QUARTE DI COPERTINA

NUMERO 22

 MAGGIO 2024

Call me Michael: a ferro e fuoco: 

scacco matto, Bambolina!

“A ferro e fuoco, Bambolina”.

”Senza Michael non esisto. Anche se sono tutti no, lui è il mio sì”.


“Call me Michael”, è un dark romance, scritto da Giorgia Fiorella, pubblicata inizialmente su Wattpad per poi uscire cartaceo nell’ottobre 2023.

Vengono trattate tematiche importanti legate ai traumi psicologici, all’abuso minorile, alla psicosi e alla co-dipendenza affettiva.

Il libro esplora anche temi come l'amicizia, il dolore, l’amore, il perdono e la sopravvivenza in una situazione difficile.

Un libro carico di suspance, che fa provare dolore, amore e vuoto nel petto, dalle scene crude del passato di Michael a quelle sofferenti dell’amore tra i due protagonisti.

“E quando penserai che sia un male, tu continua a fare del bene”.

Nel cuore di "Call Me Michael" si intrecciano le vite di Grace e Michael, due anime segnate dal dolore e dalla solitudine. 

Grace, una bambina albina, vittima di bullismo all'interno dell'orfanotrofio Benetton, incontra Michael, un ragazzino considerato pericoloso dagli altri, vittima di atrocità sul suo corpo e sull'anima. 

Nonostante gli avvertimenti e la reputazione di Michael, Grace trova conforto, amicizia e amore in lui, creando un legame profondo, ma i loro destini sono segnati da una serie di tragedie e sofferenze.

La loro storia non è una fiaba romantica, ma un percorso fatto di sfide, un amore incompleto e deviato. 

Per anni, Grace e Michael lottano insieme, cercando di sopravvivere agli ostacoli che la vita pone loro davanti. Ma quando Michael viene portato via dall'orfanotrofio e finisce in un istituto psichiatrico per aver commesso due omicidi, la loro connessione sembra essersi spezzata.

“Attenta, Bambolina, attenta… perchè sto venendo a prenderti”

“Sette giorni Grace, un giorno per ogni anno che siamo stati lontani”.

Anni dopo, Grace sta per festeggiare i suoi diciotto anni, quando Michael fugge dall'istituto proprio alla vigilia di quella data. 

Terrorizzata dalla sua imminente scomparsa, Grace si trova costretta alla fuga, ma viene rapita da Michael. Durante il suo sequestro ‘anomalo’, la ragazza è tenuta ad affrontare il loro passato, insieme e il dolore provocato dalla sua assenza. 

Tuttavia, nonostante le difficoltà e le cicatrici emotive, il legame tra loro resta forte e intenso.

La loro storia è una partita a scacchi tra il destino e la speranza, dove entrambi cercano di trovare la strada verso la felicità. 

“Hai vinto la partita Bambolina. Hai vinto contro di me”.

L'amore tormentato di Grace e Michael spinge a superare ogni ostacolo, lottando l'uno per l’altra.

“Ti vedevo sempre, Grace, e sei stata l’unico appiglio in quel caos. L’unica ragione a tenermi in vita”.

“Mi hanno ucciso trentasette volte. Ma tu non avere paura, ti prego, che con te sono vivo”.

Michael, Michael che è stato distrutto e usato da chi doveva proteggerlo, “ritenuto un demonio”, Michael che non si è mai amato ma ne aveva bisogno, lui che ha poi trovato l’amore nella sua Bambolina, colei che gli ha donato l’ultimo pezzo di cuore rimasto, il suo primo amore: “Tu mio, io tua. Fino all’ultimo respiro e ancora un altro po'”.

“Voglio che tu torni da me ogni volta che te ne vai”.

Alla fine, anche se la strada è difficile e tortuosa, trovano la forza di ricominciare insieme, insegnando al mondo che l'amore può essere una luce anche nei momenti più bui. 

“La vita è più facile quando non sai… Non riesco a sopportare il pensiero di ciò che ha dovuto passare”.

“Loro erano l’arma, non il proiettile…

-Mi viene da vomitare”.

Nei giorni in cui entrambi erano nascosti, Grace viene a sapere dell’orrore che Michael ha dovuto subire: “mi spengo eppure continuo a sentire”.

Grace è stata capace di amarlo, anzi, di insegnargli il significato stesso della parola ‘amore’, di aspettare che lui tornasse sempre da lei ogni volta che i suoi demoni lo portavano via, ha riempito il suo vuoto e riscritto nelle sue pagine bianche. Grace, che si è sentita in frantumi per la storia di Michael, è comunque riuscita a sostituire le sue macchie con ricordi nuovi e puri: “è questo un vero abbraccio da dietro”.

Non è un semplice libro questo, è una storia, la storia di due ragazzini soli che hanno imparato il senso della vita insieme; è forte, tocca l’anima e la strappa via, è capace di empatizzare un concetto di cui al giorno d’oggi sono tante le vittime. Se chi sente questi racconti percepisce vuoto e dolore, cosa percepiscono le vittime?

La profondità della loro storia offre una narrazione ricca di emozioni e struggimento. 

Come già anticipato, la storia di Grace e Michael è quindi un viaggio attraverso il dolore e la speranza, mostrando come l'amore possa essere una forza potente anche nelle circostanze più oscure. 

La complessità dei personaggi e le sfide che affrontano rendono il libro coinvolgente e avvincente.

Va inoltre notato che le tematiche trattate, come l'abuso minorile e la psicosi, richiedono una lettura attenta e una sensibilità emotiva, rendendo il libro più adatto a un pubblico maturo in grado di affrontare tali argomenti con la giusta riflessione.

“Come fiori d’amaranto, a ferro e fuoco. In una vita sbagliata questi siamo noi.”

“Ti troverò sempre, Michael. Tu dovrai solo aspettarmi”

-Questo lo so fare bene”

“Ci vediamo nella prossima vita, chiamami Michael”.


Citazioni tratte dal libro: Call me Michael, Giorgia FiorellaWattpad: Call me Michael, FiorexstoriesLibreria: 31/10/2023Casa editrice: Sperling & Kupfer.

Tabasum Tanzina

NUMERO 21

 MARZO 2024

Sfumature d'amore: Neil, Selene e l'incubo del passato

“Kiss me like you love me” di Kira Shell, è un romanzo rosa (dark romance), composto da 5 libri, che esplora la storia d’amore tra Neil e Selene.

Affronta i temi dell’abuso minorile e della violenza psicologica, fisica e sessuale, narrandone le conseguenze e la salute mentale del protagonista, spiegando l’amore in diversi rapporti, da quello fraterno a quello tra un dottore e il suo paziente.

Definito dai lettori come arte, poesia, qualcosa le cui parole arrivano a entrare  nell’anima e non uscire più, magia… Un libro che fa provare paura, amore e odio, descrivendo la passione, l’infinita attrazione e un destino incerto dei protagonisti, ma soprattutto trascinando il pubblico “nell’isola che non c’è”, una storia in cui Peter Pan sceglie Trilli, una storia in cui un trauma non è solo un evento passato cancellato dall’arrivo di un amore, ma un evento che influisce sul presente, ostacolandolo.

Nel primo libro inizia la storia di un amore travagliato tra Neil e Selene, i due protagonisti, che dopo il trasferimento di quest’ultima vengono travolti da un indescrivibile attrazione fisica.

Selene, una ragazzina di 21 anni, dolce, amante della lettura e da sempre con una vita semplice con la madre a Detroit.

Tutto cambia quando la madre decide di farla trasferire a New York a ricucire i rapporti col padre, Matt Anderson, uno dei chirurghi più famosi della città.

A seguito di diversi tradimenti, Matt decide di lasciare la madre di Selene e vivere con la compagna, Mia Lindhom.

Arrivata a New York, Selene conosce anche i tre figli della compagna del padre: Chloe, Logan e Neil.

Neil è ragazzo di 25 anni che a soli dieci anni viene travolto da un trauma che si porta per tutta la sua vita, un passato che lo perseguita senza lasciargli vivere a pieno il suo presente poichè ha un costante bisogno di rivivere il trauma subito, tramite rapporti sessuali con ragazze bionde, più simile possibili alla sua violentatrice. 

Lui è l’opposto di Selene, alto, arrogante, bello, tanto da riuscire ad attirare le donne di qualunque età, con un profumo che è un miscuglio di muschio bianco e tabacco, degli occhi color miele e capelli costantemente scombinati e ribelli proprio come lui.

“Cercavo di sopravvivere, di restare aggrappato al mondo, ma presto ci avrei rinunciato", tormentato da una violenza durante l’infanzia, Neil non è il tipico ragazzo che ogni ragazza si aspetterebbe di frequentare, eppure Selene si sente attratta da lui “come una falena attratta dalla luce”, nonostante Neil abbia un muro di sfacciataggine ed egoismo per difendersi dalla crudeltà del mondo e non veda l’ora di fuggire lontano dal suo passato, “nell’isola che non c’è”, a costo di non vivere più.

“Io avrei voluto liberarlo dalla gabbia in cui lui stesso si era richiuso”, da subito Selene ha un'inspiegabile voglia di conoscere Neil, di capire il motivo dei suoi atteggiamenti, del perché si chiuda in se stesso, senta voci, il motivo delle sue molteplici docce, la sua paura delle telecamere e perchè il sesso fosse un bisogno per lui. 

