Chi era

La vita

Nasce a Piove di Sacco (Padova) il 16 Marzo 1925, da una modesta famiglia, figlio unico di una madre divenuta ben presto vedova. Si trasferisce a Roma nel Seminario dove compie gli studi classici e filosofici e nel 1945 entra nella Compagnia di Gesù. Compie gli studi filosofici all'Università “La Sapienza” di Roma dove si laurea brillantemente nel 1952. Il 09 Luglio del 1955 viene ordinato sacerdote dal cardinal Micara nella Chiesa del Gesù a Roma. Dopo un anno intero di ritiro spirituale a Fiesole subito dopo la sua ordinazione, torna per la seconda volta, e ormai definitivamente, ad Anagni. Qui insegna filosofia e nel 1968 assume il compito di direttore spirituale.

La sua preziosissima opera di padre spirituale si conclude al mattino del 29 Aprile del 1991, quando muore improvvisamente nell'atrio della cappella del seminario, mentre è a disposizione per le confessioni dei seminaristi.

(Tratto da "Sentieri Verso La Meta")

Cosa dicono di lui

"...Durante la teologia ci furono conversazioni più assidue e profonde. Ricordo anche un’altra persona, padre Rosin. Mario Rosin era di una intelligenza notevolissima. Veniva dal seminario romano, eravamo stati insieme in noviziato, ma non c’era stata una conoscenza approfondita. Lì, invece, per preparare la tesi, chiesi alcune delucidazioni. Molte cose della mia tesi me le aveva dette Rosin. Era un filosofo molto bravo. La mia tesi verteva sull’interpretazione della legge. Rosin, fin da 14 anni, si era posto il problema critico e aveva vissuto, tormentato da questo problema, studiando e leggendo. Aveva una cultura impressionante. Mi ha aiutato molto. Rosin si è laureato in filosofia ed è andato a insegnare ad Anagni; poi, a un certo punto, ha abbandonato la filosofia e si è messo a fare il padre spirituale in seminario. E’ una persona che è stata dimenticata. Non ho mai capito perché ha lasciato la filosofia. Intuisco: data la sua esperienza spirituale molto forte, forse ha scoperto che la filosofia non era così importante...."

(Tratto molto tempo fa da http://www.dossetti.com/attivita/bailamme/bai27unesperienzapastorale.htm,

ma vedo che al momento questo link non porta alla pagina che io visualizzai)

Il mio incontro con Zì Prete

I primi approcci

Da bambino, nelle feste comandate, andavo alla Messa delle 9,30 nella chiesa di S. Andrea ad Anagni e, all'occorrenza, mi ci pure confessavo.

Nei confessionali di una volta non c'era modo di vedere chi ci fosse dall'altra parte, ma ne sentivo la voce. Fin dai miei primi approcci con i confessionali cominciai a familiarizzare con la voce di un uomo che in breve tempo conquistò la mia stima e il mio affetto perchè il suo confessare lo sentivo molto partecipe della mia vita già da allora che ero bambino.

La mia felice meraviglia

Sempre impresso mi è rimasto il ricordo di quando, dopo che per due o tre volte entravo nel suo confessionale, mi chiese se prima di cominciare gli dicessi il mio nome. Questo perchè voleva avere ben chiaro con chi stava parlando così da conoscermi sempre meglio.

L'incontro

In quei periodi, fin da quando avevo otto anni, frequentavo un gruppo di azione cattolica dei ragazzi e andavo ai campeggi estivi di Prati di Mezzo a Picinisco, frequentando il primo turno. Quando poi passai al secondo turno, per i ragazzi di età non inferiore ai 14 anni, seppi che c'era come assistente spirituale un certo padre Rosin che tutti chiamavano Zì Prete.

Uno dei primi giorni del mio secondo turno, il tal Zì Prete mi chiese se ero disponibile a fare una chiacchierata con lui nel pomeriggio. Gli dissi di si anche se, con il mio carattere un po' introverso, non ne ero molto entusiasta. Così ci incontrammo. Non ricordo bene cosa ci dicemmo, ma ricordo che era interessato a conoscere la mia vita e a metterla alla luce di Dio. Durante la chiacchierata riconobbe la mia voce e chiese conferma se il mio nome era Diego. Con mio stupore e gioia gli dissi di si e finalmente scoprii il volto di quella voce che per svariati anni avevo sentito da dietro le grate del confessionale.

