Bardi, secondo la leggenda, deriverebbe da «Bardus» o «Barrio», l'ultimo degli elefanti al seguito dell'esercito di Annibale che sarebbe morto qui durante la marcia verso Roma. In suo ricordo, Annibale avrebbe quindi deciso di fondare una colonia.
Secondo la storia invece il toponimo «Bardi» deriverebbe dall'appellativo che contraddistingueva la nobiltà longobarda - i cosiddetti Arimanni - un gruppo dei quali si stabilì qui attorno al 600 d.C. La prima attestazione di una "Silva arimannorum" vicinissima a Bardi, un bosco affidato agli uomini liberi legati direttamente al re, è dell'898 e si riferisce probabilmente alla fascia tuttora prevalentemente boschiva nei pressi di Cogno di Gazzo.
Il territorio fu abitato sin dal Paleolitico (ne sono prova i ritrovamenti archeologici sul Monte Lama) e in seguito dai Liguri; in età romana faceva parte del municipium di Veleia, ed era attraversato dall'asse viario che portava a Luni e a Roma.
Lo stemma comunale caratterizzato da uno sfondo azzurro, un albero con un cane dal pelame bruno accovacciato; su una fascia rossa svolazzante la scritta “fidelitas” a caratteri minuscoli color oro.
Negli stemmi civici si trova spesso la fedeltà rappresentata da un cane.
L’albero allude ai boschi in mezzo ai quali sorge questa località appenninica.