L’intelligenza artificiale in questo momento è leader nella definizione di complessi e precisi algoritmi e si sta rivelando una strategia fondamentale nel campo medico. Negli ultimi anni i processi di diagnosi si sono sviluppati a tal punto da individuare le peculiarità delle patologie riducendo così gli effetti indesiderati delle cure.
L’applicazione dell’intelligenza artificiale a servizio della sanità, è ormai da anni in continuo progresso, con un tasso di crescita annuo del 42,2%. L’AI infatti può essere un valido strumento per gli operatori sanitari perché permette loro di confrontarsi più velocemente e ottenere una più precisa indicazione ai fini della diagnostica, modificando significativamente i percorsi diagnostici e quindi terapeutici, migliorando di gran lunga le modalità decisionali, le comunicazioni tra membri del team sanitario e migliorare il rapporto medico-paziente.
Esempi concreti sono l’aumento delle fonti da cui i dati biomolecolari e genetici provengono, accanto ai tradizionali e strutturati database, sono sempre più disponibili dati privi di strutture organizzate come testi, immagini, suoni e sensori. Si stima, infatti, che circa l’80% dei dati generati quotidianamente non sia strutturato, gli algoritmi di intelligenza artificiale si occupano proprio di questo, interpretare e identificare possibili relazioni di cause-effetti tra dati e patologie.