prof. Giorgio Parisi - Rassegna stampa
Spunti interdisciplinari
Spunti interdisciplinari
Intervista per Società Italiana di Fisica in occasione del conferimento del premio Wolf.
Sui limiti della scienza
Dunque, stiamo assistendo a una sorta di imbarbarimento scientifico, come mai?
Non è facile capire fino in fondo quale sia l'origine di questo fenomeno; è possibile che questa sfiducia di massa nella scienza sia dovuta anche a una certa arroganza degli scienziati che presentano la scienza come sapienza assoluta, rispetto agli altri saperi opinabili, anche nei casi in cui non lo è affatto. A volte l'arroganza consiste non nel cercare di far arrivare al pubblico le prove di cui si dispone, ma di chiedere un assenso incondizionato basato sulla fiducia negli esperti. Proprio il rifiuto di non accettare i propri limiti può indebolire il prestigio degli scienziati, che a volte sbandierano un'eccessiva sicurezza, che non è fondata, davanti a un'opinione pubblica che in qualche modo ne avverte la parzialità di vedute e i limiti. (...)
Unità del sapere
La scienza come cultura deve fare i conti con le cosiddette discipline dure (matematica, ecc) , ritenute un mondo a parte.
Come superare questo scoglio?
Non è facile, specialmente per le scienze dure dove la matematica gioca un ruolo essenziale. Tuttavia, con un certo sforzo si possono ottenere ottimi risultati. Bisogna anche abbattere, per quanto sia possibile, la separazione che c'è spesso tra gli studi umanistici e le altre discipline scientifiche. L'Accademia dei Lincei, che ho l’onore di presiedere, si divide equamente in una classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche e in una Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali, ed è uno dei luoghi più adatti per colmare questa separazione (e le scienze teologiche?, ndr)
La matematica come la poesia cinese
Spesso si dice che le scienze dure non sono comprensibili a chi non ha studiato la matematica. Ma lo stesso problema c'è anche con la poesia cinese, che è un miscuglio inseparabile di letteratura e di pittura: il manoscritto originale della poesia è un quadro dove i singoli ideogrammi cinesi sono gli elementi pittorici che vengono rappresentati ogni volta in maniera differente. Questa dimensione pittorica si perde completamente nella traduzione e la sua bellezza non è apprezzabile da chi non conosce bene il cinese. Come è possibile far apprezzare in italiano la bellezza delle poesie cinesi, così è possibile far comprendere anche la bellezza delle scienze dure a chi non conosce la matematica e non ha fatto studi scientifici.
Il mito del progresso continuo
(...) Mentre una volta si pensava che il futuro sarebbe stato necessariamente meglio del presente, si è intaccata la fede nel progresso, nelle magnifiche e progressive sorti dell'umana gente: molti temono che le future generazioni staranno peggio di quelle attuali. E come la scienza aveva il merito del progresso, così adesso la scienza riceve il biasimo del declino (reale o solo percepito non importa). La scienza è a volte sentita come una cattiva maestra che ci ha portato nella direzione sbagliata e cambiare questa percezione non è facile. C'è una grande insoddisfazione verso tutti coloro che ci hanno portato in questa situazione e gli scienziati non sfuggono a questo biasimo.
La decadenza del sistema scolastico pubblico (e monopolistico)
Se consideriamo anche il lento decadere della scuola pubblica, il progressivo disinvestimento dell'impegno finanziario del governo italiano nei Beni culturali (basti dire che il restauro del Colosseo è stato fatto con fondi privati e che il Fondo Unico per lo Spettacolo diminuisce ogni anno fino ad arrivare alla metà delle cifre stanziate venti anni fa) ci rendiamo conto che tutte le attività culturali italiane sono in lento, ma costante, declino.
Tecnologia e cultura
Non dobbiamo essere sicuri che lo sviluppo della scienza sia inarrestabile: confidare ciecamente sull'ineluttabilità del bisogno che lo sviluppo tecnologico ha dello sviluppo scientifico può essere un tragico errore. I romani hanno conservato la tecnologia greca senza curarsi molto della scienza greca
Ipazia chi?
"(...) i fanatici cristiani, comandati dal vescovo Cirillo di Alessandria, hanno tranquillamente fatto a pezzi la matematica-astronoma Ipazia, senza curarsi affatto delle conseguenze a lungo termine, anzi rallegrandosi della scomparsa di un sapere profano, ritenuto inutile se non dannoso. (...)"
In realtà, Ipazia fu trucidata per ragioni politiche, a causa delle sue le sue simpatie per un governatore cristiano (Oreste); il fatto che il vescovo Cirillo di Alessandria avesse dei contrasti con Oreste non basta per incriminarlo come mandante dell'uccisione della donna - un'accusa gravissima, peraltro.
Fonte: : https://www.documentazione.info/la-vera-storia-di-ipazia
La scienza nasce da bisogni culturali molto profondi, ma descriverli non è facile, specialmente se si pretende di negare uno spazio al discorso su Dio nell'alveo della ragione. In questi casi, molti trovano più facile descrivere la scienza come una paladina della conoscenza in contrasto alla fede. Ecco i più comuni svarioni sconfessati dalla ricerca storica e filosofica, nei quali si incappa facilmente se non si studiano questi ambiti. Anche per un premio Nobel per la fisica
La scienza non ha l'esclusiva sulla ragione
Invece Parisi sostenne il contrario nel 2007 quando sottoscrisse una lettera partita da suo Dipartimento all'università La Sapienza, nella quale invitava il Rettore a ritirare l'invito al Pontefice per l'apertura dell'anno accademico, proprio perché la sua pretesa di una ragionevolezza nella fede cattolica sarebbero un'offesa all'autonomia della scienza.
https://lanuovabq.it/it/il-nobel-parisi-promosso-in-fisica-rimandato-in-storia (Tommaso Scandroglio)
In un'altra intervista Parisi solleva gli scudi accusando la Chiesa, nella persona del Papa-telologo Benedetto 16°, di "rompere un armistizio tra fede e scienza" e di fare ingerenze nel campo della ragione (L'Unità, 15 gennaio 2008).
Negli anni successivi Parisi si interrogherà sull'unità del sapere ma senza mai giungere a contemplare l'ipotesi che alla base della rottura del sapere ci sia la rottura del dialogo tra fede e scienza.
Accuse ai cristiani ingiuste e superate da decenni
"Crociate, i pogrom contro gli ebrei, lo sterminio degli indigeni delle Americhe, la tratta degli schiavi, i roghi dell'Inquisizione”: accuse pesanti rivolte ai cristiani, non solo infondati ma ingiuste perché in tali questioni la Chiesa si batté a favore dei più deboli come fa oggi con l'aborto. Eppure tutte queste calunnie erano elencate nella lettera al prof. Cini che il prof. Parisi sottoscrisse incondizionatamente nel 2007 in un messaggio al Rettore della Sapienza.
Paradosso: naturalmente per Benedetto XVI, essendo Papa, non contavano nulla i suoi innumerevoli titoli accademici, mentre per i professori di Fisica della Sapienza era lecito fare i tuttologi sulla storia.
Cattolici bravi quando combattono la pena di morte, fanatici violenti quando combattono l'aborto
Come afferma Tommaso Scandroglio nel già citato articolo de lanuovaBQ, il prof. Parisi conferma il suo acume profetico nel collegare l'aborto alla pena di morte
Il Papa (...) "dovrebbe venire parlare della pena di morte, ma non ci stupirebbe se passasse ad altri argomenti come la moratoria sull'aborto" (Giorgio Parisi, intervista a L'Unità, 15 gennaio 2018)