Ciao a tuttiMi presento: Federico 56 anni partecipante a Badantour 2010. Moto: favolosa Suzuki VSTROM 650. Premetto che le mie esperienze moto turistiche sono praticamente nulle se confrontate a quelle degli altri 4 compagni di AVVENTURA.
Ho scritto la parola tutta maiuscolo perché di vera avventura si è trattato.
Iniziamo il nostro viaggio con foto di gruppo davanti al bar, località Poltragno.
Grandi pacche sulle spalle e dentro (neanche troppo nascosta) una certa ansia.
Pronti viaaaaa una volata di 1200 km e a sera…. Il bel Danubio (non blu perché piove) questa della pioggia sarà una costante in Badantour 2010 (13 giorni su 15 acqua) magari non tutto il giorno, ma compagna di viaggio abbastanza presente e fastidiosa.
Cena abbondante condita con il poi diventato famoso Usturroi (trattasi di aglio tritato con yogurt, oppure salamoia oppure panna acida oppure…..) delizia dei nostri palati vero Apo? Angelo al contrario non voleva neanche sentirne parlare. A ogni nostra richiesta del sopracitato condimento la mimica facciale di Angelo diceva più di mille parole anzi faceva invidia alle maschere di carnevale, neanche fosse stato un vampiro….o si?Sonno davvero ristoratore, e dopo colazione con omeleta, lapte, tortino di peperoni marmellata e caffè via sulle nostre Mule verso l’….ignoto.
Paesaggi da cartolina e sulle rive del Fiume pescatori più o meno attrezzati che ti salutano. Questo aspetto della GENTE mi ha colpito. Nei paesi grandi o piccoli che abbiamo attraversato NON siamo MAI passati inosservati, abbiamo sempre trovato qualcuno che salutava, ci sorrideva e se chiedevamo qualche informazione si facevano in quattro per aiutarti. Grande Popolo, con molti problemi a “tirare avanti” ma ospitali oltre misura. Un capitolo a parte meritano i ragazzini, davvero disarmanti nella loro semplicità,sorrisi da orecchio a orecchio si avvicinavano alle moto, con curiosità mai invadente, ma qualcuno con una certa competenza parlava di cavalli, di motori.
Per me indimenticabile, vicino Bistrita, quella scuola di un paesino fuori dal mondo 10 case arroccate su un pendio. Ci fermiamo per visitare una chiesa antica e da una casa vicina escono dei bambini, spunta dalle tasche di Alex una scatola di tic tac.
Far uscire da quella che poi sappiamo essere una scuola una ventina di ragazzini è un attimo. Mi ha stupito vedere che ognuno ha sgranocchiato la sua caramella. Questo CONDIVIDERE mi ha lasciato senza parole, perché è difficile spartire con altri il
poco se non hai quasi niente!!!!!Gli occhi di questi ragazzini quando abbiamo iniziato a metterli sulle moto in tre alla volta per le foto….parlavano.Nessuna ressa, nessuna prepotenza, quasi autodisciplina, tutti hanno fatto la loro foto. I confronti con certe realtà scolastiche e non, nostrane non esistono (davvero un altro mondo).
Un ricordo particolare in un altro paesino (davvero 4 case). Chiesa antichissima, piccolissima, con un cimitero di tre lapidi. Solite foto, incontro due vecchiette e un Pope, saluto e scendo per il sentiero. Apo è dietro l’albero a fare un bisogno fisiologico, Alex fotografa i dintorni mentre Angelo e Gianlu stanno preparando l’itinerario, prendo la giacca dalla moto, una delle due vecchiette mi si avvicina dandomi una delle due pagnotte che aveva fatto benedire dal pope. Cristo (mi dico) ta ga ne gne per te!!!!! (manca a te!!) prendo il pane, biascico un grazie, e lo mangiamo come fossimo digiuni da chissà quanto. Mi si inumidivano gli occhi pensando al gesto.
