È molto importante studiare i fitonimi, ovvero i nomi delle piante, per comprendere la cultura materiale e la visione del mondo vegetale di una civiltà. Nonostante l'interesse degli autori antichi per la flora, manca ancora un'indagine completa sul lessico botanico greco che tenga conto del lavoro di botanici, antropologi e linguisti. Ciò accade per la difficoltà di attestazione (fonti glossografiche incomplete) e filologiche: aspetti che rendono lo studio dei fitonimi particolarmente complesso.
Lo studio dei fitonimi può contribuire a:
Ricostruire il sistema tassonomico e denominativo di una data comunità umana.
Comprendere le modalità dei rapporti tra comunità linguistiche diverse.
Individuare i criteri di classificazione della realtà utilizzati da diverse culture.
Arricchire le conoscenze sul lessico delle lingue classiche.
Comprendere la visione del mondo vegetale di una civiltà.
Diversi fitonimi, ovvero i nomi delle piante, sono presenti nel lessico di Esichio di Alessandria, un lessicografo greco del V secolo d.C. che può servire come punto di partenza per lo studio del lessico botanico greco, da integrare con informazioni provenienti da altre fonti letterarie, storiche e scientifiche, come le opere di Teofrasto, Dioscoride e Plinio il Vecchio.
Diversi erano i criteri utilizzati dai Greci per denominare le piante. Tra questi:
Criterio cromatico: Il colore della pianta o di una sua parte è spesso utilizzato per la denominazione, come ad esempio λεύκη, "pioppo bianco", che deriva da λευκός, "bianco".
Criterio della somiglianza: La forma della pianta o di una sua parte può essere associata ad altri elementi, come animali, parti del corpo umano, altre piante o oggetti. Esempi: κερατωνία, "carrubo", i cui frutti ricordano la forma di un corno; σχέλινος, forse un tipo di cipresso, il cui ramo potrebbe ricordare la forma delle costole. Il nome del platano, πλάτανος deriva da πλατύς ampio, largo, per l'ampia chioma o per le grandi foglie
Criterio dell'habitat: La pianta può essere denominata in base al luogo in cui cresce, come ad esempio δρυπίς, un tipo di quercia che cresce in luoghi umidi.
Criterio della sfera mitico-religiosa: Molti fitonimi sono legati a divinità o a figure mitologiche, come Ἀπολλωνιάς, un tipo di alloro, pianta sacra ad Apollo.
Criterio delle proprietà della pianta: La denominazione può derivare dalle proprietà medicinali, aromatiche o pratiche della pianta, come ad esempio ἰτέα, "salice", pianta nota per le sue proprietà antidolorifiche; ἁγνός hagnós puro, casto (dal prefisso privativo α- a- e da γόνος gónos stirpe: senza prole, sterile) era una pianta che presso gli antichi godeva fama di anafrodisiaco, con il vocabolo greco ripreso successivamente da Plinio e interpretato come agnus agnello, trasmesso poi con tale significato negli scritti medioevali (Albertus Magnus) come simbolo di purezza, sottolineato aggiungendo l'aggettivo castus casto
Formazione dei fitonimi: L'analisi morfologica evidenzia l'uso frequente di suffissi specifici per la formazione dei fitonimi, come ad esempio:
-ῐκ- in φοίνιξ, "palma"
-ΐδ- in ἀχερωίς, un tipo di quercia
-ῑνη in μυρτίνη, "mirto" .