CODING UNPLUGGED

Quando si parla di coding unplugged si intendono quelle attività che utilizzano strumenti non digitali per la realizzazione di attività che introducono ai concetti fondamentali dell’informatica e alle logiche della programmazione.

Sono sempre più numerose le esperienze didattiche che vedono coinvolti bambini e ragazzi nella realizzazione di attività analogiche che affiancano l’utilizzo degli strumenti digitali. Il coding unplugged, adatto per persone di ogni età, è particolarmente interessante per gli studenti dall’infanzia alla scuola secondaria di primo grado. Questi tipi di attività, infatti, sono caratterizzate da elementi che stimolano l’apprendimento e la curiosità degli alunni.

Fare coding a scuola, ma senza computer. Sembrerebbe un ossimoro, o quanto meno una contraddizione in termini, eppure non solo questo è possibile, ma è anche molto utile nel processo mirato all’acquisizione del pensiero computazionale.

Stiamo parlando del così detto coding unplugged, un’etichetta che definisce ogni attività di apprendimento e insegnamento dei principi della programmazione che non prevede l’utilizzo di dispositivi elettronici, come computer o tablet.

Per fare coding unplugged può bastare un foglio di carta a quadretti, qualche matita colorata e tanta fantasia. Ma ci si può spingere anche oltre, integrando il coding con l’educazione motoria, quella artistica ecc. Più avanti, attraverso alcuni esempi di coding unplugged, spiegheremo meglio come.

Perché fare coding unplugged?

Il coding unplugged ha un primo indubbio vantaggio pratico: non richiede attrezzature elettroniche – computer, tablet o smartphone – di cui spesso le scuole non dispongono, o non in numero sufficiente.

L’apprendimento del coding senza computer è però propedeutico anche a quello davanti allo schermo. I bambini fanno pratica con giochi di gruppo coinvolgenti, accedendo in modo naturale ai meccanismi alla base dei linguaggi di programmazione che saranno pronti a tradurre al computer con Scratch e gli altri linguaggi grafici pensati specificamente per l’apprendimento.


CODY & ROBY

Cody & Roby sono gli strumenti più semplici (fai da te) per giocare con la programmazione a qualunque età, anche senza computer.

Roby è un robot che esegue istruzioni, Cody è il suo programmatore. Per iniziare le istruzioni sono solo 3: vai avanti, gira a sinistra e gira a destra. Ogni istruzione è scritta o disegnata su un cartello o su una tessera che Cody passa a Roby. Roby legge l’istruzione e la esegue muovendosi su una scacchiera. Non servono computer, sono i giocatori a fare la parte di Roby e di Cody.

VIDEO TUTORIAL Cody & Roby

PIXEL ART

Il pixel è l’unità fondamentale di rappresentazione di un’immagine digitale. Immaginate lo schermo del vostro computer o smartphone come un reticolo formato di tante caselline, ognuna delle quali può assumere un diverso colore, fino a definire un’immagine.

Lo stesso principio, ma più in piccolo, può essere applicato attraverso la pixel art. Agli alunni, in questo caso, verrà richiesto di partire da un reticolo disegnato sui quadretti del proprio quaderno, simile allo schema di una battaglia navale, e colorare soltanto gli spazi necessari per comporre l’immagine desiderata, ad esempio quella del proprio personaggio preferito.

Questo è solo il primo passo della pixel art. Quello successivo è trasformare questa operazione in una sequenza di istruzioni, pensate per far sì che anche un altro alunno che non conosce in anticipo il soggetto del disegno possa riprodurlo con sicurezza.

Il metodo operativo è stato ben spiegato da Alessandro Bagliolo docente dell’Università di Urbino e ambasciatore del pensiero computazionale attraverso iniziative come la Europe Code Week.

PIXEL ART VIDEO TUTORIAL