Il tredicesimo incontro (26, 7, 2015)

Data pubblicazione: 1-lug-2015 9.35.59

Il 26 luglio alle ore 15:00

Università degli Studi Stranieri di Kyoto (KUFS),  Sala 621

Appuntamento mensile dell'Associazione di Studi Italiani del Kansai

Puccini e il diritto giapponese. Gli elementi legali della Madama Butterfly

relatore: Giorgio Fabio Colombo

Dopo alcuni accenni al movimento della "Law and Literature" (Diritto e Letteratura) e alle peculiarità che comporta l'esame non di un testo letterario ma di un libretto d'opera, il professor Colombo ha dapprima contestualizzato e criticato la bassa attenzione culturale che nella seconda metà del XIX secolo ha caratterizzato l'affascinazione verso il Giappone e, successivamente, ha passato in rassegna alcuni lavori in cui sono presenti confusi riferimenti al Paese del Sol Levante per arrivare poi a quello che può essere considerato come il vero e proprio antecedente della Madama Butterfly, ossia la Madame Chrysanthème (1887) di Pierre Loti. In questo testo, in larga parte autobiografico, oltre ad una certa superficialità (dovuta al fatto sia di costituire una semplice lettura di intrattenimento sia di essere stato scritto in tempi strettissimi e solo a scopo di lucro), è ravvisabile altresì un certo razzismo di fondo. È solo però nell'opera di John Luther Long (che era sia avvocato che scrittore) che viene introdotto esplicitamente, oltre all'elemento tragico – assente nel libro di Loti – l'elemento giuridico. Da qui il passaggio alla rappresentazione di Belasco – alla quale assiste anche Puccini – è breve. Puccini, insieme ai suoi collaboratori Illica e Giacosa, allestisce e mette in scena nel 1904 la Madama Butterfly.

Il professor Colombo si sofferma su quegli elementi della storia da cui emergono riferimenti al diritto dell'epoca. Già nel I atto, Pinkerton lascia intendere che il matrimonio con Cho-Cho-san sarebbe particolarmente "flessibile" e facile da essere sciolto – un po' come i contratti di locazione del tempo – (ed già agogna a "vere" nozze con una sposa americana). Dal canto suo, invece, Cho-Cho-san è fortemente coinvolta in questa relazione a causa della quale viene ripudiata dalla sua famiglia d'origine. Il professor Colombo analizza con fine profondità altri aspetti interessanti del II e poi del III atto, il quale termina con il tragico suicidio della "madama" Butterfly, per poi focalizzare la sua attenzione di giurista ai problemi legali relativi al matrimonio che possono essere così sintetizzati: capacità matrimoniale, forma del matrimonio, regime matrimoniale, divorzio e paternità.

Dopo aver individuato le leggi applicabili al caso di specie (Codice Civile del 1898, legge sul diritto internazionale privato del 1898 e legge sulla nazionalità del 1899), viene accertato che il matrimonio è sia valido sia efficace. La cerimonia è infatti regolata dal diritto del Paese in cui la stessa avviene (e, quindi, dal diritto giapponese) mentre i requisiti soggettivi dei nubendi sono regolati dalle rispettive legislazioni nazionali. In particolare, non sussistono problemi di sorta né per Pinkerton e nemmeno per Cho-Cho-san la quale, avendo solo 15 anni, ha bisogno del consenso di entrambi i genitori (ma nel caso di specie, solo di quello della madre dato che il padre è morto suicida). Più interessante è il profilo che attiene alla nazionalità. Nel II atto, Cho-Cho-san dichiara – e a ragione – di essere cittadina americana (ed infatti ex lege "la suddita giapponese che si sposi con uno straniero perde la cittadinanza giapponese"). Un altro profilo interessante è dato dal divorzio. Sia Goro sia Butterfly sostengono – erroneamente – che nel Giappone del tempo esistesse una sorta di divorzio unilaterale. In realtà, ai sensi del Codice Civile allora vigente, il divorzio era consensuale oppure giudiziale (ma in quest'ultimo caso solo in presenza di una delle ragione elencate dall'art. 813). Al caso di specie si applicherebbe sì il diritto americano salva, però, l'impossibilità del Tribunale giapponese di dichiarare il divorzio se il motivo di esso non fosse previsto come tale dalla legge giapponese. Per quanto attiene alla filiazione, il figlio di Pinkerton e Butterfly è senza alcun dubbio americano. Le conclusioni a cui giunge il professor Colombo sono le seguenti: la Butterfly si ispira al libro di Loti ma le due storie sono profondamente diverse e gli errori giuridici sono dovuti al fatto che le leggi vigenti al tempo di Loti erano diverse da quelle in vigore nel 1904, anno in cui la Butterfly è ambientata. Dal punto di vista delle ragioni processuali, se Cho-Cho-san fosse andata in causa, avrebbe vinto nel senso che, non avendo mai avuto luogo il divorzio da Pinkerton, avrebbe potuto ottenerne, ad esempio, la dichiarazione di nullità del secondo matrimonio, la condanna dello stesso per bigamia, gli alimenti etc. Purtroppo, però, nessun giudice avrebbe mai potuto imporre l'amore con sentenza e l'amore era l'unica cosa che Butterfly desiderava.  (Gallo)