Dalla descrizione di questi comportamenti di Neil, possiamo notare la bravura della scrittrice nel narrare l'impatto che il passato ha avuto sul protagonista e anche sui suoi cari, portando, per esempio, Selene, una ragazza sognante di un amore perfetto da favola, ad amare e lottare per qualcuno che, però, si ritiene un mostro, vede tutti come un pericolo e non riesce a comunicare se non con il corpo, senza però darle alcuna certezza.

Ma la loro storia non viene solo intralciata dai tormenti di Neil, ma anche dall’arrivo di Player 2511, un folle che prende di mira Neil e coloro che ama per vendicarsi di qualcosa che Neil non riesce a capire.

“Il diavolo è nei dettagli. Il diavolo è con voi. Il mistero del carillon. Player 2511”, tra enigmi, minacce e attacchi, anche a rischio di vita, Player trascina Neil in un gioco malsano, dove prima di colpire lui, Player mira ai suoi punti deboli, ovvero i suoi fratelli e la sua Trilli (Selene). 

Il filo conduttore con i libri successivi ha permesso ai lettori una maggiore curiosità nel voler sapere come continua la storia a seguito del finale inaspettato e sconvolgente del primo. 

Dopo aver letto tutti e 5 i libri, ritengo che questo romanzo non sia adatto a chiunque, ma consigliato ad un pubblico maturo e consapevole, poiché contiene descrizioni di scene erotiche esplicite, narra di una violenza (non solo fisica) e impone una particolare attenzione perché nulla si ferma all'apparenza in questa storia. 

Spesso ha richiesto l’interruzione della storia, data la sofferenza con cui Kira racconta il passato di Neil, ha scatenato emozioni positive e negative, insegnando come bisogna essere pazienti con soggetti come Neil.

Nonostante nel corso di questa narrazione si possano riscontrare atteggiamenti esagerati da parte dei protagonisti, come ad esempio la loro gelosia, il modo in cui la scrittrice tratta i diversi argomenti collegandoli tra loro e spiegandone i motivi fa onore al tempo che essa ha dedicato anche per informarsi, dato che nei libri successivi si scopre il vero disturbo mentale del protagonista e viene dedicato molto al suo approfondimento. 

Nonostante vi sia qualche aspetto criticabile (come alcune scene interpretabili in un’ottica di sessismo o di auto umiliazione), la  vicenda raccontata è ricca di emozioni forti che a volte riescono ad essere un vero e proprio “pugno nello stomaco”, facendo immedesimare i lettori nei protagonisti. Offre diversi punti di vista e forse richiede anche forza nel riuscire a leggere i “pov” di Neil, dove viene utilizzato un linguaggio spietato e diretto a causa del suo carattere e del suo passato.

Con questa storia l’autrice ha conquistato migliaia di lettori, raggiunto diverse classifiche e successo, portando ogni lettore “nell’isola che non c’è” di Neil e Selene.

“Con te è tutto strano, mio incasinato, ma continua a fare in modo che l'oscurità cammini mano nella mano con la luna, perché… le stelle sembrano essere d'accordo con te”.

Tabasum Tanzina

Tutte le citazioni sono tratte da “Kiss me like you love me - let the game begin”.

Pubblicato nel 2019 il primo volume della serie dalla casa editrice Sperling & Kupfer.



NUMERO 20

 DICEMBRE 2023

NUMERO 19

 OTTOBRE 2023

Lettere a Theo

La vita di Van Gogh nel suo messaggio al fratello

Lettere a Theo è una raccolta delle lettere scritte da Van Gogh per il suo fratello minore Theodorus, ed è considerato uno dei momenti più belli dell’arte epistolare del Diciannovesimo secolo, e rappresenta la chiave per una maggiore conoscenza di questo grandioso pittore. L’epistolario venne pubblicato per la prima volta integralmente nel 1914 dalla vedova di Theo Van Gogh, Johanna Van Gogh-Bonger, per una totalità di 821 lettere, 668 delle quali indirizzate all’amato fratello, nelle lingue originali in cui furono scritte (olandese, inglese e francese). In italiano ci fu un’unica edizione del 1959 dell’intero epistolario. Tra le molteplici edizioni parziali italiane, ritroviamo quella del 2013 pubblicata dalla casa editrice Guanda, che presenta 97 di lettere, tutte indirizzate a Theo, organizzate in ordine cronologico a partire dal 17 settembre 1875 (l’epistolario originale inizia nel 1872) -  quando Vincent Van Gogh aveva ventidue anni e il fratello Theo diciotto -  e termina con l’unica lettera non spedita, quella del 27 luglio 1890. L’edizione è, inoltre, introdotta dal saggio del filosofo e psichiatra tedesco Karl Theodor Jasper, pubblicato per la prima volta nel volume Strindberg und Van Gogh, edito nel 1922. Le prime lettere che ritroviamo all’interno della raccolta corrispondono al primo soggiorno a Parigi (maggio 1875-marzo 1876) di Van Gogh, periodo in cui l’artista lavorava per la casa d’aste Goupil & Cie, da cui fu in seguito licenziato poiché negligente nel lavoro, e sempre più interessato alla lettura della Bibbia, che lo porta a dedicarsi alla vita religiosa per un paio di anni (1877-1878). Decide di studiare per essere ammesso alla facoltà di Teologia di Amsterdam, ma fallisce gli esami; segue così un corso di evangelizzazione, di tre mesi, per ottenere l’abilitazione alla predicazione popolare, che non ottiene a causa del suo carattere indipendente, refrattario a ogni sottomissione. A gennaio del 1779 ottenne comunque una nomina provvisoria, di sei mesi, come evangelista laico a Wasmes, nel Borinage. Ma a causa del suo eccessivo e preoccupante zelo, il consiglio ecclesiastico di Bruxelles, non gli rinnova l’incarico, concedendogli tre mesi per trovarsi un’occupazione. Dopo quest'ultimo inconcludente tentativo, Vincent decide di riprendere la sua formazione artistica. Gli anni successivi saranno una continua alternanza di spostamenti in varie località e amori impossibili. In questi anni fa molti studi sul colore e la luce, e realizza varie opere ispirandosi ad artisti come Millet o Daumier. La sua formazione si deve anche all'esempio del realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon, dall'influenza della scuola dell’Aia, dalla precedente formazione Teologica, e dall’Accademia delle Belle Arti. I suoi amici Hermanus Tersteeg e Anton Mauve saranno sempre pronti ad aiutarlo e consigliarlo. Il 1886 e il 1887 furono due anni che Vincent trascorse a Parigi con il fratello, grazie al quale, lavorando per conto della Goupil, gli fa inoltre conoscere Monet, Sisley, Pissarro, Degas, Renoir, Seurat, Signac e altri artisti. Poiché Vincent scriveva principalmente al fratello, questo periodo è costituito solo da lettere scritte ad amici pittori o a parenti vari. Il contatto con gli impressionisti lo porta ad usare colori più vivaci e chiari, per la realizzazione di molteplici autoritratti. Scopre le stampe giapponesi, che circolano molto a Parigi e che ispirano il suo lavoro. Scrive infatti: “E mi pare che non sia possibile studiare l’arte giapponese senza diventare molto più allegri e felici e senza tornare alla natura, malgrado la nostra educazione e il nostro lavoro in un mondo fatto di convenzioni.” In seguito si stanzierà ad Arles, in Provenza. Durante questo periodo, lo scambio epistolare aumenta, soprattutto con il fratello Theo, la sorella Willemien e l'amico Emile Bernard. La natura circostante e l’atmosfera del posto gli offrivano nuovi spunti per lavorare. Realizza infatti una serie di quadri rappresentanti degli alberi in fiore, Notti Stellate su Rodano, Terrazza del caffè la sera e I Girasoli. 

