Cartello di sinaloa

Il Cartello Di Sinaloa è un’organizzazione criminale di origine messicana, specializzata nel traffico di droga, che estende la propria influenza e i propri traffici su tutti e cinque i continenti e si configura oggi come una delle organizzazioni criminali più ricche e territorialmente più estese del pianeta.

Le origini del cartello di Sinaloa sono rintracciabili sin dai primi decenni del Novecento. I primi gruppi di narcotrafficanti si stabilirono nel "Triangolo Dorato", una zona ricca di coltivazioni di marijuana e di oppio situata tra Sinaloa, Durango e Chihuahua. In queste zone, a partire dagli anni '20, i produttori e trafficanti locali spodestarono i gruppi di immigrati cinesi. Quando la pressione degli organismi antidroga degli Stati Uniti sul governo messicano si fece più intensa, i vertici di Città del Messico dovettero dare segnali forti all’America e avviarono alcune campagne per l’estirpazione delle colture nel Triangolo Dorado. Questo portò i trafficanti del Sinaloa a spostarsi verso sud, nella città di Guadalajara, nello stato di Jalisco.

La struttura operativa dell’organizzazione contemplava un gruppo di clan familiari, la maggior parte originari del Sinaloa. All’interno del cartello erano presenti altri leader non originari del Sinaloa come Héctor Luis Palma Salazar El Güero e Juan José Esparragoza Moreno detto El Azul. I vertici dell’organizzazione erano costituiti da Rafael Caro Quintero, Ernesto Fonseca Carrillo, alias Don Neto e dal capo assoluto Miguel Angel Félix Gallardo, detto "El Padrino" o Jefe de los Jefes. Il boom del consumo di polvere bianca negli Stati Uniti, e la conseguente chiusura della rotta caraibica da parte del governo americano nel 1982, costrinse i cartelli colombiani a contrattare con le organizzazioni criminali messicane l'ingresso della merce in America. Grazie ad alcune figure chiave, come quella dell’honduregno Juan Matta Ballesteros il cartello di Guadalajara e il cartello di Medellin di Pablo Escobar si accordarono. L’omicidio dell’agente della DEA Enrique Camarena nel 1985 complicò la situazione, inoltre esso avvenne per mano di alcuni uomini del cartello con la protezione di un settore corrotto dell'agenzia di intelligence messicana, la Direcciòn Federal de Seguridad. Le pressioni statunitensi costrinsero Città del Messico a compiere un giro di vite verso i leader del gruppo di Guadalajara.

Juan Matta Ballesteros

Pablo Escobar

Miguel Angel Félix Gallardo

cardinale Juan Jesús Posadas Ocampo

Dopo la cattura di Gallardo furono ripartiti i territori del cartello di Guadalajara. Lo stesso Gallardo imputò la frammentazione del cartello a Guillermo Gonzále Calderoni, capo corrotto della Policia Judicial Federal al servizio del Padrino. La ripartizione dei territori non significava il controllo esclusivo della plaza. La fine del monopolio di un solo attore criminale e la continua diversificazione del mercato statunitense della droga contribuirono ad innalzare la competizione per il controllo dei mercati illeciti e dei territori strategici. Il primo episodio di violenza avvenne nei territori della Baja California, al confine con la California, dove si trova la città di Tijuana. A causa della difficile convivenza, aumentò il tasso di omicidi nella regione. In un agguato contro El Chapo, i sicari del cartello di Tijuana uccisero erroneamente il cardinale Juan Jesús Posadas Ocampo il 24 maggio 1993. Gli anni novanta furono caratterizzati da un livello di scontro medio-basso, dove si impose, almeno fino al 1997, Amado Carillo Fuentes, leader del cartello di Juárez. Secondo la giornalista Anabel Hernández la troppa vitalità del Chapo costrinse Amado Carillo a vendere alla polizia il leader del cartello di Sinaloa. Arrestato nel 1993, El Chapo rimase nel carcere di massima sicurezza di Puente Grande fino al gennaio 2001.