di Alessandra Cicerano
C’era una volta l’effetto Flynn. Sembrava una favola: ogni decennio, il quoziente intellettivo della popolazione aumentava, in media, di 3 punti. Più istruzione, più benessere, più stimoli cognitivi. Ma oggi il finale è cambiato. O meglio: si è ribaltato.
Secondo studi recenti condotti in Norvegia, Finlandia, Danimarca e Stati Uniti, il QI ha smesso di salire e, in certi casi, sta precipitando. E il punto non è il test in sé, ma ciò che questo declino ci racconta: parliamo meno, leggiamo meno, pensiamo peggio.
Il cervello non è un muscolo, ma si comporta come tale: se lo usi, si affina. Se lo abbandoni allo scroll compulsivo, si adatta. Verso il basso.
Un mondo senza parole è un mondo senza pensiero. Parole povere, pensiero povero. Non è uno slogan da boomer nostalgici, ma una realtà scientifica.
Il lessico non è solo un mezzo per comunicare: è la materia prima del pensiero astratto. Chi ha poche parole a disposizione, fatica a fare distinzioni, a cogliere sfumature, a costruire nessi logici. È come cercare di scolpire con un cucchiaio.
Il linguista norvegese Ole Rogeberg, autore di uno studio su oltre 700.000 giovani, non ha dubbi: il calo del QI non è genetico, è ambientale. E la scuola, purtroppo, non sta reggendo il colpo.
Sempre più spesso i ragazzi arrivano in prima media con un vocabolario da terza elementare. Sanno scrivere? Forse. Ma non sanno articolare un pensiero. Figurarsi sostenerlo.
Dalla lettura lenta allo swipe ansioso
Leggere richiede tempo, attenzione, immersione. Tre cose che oggi sembrano anatemi. I romanzi lunghi sono stati sostituiti dai post, i saggi da TikTok, la comprensione profonda dalla reazione immediata.
Non è nostalgia. È un dato.
Le prove INVALSI mostrano che la comprensione del testo tra i tredicenni italiani è in costante calo. Soprattutto nelle regioni dove la povertà educativa è più diffusa.
E se leggere stimola il pensiero, non leggere lo atrofizza. Non solo: deprime la memoria, la concentrazione, l’empatia, la capacità di elaborare opinioni autonome. In cambio? Stimoli continui, superficiali, effimeri.
Uno scroll e via.
Una scuola complice (o impotente?)
Certo, ci sono docenti eroici (e qualcuno lo conosco di persona 😏), ma spesso la scuola stessa si è arresa. Troppa burocrazia, troppa paura di “frustrare” gli alunni, troppe programmazioni senz’anima. Si rinuncia alle letture complesse perché “i ragazzi non ce la fanno”. Si evitano le parole difficili per “non metterli in difficoltà”.
Risultato? Ragazzi che non si annoiano mai… ma non sanno più stare nella noia.
Che non affrontano frustrazioni… e non imparano a gestirle. Che non leggono perché “non gli piace”, ma nessuno gliel’ha mai insegnato davvero.
Possiamo invertire la rotta?
Sì. Ma serve una rivoluzione culturale. E non solo scolastica.
Ecco tre cose concrete che possiamo (dobbiamo) fare:
Rimettere i libri al centro: veri, lunghi, profondi. Non solo “schede”, “estratti”, “tracce”.
Coltivare il lessico come un giardino: parlare, leggere ad alta voce, spiegare parole nuove con gioia, non con fastidio.
Allenare il pensiero lento: lasciare spazio al dubbio, al confronto, all’ambiguità. Il pensiero critico ha bisogno di tempo.
Conclusione
Forse il QI non è l’unico metro per misurare l’intelligenza. Ma resta un campanello d’allarme. Stiamo allevando generazioni che sanno usare il cellulare prima di parlare. Che scrivono con le emoji. Che non distinguono tra un’opinione e una fake news ben scritta.
Se vogliamo salvarli, dobbiamo insegnare loro le parole, prima che il pensiero evapori.
Bratsberg, B., & Rogeberg, O. (2018). Flynn effect and its reversal are both environmentally caused. PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences).
👉 https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.1718793115
Dworak, E. M., & McDaniel, M. A. (2023). Evidence of a Reverse Flynn Effect across multiple domains in a US sample (2006–2018). Intelligence, Elsevier.
👉 https://doi.org/10.1016/j.intell.2023.101750
Trahan, L. H. et al. (2014). The Flynn Effect: A meta-analysis. Psychological Bulletin.
👉 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24837289/
Pietschnig, J., & Voracek, M. (2015). One century of global IQ gains: A formal meta-analysis of the Flynn effect (1909–2013). Perspectives on Psychological Science.
👉 https://doi.org/10.1177/1745691615598516
Northwestern University (2023). IQ scores in the U.S. show decline in verbal, math and logic reasoning.
👉 https://news.northwestern.edu/stories/2023/03/americans-iq-scores-are-lower-in-some-areas-higher-in-one/
The Debrief (2023). Sharp Decline in American IQ Scores Revealed in New Study.
👉 https://thedebrief.org/new-study-reveals-sharp-decline-in-american-iq-scores-as-the-reverse-flynn-effect-takes-center-stage/
Wikipedia (aggiornata 2025). Flynn effect.
👉 https://en.wikipedia.org/wiki/Flynn_effect
NVALSI – Rilevazioni nazionali sugli apprendimenti degli studenti (dati 2010–2023).
👉 https://www.invalsi.it/invalsi/ri/national_tests.php