Nell'ottobre del 1888 lo raggiunge l'amico pittore Gauguin, ma dopo alcune settimane di serenità, i caratteri dei due uomini si rivelano incompatibili con un drammatico epilogo la vigilia di Natale del 1888: in seguito ad un litigio tra i due, Vincent si ferisce all'orecchio, e trascorre diversi mesi in ospedale ad Arles. A causa di questo episodio, alcuni concittadini presentano una petizione al sindaco di Arles, chiedendo che il pittore pazzo venga mantenuto in ospedale, perché considerato troppo pericoloso. Qualche mese dopo, Van Gogh si fa internare nel manicomio di Saint-Rémy-de-Provence, nell'ex monastero di Saint-Paul-de-Mausole, dove  rimarrà un anno, e realizzerà altri quadri. Theo, su consiglio di Camille Pissarro, che viveva a Pontoise, vicino a Parigi, gli suggerisce di andare a Auvers-sur-Oise, per farsi curare dal dottor Gachet. L'attività artistica del pittore fu intensa anche durante questo soggiorno: nell'arco di 70 giorni, dipinse 75 quadri, più di uno al giorno. All'apice della sua arte, molti dei dipinti di questo periodo sono capolavori: Campo di grano con volo di corvi, Ritratto del dottor Gachet, e Marguerite Gachet al piano. Un mese dopo avverrà l’irreparabile: il 27 luglio, Vincent si spara alla testa, rimanendo gravemente ferito, e muore due giorni dopo, non prima di dire al fratello, giunto al suo capezzale “La tristezza durerà comunque tutta la vita. Ora desidererei ritornare”. Theo lo seguirà qualche mese dopo, a causa dei problemi di salute. Theo e Vincent Van Gogh ebbero un rapporto molto stretto durante la loro breve vita. Theo aiutò molto il fratello, sia materialmente che emotivamente. Lo fece per generosità, amore ma soprattutto per profonda ammirazione, perché fu il primo a credere nel genio del fratello, e la stima che Vincent provava per lui gli fece conquistare la possibilità di fare qualche critica ai suoi lavori. Theo era nella posizione di farlo: lavorava infatti nel mondo dell’arte in quanto mercante d’arte a Parigi, quindi poteva anche consigliare Vincent sulle tendenze più in voga. L’artista considera addirittura Theo come un co-artefice delle sue opere e come costante sostegno e stimolo alla sua creatività. , Scrive infatti in una delle sue lettere: “Ti assicuro che tu li avrai creati quanto me: il fatto è che noi li fabbrichiamo in due.” Le epistole rappresentano anche la genesi dello sviluppo di molti quadri dell'artista, ritroviamo infatti, in molte di esse  un’alternanza di parole e disegni, in cui Van Gogh spiega al fratello i suoi nuovi progetti, le tecniche e i materiali usati o semplicemente confida al fratello la sua concezione della pittura e dell'arte in generale: l'importanza del lavoro, della tenacia quando la natura resiste a "trovare un passaggio tra ciò che sentiamo e ciò che possiamo". Le preoccupazioni materiali in cui Vincent si dibatte sono anche il filo conduttore di questa corrispondenza, infatti le richieste di aiuti economici al fratello sono frequenti. Le difficoltà economiche saranno anche la causa per cui Van Gogh lascerà molte opere incomplete o sotto forma di bozze, per non sprecare i materiali costosi, e che non poteva permettersi. Van Gogh ha inoltre permesso alle sue relazioni amorose, soprattutto con la prostituta Sien, (ma anche alla sua indole generosa, durante i suoi anni di intensa vita religiosa, quando dona i suoi averi ai poveri), di influenzare la sua instabilità economica. Un altro tema predominante nelle lettere sono i libri: Van Gogh è un insaziabile lettore ed ogni volta che legge qualcosa la descrive e consiglia al fratello, spiegandone i motivi. Tra gli autori che legge e nomina spesso ritroviamo Balzac, Hugo, Maupassant, Michelet, Dickens, Shakespeare; il suo autore preferito è tuttavia il naturalista Zola, del quale adora ‘Al paradiso delle Signore’. Nelle sue lettere Vincent parla spesso anche dell’amore, delle relazioni che ha avuto e di come esse hanno inciso su di lui. Purtroppo si trattava sostanzialmente di “cause perse”, destinate a finire, e molto spesso non appoggiate dai suoi parenti. Il primo amore dell’artista, Ursula Loyer, risale al suo soggiorno a Londra, quando Vincent e il fratello erano ospitati dalla famiglia della ragazza. Fu il primo vero amore di Vincent, ma lei  non era interessata, oltre ad essere promessa ad un altro. Il pittore uscirà devastato da ciò, ma la donna che gli lascerà profonde ferite, tanto da fargli quasi perdere la ragione, sarà sua cugina Kee (Kate Vos), la quale, da poco vedova e irritata dell’insistenza del giovane pittore, decide di scomparire dalla sua vita e di allontanarsi dalla sua famiglia. L’amore per la cugina si trasformò in una vera e propria passione ossessiva, e il risentimento nei suoi confronti lo marchierà fortemente. Qualche anno dopo incontra Clasina Maria Hoornik, una prostituta alcolizzata affetta da vaiolo, incinta e con un figlio, che nelle lettere chiamerà Sien, se ne innamorerà e deciderà di prendersi cura di lei e di assisterla durante la gravidanza, per poi prendersi cura di suo figlio, in un vano tentativo di salvarla dalla strada. Vivere con lei gli procurerà molta felicità, tanto da scrivere al fratello: “Non posso guardare la culla senza sentirmi scosso. Un uomo si può sentire invaso da una sensazione profonda e potente quando è insieme alla donna che ama, vicino alla culla dove dorme un bambino.” Successivamente decide di abbandonarla poiché riprende le sue vecchie cattive abitudini. Margot Begemann è stata la prima ad innamorarsi del pazzo pittore di Nuenen. Vincent accettò le sue attenzioni solo perché ferito dopo la separazione da Sien, e rimasero insieme per circa quattro mesi. Sul punto di sposarsi, si separarono perché la famiglia della ragazza non era favorevole al matrimonio: giudicavano Van Gogh come “mentalmente squilibrato”. L’ultima donna di cui il pittore si innamorò fu Agostina Segatori, celebre modella dal look esotico, ed incline agli eccessi, per questo Vincent, sopraffatto dal suo stile di vita, non ebbe mai il coraggio di confessarsi. Gli amori di Van Gogh rappresentano un aspetto dell’artista poco conosciuto, ma sono stati anche fonte d’ispirazione per molti ritratti. Attraverso queste lettere, scopriamo la personalità del pittore, il suo desiderio di essere compreso, la sua grande cultura, pittorica naturalmente, ma anche letteraria e musicale, la sua sete di apprendimento, la sua fragilità, la sua sensibilità e, cosa più sorprendente, la sua lucidità per quanto riguarda in particolare la sua salute psicologica, causa di forti preoccupazioni nel fratello, la cui salute era piuttosto cagionevole. Grazie a queste lettere viene soppresso lo stereotipo dell’artista maledetto e tormentato, che dipinge sotto l’impulso della pazzia o del genio incompreso che spesso ritroviamo nelle biografie. L’epistolario ci mostra un’immagine diversa di Van Gogh, un uomo della mente molto fine e sensibile, raramente presa da raptus, e consapevole del male che lo affligge, tanto da annotare tutti i suoi progressi, così come le sue recidive, con una rara lucidità. Theo sarà, a suo modo, un terapeuta per il fratello, turbato dalle sue difficoltà materiali e psicologiche, della sua dipendenza dagli altri, dalle comodità, dal denaro, dal riconoscimento, fattori che rappresentano una sorta di freno alla creatività di Vincent, e che gli impediscono di sviluppare pienamente la sua arte. È possibile definire il loro intenso scambio di lettere come una sorta di psicoanalisi epistolare, che permette al lettore di delineare, quasi minuziosamente, l’andamento psicologico ed emotivo del pittore. L’insuccesso artistico è un’altro fattore di tormento interiore per Vincent, che scrive al fratello: “Non posso cambiare il fatto che i miei quadri non vendano. Ma verrà il giorno in cui la gente riconoscerà che valgono più del valore dei colori usati nel quadro”, e su questo non si sbagliava. Fortunatamente la sua produzione artistica non ha veramente risentito dei turbamenti dell’artista, ma anzi, l’ha influenzata. I dipinti realizzati a Saint-Rémy-en-Provence, dove decise di farsi internare, dopo essersi tagliato un orecchio a causa di una grave crisi, sono tra i più celebri e splendidi che abbia mai creato, tra cui Il seminatore, la Notte stellata e le Piante di iris, che furono in seguito esposte al Salon des Artistes Indépendants. La Notte stellata rappresenta un vero e proprio riflesso dei pensieri tormentati del pittore: il quadro è caratterizzato dalla singolare rappresentazione del cielo, i cui movimenti vorticosi a forma di spirale sembrano dare vita al paesaggio notturno. L'opera raffigura anche il sottostante villaggio di St Rémy, le cui case rivelano fonti di luce. Nonostante ciò scriverà a Theo, il 25 ottobre 1889: “La malinconia mi riprende spesso con grande violenza, e più la salute ritorna normale e più riesco a ragionare freddamente, più mi sembra una follia fare della pittura che ci costa tanto e non rende niente, neppure le spese”. La fragilità psicologica dell’artista è sempre presente, lo attanaglia e lo tormenta, per questo in quella che è la sua ultima lettera, quella che portava con sé il giorno della sua morte, e che non spedì mai al fratello, dice: “Ebbene, io nel mio lavoro ci rischio la vita, e ci ho perso per metà la mia ragione, e va bene così”.

Benita Sagbohan

NUMERO 17

 MARZO 2023

“La sfrontata bellezza del cosmo” di Licia Troisi 

Confronto sul libro vincitore del premio Asimov 2022

Una finestra sul cosmo di Martina Cucchi

Tecnica: tempere

La recensione di Elisa Frigerio (fra le 50 migliori recensioni lombarde del premio Asimov 2022)

“La sfrontata bellezza del cosmo” è un libro dello sguardo. Sono le immagini, infatti, a fare da filo rosso, a condurre il lettore attraverso gli intricati misteri dell’universo, a svelarne l’incredibile bellezza. Dalla Natività di Giotto, alla prima, famosa, immagine di un buco nero, Licia Troisi ci rivela che in ognuna di esse c’è molto di più di quanto appaia a prima vista. Ognuna, infatti, contiene un indizio, un tassello di quel puzzle che l’umanità tenta da millenni di comporre. Alcune di esse sono affascinanti senza spiegazioni, come il tripudio di colori della Nebulosa del Granchio; altre, più tecniche, deludenti a prima vista, diventano eccezionali non appena se ne comprende il valore. Il loro fascino non si ferma certo a che cosa mostrano o dimostrano: il modo con cui sono state ottenute è spesso altrettanto sorprendente. Ognuna ha, infatti, la sua storia: è un pezzo, una tappa del grande viaggio dell’umanità alla scoperta dell’universo, iniziato quando l’uomo ha alzato lo sguardo al firmamento e si è chiesto "perché è così?" “La sfrontata bellezza del cosmo” racconta la storia, o le mille storie, di questa epopea. Immagine dopo immagine, ci narra come i nostri occhi hanno imparato a guardare sempre più in là, oltre orizzonti sempre più ampi, valicando limiti sempre più sorprendenti, sfidando tutte le avverse previsioni. È la meraviglia, dunque, il sentimento che si sprigiona dalle pagine, meraviglia per quella bellezza incurante di tutto e di tutti, meraviglia per il lavoro dell'umanità che, da un puntino nell’immensità, è in grado di carpire i segreti di essa. Tra buffi aneddoti, come la vicenda di Schiaparelli e i suoi canali marziani, e citazioni di cultura pop, Licia Troisi traccia uno schizzo della realtà in cui viviamo, pennellando le più complesse teorie scientifiche in modo semplice e chiaro, con uno stile scorrevole e leggero. Troisi, infatti, riesce ad ottenere la perfetta fusione tra l'esperienza che le deriva dal suo lavoro di astrofisica e l’abilità che l’ha resa la scrittrice fantasy italiana più letta al mondo. È grazie a ciò che, per imbarcarsi in questo viaggio alla scoperta dell’universo, al lettore non servono conoscenze pregresse: l’unico biglietto da presentare è la propria curiosità e la disponibilità a farsi ammaliare dalla sfrontata bellezza del cosmo.