N.B. : Questa è la Chiesa San Nicola di Densus
Pronti…via, su e giù per strade asfaltate piene di buche ma le avremmo ben presto rimpiante quando, seguendo le nostre guide (i navigatori Angelo e Gianlu) che quel giorno avevano deciso per “l’X TREM”…..Siamo andati a finire sui monti Cindrel (Carpazi Settentrionali) abetaie immense sentieri con ramificazioni a destra e a sinistra fango in discesa e in salita moto con borse serbatoio e valigie posteriori pneumatici quasi slik!! E neanche un cane a cui chiedere indicazioni visto il road map che dava i numeri e le cartine stradali discordanti.
Dopo ore di motocross un incontro che non ti aspetti, una coppia di boscaioli rom dentro un carrozzone in mezzo a una foresta,ti guardano stralunati a piedi nudi dentro un mare di fango. Con loro un ragazzetto che corre a trattenere un cavallo, spaventato anche lui da questi marziani con le moto. Prima richiesta: “sigarette”, caschi male nessuno fuma; poi la doccia gelata:per arrivare all’asfalto 40 km.
A questo punto ho davvero pensato di non uscirne tanto in fretta. Buio, fango, poca benzina, non sapere dove sei, dove vai, la paura di girare in tondo senza accorgerti, tutto questo non mi rallegrava di certo.
I miei compagni di avventura: Angelo, Honda transalp, aveva la moto (anche se vecchia) più adatta a questi terreni ma poca benzina. Alex,Yamaha fazer, moto molto ammirata dai locali ma totalmente inadatta a queste mulattiere.
Gianluca, Bmw adventure, aveva dalla sua l’età e una buona dose di coraggio (leggi: incoscienza).
Apo, Bmw gs, aveva dalla sua solo un grido Gianlu.u.u.u..cado!!! Per la verità ha avuto un altro grido un iauuuuu…questa è AVVENTURA!! (Quando abbiamo trovato un pezzo di sterrato senza fango, e LUI pensava di essere uscito dai guai) . Il mio pensiero è stato:
se avessi un palo della vite tra le mani te lo do io iauuuu!!!!! Comunque dopo infinite scivolate quando ormai, a notte fonda e infangati fino agli zebedei abbiamo trovato l’asfalto, ci siamo abbracciati e, inginocchiati abbiamo baciato la terra finalmente solida.
Più tardi, davanti a una ciorba fumante, ridendo come matti ci siamo presi in giro per tutto quello che avevamo fatto o detto. Non nego che personalmente ho detto qualche
preghiera in più quella sera ringraziando per lo scampato pericolo.Il giorno dopo viste le condizioni pietose delle nostre tute e delle nostre Mule (nonostante un violento acquazzone nella notte) la gente ci guardava un po’stranita….sfido io! guarda le foto!!!
A CASA DI ANGELO:Mercoledì si arriva nei pressi di Bucarest dove Angelo (dice Lui) ha una casetta (leggi:VILLA) pace e tranquillità totale. A cena menù italianissimo 1kg e mezzo di favolosa Pasta Barilla con tonno e capperi. Abbiamo leccato la padella!!!!! Non ringrazierò mai abbastanza Angelo e Carmen per questa ospitalità. Il giorno dopo riposo, a sera Bucarest ci aspetta con il suo ristorante più antico e il menù caratteristico. Passeggiata per le piazze e veloce visita alla città.
A differenza dei paesi si nota il diverso tenore di vita, c’è quasi ostentazione di ricchezza, macchine e suv la fanno da padroni mentre i molti bar sono strapieni di giovani dal portafoglio facile.
Ma la Romania vera non è questa. Pochi km fuori c’è ancora la nonnina che tira un magro cavallo, mentre il marito altrettanto magro guida un aratro che da noi si usava più di 50 anni fa.
Mi viene il magone a pensare a quei campi immensi dove giovani e anziani, donne e uomini lavoravano con in mano una zappa!!Si va sulla luna e dietro l’angolo c’è ancora chi lavora la terra con gli attrezzi dei bisnonni.Tutto questo mi lascia un po’sconcertato. In 5000 km circa di Romania ho visto solo 2 trattori, tanti tanti contadini con la zappa, e per i più fortunati un cavallo.
Grazie Angelo, Eraldo, Gianluca, Alex, di avermi sopportato perché per me questo tour è stato anche un’ulteriore lezione di VITA.
