LUDUS UMBRAE

Dall’Annuario pubblicato nel 2019 in augurazione del 50° anniversario del Liceo Galileo Galilei di Verona


di Ferruccio Guy

Il Liceo Scientifico "Galilei" è forse l'unico Liceo di Verona a possedere monumento, per di più il monumento all'eponimo: Galileo Galilei. È un monumento strano, che pochi conoscono e che dai più è considerato un mucchio di ferro arrugginito. In realtà, a guardarlo bene, ci si accorge che nasconde parecchi segreti. Sulla grande vela di ferro posta su un piedestallo formato da due dischi eccentrici di cemento spicca la testa in bronzo di Galileo Galilei che, con il breve braccio, indica il sole, posto al centro del sistema solare, rappresentato da una serie di dischi in metallo che emergono come un pop-up dalla lastra principale.

Sono presenti solo i sei pianeti conosciuti all'epoca.

L'autore del monumento è un artista strano e controverso, Fulvio Cassan, al secolo Fulvio Sandri (1940-1998), autore di varie opere, spesso contestate e criticate, ma sempre originali: il monumento a Adolfo Consolini al CONI di Basso Acquar, quello a Jilles Villeneuve a Erbè o quelli ai caduti a San Giovanni Lupatoto e a Buttapietra (demolito in anni passati perché non gradito a qualcuno!), assieme a statue in legno come quelle presenti nella chiesa della Madonnina a San Giovanni Lupatoto. Lavorava il plexiglass e con questo realizzò l'orso commissionatogli dalla Artic che compariva sulle etichette della vodka. Negli anni intorno al 1985-1987 la figlia frequentava il Liceo Galilei e a questo istituto egli volle dedicare due opere: il monumento e una più piccola statua in legno, sempre dedicata a Galileo, andata perduta.

Ma la curiosità sta nel fatto che il monumento, visibile da via San Giacomo all'interno del cortile del Liceo, è anche uno strumento astronomico: con la sua ombra, variabile nel tempo, può essere usato come un orologio solare. È bello vedere scorrere le ore con le forme mutevoli dell'ombra del monumento; vederla allungarsi e accorciarsi nel corso delle stagioni: è bello e didattico. Basterebbe un adeguata pavimentazione del cortile per realizzare una bella meridiana: come quella di Augusto, a Roma. Proprio in una città come Verona, nata seguendo il corso del sole, orientata al solstizio, manca una bella meridiana orizzontale, fatta come suggerisce Vitruvio nel De Architectura. I ragazzi del Galilei e tutti i passanti potrebbero vedere il monumento- gnomone spiccare nel sole di mezzogiorno, con la sua ombra puntata verso la città. 

Mario Sandri, in arte Fulvio Cassan, nacque in una famiglia di falegnami a S. Pietro di Morubio il 16 gennaio 1940. L'appellativo di "Cassan" deriva dal nome dell'omonimo bar che gestiva a S. Giovanni Lupatoto e oggi diretto dal figlio. Da quando ebbe la licenza per insegnare e scolpire si cimentò in splendide sculture prima in legno, poi in bronzo e infine in plexiglas. Utilizzò gli strumenti per lavorare il legno, provenienti dalla sua famiglia di falegnami anche nell'eseguire le sue opere in plexiglas, mentre per i monumenti in bronzo si appoggiò ad alcune fonderie. Passando dal legno al bronzo cominciò a rappresentare immagini sempre più astratte e meno figurative, interpretandole a modo suo, con un proprio stile. Infine smise di firmare le sue opere perché sosteneva di avere uno stile del tutto riconoscibile.

Inoltre questo grande artista non volle mai un compenso dalle persone che gli commissionavano delle sculture, poiché per lui era già un onore portare a termine questi incarichi. Spesso però fu contestato per il suo modo di rappresentare: quello che veramente gli importava, infatti, era l'essenza dell'immagine. Prima di morire si dedicò alle sculture in plexiglas, affascinato dalla scomposizione della luce. Mario Sandri è morto a Verona il 3 Agosto 1998 all'età di 58 anni. Fulvio Cassan, come artista, non ebbe una vita facile; infatti, in un articolo dell'Arena, Renzo Gastaldo scrisse: "Troppo innovativo, troppo fuori dagli schemi, forse troppo genio per il mondo e le persone con cui si confrontava".