Una stima inconfutabile

L'approccio che padre Rosin aveva avuto con me era quello che in genere aveva anche con gli altri ragazzi lì ai campeggi. Non essendoci molte alternative per le vacanze estive di un tempo, i nostri campi-scuola erano frequentati non solo da ragazzi più o meno credenti ma anche da ragazzi di tutt'altra estrazione, che della chiesa e dei preti non ne volevano sapere. Ma verso padre Rosin, per questo suo modo di fare, tutti nutrivano la stessa grande stima e affetto.

Grande affetto e stima aveva ricevuto anche da parte dei pastori della zona. In particolare so che c'era un pastore di S. Biagio con cui padre Rosin si metteva d'accordo per incontrarsi sul Monte Forcellone e parlare.

Reperibilità

Nei Campi-Scuola di Prati di Mezzo si aveva modo di incontrare Zi' Prete tutti i giorni. Lì eravamo come una grande famiglia di circa 40 - 60 persone, in cui vivevamo tutti insieme, suddivisi in sottogruppi nelle varie tende da campo. Con Zi' Prete c'erano gli appuntamenti canonici della messa mattutina e, sempre nel mattino, dell'assemblea generale in cui padre Rosin raccoglieva i risultati che ogni gruppo aveva elaborato nella precedente riunione di gruppo attorno a un tema di discussione etico-religioso.

C'erano poi le volte che si aveva la fortuna di incontrarlo su qualche montagna fra quelle in cui, un pomeriggio si e uno no, si andava in escursione, e poteva capitare di fare anche il viaggio di ritorno insieme.

Quando poi si voleva fare una chiacchierata più mirata e impegnativa, o una confessione, o tutte e due le cose, lui era sempre disponibile, fissando al più degli appuntamenti. E se non eri tu che andavi a chiedere “consulenza” era lui che, prima della fine del campeggio, te la proponeva.

Al di fuori dei Campi-Scuola c'erano diversi altri momenti di incontro con Padre Rosin.

A settembre, poco prima degli inizi della scuola, c'erano i tre giorni di esercizi spirituali di stile ignaziano.

Il primo sabato del mese c'era quella che chiamavamo la “Messa di Zì' Prete”. Questo era un momento che Padre Rosin aveva voluto fosse utilizzato da ciascuno che vi partecipava come una specie di revisione del proprio stato di vita spirituale nell'ultimo mese. Per quelli che avevano partecipato agli esercizi spirituali voleva essere un'occasione di verifica del piano di riforma della propria vita che ciascuno aveva fissato durante i giorni di esercizi. Era inoltre un'occasione per confessarsi. Infine c'era la S. Messa tenuta dallo stesso Padre Rosin il primo sabato del mese, in cui, a causa dei canti, delle parole di Padre Rosin e della precedente preparazione spirituale, si viveva molto la dimensione sacra del momento. Qui Padre Rosin parlando in generale a tutti, nell'omelia e negli altri momenti liturgici, era capace di farti riflettere e farti fare il punto della situazione della tua vita strettamente personale. Le parole di Padre Rosin erano così tanto sentite che le prime linee difronte a lui erano sempre occupate dai registratori a nastro che venivano azionati per fissarle nel tempo.

Zi Prete si poteva poi incontrare il terzo giovedì del mese, quando partecipava alla riunione con i giovani, cioè con quelli di età superiore ai 14 anni. Normalmente, anche senza p. Rosin ma con i nostri "educatori", ci riunivamo una volta a settimana per trattare temi etico-religiosi nelle cosiddette "adunanze".

Ovviamente si poteva sempre contare su di lui quando si aveva bisogno di un consiglio o di un conforto, andando direttamente a bussare alla porta della sua stanza del Collegio Leoniano.

Oggi sono venuto in possesso di qualche registrazione delle messe mensili di Padre Rosin, già convertite da nastro magnetico a file audio MP3. Queste registrazioni riguardano la Liturgia della Parola, con particolare riferimento all'omelia. Su questo sito metto a disposizione alcune di esse, quelle con un audio migliore, con la speranza che anche a voi possano essere utili.

I files audio delle omelie di padre Rosin sono facilmente scaricabili dalla pagina Insegnamenti di p. Mario Rosin