VITA DA STUDENTE
VITA DA STUDENTE
Pubblicazione del 27 maggio
Ragazzi miei ci siamo, anche per me è arrivato il capolinea, è giunto il momento di
rendicontare il mio percorso scolastico che si conclude.
Per farlo voglio usare un metodo un pò originale; scrivere una sorta di manuale per voi che
vi affacciate alla nostra realtà del Liceo G. Pascoli, che possa sia esprimere quello che
questi cinque anni sono stati per me, che darvi qualche consiglio utile per affrontarli al
meglio.
Vi prometto, ragazzi cari, che cercherò di non annoiarvi più del dovuto, sarò breve, sia
perchè il verbo scritto ormai pesa sulla mia anima stanca di maturando, che perché, e
soprattutto, di questo mio testamento dovrò risponderne in sede d’esame.
Il liceo non è facile ragazzi, scadenze, compiti, note disciplinari, interrogazioni a sorpresa,
litigate coi compagni, sono solo alcune delle cose spiacevoli che potrebbero succedervi; il
vostro compiti per i prossimi cinque anni, amici, sarà quello di evitarli il più possibile.
Per farlo due sono le parole chiave da rispettare sempre e comunque: Organizzazione e
Tranquillità.
Ora, per facilitare la vostra lettura non mi soffermerò sul termine “Organizzazione”, in quanto
credo che alla veneranda età di quattordici anni già ne conosciate il significato.
“Tranquillità” deve diventare invece il vostro Mantra, ricordatevi infatti che più riuscirete a
rimanere sereni, non facendovi sopraffare dalle angosce e dalle paranoie legate agli obblighi
scolastici, più il vostro percorso riuscirà sia dal punto di vista dei voti che dal punto di vista
del vostro benessere personale.
Prima di darvi il “bocconcino” più succulento voglio però lasciarvi una schematica linea guida
alla frequentazione del Liceo Pascoli, che dividerò in 10 distinti Comandamenti e che
prenderà nome di
TESTAMENTO DI MASULLO
1 - Organizzati
2 - Stai tranquilla/o
3 - Fatti degli amici
4 - Non avere paura dei prof, sono tuoi alleati
5 - Fatti furba/o
6 - Non studiare mai troppo presto (aumenterebbe solo la tua ansia e ti dimenticheresti tutto)
7 - Parla
8 - Fai altro oltre la scuola (preferibilmente sport di combattimento)
9 - Divertiti
10 - Impara a improvvisare
Bene, se siete arrivati fino a qua ragazzi vi siete meritati la chicca, che possiamo esprimere
in tre parole: Impara a Parlare.
É proprio il potere del verbo, della parola, quello che vi verrà insegnato durante questi anni
al linguistico; è proprio il verbo che ha fatto di me, ragazzino quattordicenne, insicuro e
danneggiato dall’isolamento del Covid, come sono entrato, il ragazzo che senza aver mai
parlato in pubblico prima d’allora ha deciso di prendere la parola durante un’assemblea e di
candidarsi rappresentante d’istituto.
É proprio quel ragazzo, che grazie al potere e alla bellezza della parola, e alle molte
soddisfazioni e responsabilità derivate dalla carica di rappresentante d’istituto, ha vissuto il
suo miglior anno scolastico, che gli ha permesso di crescere tantissimo sia dal punto di vista
personale che relazionale.
Prima di lasciarvi non mi stanco di ripetervi: Parlate, scherzate, prendete le interrogazioni
come un’enorme opportunità(sono state la cosa che più mi è servita, in special modo
quando ero poco preparato), e non abbiate paura di farvi valere, fate sentire la vostra voce,
perché è l’unica cosa che avete.
Infine come antidoto contro eventuali dubbi, insicurezze, ripensamenti e rimpianti che
potrebbero accompagnarvi durante il vostro percorso vi lascio una contestabilissima
citazione di Bukowski:
“Il tempo è fatto per essere sprecato”
Con affetto,
Il vostro Masullo
“Il Marciapiede didattico, disabilità e Pregiudizio” è il nome del progetto ideato e realizzato dall’associazione Adra Italia con la finalità di rendere consapevoli le classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado della sfida quotidiana che rappresenta, in particolare per le persone con diversa mobilità, percorrere un comunissimo marciapiede urbano con i suoi ostacoli: le buche per l'usura, i lavori per la loro manutenzione, le sue barriere “naturali” come i gradini e i cestini della spazzatura etc. Il progetto si avvale di una riproduzione di un marciapiede cittadino con tutte le sue barriere e i suoi ostacoli. Le variegate attività proposte nel progetto mirano a sensibilizzare le nuove generazioni sui temi della disabilità e del pregiudizio verso le persone diversamente abili attraverso discussioni, giochi e molti momenti interattivi.
