Karate Ni Sente Nashi

KARA -> VUOTO

TE -> MANO

NI -> preposizione

SEN -> PRIMA

TE -> MANO, COLPO

NA SHI -> negazione di quello che precede

Il significato letterale di questa frase dovrebbe essere: "A Karate Non colpire per primo".

Ho trovato un racconto che descrive l'origine di questa frase che poi è diventato un principio dell'essenza filosofica del Karate. Questo il link alla pagina web che ho trovato: Alle origini del "Karate Ni Sente Nashi"

Prima consideravo questo principio come una regola di applicazione tecnica in un combattimento: non attaccare mai per primo. Questo non significa che bisogna sempre giocare di rimessa, in cui si aspetta l'attacco dell'avversario prima di portare il proprio. Infatti potrebbe essere applicato anche nell'anticipo, in cui si anticipa l'azione dell'avversario solo dopo aver intuito l'intenzione così che l'iniziativa dell'attacco è quella dell'avversario e il principio rimane soddisfatto anche se in apparenza non è così.

Ma ora capisco, e mi piace molto di più il concetto, che l'applicazione di questo precetto non riguarda una semplice regola tecnica di combattimento ma che vada applicata al proprio comportamento etico nella vita di tutti i giorni. Ciò soprattutto in base alla sua origine storica come descritta nel link di cui sopra. Questo precetto si sposa bene con l'altro, ugualmente legato alle arti marziali orientali: "vincere senza disputa".

A me piace intendere questo principio così:

"Se il male si combatte con il male è il male che vince", frase questa che mi rimase impressa da ragazzino quando vedevo lo sceneggiato che andava in onda negli anni '70 la sera alle 19,00 dopo l'Almanacco del giorno dopo: "L'artiglio del Drago".

O ancora:

La migliore arma contro il male è la mansuetudine, frase che non so da dove esce ma ce l'ho formulata nel mio cervello.


Questi sono concetti a cui ciascuno può arrivare, più o meno facilmente accettabili. L'Uomo fin qui ci può arrivare con il suo pensiero. Il concetto più alto e sconvolgente, che va ben oltre il precetto qui analizzato, ci è suggerito da queste parole:

Luca 6,27-35

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

27 Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28 benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29 A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30 Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31 Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32 Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33 E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34 E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35 Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi."

Il messaggio di queste parole è duro da capire, da accettare e da seguire, ma se gli si dà fiducia e anche se non si riesce ad applicare ma solo ad averne l'esperienza della buona intenzione, si può intuire il suo valore sublime.