Il coding è trasversale: si applica sia alle materie scientifiche sia a quelle letterarie, permettendo una sperimentazione a 360° di nuovi approcci didattici da proporre in classe, sempre in un contesto ludico. Inoltre, è una strategia che permette di catturare l’attenzione anche degli alunni più distratti e demotivati che, credendo di giocare, imparano a risolvere un problema, più o meno complesso, in base alla fascia di età.
Il pensiero computazionale è una competenza che risulterà fondamentale al cittadino 4.0, proprio per questo i docenti hanno il dovere di insegnare il coding già dalla scuola dell’infanzia, attraverso la programmazione cartacea e manuale, per poi passare a strumenti più complessi come il programma per coding “Scratch”, che permette di creare animazioni, giochi e progetti pedagogici per ogni disciplina.
Coding e pensiero computazionale: cosa significano questi due termini, come stanno cambiando i metodi di insegnamento e di apprendimento a partire dalla scuola primaria e dell’infanzia e perché ne sentiremo parlare sempre più di frequente? Provo a dare qualche risposta.
Coding è un termine inglese al quale corrisponde in italiano la parola programmazione. Parliamo di programmazione informatica ovviamente ma non nel senso più tradizionale dell’espressione. Il coding a scuola è una scoperta – se così possiamo definirla – recente. Parliamo di un approccio che mette la programmazione al centro di un percorso dove l’apprendimento, già a partire dai primi anni di vita, percorre strade nuove ed è al centro di un progetto più ampio che abbatte le barriere dell’informatica, stimola un approccio votato alla risoluzione dei problemi. Parliamo di pensiero computazionale, ovvero di un approccio inedito alla soluzione dei problemi. Con il coding bambini e ragazzi sviluppano il pensiero computazionale, l’attitudine a risolvere problemi più o meno complessi. Non imparano solo a programmare ma programmano per apprendere.
Cosa significa in pratica tutto quello che abbiamo fin qui scritto? come fanno gli studenti ad apprendere e a divertirsi? Bambini e ragazzi si trovano davanti a quello che più li diverte: un tablet, il monitor di un pc, un robot. Sta a loro animare, far prendere vita, imparare a fare muovere i loro personaggi in un certo modo, siano essi virtuali o meno (come nel caso della robotica educativa) . In sintesi imparano a raggiungere un obiettivo. E come si raggiunge un obiettivo se non risolvendo il problema che si frappone fra noi e la meta?
Come si fa il coding a scuola, quali sono gli strumenti a disposizione? Sono strumenti divertenti, come per esempio Scratch o Scratch Jr. per i più piccoli. O come lo sono ancora gli esercizi del sito code.org. Più che esercizi sembrano giochi. E in effetti sotto un certo punto di vista lo sono. I bambini giocano e vincere ogni sfida significa risolvere problemi. Piccoli problemi come evitare un ostacolo o di farsi catturare da uno dei personaggi cattivi della storia, giusto per fare un paio di esempi. Per risolvere il problema devono impegnarsi per capire quale possa essere la possibile soluzione, e se raggiungono l’obiettivo hanno imparato come fare. Intanto inconsapevolmente hanno scritto righe di codice informatico, anche se materialmente non ne hanno scritto nemmeno una e hanno spostato solo dei blocchetti rettangolari a ciascuno dei quali corrisponde una funzione e un codice. Stiamo parlando della programmazione a blocchi, detta anche programmazione visuale.
Di tutto questo abbiamo parlato negli articoli:
Come usare scratch: una guida su tutto quello che ti serve sapere
Scratch Junior: così i bambini imparano a programmare
Coding a scuola: con i robot è più divertente. Ecco perché
Coding e pensiero computazionale, nella scuola primaria o in altri contesti, sono fratelli della robotica educativa, la possibilità cioè che i ragazzi possano imparare assemblando un kit robot da costruire e dopo averlo costruito programmino il loro robot. Nel coding si usano strumenti che consentono di visualizzare i risultati su uno schermo. Nella robotica educativa i bambini apprendono un approccio nuovo alle materie scientifiche attraverso la robotica. A volte coding e robotica educativa sono un tutt’uno. Ma di questo ne parliamo meglio nell’articolo: Coding scuola primaria: ci pensa Cubetto, robot di legno
Puoi approfondire i temi legati a coding e pensiero computazionale leggendo:
Coding a scuola: con i robot è più divertente. Ecco perché
Coding, cos’è e perché non dovremmo sottovalutare le sue potenzialità
Corsi di coding, ecco chi li organizza. Quali e dove frequentare
Pensiero computazionale, definizione e significato
Animatore digitale: a scuola è il mago del coding
Robotica educativa, come costruire un robot a scuola e imparare
Corsi di robotica: ecco chi li organizza in Italia
Scuola di robotica: il futuro ora si impara sui banchi
Alcuni strumenti per imparare a programmare:
Come imparare a programmare in modo facile
Piattaforma EMMA. Coding e robotica? Si studiano on line
App per il coding, guida alle migliori
Osmo e Ipad: imparare giocando, a casa o a scuola
Swift Playground: il coding su iPad è più divertente
Tynker, il coding non ha più segreti. A casa e a scuola
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Qui il video e la spiegazione di cosa sia il pensiero computazionale:
https://www.programmailfuturo.it/progetto/cose-il-pensiero-computazionale
Il pensiero computazionale è un processo mentale per la risoluzione di problemi costituito dalla combinazione di metodi caratteristici e di strumenti intellettuali, entrambi di valore generale. Questa generalità è il motivo principale del perché partecipare al progetto.