(Fly)bye to Saturn di Martina Cucchi

Tecnica: tempere

La recensione di Cucchi Martina

Ne “La sfrontata bellezza del cosmo”, Licia Troisi spalanca 14 finestre sull’universo e alla nostra conoscenza: attraverso una rassegna delle immagini più iconiche dell’astronomia, ripercorre il cammino della scoperta dello spazio, in una sintesi estrema ma significativa. Partendo dagli albori delle scienze e dal più familiare sistema solare negli schizzi di Galileo e Schiapparelli, la lettura ci porta, attraverso i secoli, alle maggiori intuizioni della fisica moderna: la cruciale eclissi che confermò la teoria della relatività di Einstein, la celebre prima immagine di un buco nero, i grafici del redshift che mostrano l’espansione dell’universo. Non solo teoria, ma immagini che fanno tremare la propria consapevolezza, cantano all’immaginazione e parlano al cuore: quali mondi si potrebbero celare nei deep field di Hubble, trapuntati di stelle? Quali parole nel vedere il proprio pianeta dallo spazio, nella sua interezza ma anche nella sua piccolezza? Quanto è grande l’infinito? Quando finirà il tempo?

Dopo averci fatto sognare sulle ali dei draghi, Licia Troisi mette la propria ottima penna al servizio della divulgazione scientifica e ci fa volare fra le stelle, sempre più in alto, sempre più lontano, nella fisica, che è il tessuto del mondo, fino all’impalpabile confine della conoscenza, e cioè fino a dove la nostra  mente è disposta a seguire l’autrice  (ci vuole un pizzico di concentrazione e buona volontà, infatti, per affrontare i passaggi tecnici). Questa guida è però solo un punto di partenza, l’occasione per intraprendere un percorso molto più lungo: si tratta infatti di nozioni relativamente basilari, per “iniziare” chi muove i primi passi nell’astrofisica; i lettori che hanno già una certa conoscenza dell’argomento, quindi, potrebbero rimanere delusi non trovando nozioni più avanzate. La missione di questa pubblicazione per il grande pubblico è dunque quella di definire con pennellate ampie e rapide l’ampiezza di ciò che sappiamo e l’enormità di ciò che invece ancora non conosciamo; per ognuno dei capitoli ci sarebbero infatti interi scaffali di testi di approfondimento per dipingere i dettagli di questo grande affresco , ma, logicamente, non si può racchiudere tutto in un libro solo e sarà compito del lettore, se vorrà, continuare l’opera.  

È un libro d'arte: prima di tutto la bellezza dei colori, della luce delle galassie e delle stelle colpisce il cuore in modo indescrivibile. È un libro di scienza: con spiegazioni semplici ma esaustive permette di intuire le pietre miliari della fisica moderna  rivolgendosi con sistematica razionalità alla mente. È un libro su ognuno di noi: accompagnandoci nella storia della scienza – storia di tutta l’umanità –, ci spinge a proseguire personalmente, con coraggio, il viaggio interminabile verso il sapere. È un libro di filosofia: ci ricorda la nostra schiacciante piccolezza davanti alla mostruosa immensità e complessità del cosmo, che è “sfrontato”, perché non si cura certo dei nostri destini o di quanto noi riusciremo a comprenderlo: è ciò che è, nonostante noi forse non ne afferreremo mai completamente la natura.

NUMERO 16

 DICEMBRE 2022

“La spia che mi amava” 

Friday di Robert A. Heinlein


Romanzo di fantascienza scritto da Heinlein nel 1982, Friday è ambientato in un futuro tecnologicamente avanzato nel quale il potere è in mano alle grandi multinazionali.

Queste si sfidano in una costante “guerra fredda” per il controllo di informazioni sensibili grazie ad azioni di spionaggio e ad agenti speciali detti “corrieri”.

Trama

Friday Jones è un’”AP” (Artificial Person), un’umana geneticamente modificata per avere doti straordinarie, che lavora come corriere per conto di un enigmatico individuo detto “Boss”.

Nonostante sia la migliore nel suo campo, il suo obiettivo principale è quello di trovare una famiglia felice.

Sembra esserci riuscita, entrando a fare parte di un’unità familiare guidata dalla matriarca Anita: ma quando rivela di essere una “persona artificiale”, Friday viene costretta dai familiari ad allontanarsi.

Secondo la legge, le AP non hanno alcun diritto e sono normalmente costrette a lavorare come schiavi: per evitare questo destino e coronare il suo sogno, Friday intraprende un lunghissimo viaggio alla ricerca di un luogo e di persone che la faranno sentire finalmente a casa.

Il bello

La narrazione è scorrevole, crea grande suspence nelle sequenze d’azione ed è ricca di colpi di scena che invogliano il lettore a continuare la storia.

Le avventure della protagonista, tra sparatorie, falsificazioni di documenti, fughe rocambolesche su ascensori spaziali, travestimenti ed inganni sono estremamente coinvolgenti.

L’introspezione psicologica è notevole anche in poche righe di dialogo: dalla pomposa parlantina del politico rampante, che parla di grandi valori per mascherare il suo bieco individualismo, alla fredda eloquenza di Boss, usata per soffocare il suo affetto paterno per Friday.

Sull’impronta di spy novels come la serie di James Bond, Friday mostra la vita apparentemente glamour di una super-spia tra lussi sfarzosi e missioni impossibili; ma Heinlein sembra suggerire che “non è tutto oro quel che luccica”; niente è quello che sembra: solo andando oltre le apparenze i protagonisti potranno raggiungere la felicità.


Il brutto

Complice forse la mancanza di labor limae da parte di Heinlein, l’intero romanzo pare per molti aspetti solo abbozzato.

Molti dei temi trattati appaiono affrontati con eccessiva superficialità oppure abbandonati, inoltre le conclusioni di diverse sottotrame risultano frettolose e insoddisfacenti.

Ad esempio, quasi un terzo del libro è dedicato ai tentativi di Friday di scoprire i mandanti di un’azione terroristica dalla portata internazionale: scoperta la verità, la narrazione vira bruscamente in un’altra direzione e l’intera vicenda non è più nemmeno menzionata.

Conclusione

Friday soffre di incoerenze a livello narrativo ed è penalizzato da un trattamento grossolano dei temi presentati; tuttavia, se si è disposti a perdonare queste pecche, la sua narrazione magnetica e i suoi personaggi affascinanti ne fanno un thriller fantascientifico tutto sommato coinvolgente.

                                                                                                                                                                                                   Alessandro Pace

Verity 

How many coincidences does it take to make a suspect?

Most of us probably know Colleen Hoover for her romance books (like “it ends with us” or “ugly love”) but today I’m talking about something different: a thriller (yeah, there’s still a love story in it,so you can also call it romance if you prefer). 

The main character is Lowen Ashleigh, she’s a writer, not the most popular in the world, indeed, she doesn’t like all the responsbilities of being famous. But after her mother’s death, she’s broke, so accepts the job of a lifetime. What’s this job about? Well, Jeremy Crawford wants to hire Lowen to finish the uncompleted and successful book series of her injured wife Verity( she’s in a sort of vegetive state). The thing is that Verity loved meeting her readers, was really active on social media, all things that Lowen hates. At the end Lowen agrees to finish the series, but there’s one condition: she won’t use her real name in the books. After that Lowen decides to stay at the Crawfords’ house to collect Verity’s ideas for the next books of her series, but she can’t find anything apart from Verity’s unfinished autobiography. When she starts reading it, Lowen discovers that it is full of bone-chilling admissions not just about Jeremy and Verity’s love story, but also about all the other “mysterious accidents” that the family has been through.  At first Lowen decides to hide the truth from Jeremy, but when she starts to catch feelings for him, she recognizes the benefit she could get if Jeremy  knew about  his wife’s horrible thoughts. But there’s something more that neither of them know about Verity… That I’m not going to tell you, obviously you need to read the book if you want to know it.

That was the plot, now it’s time to tell you my opinions: I really enjoyed reading this book, it kept me up at night and the end left me with more questions than answers. I’m not really into thrillers, I’m not gonna lie, so I can’t tell you if it’s a good thriller, but it’s definitely a lovely book. 

I recommend this book if you want something to read in English because it’s easy to understand and if you like romance and want to try something different and a little bit out of your comfort zone. You should also read this if you can’t stand long books at the moment and you’re looking for something smooth.


