Quando parliamo di strade e di mezzi pubblici non parliamo solo della gestione del traffico e degli spostamenti.
Il modo con cui ci spostiamo incide moltissimo sulla qualità della vita di ognuno di noi, sul modo di lavorare, sul valore delle imprese quando scambiano merci e servizi
Quindi governare bene la mobilità influisce moltissimo sulla salute sociale ed economica del nostro territorio e di quelli circostanti.
Abbiamo la necessità di avere un sistema di infrastrutture fondato sulle scelte più idonee, con uno sguardo attento ai cambiamenti socio-ambientali in atto.
Noi vogliamo che gli investimenti infrastrutturali (sia pubblici che privati) promuovano una rigenerazione urbana e umana di ampio respiro.
Per «Proposta per Luino» il Comune non può essere spettatore passivo delle decisioni prese nell’ambito di programmi nazionali ed internazionali: la nostra voce deve contare,
occorre trasformare costi e sacrifici in opportunità per il territorio
i rischi devono essere prevenuti.
Luino offrirà alternative di spostamento interno, creando
- un anello esterno
- la congiunzione tra centro e zone perimetrali,
Questo permetterà a studenti e pendolari di arrivare a Milano più rapidamente invece di invogliarli ad abbandonare il nostro territorio.
È la decisione ovvia, da prendere nel quadro complessivo delle analisi dei flussi di traffico veicolare e della combinazione auto+treno.
Chiunque di noi quando è bloccato nel traffico si immagina di spostare sensi unici, semafori e parcheggi; ma è come sentirsi CT della Nazionale guardando le partite, oggi non si può più pianificare la viabilità “a naso”: occorre arrivare a un modello matematico. Ad esempio in città simili alla nostra si è scoperto che il 40% del traffico in ora di punta era per la ricerca di un parcheggio.
Con quei modelli è possibile fare delle simulazioni al computer di nuovi scenari di mobilità nei diversi orari e dei parcheggi; così è più facile scegliere le soluzioni meno impattanti, che ci fanno sprecare meno tempo e respirare meno fumi di scappamento.
Fino a pochi anni fa sembrava un’utopia idealista, oggi in mezza Europa è già una realtà. Stiamo parlando della mobilità dolce.
Non pretendiamo cambi di stili di vita, ci basta che il veicolo ecologico sia più economico, più gradevole, più sano e non di rado più svelto dell’auto.
Non è difficile: la prossima volta che sarete bloccati in un ingorgo, ricordatevi che ogni dieci persone che vanno in bici riducono di 100 metri le file congestionate di auto.
Per favorire i “micro spostamenti” in città e tra le frazioni con bici private o mezzi similari, bisogna installare le rastrelliere antifurto dove servono (scuole, edifici pubblici, aree mercato, centro e frazioni).
È altrettanto importante adeguare le strade dove paiono progettate solo per i mezzi motorizzati.
Anche qui occorre partire da uno studio serio: un’analisi per approfondire le possibili interconnessioni con la rete ciclabile esistente da attuare nel breve periodo, adeguando la viabilità con piccole opere a favore dello spostamento su due ruote, integrando la segnaletica stradale con quella turistica e rendendo le infrastrutture sicure sia per ciclisti che per automobilisti, tramite la rimozione di ostacoli e criticità.
Creata la rete e messo in sicurezza i punti più pericolosi, nel medio termine si può proporre e testare, prima su scala locale e poi sull’intero territorio comunale, l’installazione di stazioni di “bikesharing” per rispondere alle esigenze turistiche, dislocando le rastrelliere nei punti strategici del comune: stazione dei treni e dei bus, aree mercato, lungolago, spiagge, imbarcadero; se la risposta sarà positiva e la popolazione residente lo richiedesse, allora saremo pronti ad estendere il servizio anche nelle frazioni.