Tutto bello, le chiese fortificate, i castelli, la gita sul Danubio, le città Daciche ma la cosa che più mi ha colpito è stata questa Gente di Romania con la Sua Umanità, Umiltà e Disponibilità verso gli altri (noi) sicuramente più “fortunati”.
Qualche flash:
Monastero Secu, stupendo nelle sue architetture, nei dipinti antichi ma secondo me valorizzato dai religiosi che ci abitano che chiedono da dove vieni, che facendosi capire anche a gesti (come del resto facciamo noi) ti invitano a pranzare con loro.
Viscri: stupenda fortezza magnificamente conservata, dove SARA, la custode (penso vicina ai settantanni) abitando a 500 metri dal castello vuole salire sulla moto di Angelo per portarci le chiavi del portone …. Altro Monastero (del quale mi sfugge il nome) dove, dopo un bel giro e tante foto (Alex) troviamo un monaco che ci fa vedere un’icona abbastanza nascosta facendoci notare lo sguardo della Madonna verso il Figlio crocifisso posizionato su un’altra parete. Gentilezze da noi molto apprezzate.
Come dimenticare quel paesino di cavapietre dove sul bordo strada c’erano cumuli di pietre ben impilate e di fianco bambini che scalpellavano senza sosta, mentre un gruppo di uomini spingeva su una salita un carretto troppo carico per le forze di un cavallo troppo magro.
Brasov: cittadina con un castello imponente, (Fortezza di Rasnov) esternamente favoloso ma non visitabile perché l’attuale proprietario (un italiano) non lo permette.
Il castello di Dracula, bello, ma visitato più per l’alone di mistero che lo circonda che per altro.
Sinaia: castello Peles a dir poco da favola (io e Alex l’abbiamo visitato con guida italiana tutta per noi…da urlo!!!) con parco e fontane annesse dove trovo un orologio per terra e lo regalo a un bambino Down ricevendo in regalo sorrisi immensi.
Tulcea: cittadina con velleità turistiche alla foce del Danubio. Base di partenza degli innumerevoli battelli che solcano le acque del Fiume per gite turistiche dove la Natura la fa da padrona. Dove il comandante Sig. Mihail ci porta bicchieri a coppa quando vede che da uno zainetto togliamo pane, una specie di salame, formaggio e bottiglia di vino che noi, unici 5 ospiti del battello facciamo in fretta a vuotare.
Moldavia: dopo 3ore di dogana entriamo in Moldavia.(alla frontiera Ucraina ci hanno respinto perché a qualcuno mancava la carta verde). Primo impatto non positivo: paesi alluvionati dove la Gente con un perenne sorriso spala fango dalle abitazioni mentre una valletta laterale al paese, formatasi all’improvviso, scarica sassi rami e fango nei prati attraversando l’unica strada disponibile. Retromarcia è d’obbligo alla ricerca di una strada alternativa (vero Gianlu e Angelo?)
Chisinau, capitale della Moldavia, arriviamo di notte dopo aver cenato con 12,50 euro in cinque in uno sperduto paesino della pianura.
Prima “pensiunea” trovata, ok, data l’ora e la stanchezza. La sorpresa quando vediamo le camere….io e Apo camera con soffitto in vetro rosa!!!! luci a non finire di intensità variabile. Una vera stanza per film porno!!!!Le altre un po’ più normali (ma non troppo!!) nota positiva: un grande terrazzo dove poter mettere le tute e gli stivali del gruppo, fradici ad….asciugare. Comunque a scanso di equivoci, ho dormito sul bordo letto (matrimoniale) ben avvolto nella coperta!!!!Buonanotte APO.
Al mattino, solita abbondante colazione e poi rientro in Romania, purtroppo senza visitare la città, e qui devo chiedere scusa al gruppo per aver avuto anch’io questa immotivata fretta. Rientro dalla dogana con attese a dir poco lungheeeeeeee fa comparsa anche un cane antidroga che annusate le moto manca poco che ci faccia la pipi'.
Comunque via andare, verso mete sconosciute….Qualche altro bel Monastero, paesini fuori dal mondo, strade che certe volte non meritano questo appellativo, e, sorpresa! Al nord della Romania la Gente mi sembra più triste, facce senza espressione, sorrisi stentati, meno espansività…..a tutto questo non ho saputo dare una risposta.