La mia partecipazione agli incontri di Marciapiede didattico, svolti a marzo nelle classi della scuola secondaria di primo grado “Piero Calamandrei” di Firenze, è stata in qualità di facilitatrice per le attività sensoriali ed è parte integrante del mio PCTO (“Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento”).
Il “percorso” del Marciapiede didattico inizia con un colloquio con la psicologa che introduce il tema del pregiudizio verso la disabilità domandando alla classe che cosa vuol dire essere abile e che cosa vuol dire essere disabile; le risposte delle studentesse e degli studenti sono riportate su una lavagna, così da comporre un'immagine semplificata dei significati dati alle parole abilità e disabilità. Dopo questo momento preliminare e di riflessione, la classe è divisa in due gruppi per far meglio provare ad ogni studentessa e studente due esperienze per loro inconsuete: il riconoscimento di superfici ed oggetti con gli occhi bendati e la simulazione di una “passeggiata” sul modello di marciapiede, sia in carrozzina che con gli occhi bendati e il bastone. L’attività della “passeggiata” bendata e in carrozzina è guidata da una persona non vedente e una in carrozzina, che spiegano come utilizzare al meglio questi strumenti. Prima di far svolgere agli studenti il percorso con i bastoni e le carrozzine, la psicologa chiede loro di fare il medesimo percorso contando i secondi impiegati a percorrere il marciapiede senza bende e senza carrozzina.
Quando tutta la classe ha svolto entrambe le attività, i giochi sensoriali e le “passeggiate”, la psicologa la riunisce per le considerazioni conclusive, chiedendo agli alunni e alle alunne di condividere le loro sensazioni rispetto alle esperienze fatte, nonché il tempo impiegato nel percorrere in carrozzina e con la benda il marciapiede simulato. Con l'ultima domanda, la psicologa ha modo di far notare alla classe come sia impossibile calcolare il tempo utilizzato per transitare sul marciapiede quando tutta l'attenzione è rivolta al percorso, a evitare gli ostacoli e alla percezione dell'ambiente. L’incontro si conclude con un momento di condivisione da parte delle persone con disabilità che hanno coadiuvato le attività, nel quale è raccontato alla classe com'è la vita di una persona ipovedente o in carrozzina.
Il Marciapiede didattico con le sue attività, secondo me, è ben strutturato, perché riesce a far immedesimare anche le persone più giovani in diversi tipi di disabilità e rendersi conto meglio delle varie situazioni che persone ipovedenti e in carrozzina affrontano quotidianamente. Ai ragazzi è data l’occasione di esperire giocando l’utilizzo di quei sensi, come il tatto e l’olfatto che nella vita quotidiana delle persone cosiddette abili raramente svolgono una funzione primaria consapevole.
Racconto della studentessa Irene Ribolla classe 4BSU
Il nuovo progetto di Educazione Civica curato dalla prof.ssa Paulesu e proposto agli alunni della 5A Scienze Umane unisce la cittadinanza europea alla satira in maniera originale.
Gli alunni insieme alla loro professoressa hanno intrapreso un percorso composto di 3 lezioni teoriche che culminerà con una presentazione (a gruppi) dei contenuti appresi da esporre alle classi 4A Scienze Umane e 4E Linguistico.
Con la prima lezione, tenuta dalla prof.ssa universitaria Costanza Margiotta, gli studenti di 5a hanno appreso le nozioni base per discutere di cittadinanza, e in particolare di quella europea. Sono state commentate le definizioni della parola stessa “cittadinanza”, dando spiegazioni più approfondite come la cittadinanza duale o secondaria, e discutendo su cosa significa essere cittadini europei.
