SOCRATE: (...) A proposito, caro amico, tra tante parole, non è quello l’albero verso cui ci guidavi?
FEDRO: è proprio quello
SOCRATE: Per Era, che bel posto! Quel platano cosí alto e pieno di fronde; e quell'agnocasto, lui pure cosí alto, con quell'ombra meravigliosa; è in piena fioritura e riempie di profumi tutto intorno. E questa sorgente davvero graziosa che scorre sotto il platano! Le sue acque sono proprio fresche, ne fanno prova i miei piedi. Stando a queste figurine votive e statuette pare che sia consacrato ad alcune ninfe e ad Acheloo. [c] Senti poi, te ne prego, la brezza di questo luogo quanto è amabile e davvero piacevole: è il canto estivo che risponde al coro delle cicale. Ma piú squisita" di tutto è l'erbetta che con il suo dolce pendio permette a chi si stende di tenere la testa comodissima". Sei davvero eccellente come guida per gli stranieri!
FEDRO E tu sei davvero spiazzante, mio straordinario amico! Perché dài veramente l'impressione, come dici, di essere uno straniero portato in giro, [d] e non uno del posto. Cosí, non lasci la città per andare oltreconfine, ma, mi sembra, neppure fuori le mura.
SOCRATE Abbi pazienza con me, carissimo. Amo imparare: ma la campagna e gli alberi non sono disposti a insegnarmi nulla, a differenza degli uomini in città". Ma tu sembri proprio aver trovato il farmaco per far mi uscire: come quelli che portano in giro le bestie affamate agitandogli davanti un germoglio o un frutto, cosí tu, srotolandomi davanti questi discorsi contenuti in un libro, sembra che mi porterai a zonzo per [e] l'Attica o dove altro vorrai". Ora, però, sono arrivato fino a qui e penso proprio che mi sdraierò. Tu, prendi la posizione che ritieni piú comoda per leggere: prendila e leggi.
FEDRO Ascolta, dunque
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