Possono arricchire la motivazione a scegliere la bici:
ciclofficine (gestibili da alcune associazioni, anche vicino alle scuole),
strutture per il turismo ciclistico,
incoraggiamento finanziario alle bici elettriche per i non-più-giovani.
Sempre nel medio termine, vogliamo facilitare una mobilità integrata: soluzioni che favoriscano lo spostamento utilizzando più mezzi combinati (bici+treno, bici+macchina, etc.), strutturando i nodi di interscambio con le opportune opere per garantire gli spazi, la sicurezza e l’assistenza.
Sul lungo termine, è necessario riprendere in mano lo studio e la proposta di veri e propri assi ciclabili extracomunali sulle dorsali più importanti, sia per il tempo libero che per la vita quotidiana: Luino-Zenna, Luino-Caldè, Luino-Ponte Tresa.
Per queste proposte, oltre alla necessità di fare rete sinergica con gli enti interessati, è fondamentale accedere ai finanziamenti fruibili dai tanti bandi dedicati alla mobilità sostenibile, inserendo queste proposte in un contesto generale, di ampio respiro e ovviamente sovracomunale.
Se Luino non comincia a battere i pugni sul tavolo, ci sarà il paradosso: avremo una ferrovia spropositata, ma dovremo muoverci in macchina.
La linea ferroviaria di Luino è stata prevista come uno dei canali di scorrimento del traffico commerciale ferroviario nell'ambito del progetto elvetico denominato "AlpTransit": la grande opera di ingegneria di alta velocità ferroviaria per il trasporto di merci sull'asse commerciale Rotterdam-Genova.
I convogli attraverseranno il lungolago della "Costa fiorita" attraverso Colmegna e il centro abitato di Luino. Sono treni merci lunghi un chilometro, anche con carichi pericolosi (infiammabili, tossici, inquinanti…).
Questo contrasta col riconoscimento ricevuto nel 2019 che ha coinvolto Luino come “area in transizione” nel programma “MAB – Man and Biosphere” – dell’UNESCO, per tutelare il nostro patrimonio naturalistico ambientale.
La vicina Svizzera, con il progetto "Alptransit", ottiene il primato del tunnel ferroviario più' lungo del mondo (57 km), rivoluzionando il settore dei trasporti. Punta al trasferimento delle merci da gomma a rotaia (cosa che in teoria ci piacerebbe) e non trascura (in Svizzera) la rete passeggeri che sarà più efficiente e innovativa.
Invece il versante italiano vedrà moltiplicare il passaggio dei treni merci e suscita in noi cittadini una serie di dubbi e timori
in tema di sicurezza,
di tagli al traffico passeggeri,
d'impatto ambientale,
di inquinamento acustico,
di possibili incendi scaturiti dalle frequenti scintille,
di quantità dei treni e tipologie delle merci trasportate.
Sul tema della sicurezza la cittadinanza si è mostrata molto sensibile, chiedendo alle istituzioni risposte chiare.
La Svizzera, in casa sua, ha investito molto per la sicurezza acquistando “treni pompieri” chiamati di "Spegnimento e Soccorso" per intervenire in prima linea in caso di incendi o deragliamento e con presidi nelle stazioni. Invece da questa parte del confine abbiamo una tratta a binario unico in zone densamente popolate, con alcuni istituti scolastici in prossimità della linea.
Se succede un guaio, siamo totalmente impreparati
Se dovesse succedere qualche incidente pericoloso sulla linea, i Vigili del Fuoco sono senza strumenti antincendio adatti
Siamo assolutamente senza piani di emergenza: non c’è nessun piano di informazione ed evacuazione, il Comune non ha fatto neanche le più semplici simulazioni.
«Proposta per Luino», cogliendone l'urgenza, si impegna a pianificare rapidamente un piano di emergenza intercomunale coinvolgendo i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, la Croce Rossa e le Forze dell’Ordine, al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini da eventuali incendi, sversamenti tossici o altre situazioni di emergenza nelle aree esposte al rischio lungo la linea.