La seconda lezione, a cura del professore universitario Giuseppe Martinico, ha proposto un’analisi del diritto civile tramite il fumetto e la cultura pop. Sono stati discussi i temi della giustizia e la rappresentazione del giuridico e del diritto; tutto ciò spiegato immergendo i ragazzi negli universi dei fumetti più famosi come Marvel e D.C. Questo non solo ha reso la spiegazione facile e coinvolgente, ma ha reso chiaro che il mondo immaginario dei supereroi sia ricalcato su una realtà di ingiustizie sociali sfortunatamente molto attuale.
La terza e ultima lezione è stata tenuta dallo scrittore e fumettista Luca Paulesu, che ha presentato una mostra da lui curata intitolata Noi cittadini d’Europa? Il fascino discreto della cittadinanza duale su satira e cittadinanza, dalla quale i ragazzi prenderanno ispirazione per il loro lavoro a gruppi scegliendo dei fumetti satirici per le loro esposizioni. La mostra contiene varie opere satiriche di vari fumettisti ed attraverso essa si ripercorrono le tappe che portano alla creazione e consolidazione della cittadinanza europea.
Paulesu ha accompagnato alla mostra un approfondimento sui meccanismi della satira attraverso i fumetti e non, come la satira è uno smascheramento del potere e un importante strumento culturale per smontare i meccanismi e strategie di chi esercita il potere.
Questa esposizione aiuta ad informare gli studenti sull’argomento ma anche a svelare le debolezze e i limiti della cittadinanza del nostro continente.
In conclusione, i gruppi della classe 5a sono invitati anche a riportare alcune problematiche attuali a livello globale e confrontarle all’Europa, oltre che selezionare una o due immagini satiriche a piacimento dalla mostra del fumettista Paulesu, da illustrare ai compagni e raccontare di come rappresentano i problemi europei.
Pubblicazione del 29 gennaio
Partita di pallavolo 22/1 5D-5BSU
Mercoledì 22 Gennaio si è tenuta nella palestra della nostra sede una delle prime partite del Torneo di Pallavolo. A sfidarsi sono state la 5D e la 5BSU, ed il match si è concluso al secondo set.
A vincere è stata la squadra della succursale, capitanata da Tiziano Degli Innocenti, pur avendo sofferto nel primo set, poi vinto in rimonta.
La 5D vantava diverse ragazze davvero brave, cosa che ha reso l’intero incontro estremamente interessante e godibile. Non sono mancati errori da ambedue le parti, che hanno reso il tutto ancora più avvincente.
Sfortunatamente non sono stati molti i ragazzi venuti a vedere la partita: si spera però che con il progredire del Torneo, sempre più spettatori vengano a vedere giocare i loro amici e compagni.
Abbiamo intervistato il capitano della squadra vincitrice ponendogli un paio di domande sulla partita appena conclusa, ma soprattutto domandandogli cosa ne pensasse del regolamento. Il regolamento prevede che nella composizione delle squadre sia rispettato l’equilibrio fra sessi, e che vi sia un’opportuna rappresentanza femminile in ogni contesto sportiva, dato che la nostra scuola è frequentata prevalentemente da ragazze. Questa regola nasce dall’esigenza di rappresentare equamente entrambi i sessi nello sport. La squadra delle Scienze Umane, tuttavia, è di fatto composta da quattro maschi e tre femmine, una delle quali ieri, per problemi fisici, rischiava di non partecipare.
Questa ragazza ha accettato, stoicamente ed eroicamente, di giocare nonostante un forte dolore al collo, e tutti i compagni le sono grati.
Ci domandiamo però: se fosse stata del tutto impossibilitata, la 5B delle Scienze umane avrebbe perso, per forfait, a tavolino?
Lasciamo a voi lettori decidere se questo aspetto del regolamento sia giusto o no.
Ecco qui invece le parole del capitano della 5BSU.
A: “Cosa ne pensi? Come è andata la partita?”
D.I: “Direi che è andata piuttosto bene. All’inizio eravamo un po’ disuniti, ma poi abbiamo ripreso i nostri automatismi. Durante il secondo set siamo abbiamo avuto il controllo della gara, senza subire troppo”.
A: “Pensi che abbiate delle possibilità concrete di andare avanti in questo Torneo?”
D.I: “Credo di sì, anche perché durante queste vacanze di Natale ci siamo allenati veramente poco, adesso torneremo ad allenarci tutti insieme. Quindi si, penso che le possibilità di migliorare sia alta.”
