Giovanni Domenico Tiepolo

Autore: Giovanni Domenico Tiepolo (1727–1804)

Titolo: La processione del cavallo di Troia

Anno: 1760 circa

Dimensioni: 2 m x 4 m circa

Tecnica: olio su tela

Luogo di conservazione: Londra, National Gallery

Iscrizione: PALADI VOTUM: "Un’offerta a Pallade (Atena)"

Interpretazione

Il dipinto si può ricollegare a un'altra opera dello stesso artista, che ritrae degli artigiani che costruiscono il cavallo. Dipinte intorno al 1760, queste scene erano probabilmente disegni preparatori per dipinti a olio più grandi, di cui non si conosce l’ubicazione.

In questo dipinto il cavallo viene portato in città dagli ignari troiani grazie a una piattaforma munita di ruote e ad alcune funi. Un'iscrizione in latino sul fianco del cavallo recita 'PALADI VOTUM' (Un'offerta a Pallade Atena). Sullo sfondo vediamo l'arresto di Cassandra, figlia del re di Troia, che aveva profetizzato la rovina di Troia qualora il cavallo fosse entrato in città.

Questa raffigurazione trasmette la grandezza della storia narrata nell'attività concitata della folla e nell'incombente mole del cavallo. L’artista ha qui rappresentato il cavallo non come una macchina forgiata dalla mano dell’uomo ma come un animale in carne ed ossa, con un attento studio del suo corpo muscoloso, della criniera e della coda.

Le alte mura, dalle quali il popolo osserva la processione, e lo spazio che si allontana bruscamente portano il nostro sguardo verso la città lontana, che è composta da edifici di diverse altezze e stili. La rappresentazione di Troia è basata sugli antichi edifici di Roma, e le merlature ricordano le antiche fortificazioni.

Artista e tecnica

Giovanni Domenico Tiepolo (Venezia, 30 agosto 1727 – Venezia, 3 marzo 1804)
Giovanni Domenico Tiepolo trascorse la prima parte della sua carriera lavorando su commissioni a Venezia e dintorni, ma anche in Spagna e in Germania, molte delle quali in collaborazione con suo padre, Giovanni Battista, e suo fratello Lorenzo. Questi schizzi furono probabilmente realizzati poco dopo il ritorno di Domenico a Venezia da Würzburg, dove aveva assistito il padre in una serie di affreschi.

Le sue pennellate sono fluide, gli strati di colore spessi e le tonalità pallide. Ha prestato poca attenzione a dettagli come i volti e i vestiti, ma ha comunque avuto successo nel catturare un senso di movimento e concitazione.