Si avvicina il ritorno. Decidiamo di puntare sull’Ungheria, dogana a Oradea poi quasi autostrada fino a Lubiana.
Vatra Dornei, cittadina turistica,ci fermiamo a bere un caffè e vedere se riusciamo a recuperare 300 euro che a Tulcea il cambiavalute automatico della banca BCR ci aveva trattenuto senza erogare la corrispondente somma. Neanche pensare di mettere in subbuglio un intera filiale ma Angelo e Gianlu ci riescono!!! Il direttore e gli impiegati si prendono a cuore la questione, restano ben oltre l’orario di lavoro ma risolvono il problema nonostante la sede centrale a Bucarest non sembra dare peso alla cosa. Ottimo servizio al cittadino (anche se straniero!!).Sono le cinque e inizia a piovere (strano) Gianlu esce dalla banca e ci consiglia di partire viste le lungaggini burocratiche, ci si ricongiunge più avanti. Pronti via, con Apo e Alex puntiamo su Bistrita.Dopo 50 km proviamo a chiamare Gian. Bella notizia: la banca ha dato l’ok (e i soldi).
Sapremo più tardi che siamo passati accanto al vero castello di Dracula(ora grandhotel) sulla sommità di un passo ma a causa della forte pioggia e nebbia non l’abbiamo visto. Cerchiamo un hotel sotto una pioggia torrenziale, nella hall lasciamo le “pozzette”. Finora le borse e la tuta tengono bene ma io ho gli stivali sempre inzuppati d’acqua e tutto il giorno piedi bagnati (stivali nuovi di zecca e waterproof!?!?)ringraziamenti infiniti a Gianlu per il phon che mi presta ogni sera per asciugarli.Il giorno dopo, l’incontro con i bambini della scuola già ricordato, luoghi e paesaggi da cartolina visitati.
Partiti da ………per andare a… ancora strade sterrate di montagna, per fortuna senza fango, ma buche e ghiaia mettevano a dura prova le nostre “abilità” motociclistiche e qualche nervosismo di troppo (MIO) non contribuiva a migliorare la situazione. So che ho un caratteraccio e nel bene o nel male non so stare zitto.
Angelo rallenta mentre io Alex e Apo andiamo avanti alla ricerca di un tratto di asfalto. Ci raggiunge Gian e ci invita a proseguire dicendo:tanto io e Angelo vi raggiungiamo!fatti una cinquantina di km telefoniamo a Gian.Brutta notizia, alla moto di Angelo si è rotto il cuscinetto della ruota posteriore stanno cercando un meccanico. Che fare? Tornare? Andare avanti? di (quasi) comune accordo si decide di puntare su Oradea e li ricongiungerci, anche perché i due stanno marciando lentamente verso questa meta per un’altra strada. Abbiamo ancora davanti 180 km di strade dissestate all’inverosimile dove la buca più piccola è profonda 15cm e un valico da superare vicino ai 2000 metri. Via veloci, Campani, Stei, Ragabani e su per strade impervie dove mucche al pascolo e cavalli in mezzo alla strada la fanno da padroni.
Per la verità incontriamo una carovana di Rom che si spostano con i loro carretti adibiti a case ma non ci rallentano perché la zona è deserta e l’unico ”traffico” siamo noi.
Col buio e la pioggia troviamo, alla periferia della città, una pensione gestita da Italiani. Aspettiamo i nostri amici e ci buttiamo a capofitto su piattoni di pasta e bistecche raccontandoci le traversie.
Al mattino su indicazioni dei gestori troviamo un meccanico.Della serie “quanto è piccolo il mondo” Mario, il nome del meccanico, parla bene l’italiano perché ha lavorato a Costa Volpino da Filippi Palmino come meccanico, proprio a due passi da noi.
A mezzogiorno, pronta la moto, pranzo veloce e via sotto un diluvio verso Budapest.
Dogana, vignetta per il pedaggio ci portano via mezzora ma la voglia di scherzare non passa. Strada diritta ma con un vento laterale da panico. La moto diventa ballerina e superare i settanta all’ora è un problema, però si viaggia. Il diluvio a tratti cessa per riprendere con più forza. Dopo un tamponamento leggero di Gianlu con un’ auto e relativo obolo arriviamo sul lago Balaton.