A: “Cosa ne pensi del regolamento? Secondo te è del tutto giusto il fatto che non possano giocare più di due maschi? Dato anche che generalmente al Pascoli sono più le ragazze che praticano questo sport rispetto ai maschi.”
D.I: “Io penso che l’unico discorso che ti possa fare riguardi la qualità e la tecnica di un atleta. Dopodiché io credo che l'aspetto fisico e genetico sia un qualcosa di secondario, se sai giocare sai giocare. La vedo giusta [la regola, ndr] il giusto ecco, la vedo un po’ forzata come cosa. Al di là anche dell’aspetto etico, se in una squadra di solo donne sanno tutte giocare ed in una di maschi nessuno sa giocare, il rapporto è comunque squilibrato”.
Amalia Martini
Nella sede di Via dei Bruni del nostro liceo è stato inaugurato uno spazio interamente dedicato a studenti e professori, l’aula relax.
Il progetto “ADOTTA IL TUO PEZZO DI MURO A SCUOLA: allestimento Aula relax”, a seguito del bando Educare alla Bellezza, nasce dal team di prof sostegno - prof.sse Stefania Colasuonno, Carolina Giacobbe e Paola Guttuso- in collaborazione con i coordinatori del plesso.
L’iniziativa consiste nell'allestimento creativo dell’aula n.308, tramite la decorazione di una parete con due cartelloni per classe, seguendo i principi di collaborazione, creatività, coerenza del messaggio.
I temi possibili sono vari, e possono includere argomenti di natura letteraria, artistica, scientifica o slogan e messaggi significativi per la classe.
L'obiettivo principale è quello di realizzare uno spazio condiviso per promuovere benessere e salute in un ambiente inclusivo e stimolante, tutto dedicato a:
Benessere individuale, concentrazione e recupero dallo stress e ansia delle lezioni
Condivisione e reciprocità
Sperimentazione e sviluppo di competenze
Inclusione e valorizzazione delle differenze, spazi per il dialogo e lo sviluppo dell’empatia
Il 23 dicembre ogni classe ha esposto due cartelloni nell’aula, e i professori, attraverso un sondaggio, hanno votato il loro preferito tra quelli delle classi 3ASU, 3AES, 5BSU, 4AES, 3BSU, 5AES, 4CSU.
Dopo esserci riuniti tutti nell’aula per assistere alla premiazione, è stata decretata la classe vincente la 5AES.
I vincitori hanno poi ricevuto come premio simbolico “il Trofeo della Bellezza 2024/2025” che rimarrà nell’aula fino al prossimo bando del progetto; a tutte le altre classi partecipanti è stato fornito un libro “Titolo”.
Gli studenti della classe 5AES hanno deciso di rappresentare il loro percorso scolastico come il cammino dall’ Inferno al Paradiso di Dante. E’ un sentiero lungo e difficile e ognuno raggiunge il paradiso con tempi diversi.
“Non tutti arrivano insieme ma tutti arrivano alla fine”
Alcuni articoli dgli anni scorsi che potrebbero interessarvi!
Mi chiamo Asia e frequento la classe quarta superiore del liceo linguistico Pascoli.
In questo momento mi trovo in Francia, più precisamente a Perpignan, per studiare un semestre all’estero.
Sono arrivata qui un mese fa e posso dire che le differenze che ho notato con l’Italia sono molte.
Parlando della scuola, la differenza maggiore l’ho riscontrata con gli orari: una giornata tipica inizia alle 8:00 di mattina e può arrivare a finire anche alle 18:00 (fortunatamente io esco a quest’ora solo il venerdì), nel migliore dei casi alle 16:00.
Gli studenti mangiano a mensa solo se hanno scelto quest’opzione, altrimenti si devono portare il pranzo da casa. Lo mangiano durante la pausa pranzo, che dura all'incirca un’ora; durante la giornata ci sono, però, altre due pause che durano 15 minuti l’una (una la mattina e una il pomeriggio). Nonostante queste pause, gli alunni hanno la possibilità di rilassarsi tra una lezione e l’altra per 5 minuti.
Nella mia scuola, inoltre, sono gli studenti che cambiano classe, e non i professori.
Fino ad ora non ho utilizzato alcun libro, principalmente perché i professori distribuiscono ad ogni lezione delle fotocopie che spiegheranno in quell’ora. I compiti non vengono mai dati da un giorno all’altro, ma vengono dati minimo alla settimana dopo.
