, divenendo il Co-artefice del suo destino:
Letta la Vita da una posizione a occhio-infinito che dà la lettura-dimensione a uno/tutto, essa assume una sembianza di benignità come un immenso cuore cosmico che, inspirando-espirando, elargisce sé stessa e in tale donare quanti di sé, genera i molteplici campi di vite tutte, quale grande utero, a Dio-Mamma, che poi si bea d'essere letta dalle sue creature e d'essere racchiusa nelle definizioni-verità o d'essere ammiccata in un avvistato di verso-fatto, e d'essere così compresa, amata. La creatura da parte sua apprendendone la Complessità dell'uno/Tutto che pulsa e diviene, impara a vivere! Vivere è il compito storico a cui si nasce.
Acquaviva delle Fonti, 15 Ottobre 2015
Spunti di operatività per il viaggiatore:
1. Isola le parole non note e fai una ricerca lessicale e storica.
2. Leggi e l'auto- lettura suggerita da breve racconto:
L'esercizio
L’osservatore prenda tre fili uno grigio per il passato, uno giallo per il presente, uno verde per il futuro e, seguendo i tre piani della coscienza fatti di ricordi, di realtà e di sogni, annodi un passato grigio a un futuro verde, per poi calarsi nel presente giallo. E partire di nuovo.
Ancora un passato e un altro ancora, poi, un futuro vicino, uno lontano. Un passato, un altro ancora e poi tornare nel presente. Un grigio, un giallo, ancora un grigio, un verde, un altro ancora, un grigio,
un giallo, un verde, un verde...
Annodando e lasciando, l’idea viaggerà nella mente, elaborando una rete tridimensionale che via, via acquisterà spessore, rivelando la profondità dello stesso osservatore.
Consiglio per la lettura
Se la quantità gialla supera le altre due, si è presumibilmente un soggetto pescecane, in carriera, attento a non sprecare le occasioni, in grado di auto-assolversi.
Se quella grigia ha la vittoria si è un soggetto gambero, trascorsa carriera, attento a non sprecarsi in occasioni, in grado di piangere su una spalla amica.
Se predomina il verde, allora, si è decisamente un soggetto anguilla, di incerta carriera, sempre pronto a sprecarsi in ipotesi di occasioni, in grado di giustificare, offrendo una spalla per amica.
Si avverte l’osservatore che qualora il risultato dell’esercizio non fosse di suo gradimento, può cancellarsi tutto ed incominciare a costruire una nuova identità. (da A Colamonico. Le filastrocche di Spazioliberina. 1992.)
Obiettivo metodologico: Potenziare la lettura dell'io, funzione neghentropica, che apre alla correzione storiografica del sé.
L'approfondimento
- Oltre Edgar Morin: L'intreccio vitale nella dinamica biostorica tra entropia, sintropia, neghentropia.
"... Il legame osservato/osservatore è il vincolo che rende le visioni con le relative carte di lettura e linguaggi delle semplici modificazioni di una realtà che trasborda il limite, cioè va oltre i bordi-confini che l’uomo assegna nella sua azione esplorativa.
La conoscenza procede per campi-finestre d’interesse e d’osservazione e come ho più volte sostenuto nei miei scritti, il campo-finestra è uno spazio-lente limitante e deformante, che assegna un perimetro ad una porzione di campo storico che presenta una struttura a uno/tutto:
L’essere l’uno/tutto della vita fa sì che, quando si vanno a creare dei campi ristretti d’osservazione, si neghino i legami fattuali posti oltre la frontiera cognitiva, per cui si dà origine nella lettura a una dualità di ombra/luce. ..." (2010)
© 2015 - Antonia Colamonico - Scienza & Metodo Biostoria (Biohistory of Knowledge)
Riflettere sui paradigmi concettuali
Lo sfondo cognitivo nell’organizzazione degli eventi e dei significati.
... nella scrittura non esiste l'oggettività, essendo tutto filtrato dall'occhio-mente osservatore, necessita uscire da una logica a-storica che scinde in campi e sotto-campi la realtà, quale mondo esterno ed estraneo all'osservatore (piano di astrazione), poiché il campo di lettura non è la nicchia storica, ma semplicemente la nicchia epistemologica, relativa al particolare compreso storico, quale estrapolazione fattualedella capacità della mente a tirare fuori informazione dai fatti, dando vita alle astrazioni che rendono oggettivati(non oggettivi) quei fatti. L'astrazione è semplicemente una tecnica osservativa ed elaborativa del cervello, un espediente cognitivo per meglio orientarsi nelle incognite del vivere. Se si inizia a leggere la vita come un processo evolutivo naturale a uno/tutto che include in sé il medesimo pensiero umano, allora si può facilmente constatare che ogni informazione è un fiore-seme di senso compiuto, racchiuso in un perimetro-confine di significato. Ogni seme è un nodo-informativo che si porge all'attenzione di ogni nuovo osservatore che a sua volta creerà l'intreccio nuovo delle trame dei molteplici sensi storici (di volta, in volta compresi). I sensi-direzione si pongono a matrici significative degli eventi-fatti futuri. In tale complesso a tessuto connettivo, intricato/intricante, di fatti-echi-compresi-derive-fatti... la vita si fa presente a sé, in ogni tempo 0 di presente, come conoscenza/coscienza della memoria privata, sociale, cosmica. Antonia Colamonico
L'uscita del quaderno mi creò un vuoto-isolamento, ma quello che in tanti non capirono e forse non capiscono ancora è che la medesima Cultura odierna, se letta con una lente-finestra a campo allargato che ne visualizzi le maglie-trame profonde, è nata intorno alle visioni religiose, questo vale per tutte le Culture:
- Se si vuole risalire la cresta della formazione stessa del giudizio storico e a tale matrice di significato che necessita ritornare.
L'aspetto curioso fu che neanche gli ambienti cattolici presero bene la cosa, essendo la scrivente non riconosciuta come persona qualificata a trattare le cose sacre.
Oggi a distanza di anni ciò mi fa molto sorridere. Credendo nella Vita, da cantore della Vita, mi è giunto un aiuto inaspettato da "l'altro mondo":
- Papa Francesco che sta dando una dritta a tutta l'inquadratura di lettura Occidentale.
Venerdì, 2 Ottobre 2015. Ore:10,21.Acquaviva delle Fonti (BA) -ItalyAntonia Colamonico
Costellazioni di significati per una topologia del Pensiero Complesso
Ogni descrizione ha in sé l'impronta del narratore con la posizione narrativa, con l'angolazione di lettura da cui nascono la selezione e la rilevazione di fatti-campi di interesse, con la disponibilità a comprendere; cioè tutta l'organizzazione privata di comprensione che dà non la realtà oggettiva, ma semplicemente tutto l'insieme del movimento di echi informativi attuatosi nella mente-sguardo dello stesso osservatore che ha fatto da cassa di risonanza intorno a quelle narrazioni. Antonia Colamonico
Indice del saggio
Lo spazio topico: il campo dell’io
Lo spazio atopico: il campo del tu
L’occhio-mente uni-dimensionale
Lo spazio utopico: il campo dell’infinito
L’intervento di Dio nella storia
© 2015 - Antonia Colamonico