“What you read will taste so bad at times, you’ll want to spit it out, but you’ll swallow these words and they will come part of you, part of your gut, and you will hurt because of them”

                                                                                                                                                                                                     Sofia Rebagliati

NUMERO 15

 GIUGNO 2022

Aristotle e Dante scoprono i segreti dell'universo

di Benjamin Alire Saenz, Mondadori, 2021

Mara Ranzani

Cemetery boys

di Aiden Thomas, Mondadori, 2021

Anche oggi sono qui per recensire un altro libro fantasy (che strano, non capita mai). Questo libro mi ha colpito soprattutto per un piccolo dettaglio nella scrittura: usa sempre il neutro. A volte con la schwa o più semplicemente con una “X” a fine parola.

Ma ora parliamo della trama il protagonista, Yadriel vive insieme alla sua comunità di brujx in un cimitero, il problema è che la sua famiglia e tutta la comunità non accettano il fatto che lui sia trans e non vogliono fargli fare il rituale dei quinces. In breve: si deve fare un’offerta alla Santa Muerte, divinità grazie alla quale hanno i loro poteri, se si supera si diventa brujx a tutti gli effetti: i brujos gestiscono gli spiriti che non sono andati nell’aldilà e le brujas curano le persone in modo che non muoiano. Yadriel decide di farlo da solo e con l’aiuto della sua migliore amica Maritza. Il guaio si verifica solo dopo la cerimonia, perché Yadriel scopre che suo cugino Miguel è scomparso nel nulla (e grazie alle sue abilità sa per certo che è morto). Così Yadriel ha la fantastica e intelligentissima idea di cercare lui il cadavere di suo cugino provando a evocare il suo spirito, visto che ogni persona morta che non trapassa è sempre legata a un oggetto tramite cui puoi evocarla. Solo che Yadriel sbaglia ed evoca un perfetto sconosciuto, Julian, il tipico ragazzo che ha più reati sulla fedina penale che presenze a scuola (principalmente “prende alcune cose” dai supermercati). Quando Yadriel prova a rispedirlo nel mondo dei morti fallisce, così pensa che essendo la prima volta che tenta, debba per forza avere il consenso dello spirito. Julian però non ha intenzione di andarsene senza aver prima controllato che tutti i suoi amici stiano bene (e anche senza aver ritrovato il suo skateboard nuovo, ma volevo farlo sembrare un po’ sentimentale, dai). Così il nostro caro neo brujo si trova a dover risolvere ben due casi separati di omicidio e il tutto deve essere compiuto prima del Día de Los Muertos… ma non vi racconterò oltre per evitare spoiler, insomma se non state cercando una storia che vi rivoluzioni la vita o piena di colpi di scena,ma che sia fluida e tratti del mondo dell’esoterismo, questo libro è perfetto! (In più dove lo trovate un altro libro che usi il neutro? Si contano sulle dita d'una mano).

Il mio personaggio preferito è (rullo di tamburi): Maritza, come il protagonista, anche lei si trova praticamente tagliata fuori dalla comunità di brujx, perché per curare le persone le brujas usano il sangue animale, ma lei è vegana. A differenza di Yadriel non ha problemi ad essere un’emarginata ed è molto schietta.

“Ma far parte della comunità brujx aveva significato negare la propria identità. Vivere una vita che non gli apparteneva l’aveva quasi distrutto da dentro. Eppure amava la sua famiglia e la sua comunità. Era abbastanza brutto essere un outsider; cosa sarebbe successo se non fossero riusciti- o se non avessero voluto- accettarlo così com’era?”

Sofia Rebagliati

NUMERO 13

 FEBBRAIO 2022

Libri vs Film

Sia che siate lettori navigati che uscendo dal cinema esclamano “il libro comunque era meglio”, sia che siate alla ricerca di una nuova saga fantasy in cui immergervi, o di un buon film, questo articolo è per voi! Fra i vari classici del genere fantastico, quale trasposizione cinematografica ha reso meglio giustizia al romanzo e quali invece hanno fatto rimpiangere agli appassionati di aver pagato il biglietto?

IL SIGNORE DEGLI ANELLI

Non potevamo che iniziare da uno dei fondatori, non che capolavoro, del genere fantasy: Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien (1954). La celeberrima storia segue il viaggio di Frodo, un piccolo e modesto hobbit della Contea, incaricato di portare un potente anello magico al Monte Fato nei territori oscuri di Mordor, il vulcano dove esso è stato forgiato millenni prima da Sauron, un’antica entità malefica intenzionata a sottomettere la Terra di Mezzo. Verrà affiancato nella sua missione da otto compagni, la Compagnia dell’Anello, fra cui il suo fedelissimo amico Sam, e Aragorn, erede al trono di Gondor, il più valoroso regno degli uomini, che dovrà reclamare per fronteggiare il nemico in campo aperto. Con loro sarà anche lo stregone Gandalf, l’ambizioso Boromir, gli allegri e inconsapevoli hobbit Merry e Pipino, che da perdigiorno diverranno guerrieri al pari degli uomini, l’elfo Legolas e il nano Ghimli, che impareranno invece a superare il rancore e i pregiudizi fra le loro razze per sostenere i loro compagni fino all’ultima battaglia. Il vero fulcro della trama sembra essere, infatti, non solo lo sconfiggere il nemico per salvare il mondo, ma piuttosto il viaggio di crescita e riscatto intrapreso da ognuno dei personaggi: Aragorn, da trasandato ramingo dovrà accettare la corona del più nobile re degli uomini, mentre Frodo da piccolo, ordinario e placido hobbit si vedrà incaricato del compito supremo, salvare il mondo; la meta, dunque, non è solo Mordor, ma la versione migliore di sé stessi. Lungo la strada, però, il pericolo maggiore non saranno gli agguati degli orchi e delle forze oscure, ma la tentazione quasi irresistibile del potere dato dal possesso dell’unico anello, capace di corrompere anche l’animo meglio intenzionato e portarlo verso la follia.

Anduril di Martina Cucchi 

Tratto da: La Compagnia dell’Anello” di J. R. R. TolkienTecnica:  pennarelli, tempere, rifiniture con Sketchbook di Autocad

Anche i personaggi secondari sono iconici, ben delineati e dalle psicologie profonde, come il principe di Gondor, Faramir, al quale il padre aveva sempre preferito il fratello maggiore Boromir, ma che saprà mostrare a sua volta il proprio valore e lealtà alla propria città, ed Eowyin, nipote del re Theoden, signore dei cavalieri Rohirrim, dama fiera, indomita e desiderosa di poter impugnare la spada e cavalcare verso la gloria al fianco degli uomini.

Lo stile narrativo di Tolkien è magistrale, dal tono solenne ed epico, ricco di descrizioni mozzafiato e dialoghi che si trasformano in poesia. Fondamentale è inoltre il lavoro di pianificazione del mondo della Terra di Mezzo, per il quale l’autore, ancor prima di stendere il romanzo, ha creato una vera e propria mitologia, storie per ogni città e casato e addirittura diverse lingue artificiali per dar voce a tutti i popoli che la abitano: questa immensa e particolareggiata opera di background pone solide fondamenta per lo sviluppo della trama, che si svolge in un mondo talmente complesso e dettagliato da sembrare quasi reale.

La trasposizione cinematografica, realizzata con cura del dettaglio quasi maniacale, rende pienamente giustizia al romanzo: seppur con alcune piccole modifiche alla trama iniziale, i film ci restituiscono tutta la grandezza dell’avventura della Compagnia dell’Anello, fra ambientazioni da sogno, battaglie epiche con sorprendentemente realistici effetti speciali e dialoghi che rendono perfettamente lo stile degli originali; il tutto è accompagnato da una colonna sonora stupenda, che caratterizza ancora maggiormente ogni luogo ed avvenimento.

LO HOBBIT

Collocato prima della narrazione del Signore degli Anelli, Lo Hobbit (1937) si presenta più come una favola che un’epopea, sicuramente anche per la minore complessità della trama e il tema molto classico: la lotta contro un drago. Nel racconto, dai toni piuttosto fiabeschi, il pantofolaio hobbit Bilbo Baggins si unirà, per volere dell’immancabile stregone Gandalf, ad una compagnia di nani guidati dal re Thorin Scudo di Quercia, per riconquistare l’antico regno perduto della Montagna Solitaria ed il suo ingente tesoro, sottratto ai nani dal feroce ed avido drago Smaug. Restio a lasciare la sua confortevole dimora nella Contea, Bilbo seguirà i suoi inaspettati compagni in un anno di viaggi attraverso la splendente dimora degli elfi di Gran Burrone, le sconfinate terre selvagge e le fredde montagne pullulanti di orchi, fino a Bosco Atro, nel reame dell’elfo silvano Thranduil, e finalmente nella cittadina di Pontelagolungo e dunque alla roccaforte del drago. La leggendaria Battaglia delle cinque armate, alla fine dell’impresa, decreterà a chi spetta il titolo di re sotto la montagna e le sue ricchezze. Bilbo, ormai trasformato per sempre dall’avventura e dai pericoli affrontati, sulla via troverà non solo il coraggio, il valore e nuove amicizie, ma anche un certo fantomatico anello magico ed una spada elfica, che lascerà poi in eredità al nipote Frodo. Anche se ambientato nella medesima Terra di mezzo e con un protagonista molto simile, Lo Hobbit differisce dal suo sequel per le tinte più leggere e fiabesche, anche se la scrittura si mantiene comunque di altissima qualità.