Trovandomi in première, il penultimo anno, oltre alle materie obbligatorie, che sono francese, inglese e storia, ho dovuto scegliere tre specialità, che nel mio caso sono filosofia, inglese mondo contemporaneo e geopolitica, insieme ad una seconda lingua.
P.s. Qui ci sono due settimane di vacanza ogni 6 settimane scolastiche, ma, a differenza che in Italia, non hanno tre mesi liberi in estate, ma solo un mese e mezzo.
L’aiuto dei giovani dopo l’alluvione a Campi Bisenzio di Emma Mammoli, Anna Paoletti e Francesco Migliorini
L’aiuto dei giovani dopo l’alluvione a Campi Bisenzio
Dal 6 al 9 Novembre sono stati tantissimi gli studenti delle scuole superiori che hanno deciso di andare a Campi Bisenzio ad aiutare i cittadini che, a seguito dell’alluvione verificatasi nei giorni precedenti, hanno perso oggetti, macchine, garage e, nei casi peggiori, persino un familiare.
Tra questi giovani erano presenti moltissimi alunni del nostro Istituto, tra cui i membri della Redazione di Zvanì che, in questo articolo, vi racconteranno com’è andata.
Nel garage del signor Francesco, il nonno che ha visto la morte in faccia - di Francesco Migliorini
Inizialmente indeciso se andare o meno a Campi Bisenzio ad aiutare dopo i catastrofici eventi del fine settimana, sono poi stato convinto dal fatto che, oltre a me, sarebbero state presenti centinaia di ragazzi della mia età, tra cui quasi tutti i miei compagni di classe. Mercoledì 9 novembre, in particolare, insieme ad altri miei amici ho aiutato il signor Francesco a ripulire il suo garage.
In un’intervista di LadyRadio pubblicata su Instagram, il campigiano, settant’anni, si trovava in garage, e racconta: “Durante la notte m’è arrivata una massa d’acqua enorme — forse 200/300 metri cubi d’acqua insieme —, ha sfondato tutto (ben cinque porte divelte e portate via), ha sollevato l’armadio di legno massello e me l’ha rovesciato addosso; io sono rimasto incastrato dentro con l’acqua che cresceva paurosamente nella stanza” rischiando di fare “la morte del topo”, come la chiama lui.
E’ riuscito, dopo un primo tentativo di immersione fallito, a passare sotto all’armadio e a tornare in superficie, con l’acqua che gli arrivava al torace: “Per accedere alle scale, per arrivare al piano di sopra, nel buio completo, incontravo di tutto. Al primo gradino l’acqua l’avevo già alla gola”.
Il nostro compito di volontari è stato soprattutto rimuovere tronchi, lastre, assi di legno e pezzi di qualsiasi materiale portato dalla forza dell’acqua nel garage, che ancora era allagato per quasi mezzo metro di altezza. Dopo poco tempo si sono uniti tanti altri volontari che sono riusciti a ripulire lo spazio nel miglior modo possibile.
Camminando per le strade sono rimasto colpito dalle immense quantità di rifiuti raccolti sui bordi dei marciapiedi. Posso dire con certezza che per smaltirli tutti serviranno non giorni, ma settimane, e per questo motivo al momento rimangono il problema più grosso da affrontare.
Ricordi accumulati per strada - di Emma Mammoli e Anna Paoletti
Nell’ andirivieni di ragazzi di tutte le scuole di Firenze verso Campi Bisenzio, un paese di provincia estraneo alla frenetica vita di città, è sembrato di assistere a una scena post-apocalittica.
Penso sia stato molto lungo il viaggio per tutti coloro che stanno a Firenze o dintorni, nel grande afflusso alle fermate del bus 30. C’era un inconsueto chiacchiericcio, molto disordinato, in quelle vie, che solitamente sono poco percorse alle 7,30 del mattino; ma in quelle chiacchiere ho individuato grande voglia di fare, e tanta speranza in una generazione che molto spesso viene sbrigativamente etichettata come “nullafacente”.
Le persone da aiutare erano molte, come tante erano le mani pronte a sporcarsi spostando ricordi di persone che avevano perso tutto, accumulandoli per strada come oggetti in disuso.