Michel Foucault (1926-1984)
Michel Foucault è stato uno dei filosofi più influenti del XX secolo, noto per il suo approccio innovativo allo studio del potere, della conoscenza e delle istituzioni. Nato a Poitiers, in Francia, nel 1926, Foucault ha studiato filosofia e psicologia, sviluppando un interesse per le dinamiche sociali e culturali che influenzano il comportamento umano.
Le sue opere principali, come "Storia della follia nell’età classica", "Sorvegliare e punire" e la trilogia "La storia della sessualità", analizzano il modo in cui il sapere è strettamente legato ai meccanismi di controllo sociale. Foucault ha esplorato temi come la disciplina, la biopolitica e il rapporto tra potere e corpo, sottolineando come le norme sociali siano costruite e mantenute attraverso discorsi e pratiche istituzionali.
Professore al Collège de France dal 1970, con la cattedra di "Storia dei sistemi di pensiero", Foucault ha influenzato diverse discipline, dalla sociologia alla critica letteraria. La sua metodologia, spesso associata all'archeologia e alla genealogia del sapere, invita a interrogare le "verità" consolidate per rivelare i loro legami con il potere.
Foucault è morto a Parigi nel 1984, lasciando un'eredità intellettuale che continua a stimolare il dibattito accademico e culturale.
Michel Foucault ha dedicato particolare attenzione alla filosofia antica, in particolare al pensiero di Platone, nel contesto dei suoi studi sulla formazione del soggetto e sull’etica. Nei suoi ultimi lavori, come i volumi della Storia della sessualità, Foucault esplora il modo in cui la filosofia antica, inclusa quella platonica, concepiva il rapporto tra verità, potere e cura di sé (epimeleia heautou). In Platone, Foucault individua un momento chiave nella relazione tra conoscenza e governo di sé, che costituisce la base per una riflessione sulla costruzione dell'identità morale e politica. Questo interesse rientra nella sua analisi genealogica, volta a comprendere come i discorsi filosofici antichi abbiano contribuito alla definizione delle pratiche etiche e della soggettività nell’Occidente.
Nelle lezioni tenute al Collège de France, in particolare nei corsi degli anni ’80 come "L'ermeneutica del soggetto" (1981-1982), Michel Foucault approfondisce il ruolo della filosofia antica nell'elaborazione delle tecniche di soggettivazione. Analizzando autori come Platone, Senofonte, Epicuro e gli stoici, Foucault esamina le pratiche filosofiche dell'antichità non solo come esercizi teorici, ma come veri e propri modi di vita, volti alla trasformazione etica e spirituale del soggetto. Egli sottolinea come la filosofia antica, in particolare attraverso la cura di sé e il rapporto con la verità, abbia influenzato profondamente le concezioni moderne di soggettività, segnando una discontinuità rispetto alle pratiche disciplinari e normative delle epoche successive.
Nella lezione del 22 febbraio 1984 del corso su Il coraggio della verità, Il governo di sé e degli altri, (edito da Feltrinelli nel 2016), Foucault inizia la trattazione del Lachete platonico in ordine al tema del "coraggio della verità".
Comincia enumerando alcune ragioni per le quali tratterà il dialogo:
Nel Lachete si ritrovano le 3 opzioni fondamentali del dire il vero socratico. Innanzi tutto, assume grande importanza il tema della parresìa, del 'parlar franco': vengono utilizzati varie volte i termini παρρησία, -ας, ἡ = libertà di parola, confidenza, franchezza, licenza e παρρησιάζομαι = io parlo liberamente, io parlo con tutta franchezza e addirittura gli interlocutori si impegnano a parlare francamente. Una parte del dialogo insiste poi sul tema dell'esame, del sottoporsi ad esame.
Infine, tema anch'esso caro a Foucault, vi è il tema della 'cura di sè' (ἐπιμέλεια) nella forma di 'prendersi cura dei giovani'. Il tema dell'educazione dei figli è anzi proprio ciò che suscita il dialogo. I protagonisti sono genitori che si rivolgono a Socrate per essere consigliati su come prendersi cura dei figli. (Approfondimento sul lessico della paternità)
Il secondo aspetto che interessa a Foucault è il contesto drammatico del dialogo: gli interlocutori sono uomini politici ateniesi, specialmente Nicia e Lachete, capi politici e militari, appartenenti a famiglie prestigiose e che esprimono i valori tradizionali aristocratici. Socrate quindi si confronta con il modo di condurre una discussione tipico della politica (il "gioco politico", dice Foucault)
Infine, il gioco definitorio concerne il coraggio. Gli interlocutori - che hanno ciascuno un diverso rapporto col coraggio esperito - sono sfidati da Socrate a definirlo, a fornire una definizione di 'coraggio'. Ma il coraggio è anche coraggio di dire la verità.
Da ultimo, il Lachete articola in modo peculiare il rapporto fra il tema del prendersi cura e il tema del bios individuale. Mentre nell'Alcibiade, prendersi cura di sé voleva dire prendersi cura dell'anima, interrogarsi su cosa sia l'anima, contemplare l'anima; nel Lachete, prendersi cura di sé significa interrogarsi sulla propria vita, sul bios, sul modo di vivere, mettersi alla prova della filosofia. Esiste quindi un tema etico per cui il proprio bios è oggetto di un'arte di sé.
Foucault passa poi a scegliere alcuni momenti specifici del dialogo.
Il primo momento è quello iniziale in cui si stipula una sorta di 'patto parresiastico'
il secondo momento è la formulazione e accettazione del patto parresiastico
l'ultimo passaggio riguarda la ricerca del maestro
Ecco un notebook LM con alcune fonti su padri e figli nel mondo greco