I metodi caratteristici includono:
Questi metodi sono importanti per tutti, non solo perché sono direttamente applicati nei calcolatori (computer ), nelle reti di comunicazione, nei sistemi e nelle applicazioni software ma perché sono strumenti concettuali per affrontare molti tipi di problemi in diverse discipline.
Gli strumenti intellettuali includono:
Anche per questi strumenti i benefici si estendono al di là della disciplina informatica.
http://malditech.corriere.it/2014/11/21/che-cose-il-coding-e-perche-i-vostri-figli-dovrebbero-imparare-a-programmare/
https://www.youtube.com/watch?v=WyX8H2BAJJ8
Programmazione informatica: è questo il significato della parola inglese “coding”. E non si tratta solo di insegnamenti per informatici e ingegneri: il coding è anche alla portata dei bambini.
Cos'è il coding
Il coding possiamo intenderlo come una nuova lingua che permette di “dialogare” con il computer per assegnargli dei compiti e dei comandi in modo semplice.
Giocando a programmare si impara ad usare la logica, a risolvere problemi e a sviluppare il “pensiero computazionale”, un processo logico-creativo che consente di scomporre un problema complesso in diverse parti, per affrontarlo più semplicemente un pezzetto alla volta, così da risolvere il problema generale. Con il coding quindi anche i bambini potranno risolvere problemi “da grandi”, e diventare soggetti attivi della tecnologia, creando un piccolo videogioco e delle storie in pochissimo tempo.
Giocando a programmare si impara ad usare la logica e a risolvere problemi. | Pixabay
Come funziona il pensiero computazionale
Vediamo, in pratica, come funziona il coding: con il computer o il tablet potrete fare giochi ed esercizi interattivi per far svolgere ai personaggi sullo schermo le azioni utili al raggiungimento di un obiettivo. Basterà spostare blocchi, mattoncini o oggetti grafici sul monitor, creando una sequenza che permetta al vostro personaggio di completare il livello. Ogni blocco corrisponde ad un codice in JavaScript, uno dei linguaggi di programmazione più utilizzato al mondo, che tuttavia in questo modo non avrete bisogno di digitare.
Ogni blocco corrisponde ad un codice in JavaScript, un linguaggio di programmazione, che tuttavia non avrete bisogno di digitare. | Code.org
Piattaforme per imparare il coding
Su internet troverete numerose piattaforme che insegnano a scrivere ed utilizzare il codice di programmazione.
1. Code.org
Per chi parte da zero, la piattaforma ideale è code.org, dove con giochi e video si impara a vincere le sfide e a risolvere i problemi: basterà leggere le istruzioni, osservare con attenzione i tranelli e ragionare sulla migliore soluzione per portare il vostro personaggio alla fine dei labirinti che vi verranno mostrati volta per volta. Su code.org troverete la modalità base chiamata “L'Ora del Codice”, che consiste nello svolgere solo un’ora di avviamento al “pensiero computazionale”. Potrete svolgerla come una lezione tradizionale utilizzando carta e penna, oppure con delle lezioni tecnologiche con varie ambientazioni, come Star Wars, Minecraft, Frozen: scegliete quella che vi ispira di più!
Con giochi e video imparerete a dialogare con il computer. | Code.org
2. Scratch
Un’altra piattaforma divertente è Scratch, che permette di creare programmare storie interattive, videogiochi e altre animazioni da condividere con gli altri membri della comunità utilizzando i blocchi e senza scrivere alcuna riga di codice. Sarà così facile e divertente familiarizzare fin da subito con algoritmi, cicli, procedure e variabili.
Per i più piccoli (5-7 anni) c’è anche Scratch jr.
3. Codeacademy.com e CoderDojo
Per seguire dei corsi di programmazione gratuitamente da casa connettetevi a codeacademy.com oppure fatevi aiutare dai vostri genitori a cercare il CoderDojo più vicino a casa: si tratta di club gratuiti il cui obiettivo è l’insegnamento della programmazione informatica ai più piccoli attraverso il gioco e il divertimento.
Coding a scuola: programmare in classe
Così come la storia, l’inglese e l’italiano, secondo alcuni il “coding” è una materia fondamentale per le nuove generazioni di studenti. Anche per questo in Italia il Ministero dell’Istruzione (Miur) ha cominciato dal 2014, con il progetto “Programma il Futuro”, a sperimentare nelle scuole l’introduzione di lezioni di programmazione informatica. L’idea è quella di arrivare a sempre più studenti, per introdurli nel mondo di questo linguaggio. Alle scuole sono stati quindi dati alcuni semplici strumenti per fornire agli studenti i concetti base dell’informatica, attraverso il gioco e le attività di gruppo.