Visto il successo della trilogia cinematografica del Signore degli Anelli, anche di questo racconto sono stati realizzati tre lungometraggi: essendo il libro uno solo e dunque significativamente più breve, il racconto è molto più particolareggiato, presentando dunque un numero maggiore di episodi (alcuni dei quali estranei al testo originale) e un ritmo più lento e descrittivo. Come anticipato, dunque, nella sceneggiatura sono stati integrati elementi non appartenenti alla storia originale, ma comunque ben inseriti nella più vasta trama del mondo di Tolkien e dunque coerenti con l’opera; più difficile è invece dare un giudizio sull’introduzione di personaggi assenti nel libro, ovvero l’elfo di Bosco Atro, Legolas (facente parte della compagnia dell’anello ma non menzionato nello Hobbit) e la sua “compagna” Tauriel, inserita principalmente come elemento di romance all’interno della narrazione: forse sovrabbondante quest’ultima e non particolarmente coerente con l’ambientazione, non presenta però da mio punto di vista una nota completamente negativa. Per quanto riguarda il livello della produzione in generale, fa rivivere la stessa qualità della trilogia del Signore degli Anelli, con effetti speciali ulteriormente affinati e ancora più spettacolari.  

Saphira di Martina Cucchi 

Tecnica: pennarelli, tempere, rifiniture con Sketchbook di Autocad

ERAGON

Se già siete conoscitori del genere epic fantasy, il Ciclo dell’Eredità di Christopher Paolini (2002-2011) offre un classico universo fantastico, nel quale immergersi per ore volando sulle ali di un drago. Seguendo Eragon, un ragazzo di campagna che si imbatte casualmente in un uovo di drago diventando il primo cavaliere dopo generazioni, e della sua fiera dragonessa, Saphira, potrete esplorare la terra di Alagaesia, popolata da draghi, elfi e magia. Per sconfiggere il crudele Galbatorix, Eragon sarà chiamato a diventare il cavaliere dell’ultima dragonessa e a portare la responsabilità della salvezza di decine di popoli, che intrecceranno le loro vicende alle sue cercando di aiutarlo come meglio possono. Mentre Eragon continua il suo addestramento che lo trasformerà da contadino a potente guerriero e stregone, la storia cresce di complessità e l’ambientazione si amplia, introducendo moltissimi personaggi e dinamiche sempre più articolate. L’opera pecca parzialmente nell’originalità, dato che è ispirata e dunque molto simile ai romanzi di Tolkien (basti notare l’assonanza fra i nomi Aragorn ed Eragon), ma offre comunque una lettura d’evasione molto piacevole per chi predilige il genere fantasy, la cui forza sta appunto nello scoprire i segreti di Alagaesia insieme al protagonista, grazie soprattutto a descrizioni dei paesaggi particolarmente evocative e una narrazione corale che si sviluppa su più personaggi.

Se avete amato i libri, allora vi consiglio di lasciar perdere il film. La trasposizione cinematografica, infatti, semplifica la storia enormemente, eliminando sia gli aneddoti che impreziosivano i romanzi, sia molti dei dettagli principali, sui quali avrebbero dovuto svilupparsi i (fortunatamente) mai prodotti sequel; la trama appare così non solo banale e scontata, ma anche incoerente e confusa. I personaggi vengono ritratti appena, in modo superficiale e abbozzato, privando la pellicola di ogni barlume di realismo e possibilità d’immedesimazione. Terribile, poi, la rappresentazione di Saphira: da fiera e potente dragonessa con scaglie blu zaffiro lucenti, sullo schermo appare come un rettile di un grigio azzurrognolo, piumato e peloso, e dalla voce acuta e sgradevole. Anche le ambientazioni e la colonna sonora lasciano molto a desiderare, mancando di spettacolarità e sembrando semplicemente artificiose.  

HARRY POTTER

Come una delle saghe più amate e vendute, che ha accompagnato e fatto sognare milioni di giovani lettori, Harry Potter di J. K. Rowling si è decisamente meritato la sua fama. In questi sette libri non partecipiamo solo ad uno scontro fra potenze magiche, ma seguiamo il percorso di crescita di Harry e dei suoi amici Hermione e Ron, dal primo entusiasmante giorno alla scuola di magie e stregoneria di Hogwarts, fino alla maggiore età, attraverso la lotta contro il mago oscuro Lord Voldemort e i suoi mangiamorte, ma anche fra pomeriggi di studio e mattinate di lezione, gite pomeridiane e tornei scolastici. Ritroviamo fra i capitoli, dunque, non solo bizzarri oggetti magici e arcani incantesimi, ma anche scene di vita quotidiana da studenti, come docenti mancanti, esami in avvicinamento, pettegolezzi e litigi: è così che tutto prende un senso di familiarità che ha reso ogni lettore un po’ uno studente di Hogwarts. Sebbene la pietra filosofale si rivolga ai più giovani, per la gioiosa ambientazione magica, la leggerezza dei contenuti e la giovane età dei protagonisti, nel corso della saga, mentre i protagonisti crescono, il carattere sfuma gradualmente verso un mondo via via più complesso, ma anche più oscuro, denso di enigmi da svelare e racchiuso in una fitta rete di personaggi sfaccettati e, talvolta, enigmatici. L’unica pecca è che molto dei segreti della trama viene svelato solo a partire dal quarto-quinto libro, lasciando così una grande concentrazione di avvenimenti nel finale, così come non si avverte una precisa struttura e regola nella magia, dato che molti particolari non vengono appieno chiariti: a volte sembra mancare una progettazione globale e minuziosa come si trova nelle opere di Tolkien, anche se ciò non pregiudica assolutamente la qualità della lettura.

La saga cinematografica ha fatto un ottimo lavoro nell’inscenare questo capolavoro: anche se con alcuni tagli, la storia si regge adeguatamente e con un buon ritmo, facendo trasparire le psicologie dei personaggi e muovendosi fra ambientazioni ben realizzate ed effetti speciali soddisfacenti (soprattutto per le creature magiche), il tutto seguito da una pittoresca colonna sonora che arricchisce con qualche nota di mistero. Le location sono ricreate splendidamente e ricche di particolari, dalle candele sospese e il soffitto stellato della sala grande alle botteghe di articoli per maghi di Diagon Alley, permettendo a tutti gli spettatori di immaginarsi a propria volta vagare per i corridoi del castello o passeggiando ad Hogsmeade. E’ sorprendente inoltre accostare le immagini del cast de La pietra Filosofale con quelle dell’ultimo capitolo dei doni della morte e rendersi conto di quanto tempo questa 

saga abbia impiegato per giungere alla conclusione: una favola che si trasforma in una strenua resistenza e poi in vittoria sull’oscurità, anche e soprattutto interiore per Harry, che può accompagnare tutta la vita! 

Martina Cucchi

Recensione de “La casa sul mare celeste”

Se qualcuno mi chiedesse di racchiudere queste 390 pagine in una parola, io direi “dolce”. Infatti, La casa sul mare celeste è la dolcezza fatta  libro e riesce a lasciarti un messaggio importante senza rendere la lettura particolarmente pesante. L’autore del libro è Travis John Klune (ma abbreviato a TJ Klune) ed è stato pubblicato in italiano per la prima volta a luglio di quest’anno da Mondadori. Ma questi sono dettagli irrilevanti, passiamo alla parte più interessante, la trama: Linus Baker è un assistente sociale che lavora per il DIMAM (dipartimento della magia minorile), il suo compito è - appunto - di girare per gli orfanotrofi dove sono presenti bambini magici (gnomi, spiriti, streghe, bambini con poteri particolari) e in cui si sono verificati incidenti a causa di queste capacità soprannaturali, per controllare che tutto sia regolare, che il luogo sia sicuro per i bambini e che essi non vengano trattati male o diversamente per via delle loro doti. Un giorno però, mentre è con gli altri nell’ufficio (fila L; scrivania 7) a fare rapporto su un orfanotrofio, viene interrotto dal capo reparto, che gli comunica un incontro con La Suprema Dirigenza al completo, vale a dire  l’organo al comando del dipartimento di magia. Così a Linus viene comunicato di recarsi in un orfanotrofio molto particolare, così particolare da possedere un livello 4 di segretezza, formato da sette bambini magici e posizionato su una piccola isoletta, Marsyas. Dovrà passare lì un mese e fare rapporto al dipartimento ogni settimana. 

Ovviamente a Linus la questione non piace per niente, a parte il fatto che  finalmente potrebbe vedere il mare con i suoi occhi, dopo averlo sognato per tanto tempo. Ma non può dire di no a un ordine della Suprema Dirigenza, quindi prende le sue cose e insieme alla gatta Calliope parte per Marsyas. 

Sceso dal treno, mentre aspetta colei che lo porterà all’orfanotrofio, decide di leggere le informazioni che gli sono state date sui bambini e il direttore dell’orfanotrofio; parte con quello che hanno definito essere il caso più particolare e pericoloso: Lucy e, quando scopre che il suo nome è il diminutivo di Lucifero e le sue particolarità sono essere l’anticristo, diciamo che non la prende benissimo e sviene. 

Ma bisogna veramente essere così spaventati? Come nasciamo determina anche come saremo? Cosa vogliamo dal mondo? 

La storia narrata in questo libro ci accompagnerà proprio nella ricerca di una risposta attraverso la conoscenza dei suoi “mostruosi” protagonisti, ma vi basti sapere che il mio personaggio preferito è (vi sorprenderò!) proprio Lucy! Mi piace il suo essere trasparente, il suo modo di scherzare e la leggerezza con cui affronta certe cose… Mi piace molto anche il personaggio di Arthur Parnassus, direttore dell’orfanotrofio, per il modo in cui si occupa dei bambini a lui affidati, l’affetto sincero che prova nei loro confronti, anche il modo in cui gli insegna e gli fa capire concetti importanti, infine di lui apprezzo il modo in cui li protegge, a tratti eccessivo, dal mondo esterno, perché non vengano feriti e non si sentano sbagliati o diversi dagli altri bambini. 

