Policy aziendali

Richiamando la regolazione nazionale, le buone pratiche nonché le sperimentazioni territoriali, molti Enti Pubblici sono usi dotarsi di un regolamento interno che, spesso, può essere frutto di contrattazione con le OO.SS. o più semplicemente di consultazione con le stesse o, ancora, l’esito di un sondaggio interno fra i lavoratori.

Non esiste uno standard di regolamento, anche perché la volontà di dotarsene dipende dalla volontà politica dell’Ente e dalla sensibilità al tema da parte dei lavoratori e dei loro rappresentanti.

Alcuni esempi di regolamento:

•2017 Aprile – Regione Lombardia

•2018 Giugno - Camera Commercio di Brescia

•2019 Settembre – Asl Euganea

•2019 Dicembre – Comune di Cagliari

•2019 Dicembre – Ministero dell’Interno

•2020 Marzo – Comune di Firenze

L’accordo, di norma, deve contenere almeno i seguenti contenuti minimi:

Durata: tempo indeterminato o tempo determinato;

Preavviso: per gli accordi a tempo indeterminato è possibile recedere dall’accordo con un preavviso di almeno 30 giorni (90 per i lavoratori disabili) o in presenza di un giustificato motivo;

Modalità di esecuzione della prestazione lavorativa da remoto: vanno indicate gli strumenti tecnologici utilizzati (anche BYOD) e i periodi di disconnessione garantiti;

Modalità di monitoraggio (il termine ‘controllo’ è davvero eccessivo) delle attività: Va ovviamente tenuto conto del piano delle performance e dell’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori.

N.B. Testo di legge: ‘potere di controllo del datore di lavoro sulla prestazione resa dal lavoratore all'esterno dei locali aziendali’ che non significa controllo delle attività!


L’accordo individuale va allegato alla comunicazione obbligatoria da inviare Direzione Territoriale del Lavoro (art. 23 Legge 81/2017; Circolare INAIL n. 48/2017) tramite l’inserimento nel portale ClicLavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

https://www.cliclavoro.gov.it/Aziende/Pagine/Smart-working.aspx