Dal comunicato stampa (maggio 2004):
Costruire una maggiore consapevolezza verso le peculiarità dell’architettura contemporanea, attraverso il coinvolgimento culturale dei possibili e futuri committenti, è indubbiamente un’operazione lunga e faticosa, ma è una delle strade da percorrere se il desiderio di vedere migliorata la qualità architettonica del nostro territorio non si riduca ad una chimera, ma si voglia trasformata in realtà. Questo si ottiene anche attraverso il dialogo diretto tra l’architetto ed il suo committente, oltre che fornendogli le opportunità per verificare quegli esempi che possiamo ritenere paradigmatici della produzione contemporanea.
Questa soglia di attenzione si è notevolmente allargata, come dimostra l’aumento di iniziative a cui abbiamo assistito nel corso degli ultimi anni: dai premi di architettura (a vario taglio, dal provinciale al nazionale) che segnalano le opere indice di riflessione e di risposta ai temi del contemporaneo alle gallerie d’architettura che la espongono come arte; dalla nascita degli urban centers (il cui fine è di diventare luogo istituzionale legato alla divulgazione) ai numerosi workshop di progettazione che affrontano temi locali, mescolando le diverse componenti culturali; dalle rassegne di incontri organizzati da associazioni, ordini professionali, riviste alle possibilità offerte da internet, dove numerosi sono i siti nei quali i progettisti stessi possono esporre il proprio lavoro; dalle inaugurazioni degli edifici, momenti di incontro pubblico, alla gestione dell’informazione stampata. Quest’ultima fornisce un flusso di informazioni che possono alimentare curiosità e desiderio di approfondire le conoscenze; ed un riscontro positivo indubbio si rileva dagli incontri pubblici, dove l’afflusso del pubblico non specializzato è importate, segno dell’attenzione che viene sollecitata.
Prendendo spunto da queste considerazioni, nasce la mostra itinerante ARCHIMOV. Architetture in movimento, che si fonda sull’idea di portare nelle piazze di sei cittadine della provincia veneta il lavoro di alcuni studi che stanno segnando e percorrendo i sentieri dell’architettura contemporanea italiana. Promossa da un gruppo di architetti sparsi tra Padova e Rovigo, la mostra porta a domicilio quello che altrimenti bisogna recarsi a comperare nelle grandi sedi deputate: un database minimo (immagini, disegni, piccoli modelli) capace di seminare il germe della curiosità e di stimolare il viaggio di scoperta, l’incontro tra l’edificio e l’uomo, contenuto in una piccola architettura itinerante. I lavori esposti riassumono i percorsi recenti di 12 studi d’architettura, selezionati all’interno di una rosa più ampia percorrendo le regioni del nord-est e cercando di individuare quelle architetture dell’ultima generazione (l’età del gruppo di architetti arriva al massimo ai 40 anni) che, partendo dalle condizioni della città diffusa, tessono nuove relazioni e nuovi rapporti con il territorio.
Parallelamente a questo, gli architetti si misureranno con il progetto, intervenendo a coppie in sei diverse aree (individuate dalle rispettive amministrazioni comunali) con altrettanti diversi progetti. Come in un workshop allargato, la progettazione, il confronto con richieste e vincoli e tra loro stessi mette le basi per immaginare soluzioni progettuali per quelle che potremo definire aree insoddisfatte: lotti di completamento, attrezzature pubbliche, spazi aperti.
La mostra esporrà così ciò che è stato fatto, ma anche ciò che sarà possibile fare per ogni contesto: risposte critiche a tematiche ricorrenti nel territorio del nord-est, operando sia in contesti urbani che extra-urbani. La scelta di operare in comuni di piccole o medie dimensioni è condizione centrale e proficua ai fini di una prospettiva di modificazione della città diffusa.
Il padiglione itinerante, realizzato su disegno dei progettisti del gruppo organizzatore, è articolato in venti pezzi diversi (dodici moduli scatolari rettilinei, sei angolari e due trasparenti e luminosi, che segnaleranno l’ingresso allo stesso), formati da uno scheletro in ferro, tamponato con pannelli in multistrato e lastre di policarbonato.
Configurato ogni volta in modo diverso, capace di adattarsi alle caratteristiche delle piazze locali – un segno della non omologazione nella quale diversi percorsi culturali possono coesistere – diventa così una piccola casa, che apre alla sera le sue porte, e che può accogliere pensionati curiosi e giovani famiglie che sognano il loro luogo intimo, esponendo l’interpretazione del mondo contemporaneo attraverso l’architettura.
Gli architetti selezionati per questa prima edizione di ARCHIMOV. Architetture in movimento rappresentano una rosa che copre varie zone del nord-est: da Bolzano, Roland Baldi, Peter Plattner; da Trento, A2 Studio (Cesare Micheletti, Loredana Ponticelli, Marco Piccolroaz, Claudio Micheletti); da Vicenza, Alessandro Pizzolato e Giorgio Mingardi, e lo studio Traverso-Vighy (Giovanni Traverso e Paola Vighy); da Padova Enrico Franco, Andrea Viviani; da Rovigo Davide Zagato; da Treviso Amaca Architetti Associati (Marco Ferrari, Martina Cafaro, Carlo Zavan); da Venezia C+S associati (Carlo Cappai e Alessandra Segantini) e Studio CCP architetti (Carlo Calderan, Luca Cuzzolin e Elena Pedrina); da Pordenone lo studio Furlan-Pierini (Ado Furlan e Vittorio Pierini). Molti dei loro lavori sono esito di concorsi nazionali ed internazionali, e sono stati esposti e premiati in varie occasioni.
L’iniziativa si è svolta secondo questo calendario:
15 maggio – 27 maggio 2004, Camposampiero (PD)
29 maggio – 10 giugno 2004, Piove di Sacco (PD)
12 giugno – 24 giugno 2004, Battaglia Terme (PD)
26 giugno – 8 luglio 2004, Piazzola sul Brenta (PD)
10 luglio – 22 luglio 2004, Rovigo
24 luglio – 5 agosto 2004, Adria (RO)
La cartolina-invito-programma
Dalla rivista dell'Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori di Padova, Architetti Padova (n. 21, aprile 2004)
la pagina in cui si annuncia la manifestazione.