«La gente vuole dividere il mondo in bianco e nero, morale e immorale. In mezzo, però, c’è il grigio. E solo perché qualcuno è capace di agire in modo malvagio, non significa che lo farà. E poi c’è la nozione di immoralità percepita. Dubito fortemente che Chauncey prenderebbe anche solo in considerazione l'idea di alzare un tentacolo per fare del male a qualcuno, foss’anche per difendersi. Eppure la gente lo guarda e stabilisce, solo in base al suo aspetto, che è un essere mostruoso.»

Sofia Rebagliati 

NUMERO 12

 DICEMBRE 2021

Prometto che ti darò il mondo

di Giulia Lamarca

“Prometto che ti darò il mondo” è un romanzo di indipendenza, di forza, di amore e di vita.

È l'autobiografia di Giulia, una donna forte e caparbia, che all'età di 19 anni, a seguito di un incidente in moto, ha riportato una lesione spinale alla vertebra toracica T12 e ha perso la mobilità delle gambe.

Giulia racconta la sua storia: racconta il suo incidente, la sua riabilitazione e, soprattutto, i suoi viaggi insieme ad Andrea, l'uomo della sua vita, conosciuto in ospedale, dove faceva il tirocinio per diventare fisioterapista. 

La forza che traspare da queste pagine è disarmante, immensa. 

Questo libro ti farà piangere, ma ti farà anche ridere come una matta. 

Il racconto dell’incidente di Giulia è estremamente tangibile. Le emozioni, i suoni, i pianti, le parole, sembra che tutto sia intorno a te, mentre leggi ti immergi nel racconto, sentendo tutte le emozioni che lei provava in quel momento, capendole, ma mai fino in fondo, perché una cosa così non si può capire veramente se non l'hai vissuta in prima persona. 

Il racconto della storia d’amore di Andrea e Giulia, invece, ti fa credere nell'amore vero, ti fa emozionare, ti rende felice e, allo stesso tempo, ti scalda il cuore. 

L'insicurezza di Giulia nella relazione, che poi si trasforma in forza e fiducia, e la solarità e la positività di Andrea rendono la loro coppia equilibrata. 

Non si tratta di una relazione basata sulla dipendenza di uno dall'altro, come si potrebbe pensare, in quanto Giulia è dipendente da Andrea, o meglio, è dipendente "dalle sue gambe”. 

No, la loro è una relazione basata sull'aiuto reciproco, sul vero amore che va oltre ogni confine e ogni sfida.

Il racconto dei viaggi, inoltre, è qualcosa di magico.

Tutte le avventure che questa splendida coppia vive nei vari viaggi che compie sono l'emblema della possibilità, la prova che l'impossibile non esiste. 

Dagli interrail in treno all'avventura a Machu Picchu fino alla gentilezza del Giappone (un capitolo commovente sotto tutti i punti di vista) e infine verso il Canada, viaggiamo per il mondo insieme a Giulia e Andrea come se fossimo lì con loro. 

Il significato di tutto il libro viene riassunto alla perfezione da Giulia che afferma che la vera vittoria sta nel superare i limiti, i confini condividendoli con chi si ama.

Inoltre, questo libro è un grido alla discriminazione mossa nei confronti delle persone con disabilità che vogliono viaggiare, alla poca, quasi inesistente, inclusione che è presente nel nostro Paese, e in tanti altri, a tutte le barriere artificiali che si prendono la libertà di dire cosa una persona possa o non possa fare. Un grido che, a mio parere, deve iniziare a essere realmente ascoltato e non deve più essere fatto solo di parole dette all'aria, ma di fatti e azioni concrete. 

Infine questo forte, vero ed emozionante libro si conclude con la promessa più importante - quella del titolo -  quella che tutti vorremmo avere per noi stessi e per gli altri, e che Giulia, in così poche, ma potenti pagine, ha dimostrato non essere impossibile.

Mara Ranzani

NUMERO 11

GIUGNO 2021

L'ombra del vento

di Carlos Ruiz Zafón

Immaginate di tornare bambini, state camminando con vostro padre lungo le strade di Barcellona in una giornata estiva del 1945, vi fermate davanti a un vecchio portone annerito e quando entrate, vostro padre vi rivela il nome del posto: «il cimitero dei libri dimenticati». 

Come di rito prelevi un libro «L’ombra del vento». Ti innamori del romanzo e allora inizi a investigare sull’autore che, a quanto pare, nessuno sembra aver mai sentito nominare; ma non sai che dietro a questo libro c’è un mistero molto più oscuro, e i suoi  protagonisti non vogliono che tu ne venga a conoscenza.

È in questo modo che la ricerca di Daniel inizia, con il ragazzo che scopre il cimitero dei libri dimenticati, un posto segreto di cui giura di non parlare con nessuno, iniziando però a investigare sul libro da lui preso  «L’ombra del vento» e, soprattutto, sul suo scrittore, Julian Carax, che sembra essere stato dimenticato e del quale sembra restare  solo una leggenda. Si dice infatti che un certo Line Courbet si intrufoli nelle librerie, nelle biblioteche e nelle case dei collezionisti per bruciare tutte le copie dei libri di Julian. Ma quando Daniel lo scopre, ha come un déjà-vu , quel nome lui l’aveva già sentito, ma dove? Nel libro di Carax ovviamente, infatti il nostro caro piromane, si chiama come l’antagonista del libro di Julian, il diavolo.

Ma sapere che c’è un uomo che dà  fuoco a tutti i libri di Julian e che ha il nome stesso di uno dei suoi personaggi fermerà Daniel dalle sue ricerche?  Ovviamente no, decide di scavare nel passato di Julian e cercare di capire com’è morto, ma soprattutto se è morto, visto che le storie sulla sua morte sono molto vaghe.  Questo porterà Daniel a farsi alcuni nemici, ma anche fidati alleati come Fermin. Alla fine Daniel saprà più cose su Carax  che Julian stesso, letteralmente. Ma non sempre Daniel avrà un disegno chiaro della situazione, anzi,  compirà passi falsi che metteranno in pericolo lui e i suoi amici.

I personaggi principali:

Daniel: nonché  il protagonista, è orfano di madre e vive da solo col padre libraio, è molto curioso e spesso mette in pericolo gli altri per via di questa sua caratteristica;

Fermin Romero de Torres: il migliore amico del protagonista, che lo aiuta nelle sue ricerche, inizialmente è un senzatetto ma grazie a Daniel e suo padre riesce a stabilirsi in una casa ed è anche il mio personaggio preferito poiché ha un modo di fare coinvolgente ed una mentalità molto aperta;

Thomas e Beatriz Aguilar: sono fratelli, il primo è il migliore amico di Daniel, anche se il loro rapporto non è proprio splendente, la seconda avrà un ruolo molto importante verso la fine del romanzo anche se è più o meno grazie a lei se suo fratello e Daniel sono diventati amici ;

Clara Barcelò: ha ventun anni quando incontra Daniel per la prima volta, sarà lei a rivelargli delle informazioni su Carax, diciamo che Clara non è molto brava nelle relazioni interpersonali, magari anche a causa della sua cecità. Una cosa è sicura, lei il pianoforte non lo sa proprio suonare;

Julian Carax: lo scrittore del libro, che oltre ad aver avuto una pessima infanzia, neanche nel campo lavorativo ha avuto successo. Nonostante la bellezza dei suoi libri;

Francisco Javier Fumero: è - diciamo - l’antagonista del libro, il capo della squadra di polizia di Barcellona, ha un passato molto burrascoso e quando scopre che Daniel sta investigando su persone che erano molto vicine a lui... beh non la prende benissimo e lo minaccia più volte, in più ha anche dei trascorsi con Fermin che risalgono a prima della salita al potere di Francisco Franco. 

Il libro è ambientato a Barcellona, anche se una Barcellona molto diversa da quella che conosciamo noi oggi, infatti inizia nel 1945 quando la Spagna è sotto la dittatura di Francisco Franco. Questo rende il romanzo ancora più unico nel suo genere, perché oltre al mistero del libro, ci fa anche capire com’era effettivamente la situazione in Spagna in un’epoca a noi lontana. Infatti per le strade di Barcellona i ricordi della guerra sono ancora freschi nelle menti, tanto che la signora Sempere, la madre di Daniel, ha fatto giurare al padre di non parlargli mai della guerra in modo che loro figlio potesse crescere senza quelle immagini nella coscienza.

 «Quando una biblioteca scompare, quando una libreria chiude i battenti, quando un libro viene cancellato dall’oblio, noi, i custodi di questo luogo, facciamo in modo che arrivi qui. E qui i libri che più nessuno ricorda, i libri perduti nel tempo, vivono per sempre, in attesa del giorno in cui potranno tornare nelle mani di un nuovo lettore, di un nuovo spirito. Noi li vendiamo e li compriamo, ma in realtà i libri non ci appartengono mai. Ognuno di questi libri è stato il migliore amico di qualcuno. Adesso hanno soltanto noi.»

Sofia Rebagliati

NUMERO 10

2021

Senza tabù

“Senza tabù – il mio corpo (come funziona), il piacere (come si fa)” è un libro informativo ed educativo per adolescenti scritto dalla divulgatrice e formatrice, laureata in ostetricia, Violeta Benini. Il libro presenta delle splendide e colorate illustrazioni disegnate da Enrica Mannari (vi consiglio vivamente di andare a spulciare il profilo instagram di queste due donne davvero sorprendenti!).

