Scuola di Rodi

Autore: scultori della scuola di Rodi (probabilmente Agesandro, Atenodoro e Polidoro)

Titolo: Laocoonte e i suoi figli

Anno: I sec. a.C. - I sec. d.C. (probabile copia di un'originale in bronzo del 150 a.C. circa)

Dimensioni: h. 242 cm

Tecnica: scultura

Materiale: marmo

Luogo di conservazione: Cortile del Belvedere, Città del Vaticano

Interpretazione

Vi è ancora qualche dubbio sulla vera origine o paternità del gruppo marmoreo Laocoonte e i suoi figli, intitolato così per via dei tre personaggi che sono raffigurati in esso. Alcuni studiosi affermano che il gruppo, realizzato in un periodo che va dal I secolo a.C. al I d.C. e che troviamo collocato all'interno del sito artistico dei Musei Vaticani a Roma, sia una copia perfetta di un originale in bronzo andato perso che era stato realizzato in precedenza. Gli autori che realizzarono questo straordinario capolavoro d'arte ellenica alto 242 centimetri, usando come materiale del pregiato marmo, provengono dalla stessa bottega artigianale che si trovava nell'antica e leggendaria città di Rodi. Questi formidabili uomini con un grande talento artistico sono stati identificati col nome di Agesandros e i suoi due figli Athenodoros e Polydoros, mentre la committenza per il Laocoonte sembra sia arrivata da parte di alte cariche dell’Impero Romano Augusteo che stanziavano proprio presso la città di Rodi.

Il gruppo con i suoi personaggi rappresenta un famoso episodio che avvenne durante la lunga guerra terminata poi con la sconfitta della città di Troia. Grazie al poeta latino Virgilio e alla sua famosa Eneide, questa vicenda è conosciuta in tutto il mondo. Laocoonte era un sacerdote troiano nel periodo della guerra tra Troiani e Achei. Di quest'ultimo schieramento faceva parte anche Ulisse, il quale escogitò poi l'inganno del cavallo di legno per conquistare la città. Laocoonte, convinto che fosse una trappola, cercò in tutti i modi di convincere i suoi concittadini a non far entrare ad Ilio la machina, finto dono ad Athena da parte dei Greci per propiziarsi il ritorno in patria. Sinone, soldato acheo lasciatosi catturare affiché il piano di Ulisse funzionasse, li persuase del contrario. Il sacerdote, mentre sacrificava un toro in onore di Poseidone, assieme ai suoi figli, Antifante e Timbreo, venne attaccato e ucciso tra urla strazianti e sgomento di tutti da due serpenti marini, comandati dalla dea Athena, infuriata con lui perché contrario all'ingresso del cavallo in città e, secondo i Troiani, per averlo colpito con una lancia nel vano tentativo di dimostrare la propria teoria.

La scultura ci descrive in modo così dettagliato e realistico quel terribile momento dell’aggressione da parte dei serpenti mandati dalla dea. Sembra di leggere le pagine di un libro che racconta una triste storia nei minimi particolari. Laocoonte e i figli sono rappresentati dagli artisti con una naturale espressione di terrore nei loro lineamenti e nel movimento che fanno subito intuire il triste momento vissuto. Pare di poter udire le urla dei personaggi che vengono morsi dai serpenti e che con i loro muscoli tesi in un ultimo sforzo cercano in qualche modo di togliersi di dosso la loro feroce presa delle spire. Si intravede quasi un aumento emotivo e del dramma vissuto sulla parte sinistra dell'opera. Infatti il figlio lì non ha più forza di combattere e dà l'impressione che si stia lasciando andare al crudele destino della morte, mentre l’altro ragazzo con il suo movimento del piede pare che si stia liberando e abbia intenzione di trasmettere questa sensazione di voglia di vita al padre. Straordinaria l’intensità espressa del dolore umano raffigurato nell’opera in modo così realistico. Spettacolare l'energia trasmessa e il movimento attraverso questi volti, questi visi con le sopracciglia inarcate, le narici dilatate o la fronte corrugata.

La composizione della scultura è geometrica perché basata su una invisibile diagonale che parte dalle vesti del figlio a destra e finisce col braccio alzato del padre. Anche l’intersezione di alcune linee oblique che vanno dai figli al padre, ai serpenti trasmettono tensione. I corpi tesi e muscolosi di Laocoonte e dei figli che esprimono grande forza come la tradizione ellenistica richiedeva vengono esaltati ulteriormente nei volumi dalla superficie del marmo molto lavorata e liscia che cattura la luce in modo perfetto.