La prevenzione sarà il primo tassello, seguiranno progetti per la formazione dei docenti degli istituti scolastici e del personale medico e paramedico.
È indispensabile spiegare a tutti cosa fare in caso di emergenza, tutte le crisi dimostrano che queste informazioni riducono molto, in caso di grave incidente, il numero di morti e feriti. Servono delle simulazioni, ad es. nelle scuole. con dei chiari piani di evacuazione. Occorre stabilire quali strumenti sono i più adatti in caso di allarme (sms, whatsapp, sirena, app comunale, ecc).
Si provvederà a sollecitare, nelle sedi opportune, l'acquisto di un treno di soccorso per i Vigili del Fuoco di Luino.
«Proposta per Luino» interagirà con i comitati e i cittadini per trovare soluzioni condivise su:
chiusura dei passaggi a livello e conseguente costruzione di sottopassi,
modifiche della viabilità,
installazione delle barriere antirumore,
rivalutazione delle modalità relative ai previsti espropri
Inoltre solleciterà l'attivazione di tavoli tecnici con tutti gli attori interessati: RFI, Ministero dell'ambiente, Regione Lombardia, per rendere più rapidi e certi i tempi e i modi di realizzazione delle opere compensative promesse.
«Proposta per Luino» si impegnerà nelle sedi opportune per incrementare il traffico passeggeri di almeno due treni di andata mattutina e due di ritorno pomeridiano, diretti e veloci (al massimo un’ora), da/per Milano.
Un’ora per 80 km è il minimo, nel 2020! Se Trenord fosse una rete al pari di quelle parigine, berlinesi, londinesi… sarebbe ovvio.
Serve ai pendolari, per i quali le ore di viaggio si sommano alla fatica del lavoro.
Serve agli studenti, che spesso a Milano devono affittare un posto letto, come se studiassero in capo al mondo.
Serve ai turisti milanesi: nel weekend quanti di loro preferirebbero un’oretta di treno al calvario delle file in autostrada! porterebbero un turismo diverso anche nelle mezze stagioni a noi luinesi e a tutti i paesi da Laveno alla Svizzera.
A paragone del turista in automobile, il turista in treno usa di più, meglio, e più a lungo gli alberghi e i ristoranti della città che visita, più frequentemente vi ritorna, più facilmente ne parla bene ad altri.
Serve all’ambiente, perché se dobbiamo andare in auto inquiniamo l’aria e surriscaldiamo il pianeta.
La più alta concentrazione di spostamenti quotidiani in ora di punta è prodotta dalla scuola: studenti, docenti, ATA, genitori…
Se vogliamo cambiare la mobilità luinese, su questo tema dobbiamo cambiare pagina.
Ingorghi in prossimità delle scuole, genitori fermi in doppia fila, liceali troppo disinvolti in moto… si potrebbe mandare la polizia locale a fare tante multe, ma non sarebbe un atteggiamento di alleanza: significherebbe punire i cittadini per le colpe degli amministratori che non hanno saputo gestire la programmazione generale.
Abbiamo detto poco fa che serve un’analisi dei flussi veicolari; riguarda anche questo aspetto: manca uno studio sulle abitudini di mobilità degli studenti, dei docenti e dei genitori.
Appena lo avremo potremo, ad esempio, ottimizzare gli orari di lavoro e della scuola per diluire assembramenti e accessi massivi.
Poi produrremo, nel breve e medio termine, un piano di spostamento Casa-Scuola che impari dall’esperienza, per ridurre in generale il traffico su gomma, che preveda un miglior uso dei mezzi, il car-pooling, l’uso sicuro delle due ruote.
Su questo tema leggete anche (fra poche pagine) il progetto educativo “a scuola ci vado da solo”
Infatti una parte importante del lavoro è educativo e culturale: le generazioni che erediterranno il mondo sono più disposte a prendere consapevolezza e a collaborare, sia per decidere sia per mettere in pratica le scelte.