Le sue poesie

Anno 2010
2015

Parole senza idee

E' un lasciarsi

dondolare

pigramente

sull'altalena del pensiero...

e ragnatele di argomenti

che pencolano

nel vuoto.

E' un bere a grandi sorsi

ingordamente

nebbia con fumo.

Cercatori senza ideale,

avventurieri senza eroismo,

eunuchi dello spirito.

Sono stufo

di tante parole

senza idee.

Sono stufo

di tante idee

senza cose.

I miei compagni di preghiera

Nel silenzio

della mia preghiera

solitaria

s'infiltra

vellutata di lontananza

la voce ondeggiante

d'una canzone

d'amore...


Vi trema dentro

il fremito d'una passione

la gioia d'un abbandono

il sospiro d'un tormento...


Così, Signore

il mio silenzio

che adora

si fa più intenso

si fa più immenso

nell'eco di un mondo

che Ti cerca

senza trovarTi

che Ti ama

senza pensarTi.


(Mario Rosin, Anagni, Settembre-Ottobre 1964)

2015
2015

In montagna

Su una roccia di montagna

s'è posata

leggermente

come piuma

una farfalla.


Tremano

ad ogni alito di vento

le sue ali

dai colori iridescenti.


“Resta qui con me

- le mormora la roccia -

staremo bene insieme:

con me forte ed eterna

diventerai

e tu vita e bellezza

mi donerai.”


“Non posso

- sussulta la farfalla -

Troppo poche

son le mie ore di vita

per restare.

Sono nata per volare.

Troppo fragile

è la mia bellezza

per durare.

Sono nata per passare...”


E con un nuovo tremito di ali

si distacca

volteggia sulla roccia

accarezzandola

con la sua ombra

che danza nel sole.

Poi vola via.


E la roccia rimane

più sola

più spoglia

più triste:

monumento perenne

d'un bel sogno svanito.


(Mario Rosin – 13..16 Agosto 1983)

Amare silenziosamente...

Amare silenziosamente, nascostamente, senza mettere la firma di proprietà, quasi senza farsene accorgere, senza dirlo neppure a se stessi, lasciandosi cancellare dal tempo...Questo sì che è morire! Di quella morte con Cristo che porta in gestazione la vita di molti.” (padre Mario Rosin S.J.)


2015
2015

Rinunzia apostolica

E' stato duro il taglio...

Un colpo reciso

fatto semplicemente

tranquillamente

come se non bruciasse...

E' stato

come se m'avessero strappato

coi denti

sorridendo

un pezzo

della mia carne,

la più viva,

la più caratteristica, la più mia.

Mi guardo ogni tanto

la ferita

profonda

che non vuole

rinchiudersi, che vomita

ogni tanto

un fiotto

amaro

di sangue.

E' Dio

che pota

con la sua mano

forte

di padre.

Testamento spirituale

Tu l'hai letto

o Signore

tra le pieghe del mio spirito

il mio ultimo sogno:

morire in silenzio,

uscire dal mondo

in punta di piedi!


E' un sussurro

d'un cuore sereno

che canta sommesso

tra i molti fragori

d'un mondo in subbuglio.

E' un profumo

di fiore nascosto

che accarezza

i gelidi venti

dei miei mesi invernali.


Vorrei uscire dal mondo

come una larva di servizio

che da una sala di convito

quando tutti sono allegri

chiamata altrove

s'ecclissa,

frettolosa

inosservata

silenziosa...


Vorrei uscire dal mondo

come una figura amica

che da una stanza d'ospedale

quando tutti sono assopiti

finito il suo turno

scompare,

senza saluti

senza sorrisi

in punta di piedi.


(Mario Rosin – Anagni, marzo-maggio 1972)

2015
Anno 2013
Anno 2014

Dov'è Dio?

“Ma Lui non l'hanno visto” (Lc 24,24)


“E' nel tempio”-

- mi dissero. Son corso dentro

cercando...

E ho trovato

sotto le volte osannanti

tra mura madide di sospiri

nella penombra profumata d'incenso

la Sua pace...

Ma Lui non l'ho visto.

“Forse fugge dagli uomini” - pensai.

E ansante m'arrampicai

sulle cime dei monti

inzuppate di sole

natanti nell'azzurro.

E ho goduto

con l'ebbrezza di giovane

la Sua luce...

Ma Lui non l'ho visto.

Son disceso deluso

sempre più ansioso

nelle grandi foreste addormentate,

poi in riva al mare

cullato dalla nenia

del vento della sera.

E ho sentito in cuore

tormentarmi dolcemente

il Suo mistero...

Ma Lui non l'ho visto.


Ho atteso la notte

per incontrarLo.

L'ho chiamato a lungo

appassionatamente...

Ma il mio grido

si è spezzato

contro i picchi e le rocce

immobili

lontani.

E son rimasto ad ascoltare

con angoscia

il Suo silenzio...

Ma Lui non l'ho visto.

L'ho chiamato ancora

disperatamente

nel fragore d'una tempesta

tra urli rabbiosi

di venti fuggenti

tra schianti assordanti

di fulmini improvvisi

e rombi di tuoni.

L'ho chiamato

con la mia debole voce

di uomo

e ho sentito

con spavento

la Sua forza...

Ma Lui non l'ho visto.

Poi mi son piegato

come un fiore falciato

su me stesso.

E l'ho cercato

tra i meandri

vellutati

della mia malinconia.

E nel mio cuore

immensamente vasto

immensamente vuoto

ho scoperto

la Sua traccia...

Ma Lui non l'ho visto.


Ma un giorno

che stanco di me stesso

ho accostato

un fratello sofferente

per ascoltarne

la domanda singhiozzata

e offrirgli

il mio servizio d'amore,

ho visto

tra le pieghe del dolore

Lui, Dio!


E mi ringraziava

sorridente.


(Mario Rosin - Anagni, Agosto 1962 - Ottobre1963)