Il libro, presentato con una copertina sgargiante e vivace che salta subito all’occhio, è un manifesto della sessualità. Il suo scopo è quello di educare questi ragazzi, che crescono ancora in famiglie che ritengono la sessualità come un tabù, per aprirli alla consapevolezza del proprio corpo, di ciò che piace loro, di come proteggersi e di cosa sapere per vivere una vita sessuale col partner e con sé stessi nella maniera più sana e responsabile possibile.

Questo magnifico libro è diviso in 15 capitoli ricchi di informazioni fresche, su argomenti ancora considerati dei tabù, delle malattie o delle forme sbagliate di sessualità.

Ecco i quindici capitoli:

1) Chi sei: tratta di caratteri generali del corpo umano;

2) Come senti di essere?: la tua identità di genere (un argomento attuale e utilissimo per coloro che non si ritrovano nel sesso assegnatogli alla nascita);

3) Come ti mostri agli altri?:  la tua manifestazione di genere;

4) Chi ti attrae sessualmente e di chi ti innamori: la tua identità sessuale e romantica (anche qui un argomento importante, che serve a molti ragazzi, ragazze e unicorni che cercano di capire il loro orientamento sessuale);

5) Con chi vuoi stare: come vivere una relazione;

6) Che cosa vuoi: la regola del consenso;

7) Com’è fatto il tuo corpo: i genitali femminili e maschili spiegati con semplicissime illustrazioni;

8) Come funzioni: tratta di ciclo mestruale, concepimento ed eccitazione;

9) Che cosa senti: come vivi il piacere (con una spiegazione finalmente esaustiva e facile da comprendere su come funziona e che cos’è un orgasmo);

10)  Tutte le prime volte: dove viene scartato il concetto di verginità sostituendolo con semplicemente il termine “primi rapporti”;

11)  Quello che sogni: la lista delle fantasie che puoi avere (e che scopriremo non essere “sbagliate” come spesso si pensa!);

12)  Ognuno gode a modo suo: vari modi per stimolare il/la propri* partner e per stimolare sé stessi;

13)  Come ti lavi: l’importante tema della tua igiene intima;

14)  Proteggiti!: la lista e la spiegazione di ogni contraccettivo esistente e di ogni malattia sessualmente trasmissibile;

15)  Da chi puoi andare: consigli su consulti e bisogni che ognuno di noi può necessitare e a chi ci si può rivolgere.

Facendo un po' di considerazioni personali devo dire che avevo grandi aspettative su questo libro e, dopo averlo letto, ho capito che è andato oltre ogni mia immaginazione!

Credo di non aver mai letto un libro più inclusivo di questo, dove non si usa solo la denominazione binaria di genere uomo/donna, ma si prendono anche in considerazione le persone che non appartengono  a questo binarismo, denominate nel libro “unicorni”.

In questo libro troviamo la spiegazione di come prendere le misure per comprare il preservativo giusto per sé, la spiegazione di come avere rapporti sessuali con persone trans dopo le varie operazioni, come fare l’autopalpazione femminile e maschile che serve a controllare il rischio di tumore, la rappresentazione di dove si trova il punto G e come stimolarlo, cos’è e com’è fatto un imene, e infine, ci sono immagini inclusive di situazioni intime tra coppie omosessuali, con persone in carrozzina, con persone senza arti.

E molto altro ancora…

Tutto questo è la celebrazione di un mondo nuovo, bello, inclusivo, ricco di amore e comprensione reciproca. Ed è anche un attacco diretto, ma non violento, agli stereotipi e ai falsi miti creati da un clima di ignoranza e imbarazzo di stampo tradizionalista.

Ho amato, soprattutto, come l’ordine dei capitoli sia improntato  alla scoperta di sé, del proprio corpo, della propria identità di genere e del proprio orientamento sessuale per poi, solo dopo aver capito chi si è, affrontare la comprensione di cosa ci piace e come si è fatti, per arrivare alla propria personale vita sessuale tra accettazione dei bisogni e desideri del partner e di se stessi, passando per sextoys, kamasutra e consigli su come stimolare varie zone erogene.

E infine l’efficacia dei disegni e delle spiegazioni così semplici, ma mai banali o poco esaustive, mostrano quanto questo libro sia stato creato con consapevolezza e attenzione ai dettagli per un pubblico di adolescenti che cerca di capirsi, di amarsi e di amare.

Sembra assurdo detto da una diciottenne, eppure mi rendo conto di come non sia mai troppo presto per iniziare un percorso sano di consapevolezza e accettazione. Forse così mi sarei accettata prima e avrei capito quanto il nostro corpo sia un insieme di sensazioni ed emozioni meravigliosamente forti di cui non ci dovremmo mai vergognare.

Se pensate di sapere tutto sul sesso e sul vostro corpo, leggetelo comunque, con buona probabilità scoprirete un mucchio di cose nuove e utili che non conoscevate. E se non sarà così… merita sicuramente leggerlo anche per l’appoggio spensierato dell’autrice che metterà finalmente a tacere tante delle vostre paure.

Infine, per i genitori che non hanno intrapreso un percorso sereno sulla sessualità con i propri figli, avete una bella occasione per posizionarlo silenziosamente sul loro letto… ma se siete ancora in tempo potreste persino leggerlo insieme!

In sintesi, consigliatissimo e amatissimo con 5/5 stelline su Goodreads!

Buona lettura a tutt*! 

Mara Ranzani

NUMERO 9

2021

Mio fratello rincorre i dinosauri

Videorecensione realizzata da Aurora Bellini, Giulia Magistrelli, Giulia Marabotti e Marta Pacino (1BG)

NUMERO 7

OTTOBRE 2020

Cuore d'inchiostro 

Cosa succederebbe se il mondo reale e il mondo fantasy si mescolassero? E se leggendo un libro succedesse una catastrofe? 

La trama principale di Cuore d'inchiostro, infatti, intreccia il mondo reale con quello fantasy, grazie alla dote misteriosa di Mo, padre di Meggie.

La sua dote infatti è molto particolare, tanto affascinante quanto pericolosa: la capacità di far uscire personaggi, animali od oggetti dai libri. Però per errore la madre di Meggie finisce dentro la storia di "Cuore d'inchiostro" (scritto da Fenoglio, lo scrittore del libro nella storia), la stessa da cui escono, al contrario, i personaggi Capricorno, Basta e Dita di Polvere. 

Descrizione dei personaggi:

- Meggie: ama leggere libri di avventura, infatti quando si ritrova nel villaggio di Capricorno è molto coraggiosa.

- Mortimer: soprannominato anche Mo o Lingua di Fata. È un rilegatore di libri e un padre protettivo nei confronti della famiglia e coraggioso. Con una dote speciale, come spiegato in precedenza. 

- Teresa: soprannominata anche Resa. Madre di Meggie, con una forte mancanza della sua famiglia. 

- Elinor: è la zia di Meggie, una donna scontrosa e che adora i suoi libri, infatti li tratta come se fossero suoi figli. La sua capacità di sdrammatizzare persino i momenti più drammatici rendono la lettura molto più piacevole e scorrevole. 

- Dita di Polvere: uno dei personaggi più misteriosi: menefreghista ma anche molto protettivo nei confronti delle persone a cui tiene di più. È leale e si fida di poche persone. Infine ama giocare con il fuoco, letteralmente. Va sempre in giro con una martora cornuta, Gwin. 

- Fenoglio: autore del libro "Cuore d'inchiostro" (quello da cui uscirono vari personaggi, non quello scritto da Cornelia Funke). È un uomo anziano che aiuta Mo e Meggie a sconfiggere Capricorno. 

- Basta: uno degli scagnozzi di Capricorno. Un uomo molto superstizioso. 

- Mortola: madre di Capricorno. 

- Capricorno: l'antagonista di tutta la storia, il solito personaggio completamente malefico.Cerca in tutti modi di rubare il libro da cui è uscito fuori con l'aiuto dei suoi scagnozzi.

Le vere domande sono: riuscirà Capricorno nel suo intento o no? Tornerà nel suo mondo o resterà nel mondo reale? La madre di Meggie tornerà nel mondo reale? Ci sarà un finale inaspettato, un finale come nelle favole o più complicato? 

Una storia piena di colpi di scena, una di quelle storie che leggeresti tutto d'un fiato per quanto ti tengono incollato alle pagine.

Sarebbe bello avere il coraggio della protagonista che, pur essendo così piccola, non si fa spaventare da degli scagnozzi o da un malvagio per eccelenza. Oppure conoscere una persona buffa come Elinor che ti strappa un sorriso anche nei momenti più drammatici e tristi. 

Al mondo d'oggi non si dà molta importanza ai libri; io credo che un buon libro possa farci conoscere un mondo un po' diverso dal mondo reale e farci distrarre dalle nostre monotone routine quotidiane. 

"I libri amavano tutti coloro che li aprivano, offrivano protezione e amicizia senza pretendere nulla in cambio. Non ti abbandonavano mai, nemmeno quando li maltrattavi. Amore, verità, bellezza, saggezza e consolazione di fronte alla morte. Chi l’aveva detto? Qualcun altro con la passione sfrenata per i libri. Il nome non lo rammentava più, ma quelle parole le erano rimaste impresse. Le parole sono immortali… a meno che non arrivi qualcuno e le bruci. E persino in quel caso…" 


Cornelia Funke, Cuore d'inchiostroPag. 392ISBN 978-88-04-56354-92005 Mondadori, Milano

Melissa Coniglio