Sul lago Balaton i miei compagni mi dicono sia la Rimini dell’Ungheria ma in giro non c’è nessuno, solo quattro pescatori infreddoliti che ci guardano con commiserazione, mi chiedo se facciamo davvero cosi pietà.Cerchiamo un posto per dormire, l’albergatore quasi ci abbraccia ripete “stagione disaster” e come aperitivo ci offre una bottiglia di vino che costa come il pernotto.
Per cenare telefona a un suo amico che viene a prenderci con l’auto, spendiamo pochissimo mangiando specialità ungheresi in un ambiente più che confortevole.
Si riparte al mattino per l’ultima tirata tutta in autostrada. Ci fermiamo a Maribor (Slovenia) per una visita veloce alla città e qui Apo scopre la ”civiltà dei prezzi alti”. Gelato da 2 euro la pallina! Benzina con costi che in 15 giorni ci eravamo dimenticati, panini e bibite con prezzi da pranzo-cena Rumeni, ma questa è la nostra ” civiltà” dei consumi, dei ritmi forsennati,del voler apparire ad ogni costo!!!!
Si riparte per Trieste. Entro in Italia con la voglia di tornare a casa ma con la testa piena di immagini, di Ricordi, di Emozioni che sicuramente non dimenticherò MAI.
Anche adesso che son passati 2 mesi quando parlo della mia Avventura(seppur condivisa) mi prende comunque una emozione intensa una specie di ”mal d’Africa”
Che Africa non è.
Voglio ringraziare i miei compagni di viaggio.
In primis L’artefice del viaggio:
ANGELO: un’ottimo compagno di viaggio che ha sopportato le mie incazzature e che ho trovato disponibile,gentile e profondamente umano. Mi ha guidato alla scoperta di un Popolo e di un Paese che non conoscevo e che mi ha stupito per le Sue Qualità. Senza di Lui poche possibilità di dialogo con i nativi, un vero “appoggio” oltre che guida, squisito padrone di casa che ha messo a nostra disposizione per due giorni la sua casa e la dispensa per italianissime pastasciutte. Indimenticabile!!!.
ALEX: il fotografo della compagnia e l’amico su cui puoi contare, quello che stempera il nervosismo con frequenti battute. Grosso problema i documenti della moto che gli hanno fatto vivere 3 giorni di alto stress. Ma voglio ricordarlo in mezzo al fango dei Carpazi come quello che (anche se non supportato dal mezzo meccanico) non molla. Da ricordare i collegamenti internet serali (conditi da scherzi vari) con Mara sua moglie.PS.Aspetto di vedere qualcuna delle 2000 foto che hai fatto.
ERALDO: bersaglio delle mie battute sarcastiche, d’altronde come non farlo dopo aver condiviso per ben 13 giorni la stessa camera, lo stesso letto!!!Io mettevo i tappi e Lui (ne sono convinto) russava più forte per dimostrarmi il suo affetto. Non dimenticherò facilmente le cadute nel fango e, nei parcheggi la richiesta di aiuto per togliere la moto dal cavalletto o per metterla,E neanche il suo: aspetta Fede che ti aiuto!!:quando ero scivolato io sul fango.
Mitico APO con tutto il tuo parlare la Frittola è rimasta là INUTILIZZATA!!!!!!
GIANLUCA: ti pensavo più posato, invece ho scoperto di te il lato dell’incoscienzaCaro cupilo ti ho visto lottare nel fango e il mio orgoglio di padre si è rafforzato.
Ti ho visto prendere decisioni con sicurezza e mentre mi dicevo l’è matt, dentro di me cresceva la considerazione nei tuoi confronti. Quando mi hai detto che potevo andarmene (bel caratterino anche il tuo!!!!) ti avrei preso a calci nel c..o ma a pensarci bene forse avrei fatto anch’io lo stesso.
Ti ho visto piangere quando al rientro siamo andati al cimitero a trovare il nonno e li ho capito ancor di più che con tante emozioni si è ancora più uomini.
Quest’uomo di 56 anni ringrazia infinitamente questi amici, compagni di viaggio per la sopportazione e per l’AVVENTURA vissuta con loro.
BUNA DIMINEATA
ROMANIA